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Autore: convergenzartica    16/12/2013    3 recensioni
— Perché? Perché io? Io sto già accudendo Frodo, non posso davvero permettermi una bestia per casa —
— Sai benissimo che bestie, loro, non sono. Sono creature che hanno sbagliato proprio come gli uomini, sono creature temute e oramai dimenticate. Cacciate dalle Terre di Mezzo come gli animali dagli elfi — Bilbo sbuffò non staccando gli occhi dalla bambina che ora aveva aperto i grandi occhi: erano grigi e iridescenti, ricordavano l’argento più pregiato — Non posso… — Sussurrò — C’è Frodo. Davver-Io… — Gandalf rise accorgendosi che il problema, allora, era Frodo! — Bilbo, tu hai affrontato Vagabondi, Draghi e Orchetti ed ora ti tiri indietro perché non puoi accudire due neonati? — Bilbo non rispose — Ha bisogno di una mano, non può farcela da sola e lei e Frodo si completeranno infondo l’età è quella ed inoltre lei non crescerà, l’altezza rimarrà come quella di un hobbit o meglio di una bambina umana. Te ne prego, Bilbo. Non te ne pentirai —
{Dal testo - "Prologo"}
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merry, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Princess of The Lost Race.
P R O L O G U E
Gandalf entrò dentro Casa Baggins con la testa bassa su un fagotto e Bilbo, di certo, sapeva che non era pane elfico, l’hobbit chiese più volte a Gandalf di mostrargli cosa gli aveva portato dentro casa ma solo quando giunsero nel salotto, davanti al camino Gandalf poggiò il fagotto davanti questo e per poco Bilbo non sobbalzò notando un neonato dalla pelle fin troppo chiara, quasi bianca e i ciuffi dei capelli erano castani con riflessi strani, riflessi di mille e mille colori come se quei capelli fossero stati dipinti. — Gandalf? Cosa è? Perché mi hai portato un bambino? — Chiese Bilbo e Gandalf si sedette stanco della lunga camminata non rispondendo l’hobbit che gli rifece le domande chiamandolo più volte — Bambina, Bilbo. Non bambino. Lei è Fanìe e tu hai già incontrato questo nome tempo addietro — Bilbo si sedette con gli occhi spalancati: non poteva essere quella Fanìe! I nani gli raccontarono che visse più di duemila anni fa e quelli della sua razza non sono mica immortali! — Gandalf… Loro non sono immortali —
— Ma se sacrificano delle vite riescono ad assorbirne dell’energia per non parlare dell’elemento padrone — Bilbo abbassò la testa rivolgendo lo sguardo a quel fagotto che ora si dimenava davanti al camino felice di sentire quel calore sulla pelle — E perché l’hai portata qui? — Lo stregone si alzò iniziando a girovagare per la stanza per poi fermarsi dando le spalle all’hobbit, non era sicuro che avrebbe accettato — Bilbo, devi tenerla al sicuro. Io non posso tenerla con me. Crescila nella Contea, insegnale quello che è bene e quello che è male, nutrile la mente con le tue storie e in alcun modo non farla uscire dai confini di Hobbiville — La bambina emise un urletto stridulo e gli occhi furono puntati su di lei: giocava con un pezzo di carbone e rideva felice ma poi prese fuoco e Bilbo stava per correrle in contro ma lo stregone lo fermò — Guarda — La bambina continuava a bruciare ma il suo fuoco passava dal rosso all’arancio, dall’arancio al giallo e dal giallo al verde e così via, come se fosse un arcobaleno, un aurora. — Perché? Perché io? Io sto già accudendo Frodo, non posso davvero permettermi una bestia per casa —
— Sai benissimo che bestie, loro, non sono. Sono creature che hanno sbagliato proprio come gli uomini, sono creature temute e oramai dimenticate. Cacciate dalle Terre di Mezzo come gli animali dagli elfi — Bilbo sbuffò non staccando gli occhi dalla bambina che ora aveva aperto i grandi occhi: erano grigi e iridescenti, ricordavano l’argento più pregiato — Non posso… — Sussurrò — C’è Frodo. Davver-Io… — Gandalf rise accorgendosi che il problema, allora, era Frodo! — Bilbo, tu hai affrontato Vagabondi, Draghi e Orchetti ed ora ti tiri indietro perché non puoi accudire due neonati? — Bilbo non rispose — Ha bisogno di una mano, non può farcela da sola e lei e Frodo si completeranno infondo l’età è quella ed inoltre lei non crescerà, l’altezza rimarrà come quella di un hobbit o meglio di una bambina umana. Te ne prego, Bilbo. Non te ne pentirai —



