“Oddio, ma io ti ho visto in un porno!”

Alfred F. Jones osservò il ragazzo in questione tossicchiare quando il tè gli andò di traverso. Una voce nella sua testa gli ordinava di abbassare immediatamente la mano, perché indicare è da scimmie, ma al momento aveva cose più urgenti a cui pensare; tipo elaborare ciò che aveva appena detto davanti a metà della folla presente allo Starbucks. Suddetta folla era composta in gran parte da studenti che frequentavano la sua stessa università, quella che si trovava girato l'angolo della strada su cui era situato il locale in cui erano; c'era una grande probabilità che ce ne fossero persino alcuni della sua stessa facoltà, e Alfred sarebbe stato capace di calcolarla in una situazione normale, ma definitavemente non ora.

Il ragazzo del porno tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un fazzoletto di stoffa ricamato e si pulì alla bell'e meglio, lo sguardo irritato. Alfred quasi scoppiò a ridere, perché chi, di questi tempi, usa ancora fazzoletti di stoffa ricamati?, ma dovette trattenersi perchè ora l'altro lo guardava con un paio di occhi smeraldi intensi e talmente gelidi che non potè trattenere il brivido che gli percorse lentamente la schiena. “Scusa?”

“Beh, più di un solo porno in realtà...” proseguì Alfred, che iniziò ad arrossire quando si accorse finalmente degli sguardi un po' curiosi, un po' scandalizzati, un po' divertiti degli altri clienti: aveva appena annunciato ai suoi nuovi compagni di scuola la sua passione per un certo attore porno. Geniale.

Decise che non poteva andare peggio di così per cui proseguì nell'intento di parlare con il suo sogno erotico. Si avvicinò al tavolo dov'era seduto il supposto pornodivo, senza mai interrompere il contatto visivo con quelle iridi dai colori spaventosamente affascinanti. Non si era mai accorto da quei porno che questo ragazzo avesse degli occhi così belli, ma forse il fatto che li tenesse costantemente chiusi in smorfie di piacere non aveva aiutato.

Solo dopo un paio di passi si accorse che il pornodivo aveva compagnia. Questi si voltò infatti verso un albino seduto di fianco a lui. “Gilbert, se è un altro dei tuoi scherzi giuro che-...” La sua voce era diversa, più profonda e ferma, e un sensuale accento britannico, che nei video non aveva, decorava ogni sua parola; ma forse era solo perché era la prima volta che Alfred lo sentiva parlare normalmente e non urlare, o sussurrare, o gemere.

“No, Arthur, purtroppo non ero ancora arrivato a pensarla,” gli rispose Gilbert con un gigantesco sorriso incredulo. “Avrei dovuto fare un fottuto video! Francis avrebbe pagato oro per-...”

“Taci, idiota,” lo interruppe il pornodivo, che a quanto pare si chiamava Arthur. “E tu!” ringhiò poi riferendosi di nuovo ad Alfred -e qui Alfred iniziò ad accorgersi che qualcosa non andava perchè conosceva il ringhio di quell'attore, e non era come questo. “Si può sapere che razza di...?! Perchè...?! Ma tu chi sei?!!”

Alfred si avvicinò ancora senza badare al sussulto di Arthur. Ora che lo vedeva da così vicino, effetivamente, gli sembrava che non avesse poi molto in comune con l'attore dei suoi porno preferiti. Arthur era molto più bello. “Uhm, chiamami Alfred,” borbottò mentre strizzava gli occhi per studiarlo meglio e capire come avesse potuto confondersi.

“Bene, Alfred,” sibilò Arthur, affondando sempre più nel divano ogni volta che l'altro faceva un passo verso di lui, l'espressione un misto tra l'imbarazzo e la furia. “Devi sapere che non ho mai girato film porno in vita mia. Sono vergine, perdio!”

Alfred si prese il tempo di rivolgergli un ghigno soddisfatto in risposta alla rivelazione, incoraggiato dalle risatine sommesse dell'improvvisato pubblico -e quelle ben udibili di Gilbert. Arthur arrossì fino al collo, e Alfred non potè non notare quanto gli donasse quel colorito roseo sulle guance altrimenti pallide. “Vergine è il mio segno zodiacale, intendevo,” bofonchiò tentando di rimediare all'errore ma ormai il danno era fatto.

Gilbert a quel punto stava ululando per le risate; si asciugò un paio di lacrime con il dorso della mano, e fu con quell'azione che Alfred ebbe un inaspettato flashback e capì di aver messo le lenti a contatto sbagliate quella mattina. Quelle di Matthew avevano qualche grado in meno delle sue, ma non abbastanza da fargli notare la differenza tra le due opzioni.

Arthur aveva nel frattempo abbassato lo sguardo sul proprio tè, e lo stava sorseggiando, le orecchie ancora rosse. Alfred si schiarì la gola e, quando riuscì ad attirare la sua attenzione, gli rivolse un sorriso esitante. “Credo che ognuno di noi si sia già umiliato a sufficienza,” suggerì, e Arthur lo guardò in cagnesco.

“Di chi credi sia la colpa, deficiente?”

Alfred ignorò la domanda. “Ma comunque tu non assomigli affatto al mio pornodivo preferito... Sei molto più più attraente, e più sexy, a dire il vero,” lo sguardo sorpreso di Arthur lo incoraggiò a continuare. “Ti andrebbe un caffè.. o un tè insieme? Potremo andare da qualche parte-...”

“E dove credi che siamo?!,” lo interruppe Arthur con tono burbero, anche se il rossore che era tornato a invadergli le guance e quella strana luce divertita nei suoi occhi fecero capire ad Alfred di essersi appena guadagnato un appuntamento.

“Allora vado a ordinare. Tienimi un posto!” esclamò Alfred, seguito dal giubilo generale nella sala.

***

E così sbuco a casaccio con questa one-shot partorita dal nulla (in realtà mi è venuta in mente quando un amico ha iniziato a urlare "PORNODIVO" in un pub. Tsè, gentaglia).

Dedico questa ficcy a IvytheMoonblossom, dalla quale il destino cerca di tenermi lontana. Mi dispiace per lo squallore di questa UsUk, honey. 

Beh, che altro dire? Recensisca chi ha qualcosa da dire :)