Mentre ripensava a tutto questo, con gli occhi chiusi, sentì la porta del ripostiglio aprirsi e qualcuno sedersi accanto a lei. –Credo che se continuerai ad ignorare il programma ti cacceranno dal distretto- disse una voce familiare. –Uh, che paura.- rispose lei, sarcastica. Sentì il ragazzo accanto a lei scuotere la testa. Lei aprì gli occhi e si voltò a guardarlo. I capelli color bronzo leggermente ondulati, gli occhi che riuscivano ad assumere diverse sfumature, dal verdemare al grigioverde, il fisico atletico. Estremamente bello, come sempre. –Ma ora che ne dici di spiegarmi come hai fatto a trovarmi, Odair?- -Beh, è facile. Ormai tutto il distretto sa che hai una predilezione per i ripostigli, e questo è l’unico con una… finestra?- rispose lui alzando un sopracciglio, alludendo alla minuscola apertura nella parte più alta dello sgabuzzino. –Mmh- mugugnò Tessa. Alexander Odair era l’unico amico che si era fatta – involontariamente – nel 13. Un ragazzo affascinante, sia di aspetto che di carattere, che veniva dal distretto 4. Era il fratello minore di Finnick Odair, vincitore dei 65esimi Giochi e sorteggiato nuovamente quest’anno, per l’edizione della memoria. Alexander evitava sempre di parlare del fratello, Tessa sapeva che gli provocava un dolore indescrivibile: aveva rischiato di perderlo già una volta, e ora aveva la stessa paura. Quelli del 13 l’avevano prelevato dal suo distretto a causa del pericolo che avrebbe corso, dato che a quanto si diceva in giro Finnick stava progettando, insieme ad altri tributi, ai loro mentori e alle autorità del distretto 13, di far saltare i 75esimi Giochi.
Il primo giorno che era arrivata nel distretto 13, all’ora di pranzo, Tessa si era seduta da sola ad un tavolo. I suoi fratellini erano ancore in ‘ospedale’ per fare alcuni controlli, e lei non aveva voglia di socializzare con nessuno, ma ad un certo punto Alexander Odair si sedette accanto a lei. All’inizio la ragazza era riluttante a parlare, ma ora Alexander era arrivato a conoscerla meglio di chiunque altro, oltre i suoi fratelli. –Dovremmo tornare alle nostre unità prima di pranzo. Ti accompagno?- le chiese. –Ok, Odair.- rispose Tessa con riluttanza. Ripensare al 12 le aveva fatto passare la fame. I due uscirono dal ripostiglio, presero un paio di ascensori e si lasciarono all’unità abitativa della ragazza, la 507. Dato che ci vivevano in quattro era un po’ più grande delle altre. Aveva solo quattro letti incassati nelle pareti ed un paio di cubi con due cassetti ognuno, per riporre le loro cose. Non che ne avessero molte: due cambi di abiti grigi per ciascuno e qualche piccolo oggetto che erano riusciti a salvare da casa. Tessa diede un’occhiata al contenuto del suo cassetto. Una foto dei suoi genitori, il coltello da lancio di suo padre, un anello che apparteneva a sua madre ed una conchiglia che Alexander aveva portato dal distretto 4 e che le aveva regalato pochi giorni prima. Prese tra le dita l’anello, seguendo i contorni degli uccelli impressi sul metallo. Lo rimise a posto e chiuse il cassetto, proprio nel momento in cui i suoi fratelli entrarono nell’unità. Jared le disse: -La tua insegnante ha detto che se non ti presenterai un’altra volta ai corsi prenderà provvedimenti.- -Si… si, lo so. Mi ha già informato Alex.- rispose lei con aria indifferente. Lui fece un sospiro rassegnato. Jared aveva solo dodici anni, ma era molto maturo per la sua età. Sin da piccolo doveva occuparsi dei due fratellini minori quando Tessa era nei boschi o al Forno, e aveva imparato a svolgere qualche lavoretto per contribuire a mantenere la famiglia. Tessa, qualche volta, lo aveva persino portato nei boschi. –Ci sarà un giorno in cui ti atterrai al programma?- le chiese. Lei fece spallucce. I quattro si avviarono verso la mensa. Presero i loro vassoi – che oggi contenevano una gommosa fettina di manzo e un po’ di purè di patate, con il solito minuscolo panino – e si avviarono verso il loro tavolo. Poco dopo li raggiunse Alexander. –Per noi due cambia il programma.- disse, un’espressione cupa sul volto.
Spazio per l'autrice:
Heilà lettori! Beh, non so come cominciare ahahahahah, vengo subito al punto. Volevo solo dirvi che è la prima volta che scrivo una storia, penso di non essere proprio un granchè come scrittrice ma boh, mi è venuta l'ispirazione e volevo avere qualche parere. Se c'è qualche orrore di ortografia perdonatemi, l'ho riletta in fretta e non me ne sarò resa conto >.< Spero che questo capitolo vi piaccia! Se lo leggete lasciate una recensione, e non risparmiate le critiche, voglio migliorare! Beh, al prossimo capitolo allora!