Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: September_39    15/12/2013    2 recensioni
Blaine e Sebastian sono costretti a prendere il treno per passare il weekend dalla famiglia Anderson.
Ma Sebastian non è molto entusiasta dell'idea... Forse però un modo di rendere il viaggio più piacevole c'è.
Seblaine Sunday! Prompted Seblaine!
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Seblaine Sundays'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Treno: fateli incontrare su un treno, fateli spostare su un treno, fateli bisticciare o fare cosacce su un treno.

 
Il viaggio da Lima a Columbus durava poco meno di due ore. Era un tragitto che Blaine aveva fatto milioni di volte per andare a trovare i suoi genitori da quando aveva iniziato a lavorare al McKinley, solo che di solito lo faceva in automobile.
Ma quella settimana la nuova Audi rossa fiammante di Sebastian, un regalino dei suoi genitori che continuavano a viziare il loro unico figlio nonostante ormai avesse quasi trent’anni, aveva gentilmente deciso di guastarsi e di trascorrere qualche giorno nell’officina Hummel.
Blaine non aveva avuto scelta: bisognava andare in treno.
Lui odiava i pullman, lo facevano stare male, e non voleva chiedere in prestito l’auto a qualcuno per un viaggio che volendo avrebbe potuto fare anche in bicicletta (idea che aveva valutato, prima che iniziasse a nevicare).
E quindi eccolo lì, con il viso spiaccicato contro il finestrino mentre guardava il paesaggio scorrere veloce davanti ai suoi occhi, e con la testa e soprattutto lo stomaco già proiettati sul delizioso pranzetto di mamma che lo attendeva.
Qualcuno di fronte a lui però era assolutamente deciso a fargli andare di traverso quel viaggio e, probabilmente, tutto il resto del weekend: Sebastian, che da quando erano saliti non la smetteva di lamentarsi.
“Ma di cosa li hanno rivestiti questi cosi? Carta vetrata? Mi si stanno strappando i jeans a furia di stare seduto...” borbottò continuando il suo monologo sui sedili.
“Sebastian ti prego, non puoi cercare di stare tranquillo per almeno una mezzora? Tra poco saremo arrivati. Goditi il paesaggio, guarda: è bellissimo tutto coperto di neve!”
“Sarebbe bellissimo se si vedesse qualcosa attraverso questi... finestrini. Se così si possono chiamare. Sembrano fatti di plastica, sono tutti rigati e.... unticci”
Pronunciò quell’ultima parola storcendo il naso, mentre faceva scorrere un dito sul vetro.
Blaine sollevò gli occhi al cielo, ringraziando per la cinquantesima volta di essere soli in quello scompartimento; Sebastian si stava davvero comportando come quegli insopportabili bambini che tutti i pendolari si immaginano almeno un miliardo di volte di buttare dal finestrino. Quello unticcio, sì.
“Amore ti prego, è tanto difficile per te accettare il fatto che la tua super auto sia distruttibile? Lo so che ti dispiace perché avresti voluto farla vedere a mio padre, ma avremo altre occasioni. Tra tre settimane a Natale saremo di nuovo a Columbus e potrete passare tutto il tempo che vorrete chiusi in garage ad analizzarne tutte le sue parti, te lo prometto. Ma ora ti prego, ti supplico: piantala di fare il bambino. Farò qualsiasi cosa se la smetti!”
A quelle parole lo sguardo di Sebastian si illuminò, in quel modo che Blaine ormai sapeva bene essere pericoloso; aveva avuto una delle sue grandiosi idee, o come le chiamava lui, illuminazioni Smytiche. 
Di solito includevano sempre il fare sesso in luoghi assurdi, o comunque implicavano una sostanziale partecipazione del fondoschiena di Blaine, ma quella volta c’era qualcosa di più di semplice divertimento in quello sguardo.


Sebastian si era appena ricordato del bisticcio avuto qualche giorno prima davanti al telegiornale, dopo aver ascoltato quel servizio sulla legalizzazione dei matrimoni omosessuali nello stato di New York.
Blaine aveva semplicemente detto ‘dovremmo sposarci, sarebbe conveniente, per la casa, per Locky, per tutto’ e aveva continuato a mangiare la sua bistecca, con la stessa noncuranza con cui di solito commentava i risultati del basket.
Dire che Sebastian ne era rimasto allibito era decisamente riduttivo: Blaine, il romanticone per eccellenza, la metà sdolcinata della coppia, pensava al matrimonio solo come a qualcosa per mettere in regola il cane e il loro appartamento?
Non si poteva dire che avessero litigato, però c’era stato un’acceso scambio di opinioni al riguardo; Blaine aveva detto che aveva passato una vita ad aspettare quel momento e ormai non sognava più il matrimonio perché sapeva che comunque in ogni caso sarebbe stato qualcosa che le persone avrebbero sempre criticato, ma che era disposto a farlo se ne andava del bene del loro rapporto: dopo una maratona di film tragici con Kurt e Rachel continuava a pensare che presto sarebbe morto tragicamente in qualche incidente e non voleva che la sua pensione restasse alla scuola, preferiva l’avesse Sebastian anche se certamente non ne aveva di bisogno per sopravvivere. 
Un sempre più allibito Sebastian invece, sosteneva che il matrimonio non andava preso così alla leggera; si era quasi sentito offeso da quella scialba proposta: lui, che era probabilmente la persona meno romantica del continente, ogni tanto sognava ancora un matrimonio come si deve, con lui e Blaine in completo coordinato davanti all’altare che si giuravano amore eterno davanti ad amici e partenti. 
La discussione era finita con un ‘non ti sposerò fino a che non mi farai una proposta decente Anderson’, e poi si erano messi a sparecchiare senza più dire una sola parola.


