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Autore: Aradriel    14/12/2013    1 recensioni
Tessa Heacliff è una sopravvissuta del bombardamento del Distretto 12. Quando arriva nel 13 non ha molta voglia di farsi degli amici, ma quando Alexander Odair entra nella sua vita arriva a conoscerla anche meglio di se stessa. Ma siamo nel Distretto 13, e c'è una guerra in corso. Quanto può mancare perchè travolga in pieno i due ragazzi?
Attenzione: la storia contiene spoiler per chi non ha letto il secondo e il terzo libro!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tessa Heacliff sedeva a gambe distese in un angolo di un ripostiglio, in chissà quale parte del distretto 13. Secondo il programma stampato sul suo braccio in quel momento avrebbe dovuto essere al corso di storia. Ma seguire il programma non era mai stata la sua massima aspirazione. Erano trascorse poco più di due settimane dal bombardamento del 12, il suo distretto. Lei e i suoi tre fratelli, fortunatamente, erano riusciti a salvarsi. Di certo non poteva lamentarsi: avevano un tetto sopra la testa e tre pasti al giorno, cosa che nel 12 non si potevano neanche sognare. I genitori di Tessa erano morti quando lei aveva appena 13 anni, il padre a causa di un incidente in miniera e la madre per una malattia; e l’avevano lasciata sola a badare ai fratellini più piccoli: Jared, che aveva nove anni, Johnatan di sette e Layla, che ne aveva solo sei. Da allora erano trascorsi tre anni, tre anni in cui aveva imparato a cacciare, a riconoscere le piante commestibili da quelle che non lo erano, a curare le malattie meno gravi. Tre anni passati per le strade del distretto cercando qualsiasi piccolo incarico che avesse potuto farle guadagnare qualcosa da poter spendere al Forno. Tre anni nei quali il suo nome compariva una decina di volte in più del dovuto nella boccia in cui, ogni anno, Effie Trinket estraeva il nome della povera ragazza che avrebbe dovuto partecipare agli Hunger Games, solo per qualche porzione di cereali ed un po’ d’olio. Poi, il bombardamento. Gale Hawthorne - che Tessa aveva visto qualche volta nei boschi mentre cacciava – che condusse quelli che erano riusciti a scampare dalle bombe oltre la recinzione. E gli hovercraft del distretto 13 che li portarono in salvo. Ma a Tessa mancava il 12. Le mancava la libertà, la possibilità di stare all’aria aperta, i pomeriggi trascorsi nei boschi a cacciare e a raccogliere bacche, le chiacchierate al Forno con gli amici che non avrebbe più rivisto, quelli che erano morti nel bombardamento.
Mentre ripensava a tutto questo, con gli occhi chiusi, sentì la porta del ripostiglio aprirsi e qualcuno sedersi accanto a lei. –Credo che se continuerai ad ignorare il programma ti cacceranno dal distretto- disse una voce familiare. –Uh, che paura.- rispose lei, sarcastica. Sentì il ragazzo accanto a lei scuotere la testa. Lei aprì gli occhi e si voltò a guardarlo. I capelli color bronzo leggermente ondulati, gli occhi che riuscivano ad assumere diverse sfumature, dal verdemare al grigioverde, il fisico atletico. Estremamente bello, come sempre. –Ma ora che ne dici di spiegarmi come hai fatto a trovarmi, Odair?- -Beh, è facile. Ormai tutto il distretto sa che hai una predilezione per i ripostigli, e questo è l’unico con una… finestra?- rispose lui alzando un sopracciglio, alludendo alla minuscola apertura nella parte più alta dello sgabuzzino. –Mmh- mugugnò Tessa. Alexander Odair era l’unico amico che si era fatta – involontariamente – nel 13. Un ragazzo affascinante, sia di aspetto che di carattere, che veniva dal distretto 4. Era il fratello minore di Finnick Odair, vincitore dei 65esimi Giochi e sorteggiato nuovamente quest’anno, per l’edizione della memoria. Alexander evitava sempre di parlare del fratello, Tessa sapeva che gli provocava un dolore indescrivibile: aveva rischiato di perderlo già una volta, e ora aveva la stessa paura. Quelli del 13 l’avevano prelevato dal suo distretto a causa del pericolo che avrebbe corso, dato che a quanto si diceva in giro Finnick stava progettando, insieme ad altri tributi, ai loro mentori e alle autorità del distretto 13, di far saltare i 75esimi Giochi.
