“Vuoi una sigaretta?”
”Io non fumo Morg – Marco”
Ed eccolo che si ritrova a guardare il ragazzo allampanato e magro che lo guarda con sincero interesse nella penombra serale di una stradina secondaria nei pressi di uno studio televisivo.
Ride, adesso e lo trova bello. E’ davvero bello.
 “Come preferisci” borbotta sconvolto dal suo stesso pensiero prima di lasciarlo lì, sbigottito a guardare il vuoto.


Accelera il passo buttando via il mozzicone di sigaretta ormai spento.
Pensa, veloce come un treno ad alta velocità, perché non riesce davvero a spiegarsi niente.
Nemmeno lo voleva fare quel programma del cazzo. Voleva rifiutare e ancora ricorda la sua conversazione col suo staff prima di ritrovarsi a firmare di nuovo il contratto.
Lo avevano guardato stanchi e di quello che avevano vomitato per quasi un’ora ricorda solo “ormai hai fatto il tuo tempo, Marco. Era diverso quando eri un ragazzino, la gente era più disposta ad ascoltarti..sai come va l’industria musicale”- avevano tossicchiato indecisi – “e tu, beh, diciamo che adesso la tua “fetta di fama” la guadagni con questo talent. Quindi, firmare questo contratto sarebbe … opportuno? Ecco, sì”.
Li aveva ancora sentiti proseguire stancamente “ e poi con i problemi di droga che hai avuto – o che hai, mi auguro.. ci auguriamo di no, comunque, tu non vuoi parlarne – ti fa bene, ecco, riprenderti la fiducia del pubblico. E poi tu hai una figlia, anzi due. Forse dovresti pensarci.”.
E così ci aveva pensato davvero ed eccolo, a fare strani pensieri su quello che doveva essere “il giudice dell’anno”.
Avevano scommesso tutti su Mika, artista straniero ed eclettico, insomma il genere di giovane che avrebbe potuto incuriosire uno come lui.
Doveva soltanto incuriosirlo e Dio, ci riusciva, ma Marco non voleva assolutamente che riuscisse in altro.
Incuriosirlo, non attirarlo.


