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Autore: Nightkey    14/12/2013    0 recensioni
[Cap.1]
Lui sogghignò e si preparò a colpirla con il bastone chiodato una volta che fosse stata abbastanza vicina ma qualcosa andò storto. Le gambe della ragazza cedettero e lei ebbe appena il tempo di lanciare il coltello prima di trovarsi con la faccia a terra. Il coltello volò e andò a conficcarsi nel petto dell’uomo procurandogli un squarcio profondo appena sopra il cuore.
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Prima di chiudere gli occhi vide un turbine di fiamme avvolgere l’uomo dell’organizzazione. Macchie nere indistinte danzavano davanti i suoi occhi viola. Poi udì solo suoni: urla di dolore, urla di trionfo, voci preoccupate, voci dolci altre furiose. Ma lei non riusciva più a distinguere le parole. Percepiva solo mormorii.
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Cosa accadrebbe se un'antica organizzazione oscura mettesse le mani su una maga capace di "prendere in prestito" la magia altrui? E se la magia su cui vogliono mettere le mani è quella del Mago Oscuro Zeref? Il mondo precipiterebbe nel Caos.
L'ultima maga capace di avvalersi di tale magia è scomparsa 400 anni fa, senza lasciare eredi. Ma la storia sta cambiando, una nuova maga Empatica farà la sua comparsa e toccherà a lei prendere le redini del mondo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 Il Salvataggio
Fiore, anno X377
 
Le onde spumeggianti sbattevano violentemente sulla dorata spiaggia cancellando le vecchie orme lasciate precedentemente da alcuni passanti. La pioggia scendeva velocemente dal cielo mentre quest’ultimo si illuminava di giallo ogni volta che un fulmine lo attraversava.
E lei con occhi bagnati di pianto era immobile in mezzo alle turbolenti acque mentre il sangue delle sue ferite si andava mescolando con l’acqua salata in un unico composto roseo.
La ragazza sfilò dalla cintura che teneva a vita un pugnale dalla lama d’acciaio con mani tremanti e dopo aver preso un ultimo respiro si trafisse con esso all’altezza dello stomaco. Si piegò in due e spuntò del sangue. Alzò gli occhi al cielo in cerca delle luminose stelle che tanto adorava ma non riusciva a scorgere nulla all’infuori del mantello di nuvole nere che ricoprivano il cielo. Desiderava rivederle ancora un ultima volta prima di morire. Per lei era stata dura prendere quella decisione ma senza dubbio era la migliore soluzione che avesse trovato per salvare la vita di tutti gli abitanti di Fiore, dei suoi genitori. Per salvare la loro vita doveva sacrificare la sua. Doveva sparire. Non l’avrebbero più inseguita, più cercata, più ingannata, più sfruttata per le sue innate abilità. Non avrebbe più rappresentato un pericolo per la sua amata città. Sarebbe stata il nulla.
-L’ho trovata! – gridò qualcuno. Quella voce penetrò i suoi timpani facendola voltare di scatto. Dava le spalle alla spiaggia e quando si voltò vide i membri dell’organizzazione che la stavano cercando avviarsi verso lei. L’avevano trovata e sicuramente l’avrebbero presa e riportata alla loro sede. E lei non voleva ritornare là. Doveva affrettarsi.
Spinse il pugnale più in profondità. La sua vista si appannò e si lasciò cadere nelle violenti acque col volto rivolto in alto, verso il cielo. Sentì gli uomini dietro di sé urlare di rabbia, imprecare. Rinunciare ad raggiungerla.
Tornare indietro.
Ci era riuscita. Aveva appena distrutto i loro piani. Sorrise.
E prima che i suoi occhi si chiudessero per sempre vide una stella cadente in uno squarcio in mezzo a quel vortice di nuvole nere. La guardò come se vedesse le stelle per la prima volta, con la curiosità di un bambino al quale stai raccontato una bella fiaba. E mentre chiudeva gli occhi espresse il suo ultimo desiderio.
Un giorno sarebbe ritornata e forse non avrebbe trovato tanta malvagità nel mondo ad aspettarla.
 
