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Autore: TheRedPhoenix    14/12/2013    3 recensioni
Una lettera , un personaggio.
Una raccolta sui personaggi del mondo di "Thor", dall'A alla Z.
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Jane Foster, Loki, Thor, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                                                                  B-Banchetto




Volstagg era noto in tutti i regni per la sua voracità. Amava il cibo più di quanto amasse le donne e le battaglie; ogni volta che addentava qualcosa assaporava a pieno il suo gusto.
Più di una taverna aveva dovuto chiudere a causa sua.
"Hai appena mangiato un cinghiale intero, dove trovi spazio per mangiare tutto quel maiale?" Fandral lo guardava allibito, lui era uno di quei signorotti attenti a cosa mangiavano, non poteva di certo perdere la sua linea o le signore non lo avrebbero più guardato; parole sue.
"Amico mio, dovresti ormai aver capito che lo stomaco di Volstagg è senza fondo." Thor  rispose al suo posto; lui si che era un bravo ragazzo, non mangiava quanto lui ma di certo non rifiutava una porzione.
"Volstagg, c'è mai stato un tempo in cui non mangiavi cosi tanto?" Domandò lo spadaccino.
Eccome se c'era stato, il grosso guerriero lo ricordava bene.
Il padre di Volstagg era un soldato, morto durante la battaglia contro Jotunheim, lasciando sua madre a occuparsi da sola di 7 bambini.
Volstagg era il figlio di mezzo; troppo piccolo per poter lavorare, troppo grande per poter essere coccolato.
In quel periodo si riteneva fortunato se poteva mangiare un pezzo di pagnotta, figuriamoci addentare la carne!
Sua madre alla fine decise di mandarlo a vivere da sua zia Agnes, una vecchia zia del padre.
All'inizio non capì perchè fosse stato mandato proprio dalla zia che più gli stava antipatica, forse per punirlo; ma in seguitò capì che sua madre  lo aveva fatto per dargli la possibilità di un futuro migliore, cosa che lei non poteva garantirgli.
La zia Agnes era una donna anziana, dai capelli bianchi e il viso pieno di rughe, accentuate dalla sua espressione sempre arcigna.
I primi mesi furono una vera tortuta per lui; la vecchia lo faceva lavorare come un matto e lo maltrattava; la cosa peggiore non era tanto il lavoro di per sè, ma dove lavorava. Sua zia era una cuoca della corte Asgardiana, lavorava nelle cucine del palazzo reale, ovviamente lui non poteva assaggiare nulla di tutto quel buon cibo che veniva preparato. Quando gli chiese il perchè ricevette come risposta: "Questo cibo è per il re, non per te.Ora torna a spazzare i pavimenti e a sistemare le trappole per topi." Seguito da uno scappellotto sulla nuca.
Dunque il povero Volstagg era costretto a vedere, tutti i giorni, ogni genere di pietanza senza poterne assaggiare un pezzo.
La situazione cambiò, quando una sera, sua zia gli ordinò di andare a ai piani superiori.
"Ascoltami ragazzino, ora ti affido un compito difficile: devi andare nella sala da pranzo reale  e dare una mano ad sparecchiare. Se farai il bravo, se non parlerai con nessuno almeno che non tu non sia interpellato; potrei mettere una buona parola per te e farti diventare cameriere. Siamo intesi? Non farmi fare brutte figure ragazzino." Per tutta la conversazione aveva annuito, senza mai fiatare.
Quando salì ai piani superiori, rimase abbagliato dallo splendore che si trovò di fronte agli occhi; non si riferiva alle imponenti costruzioni o ai preziosi ornamenti, ma al cibo sulla tavola.
Dalle cucine poteva vedere solo di sfuggita i piatti e ne vedeva uno o due alla volta insieme, ma qui di fronte a lui c'era un intera tavola bandita, piena di deliziosi avanzi.
Volstagg si avvicinò e inizò a prendere alcuni piatti vuoti, assieme agli altri camerieri. Aspettò che fossero tutti usciti per posare quello che aveva preso e buttarsi sugli avanzi.
Ricorda ancora il primo boccone che aveva assaggiato, un pezzo di agnello, la cosa più buona che avesse mai mangiato.Si domandò come facesse la gente a lasciare anche solo una briciola di tale bontà.
Non si accontentò dell'agnello, provò una coscia di pollo, un pezzo di pane con formaggio,  una frittata di uova e le salsicce. In quel momento raggiunse l'apice della felicità, era tutto così squisito; sarebbe anche potuto andare nel Valhalla in quel preciso istante ed essere comunque felice.
"Hey che stai facendo?" Un bambino, poco più piccolo di lui, lo guardò con curiosità; a giudicare dai suoi bei vestiti doveva essere un nobile.
"Hio mhango." Bofonchiò a bocca aperta, non poteva di certo mentire dopo essere stato colto sul fatto.
"Ti mangi gli avanzi?Non potevi venire al banchetto?"
Volstaggo ingoiò il boccone "Io sono un semplice sguattero, non posso partecipare ai banchetti"
Il bambino sembrò dispiaciuto per lui "Come ti chiami?"
"Volstagg." La voce di sua zia Agnes rimbombò nella sua testa:" Ricorda le buone maniere!" strillò "Volstagg...mio signore." Si corresse subito.
"Piacere di conoscerti Volstagg, io mi chiamo Thor." Il bambinò gli offrì la mano e lui la strinse. Quello non era un semplice bambino, ma il suo futuro re.
"Volstagg, perchè non vieni a giocare con me e i miei amici; giochiamo ai guerrieri."
Acconsentì e seguì il principe, ma senza prima aver mangiato qualcos'altro.
Da quel giorno la vita di Volstagg era cambiata, non solo perchè era diventato amico di Thor, ma perchè finalmente poteva avere accesso ai banchetti reali e a tutto il cibo che bandiva le tavole.
Non passò molto tempo che la gente iniziasse a chiamarlo Volstag "Il Voluminoso", a causa dell'enorme pancia che aveva messo; ma a lui non importava. Perchè dispiacersi nel fare qualcosa che ti rende felice?.






Note dell'autrice:

Eccoci al secondo capitolo , che ho voluto dedicare a Volstagg :) .
Come vi avevo detto nel capitolo precedente, i capitoli non avranno una lunghezza standard.
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, fatemi sapere i vostri pareri ;)
   
 
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