Il primo giorno che era arrivata nel distretto 13, all’ora di pranzo, Tessa si era seduta da sola ad un tavolo. I suoi fratellini erano ancore in ‘ospedale’ per fare alcuni controlli, e lei non aveva voglia di socializzare con nessuno, ma ad un certo punto Alexander Odair si sedette accanto a lei. All’inizio la ragazza era riluttante a parlare, ma ora Alexander era arrivato a conoscerla meglio di chiunque altro, oltre i suoi fratelli. –Dovremmo tornare alle nostre unità prima di pranzo. Ti accompagno?- le chiese. –Ok, Odair.- rispose Tessa con riluttanza. Ripensare al 12 le aveva fatto passare la fame. I due uscirono dal ripostiglio, presero un paio di ascensori e si lasciarono all’unità abitativa della ragazza, la 507. Dato che ci vivevano in quattro era un po’ più grande delle altre. Aveva solo quattro letti incassati nelle pareti ed un paio di cubi con due cassetti ognuno, per riporre le loro cose. Non che ne avessero molte: due cambi di abiti grigi per ciascuno e qualche piccolo oggetto che erano riusciti a salvare da casa. Tessa diede un’occhiata al contenuto del suo cassetto. Una foto dei suoi genitori, il coltello da lancio di suo padre, un anello che apparteneva a sua madre ed una conchiglia che Alexander aveva portato dal distretto 4 e che le aveva regalato pochi giorni prima. Prese tra le dita l’anello, seguendo i contorni degli uccelli impressi sul metallo. Lo rimise a posto e chiuse il cassetto, proprio nel momento in cui i suoi fratelli entrarono nell’unità. Jared le disse: -La tua insegnante ha detto che se non ti presenterai un’altra volta ai corsi prenderà provvedimenti.- -Si… si, lo so. Mi ha già informato Alex.- rispose lei con aria indifferente. Lui fece un sospiro rassegnato. Jared aveva solo dodici anni, ma era molto maturo per la sua età. Sin da piccolo doveva occuparsi dei due fratellini minori quando Tessa era nei boschi o al Forno, e aveva imparato a svolgere qualche lavoretto per contribuire a mantenere la famiglia. Tessa, qualche volta, lo aveva persino portato nei boschi. –Ci sarà un giorno in cui ti atterrai al programma?- le chiese. Lei fece spallucce. I quattro si avviarono verso la mensa. Presero i loro vassoi – che oggi contenevano una gommosa fettina di manzo e un po’ di purè di patate, con il solito minuscolo panino – e si avviarono verso il loro tavolo. Poco dopo li raggiunse Alexander. –Per noi due cambia il programma.- disse, un’espressione cupa sul volto.

Spazio per l'autrice:
Heilà lettori! Beh, non so come cominciare ahahahahah, vengo subito al punto. Volevo solo dirvi che è la prima volta che scrivo una storia, penso di non essere proprio un granchè come scrittrice ma boh, mi è venuta l'ispirazione e volevo avere qualche parere. Se c'è qualche orrore di ortografia perdonatemi, l'ho riletta in fretta e non me ne sarò resa conto >.< Spero che questo capitolo vi piaccia! Se lo leggete lasciate una recensione, e non risparmiate le critiche, voglio migliorare! Beh, al prossimo capitolo allora!
 
  
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