La festa di Bilbo era proprio come Fanìe se la era immaginata: una baraonda di gente che lei a momenti nemmeno conosceva e da pochi minuti Merry e Pipino, suoi grandi amici, erano come scomparsi — Un drago! — Urlò un Rintanati e Farìn sorrise all’idea che quella monotonia della Contea si era infranta ma vide, da lontano, che non era vero e cercò di calmare gli hobbit che puntualmente non l’ascoltarono, loro non l’ascoltavano mai e alla fine si rivelò un ingegnoso fuoco d’artificio di Gandalf e la ragazza, ridendo, applaudì perché infondo non le era mica permesso tenere il broncio durante il compleanno del caro Zio Bilbo. La voce di Gandalf la distrò — Fanìe! Ho trovato i tuoi compari vicino al mio carretto, potresti per piacere fargli da guardia mentre lavano i piatti? — La ragazza rise spostandosi lateralmente per vedere i due, totalmente coperti di quella che pareva cenere, a lavare piatti con i capelli praticamente sparati in aria — Certamente, Gandalf —
— Brava, ragazza mia — La mora si diresse verso il capannone nella quale i due, con un espressione seccata, lavavano una montagna di piatti — Vi siete fatti beccare dallo stregone, eh? Bravi. Io non mi sarei fatta prendere! —  Si vantò lei a braccia conserte e le arrivò dell’acqua addosso che la bagno totalmente e la faceva sembrare più ad un pulcino che ad un hobbit! — Merry! — Strillò lei gettandoglisi addosso mentre Pipino rideva godendosi la scena: i due non si stavano veramente picchiando o forse è meglio dire che Fanìe voleva farlo ma non voleva allo stesso tempo e Merry cercava di difendersi parandosi con le braccia oppure allontanandola mentre la teneva per le spalle — Miei cari! — Udirono i tre da dentro il capannone e Pipino fu il primo ad uscire — Forza! C’è il discorso di Bilbo! —
— Silenzio, ascoltate! — Gridarono alcune voci desiderose di ascoltare il discorso del festeggiato messo lì, su una sedia mentre aveva una mano nei calzoni ed una invece intenta ad agitarsi in aria per attirare attenzione — Miei cari Baggins e Boffin — Iniziò — beneamati Tuc e Brandibuck — Merry e Pipino afferrarono due pinte, molto probabilmente vuote, e le innalzarono annuendo — Scavari e Paffuti, Rintanati e Soffiatromba, Bolgeri e Serracinta, Boncorpi, Tassi e Tronfipiede! —
— Tronfipiedi! — Lo corresse un vecchio hobbit infondo il padiglione e Fanìe alzò il collo come per voler vedere chi, con tanta rabbia, aveva corretto il suo amato Zio — Tronfipiede — Ribatté però il festeggiato — ed infine miei cari Sackville-Baggins, benvenuti dopo tanto tempo tempo di lontananza da Casa Baggins. Oggi è il mio centoundicesimo compleanno: adesso ho centoundici anni! — Esclamò felice lui e la folla parve rispondergli — Hurrà! Hurrà! Tanti Auguri! —
— Spero che vi stiate divertendo tutti come me — E gli invitati parvero scatenarsi tanto che Fanìe fu costretta a tapparsi le orecchie: gli hobbit gridavano, suonavano cornamuse e zampogne e, le sembrava, anche flauti e i piccoli hobbit correvano con scatole musicali, il tutto stava veramente facendo impazzire la ragazza che però rideva felice non riuscendo a sentire la voce di Peregrino ma il suono di un corno distrò tutti. Bilbo non aveva finito — Non vi tratterrò a lungo — Gridò acclamato dagli ospiti — Vi ho riuniti per un motivo preciso — Il tono di voce non piaceva per niente alla ragazza, non era il tono di voce che Bilbo userebbe ad una festa,  piuttosto ad un funerale! — Anzi, per tre motivi! Innanzi tutti per dirvi che voglio tanto bene a voi tutti e che centoundici anni di vita in mezzo a gente così straordinaria ed ammirevole non sono sufficienti — A lei si avvicinarono Frodo e Samvise Gamgee, il giardiniere di Casa Baggins educato e leale come pochi. Bilbo guardò i suoi due ragazzi