Passandosi la lingua sulle labbra, emozionato, Sebastian si avvicinò a Blaine e lo guardò dritto negli occhi.
“Hai detto qualunque cosa Blaine?” domandò retorico.
“Sebastian ci abbiamo già provato mezzora fa a imboscarci nel bagno, ti ricordo che non hai nemmeno voluto entrarci dopo che hai capito come funzionava...”
“Non ti ho chiesto di fare sesso. E comunque, è disgustoso il sistema di scarico dei treni devi ammetterlo” rabbrividì un’istante prima di continuare, poi tornò a concentrarsi.
“Hai detto qualsiasi cosa Blaine, ormai non puoi tirarti indietro. Ti prometto che starò buono fino a Columbus, che non mi lamenterò più di queste sedie da tortura, dei vetri appannati e anche del disgustoso odore di caffè bruciato che c’è qui intorno Ma... Tu devi fare la tua parte.”
Blaine esitò un attimo prima di rispondere, ben consapevole di quanto disastrose potessero rivelarsi le idee del suo ragazzo, ma poi mordendosi un labbro annuì.
“Se è questo che ci vuole per farti stare buono, ok. Dimmi cosa devo fare” disse incrociando le braccia al petto ed aspettando di scoprire per cosa avrebbe rischiato la denuncia di atti osceni in luogo pubblico quella volta.


Ma non successe nulla di quello che si aspettava: Sebastian cercò qualcosa all’interno della sua giacca, dopo di ché scivolò a terra, si inginocchiò davanti a Blaine, in quel minuscolo spazio fra i loro sedili e gli prese le mani fra le sue.
“Sposami Blaine Anderson. 
Sposami perché vuoi farlo, e non solo perché possiamo e perché sei preoccupato per la pensione o per il nostro cane. 
Sposami perché vuoi trascorrere con me il resto della tua vita e non hai paura di giurarlo. 
Sposami perché non potrai mai amare nessuno come ami me, o almeno perché sai che io non potrò mai amare nessuno come amo te.
Sposami perché sei tutta la mia vita, e non perché la smetta di lamentarmi di questo stupido treno.
Sposami Blaine. Sposami e basta”
Gli occhi di Sebastian erano lucidi, lucidi di lacrime come rare volte Blaine li aveva visti; era segno che era sincero, che stava parlando con il cuore in mano, il che significava che non era mai stato più serio di quel momento.
Senza nemmeno rendersene conto, Blaine iniziò ad annuire e a piangere. Biascicava dei sì a mezza voce mentre le lacrime gli rigavano il volto.
Sentì qualcosa di freddo scivolare lungo il suo dito e abbassò lo sguardo per poter osservare quella piccola fede d’argento che brillava sul suo anulare, elegante e stupenda esattamente come Sebastian.
Prese il viso del suo fidanzato tra le mani e lo baciò con tutto l’amore del mondo, continuando a ripetere ‘sì’ e ‘ti amo’ tra uno schiocco e l’altro.
“Ok tigre. Aspetta adesso però, devo alzarmi da qui. Questi sedili sono troppo vicini e credo di aver appena spiaccicato una patatina che stava qui da qualche secolo. Che schifo questi treni”
E mentre Sebastian si rimetteva in piedi, pulendosi i pantaloni con aria disgustata, Blaine rise: ecco il suo futuro marito, un uomo d’oro, stupendo, che amava alla follia, e che mai e poi mai avrebbe rimesso piede su un treno dell’Ohio.



*** Note della pazza ***

Ci tengo solo a sottolineare un paio di cosette.
1. sono sotto esame, dovrei studiare e invece sono ancora quì a scrivere fanfiction
2. sono sotto esame, il mio cervello è fuso quindi non capisco nemmeno quello che faccio (sì, peggio del solito)
3. sono sotto esame, impeditemi di scrivere
4. sono sotto esame, prima di iniziare a scrivere, mentre leggevo i prompt di questa domenica, ero talmente sveglia e lucida che invece di leggere "fateli SPOSTARE in treno" ho letto "fateli SPOSARE in treno"


.....Ecco spiegato questo scempio.
Sono da ricovero, lo so.
Vogliatemi bene comunque <3

Happy Seblaine Sunday gente e visto che temo non ci si sentirà più prima di Natale, tantissimi auguri e buone feste a tutti!!!!!!
Bacioni bacini bacetti <3
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: September_39