Una luce sottile
che fende l'oscurità;
Una goccia diafana:
lacrima di dolore
sangue che sgorga
dal granito del mio cuore.
Il ferro appuntito
frantuma la roccia
cerca la carne viva e pulsante
della mia anima.
Un battito frenetico
irrompe nel silenzio:
ma è solo il frastuono assordante
dei miei demoni
che lacerano il tessuto
e strappano vene come spighe di grano;
e anche loro invidio
poichè possono vedere la luce del sole
anche se destinate a morire.
A che serve l'eternità
se intrisa di angoscia
e gelido buio?
Come un bruco
che non diventerà mai farfalla.
Dunque posa il tuo casco
e getta il tuo piccone arruginito
solo le tue mani screpolate
possono ormai scavarmi dentro.
Un ultimo tocco
dentro tutto rimbomba
il caos abbonda
ma dentro è vuoto.