che aveva tirato su e si rese conto che Gandalf aveva ragione quando gli portò in casa Fanìe: non se ne sarebbe pentito. — Conosco la metà di voi soltanto a metà; e nutro, per meno della metà di voi, metà dell’affetto che meritate — Era una frase sulla quale bisognava rifletterci su e ci furono all’incirca uno o due applausi qua e là perché fin troppe persone erano occupate a scioglierla per rendersi conto se era un complimento o no. — In secondo luogo, per festeggiare il mio compleanno o per meglio dire il nostro compleanno. Oggi infatti ricorre il compleanno di mio nipote ed erede Frodo, il quale raggiunge la maggiore età — Fanìe si fiondò su quello che lei credeva cugino abbracciandolo e Frodo non mancò a ricambiare, i due erano come fratello e sorella mai una volta nella vita hanno litigato veramente e se hanno litigato in passato era solo per cose da niente e alla fine era sempre il povero Frodo a scusarsi anche se aveva ragione perché la ragazza era testarda. La gelosia però di un hobbit era fin troppo facile da risvegliare, un hobbit che ha sempre voluto bene a Fanìe più degli altri. Fanìe si allontano dal cugino — Auguri, maggiorato — Frodo rise e i due non si spostarono: rimasero vicini pur rimanendo un po distanti.
— …e viene in possesso della sua eredità — Alcuni Sackville-Baggins guardavano i due Baggins torvo non capendo o non volendo capire cosa significasse l’ultima frase del vecchio —  Il nostro numero complessivo è centoquarantaquattro. Siete stati scelti per raggiungere questo notevole tale: un “lordo”, per adoperare la nostra tipica espressione! — Tutti si sentirono piuttosto offesi e, come sempre, i Sackville-Baggins ci dovettero mettere lingua lamentandosi, a Fanìe stavano antipatici tutti specialmente Lobelia, la guardava sempre in modo strano quasi a voler prendere anche lei con tutti i soldi e la casa di Bilbo. — Se mi è concesso riferirmi a tempi oramai lontani, è anche il giorno dell’anniversario del mio arrivo a Esgaroth sul Lago Lungo, in una botte. In quell’occasione dimenticai completamente che era il giorno del mio compleanno. Avevo appena cinquantun anni allora, e uno più o uno meno non fa differenza. Il banchetto fu splendido e divertentissimo malgrado il mio terribile raffreddore, ricordo che riuscivo a dire a fatica “Grazie dande a duddi”. Ed è cio che voglio ripetervi oggi senza storpiare le parole: grazie tante a tutti per essere venuti alla mia piccola festa — Niente schiamazzi, silenzio, nessuno osava parlare per paura che recitasse qualche poesia o qualche vecchia canzone. Tutti volevano solamente bere e mangiare e festeggiare! Divertirsi. — In terzo ed ultimo luogo, desidero farvi un annuncio — Bilbo calcò l’ultima parola alzando anche il tono di voce — Mi rincresce dovervi comunicare che quantunque, come vi ho detto prima, centoundici anni  trascorsi in mezzo a voi sono davvero troppo pochi, ora è giunta la fine. Me ne vado. Parto subito. Addio! — Scese dalla sedia e come per magia scomparve, una luce abbagliò tutti e quando li riaprirono non c’era la benché minima traccia di Bilbo e il respiro di Fanìe parve farsi affannato come se le mancasse il respiro — Bilbo? —

the writer's corner
Allora, rieccomi tornata con questa nuova storia in questa sezione nella quale non ho mai scritto o meglio nella quale ho scritto ma poi mi si è cancellata la storia (QWQ n.d.a.) e volevo morire da quanto ero disperata ma alla fine me ne sono fatta una ragione e dalla mia mente malata e poco laboriosa è uscita Fanìe, avete capito qualcosa di questo personaggio? chi è l'hobbit che una cotta per lei? secondo voi entrerà nella Compagnia dell'Anello? Seguirà Merry e Pipino venendo catturata dagli Uruk-hai o rimarrà con Aragorn, Legolas e Gimli? Sto correndo troppo? Lo penso anche io(?)
Recensite in ogni caso, anche negative, oramai le elemosino... potete anche dirmi:"sei negata, vai a fare la cassiera" vi amerò in ogni caso. Ora mi sto allargando troppo.
  
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