Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: sophie97    15/12/2013    4 recensioni
"Stavi male, ti girava la testa, non avresti dovuto rischiare. Perché in gioco [...] c’era la vita di un bambino, un bambino di otto anni. Un bambino che in questo momento è sotto i ferri, che ha la vita appesa a un filo… perché tu hai scelto di rischiare."
Quando un omicido getterà i poliziotti nel pieno di una tragedia sia personale sia professionale, Ben e Semir dovranno fidarsi ciecamente l’uno dell’altro, senza riserva. Quando la loro amicizia sarà duramente messa alla prova cosa faranno i due ispettori? Si allontaneranno o proveranno invece, con l’aiuto di Clara e della squadra, a giungere insieme alla soluzione del caso?
"In fondo alla scatola, invisibile, incastrato tra decine di fogli e piccoli oggetti, sarebbe rimasto per sempre un pezzo del suo cuore.”.
Continuazione di "Il coraggio di rischiare".
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dieci ritagli di Cobra 11'
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«Che succede?» domandò Sherder con voce scura notando che gli uomini davanti a lui si erano appena fermati.
Quando li raggiunse e poté vedere Gerkhan a terra diventò a dir poco furioso.
«Cosa è successo?» sbraitò paonazzo in volto.
«È svenuto, signore. Ha perso troppo sangue.» spiegò uno dei due uomini che fino a poco prima reggevano il poliziotto.
«Accidenti…» sibilò «Accidenti, Marcus, avevo detto che mi serviva vivo! Vivo!» urlò quindi contro il ragazzo che prima aveva sparato all’ispettore.
«Ma capo…».
«Ma capo un accidenti, Marcus! È già la seconda volta che disobbedisci agli ordini, e ti posso assicurare che non ce ne sarà una terza.».
Sherder non diede nemmeno tempo al ragazzo di replicare. Semplicemente, estrasse la pistola e sparò, osservando Marcus che, in silenzio, cadeva con gli occhi spalancati al cielo.



Il cuore di Ben perse un battito nell’udire quel secondo sparo.
Sherder doveva trovarsi vicinissimo, forse appena dietro gli alberi. E i rinforzi ancora non erano arrivati… come avrebbe potuto agire da solo contro tutti quei criminali? Erano almeno una ventina, non ce l’avrebbe mai fatta.
Il poliziotto sentì un tocco sulla spalla e si voltò di scatto, terrorizzato: Kim Kruger era ora davanti a lui, mentre decine di uomini armati dietro di lei si posizionavano all’esterno e all’interno della capanna, ben mimetizzati in mezzo al fogliame.



«La casa è appena qui dietro.» comunicò uno degli uomini al suo capo.
Sherder annuì pensieroso.
«Lasciamolo qui.» fece quindi, alludendo al corpo immobile di Semir steso a terra «Non mi serve più, penso che questa volta abbia detto la verità.».
I criminali proseguirono silenziosi ancora per qualche metro, ritrovandosi quindi davanti all’entrata della capanna.
Sherder diede il segnale di entrare. Non sapeva che, appena dietro di lui, il commissario Kruger stava dando a sua volta un segnale, quello di intervenire.
Al suo via si scatenò l’inferno.



Vincitrice del premio per il capitolo più breve mai scritto u.u
Scusate, ma dovevo finirla qui. Ce la fate a sopportare ancora un mini capitoletto che poi è finita la storia?
Un bacio
Sophie ;D

  
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