Michael adesso lo segue, lo sa perché ne riconosce il passo. Non importa, non si volta e fa disinvolto un cenno con la mano che potrebbe voler dire tutto.
 “ Torni dentro?” biascica con il suo italiano tutto sbagliato che tanto lo fa sorridere.
 “ Sì, credo proprio di sì.” – si ferma tanto per guardarlo negli occhi, tanto per fare la cosa sbagliata – “perché?”
Ora sorride di nuovo e Marco di nuovo non sa cosa pensare. Si concentra, invece, sul ricciolo ribelle che cade sulla sua fronte leggermente sudata.
 “Voglio venire con te” e Marco non può fare a meno di sorridere a questa affermazione.
 “ Non sarà che mi segui un po’ troppo spesso ultimamente?”
 “ Cosa? Dove posso seguire te? Solo at work”
 “ A lavoro, Mika”
 “Cosa?”
 “ Si dice “a lavoro”, hai parlato di nuovo inglese”
Ora si sorridono entrambe e no, sorridere è decisamente la cosa che deve evitare di fargli fare.
Decisamente non va bene.
 “ Non seguo abbastanza te perché non so ancora bene italiano”
 “ Lo noto, sai?”
Ora ride sguaiatamente e Marco deve voltarsi verso la strada per non guardarlo piegarsi all’indietro e rivolgere un’occhiata divertita al cielo ormai scuro.
 “ Come sei antipatico, Morgan”
 “ Mi chiamo Marco, non Morgan”
 “ E io mi chiamo Michael ma tu prima mi hai chiamato Mika”
 “ L’ho fatto?” – risponde evasivo prendendo, per il nervoso, un’altra sigaretta – “scusami allora”
 Cerca di allontanarsi, di nuovo, come se avesse tanto da fare ma i suoi piedi non l’ascoltano, restano lì, fermi, davanti al giovane – troppo più giovane – ragazzo che ora si guarda la punta delle scarpe.
 “Tu non dovresti fumare. Smoking is bad”
Ora è lui a ridere, questa volta non divertito, per niente genuino come era stato Michael, una delle milioni di differenze fra loro due.
 “ Sono adulto! Sono abbastanza intelligente da sapere cosa fare per –“
 “ Oh no” – ride col suo accento straniero – “ tu non sei adulto. Tu sei ancora un ragazzino, solo che –“
 “ No. No, no. Ti sbagli.”
Cerca di mettersi sulla difensiva, ma sa che Michael è arrivato esattamente dove non doveva.
Che poi fosse tanto evidente, questo Morgan non poteva saperlo. Non voleva saperlo. Non era quella l’idea che voleva dare di sé e lui, Dio lui, riusciva a distorcere ogni cazzo di cosa col suo modo di fare. Ogni cosa, nelle sue mani diventava facile.
E non era tutto facile. Proprio no.
 “ Sì invece. Tu sei ancora un ragazzino che adora travestirsi da qualcuno che non è e che si tinge i capelli con colori assurdi, ma sei un ragazzino molto intelligente”
 “ Un ragazzino?”
 “ Proprio così” – dice posizionandosi davanti al suo viso col sorriso – “ un ragazzino”.
Ride e allunga una mano verso di lui. Marco rallenta, indietreggia, lo guarda con gli occhi spalancati sull’assurdo. Invece, Michael, con naturalezza gli sfiora i capelli disordinati di cui in quel momento Morgan non riesce a ricordare nemmeno il colore.
Trova le parole per articolare una frase – lui che di parole ne è sempre strapieno, ora le cerca – e lo guarda negli occhi pur sentendo qualcosa pungergli la pelle.
 “ Fino a prova contraria saresti tu il ragazzino che è ancora felicemente fidanzato, non ha visto un divorzio e –“
 “Oh andiamo” – ride – “ pensi che potrei in ogni caso? Ti ricordo che a me non è concesso sposarmi quando mi va, Marco”.
E lui si ricorda tutto, lo sapeva e ha fatto una figuraccia. Balbetta delle scuse che non sa da dove prende, perché lui non chiede praticamente mai scusa, non in pubblico, almeno.
Non in veste di Morgan, ecco.
 “Oh tranquillo, lo so quello che volevi dire. Lo so che sei una.. come si dice?”
 “Cosa?”
 “No, non dirmelo, devo dirlo da solo”
 “Io non –“
 “Ecco, sì. Sei una buona persona”
 E’ spiazzato, e non dal fatto che abbia detto “una buona persona” invece che “una brava persona”.
Semplicemente perché sa di sentirselo dire poco spesso, ecco.
 “ Oh, beh penso lo stesso di te e –“
 “ Risparmia tue parole per prossima volta, è ora di tornare dentro”.
Gli sorride e gli sfiora un polso. Marco rabbrividisce, il perché non lo sa.
Michael è già lontano quando torna a guardarsi il polso sfiorato e sorride, poi si ricorda.
Lui è incuriosito, non attratto. Per niente attratto da un ragazzino. 


okay, angolo dell' autrice (lol).
Premetto che non sono propriamente una fan di Mika ma, ecco, seguo X Factor da anni e guardandolo anche quest'anno ho cominciato ad adorare la coppia Mika/Morgan che , premetto, non credo purtroppo sia possibile dato il coinvolgimento emotivo di Mika con un altro ragazzo da diversi anni, maaa fa niente, a noi piace sognare.
Credo di volerla continuare, perchè ho qualche idea ed ecco, spero che vi siano più o meno chiari i personaggi che sono Morgan e Mika. Ho cercato di mantenere un po' l'italiano proprio di Mika, nei limiti del possibile, quindi ho trovato opportuno inserire qualche parolina in inglese e qualche volta ho optato per una lingua molto più "parlata" che scritta.
Dedico la storia a Ilaria, fan sfegatata di Mika (mentre io lo sono di Morgan, quindi sghskfgs) sperando che possa piacerle, perchè abbiamo fantasticato tanto sulla Mikorgan ed eccola.
Ciao a tutti