Fiore, anno X777
 
La ragazza sputò del sangue. Afferrò con una mano un bastone di legno chiodato, accantonato in un angolo di quella stanza, e lo sbatté violentemente sulla nuca del suo avversario. Quello cadde a terra, lasciando la presa sulla sua pistola magica. Un altro, cogliendola di sorpresa, la cinse per le spalle, sfoderò delle lame e le conficcò nel busto della ragazza. Lei urlò di dolore. L’uomo la lasciò cadere a terra.
-Spero che questo ti sia bastato! – ghignò l’uomo sferrandole un calcio in pieno viso. Lei gemette di dolore. – Ora vieni con noi.
-N- no!
L’uomo le sfilò il bastone chiodato dalle mani sporche, lo ruotò e colpì violentemente la ragazza sulla nuca, come lei aveva fatto al compagno dell’uomo. Altre urla, altro sangue fuoriuscirono da lei. Brutte ferite sanguinanti rivestivano il suo, giorni fa, bel corpicino. I suoi vestiti erano sporchi del suo sangue, del sangue degli uomini contro cui stava combattendo. Voleva piangere ma cercava di reprimere l’impulso. Non avrebbe pianto davanti l’organizzazione, non lo avrebbe mai fatto. Strinse i denti e si costrinse a rialzarsi.
-Ne vuoi ancora vedo! – l’uomo con uno scatto fulmineo le conficco un coltello nel fianco sinistro e con l’altra mano abbatté il bastone chiodato sulla ragazza. Lei cadde di nuovo a terra raggomitolandosi su se stessa, come a voler rintanarsi dentro un posto sicuro. Ma lì non c’era posto sicuro, un posto dove scappare. – Non l’hai ancora capito? Resistere ti porterà solo a morte certa. Arrenditi.
-M- mai. – lei non si sarebbe mai arresa. Arrendersi non era una parola che lei conosceva. Poteva farcela, poteva uccidere quell’uomo come lui aveva fatto con i suoi amici, aveva solo bisogno di una fonte di potere. Di un mago. Di un mago a cui avrebbe preso in prestito i suoi poteri per un piccolo lasso di tempo. Sfortunatamente quell’organizzazione era composta solo da  uomini mortali, nessun mago. Avrebbe dovuto metterlo K.O. con tutto quello che la circondava, che riusciva ad afferrare. Estrasse il pugnale dal fianco procurandosi nuove fitte, si rialzò e caricò verso l’uomo urlando con furia.
Lui sogghignò e si preparò a colpirla con il bastone chiodato una volta che fosse stata abbastanza vicina ma qualcosa andò storto. Le gambe della ragazza cedettero e lei ebbe appena il tempo di lanciare il coltello prima di trovarsi con la faccia a terra. Il coltello volò e andò a conficcarsi nel petto dell’uomo procurandogli un squarcio profondo appena sopra il cuore.
-Maledetta! – urlò furioso. Barcollò fino al corpo della ragazza e non appena stava per infliggerle un nuovo colpo, un  colpo che l’avrebbe mandata a miglior vita, un muro di fuoco si abbatté su quello.
La ragazza non riuscì a scorgere bene la figura del ragazzo che  aveva colpito l’uomo. Né era tanto sicura che si trattasse di un ragazzo. Ma non le importava. Chiunque fosse l’aveva appena salvata. Se fosse arrivato prima, pensò, avrebbe potuto combattere al suo fianco usando la sua magia. Ma ormai non le importava più. Gli era debitrice e se sarebbe uscita viva da quella situazione avrebbe restituito il favore come meglio poteva.
Prima di chiudere gli occhi vide un turbine di fiamme avvolgere l’uomo dell’organizzazione. Macchie nere indistinte danzavano davanti i suoi occhi viola. Poi udì solo suoni: urla di dolore, urla di trionfo, voci preoccupate, voci dolci altre furiose. Ma lei non riusciva più a distinguere le parole. Percepiva solo mormorii. Certo il sangue aveva invaso anche le sue orecchie.
Sentì una mano calda poggiarsi sulla sua fronte, scendere alle sue guance e accarezzarla. Quel tocco, pensò, era così rassicurante, così delicato. Avrebbe voluto parlare, parlare con la persona che la stava ora cingendo in un caldo abbraccio, che la stava portando via da lì. Ma non ci riusciva. Le bruciava la gola e  qualunque parola provasse a pronunciare appariva incomprensibile.
Così fece la cosa più facile.
Si addormentò.
 
 
-Cooome? – esclamò Lucy incredula. Scosse la testa. – Una maga capace di “prendere in prestito” la magia di un altro mago? Com’è possibile?
-è una magia molto antica e potente. L’ultima maga Empatica che si sia vista risale a… umh… - Il Master Makarov iniziò un conto alla rovescia usando le dita delle mani. – a circa 400 anni fa! La leggenda narra che si sia tolta la vita per salvare il Regno di Fiore. Con la morte di quella maga Empatica la linea di discendenza si era interrotta, non è possibile che ne esista un’altra. Dalle fonti sappiamo per certo che l’ultima maga non aveva figli, dopotutto aveva solo diciassette anni quando si tolse la vita.
-È sicuro che si tratti di una maga Empatica?
Il Master socchiuse gli occhi e annui. – Guardale il collo.
Lucy ubbidì. Raggiunse il suo letto dove riposava una ragazza dai lunghi capelli neri. La bionda le aveva fatto un bagno, scrostandole il sangue dalla pelle, medicandole le ferite e le aveva dato nuovi vestiti da indossare dato che quelli che portava quando avevano portato la ragazza da lei erano tutti strappati e sporchi.
Sollevò delicatamente le coperte e fece scorrere i suoi occhi sul collo di quella. Lì trovò un piccolo segno, un piccolo otto coricato. Un infinito.
-Quello è il simbolo che contraddistingue ogni maga empatica.
-È possibile allora che esistesse un’altra stirpe ?
-No. Non so molto riguardo cosa accadde quattrocento anni fa, ma su una cosa sono sicuro: Esisteva una sola dinastia.
-Forse la sua presenza è un avviso. Forse qualcuno sta cercando di metterci all’erta.
-Si ma da cosa? – Il master scosse il capo e puntò i suoi occhi verso il cielo azzurro. Cosa significava l’esistenza di un’altra maga empatica? Forse  si stava davvero avvicinando un nuovo pericolo? – Beh non possiamo fare altro che attendere il suo risveglio.
-Lei pensa che si sveglierà? Voglio dire le sue ferite erano davvero profonde e…
-Quando Natsu l’ha trovata e l’ha presa per portarla qua, lei deve aver inconsciamente aver assorbito i suoi poteri e così anche la sua resistenza fisica e velocità di rigenerazione.
Lucy fece cenno di aver capito. Tornò a guardare la misteriosa ragazza con curiosità. Si chiese quali segreti nascondesse e perché si trovasse in quelle condizioni quando era arrivata. Cosa la avrebbe attesa al suo risveglio. All’improvviso la senti urlare. Un urlo disperato. Un'unica parola. “Aiuto”.
  
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