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Autore: Ale HP    15/12/2013    2 recensioni
Missing Moment Gallavich ambientata tra la prima e la seconda stagione. Un po' di angst fluffoso in memoria dei bei (e felici) vecchi tempi.
Dal testo:" Ian aveva capito fin dall’inizio cosa sarebbe significato stare con Mickey. “Stare”, per cominciare, non era nemmeno il termine adatto.
Sapeva che sarebbe stato l’esatto opposto di quello che aveva avuto con Kash. Sapeva che non c’era spazio per i baci, per le carezze, e sopratutto per i sentimenti. Sapeva che sarebbe stato difficile, sapeva che Mickey non l’avrebbe mai detto a nessuno. "
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Hands on the glass.
 
Ian aveva capito fin dall’inizio cosa sarebbe significato stare con Mickey. “Stare”, per cominciare, non era nemmeno il termine adatto.

Sapeva che sarebbe stato l’esatto opposto di quello che aveva avuto con Kash. Sapeva che non c’era spazio per i baci, per le carezze, e sopratutto per i sentimenti. Sapeva che sarebbe stato difficile, sapeva che Mickey non l’avrebbe mai detto a nessuno.

Eppure, mentre lo vedeva attraverso quel vetro e gli parlava attraverso quel telefono, tutto ciò che pensava mentre gli diceva che gli mancava non era di certo il sesso. Gli mancava averlo al suo fianco, gli mancava abbracciarlo dopo averlo fatto, anche se Mickey lo buttava subito per l’aria. Ma poi sorrideva, sorrideva sempre.

E Ian amava il suo sorriso.

E nonostante lo aveva mandato a quel paese quando aveva poggiato la mano sul vetro, Ian avrebbe potuto giurare di vederlo sorridere.

« Verrò ogni settimana » gli aveva detto, guardandolo negli occhi.

Mickey non aveva potuto far altro che guardare altrove. « Non ce n’è bisogno ».

« Voglio » aveva replicato, deciso come non mai.   

« Va… va bene » aveva concluso Mickey, abbassando la testa per non fargli vedere il suo sorriso soddisfatto.

E Ian non riuscì a non fermare le lacrime, perché si stava rendendo conto che per lui Mickey era importante e che non sarebbe riuscito a vederlo attraverso quel vetro per tutti quei mesi. Mise la testa fra le mani e cercò inutilmente di asciugarsi, nonostante Mickey l’avesse già visto.

Si sarebbe aspettato di essere deriso ancora una volta, sapeva che alla fine Mickey teneva a lui, ma dimostrarlo non rientrava assolutamente nel suo personaggio. « Non piangere » aveva detto.

« Ricordi la nostra prima volta? Ricordi quando mi hai detto che mi avresti fatto fuori se ti avessi baciato? »

Mickey aveva annuito.

« Vorrei non l’avessi mai detto ».
 

 
Quella notte Mickey non aveva dormito; si era girato e rigirato nella sua brandina scomoda con il volto distrutto di Ian fisso nella mente, come se si fosse incollato lì per non levarsi mai, quasi come promemoria di tutti gli errori che aveva commesso negli ultimi anni.

Si sentiva in colpa, anche se non riusciva ad ammetterlo nemmeno nel suo pensiero più segreto, e avrebbe voluto baciare davvero Ian, anche se neanche quello sarebbe mai riuscito ad ammetterlo. E non pensava nemmeno che sarebbe mai riuscito a farlo, a baciarlo: solo a pensarlo gli sembrava strano.

Lui non era quello, lui non provava quei sentimenti, non desiderava aver una persona sola al suo fianco, non desiderava baciare nessuno.
Eppure, un attimo prima di addormentarsi, si promise che prima o poi Ian l’avrebbe baciato, semplicemente perché era giusto, perché era Ian e con lui andava bene. Solo, doveva trovare la forza.
 



Ian era davvero andato ogni settimana, ma Mickey non si era presentato sempre. Non ne aveva il coraggio, la maggior parte delle volte. Ogni volta aveva paura di tornare su quel primo discorso, aveva paura di vacillare e scoprirsi una volta per tutte. Non era pronto per quello.

Ma poi, pian piano, la questione venne dimenticata, perché la mancanza di Ian era troppo forte per pensare a quelle stupidaggini, e arrivò alla conclusione che non gli interessava se l’avesse mai scoperto, era solo dell’opinione che sarebbe stato di sicuro molto meglio se non fosse mai successo, ma non se ne sarebbe fatto un dramma.

« Esco tra una settimana » gli aveva detto l’ultima volta che Ian lo era andato a trovare.

Aveva sorriso, con tutto se stesso, e Mickey si rese conto che quel sorriso a trentadue denti gli era mancato da matti. « Hai tagliato i capelli » disse, poi, come se avesse appena fatto caso ai suoi capelli quasi rasati a zero.

In realtà, l’aveva notato appena l’aveva visto avvicinarsi. E non aveva potuto fare a meno di pensare a quanto stesse bene.

« Tu ti sei fatto crescere la barba ».

Mickey scrollò le spalle. « Se avessi avuto un rasoio tra le mani non lo avrei di certo usato per farmi la barba » disse.

Ian rise e in cuor suo Mickey non poté assolutamente negare che fosse una delle risate più belle al mondo; la più bella, in verità. « Stai… stai bene ».

« Anche tu » gli concesse, con un sorriso.

Ian posò la mano sul vetro, come aveva fatto la prima volta che era andato a trovarlo. Mickey però non gli disse di levarla, anzi, per un breve istante appoggiò anche la sua, desiderando con tutto se stesso di non avere quel vetro a dividerli, per poi levarla subito e mostrargli il dito medio, ridendo.

« Ci vediamo la settimana prossima » disse Ian.

Mickey fu felice di constatare che Ian era colmo di gioia in quel momento, che i suoi occhi brillavano grazie a lui e che i sorrisi che gli rivolgeva erano completamente diversi da quelli che poteva rivolgere persino ai suoi fratelli o a Mandy.

« Preparati per il primo round, Gallagher ».



note:
Ho fatto un breve rewatch di alcune puntate e sono caduta nei feelings della prima stagione. 
Questo non è nient'altro che un breve sfogo senza alcuna pretesa di una fangirl in crisi di astinenza, in cerca di amore e affetto. Ed è anche il mio esordio in questo fandom! 

Ci si vede, la prossima volta con qualcosa (si spera) di migliore!

Ale HP 

P.S. -27 giorni!
   
 
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