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Autore: ScintillaBianca    16/12/2013    1 recensioni
Un lieto fine Malec. Dopo aver scritto " e la sciarpa azzurra andò verso di lui" e "un nuovo inizio, una nuova fine" scriverò una Malec che finirà bene. La mia anima oggi ha voglia di lieti fine :)
Ho deciso a distanza di due anni, di modificare la storia e aggiungere dei capitoli e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!
ecco la trama:
Un fiocco rosso copriva il regalo che era nella sua mano coperta di brillantini. Sarebbe stato l'inizio di tutto
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Il freddo era sceso anche sulla città e una leggera neve ricopriva i tetti e le strade,fermando il traffico e la gente.
Era tanto che non nevica a Natale, talmente tanto che tutti si erano fermati ad osservare la neve scendere dal cielo argentato e depositarsi con delicatezza sui visi dei bambini che ridevano felici per la neve fredda, per le strade rendendole più belle, trasformando la città in un paese incantato e ghiacciato.
Anche all'istituto si festeggiava.
Contro il volere dei genitori di Alec, Isabelle e Max, un enorme pino sormontato da stregaluce, festoni mondani e una stella in cima, occupava l'intero atrio.
Tutti i camini dell'Istituto erano accesi, nell'aria c'era odore di calore e goia
Sotto l'albero vi erano diversi pacchi, la maggior parte erano per Max.
Il piccolo era guarito da poco dall'attacco di "Sebastian Verlac" e nonostante avesse rischiato di morire, ora i suoi occhi erano allegri dietro le lenti, il suo sorriso smagliante e il suo cuore batteva.
La sera di Natale era quasi giunta, per la precisione eravamo al pomeriggio del 25.
Isabelle stava cucinando con sua madre, e per la  prima volta, forse di tutta la sua vita, stava cucinando qualcosa di commestibile. 
-I miracoli esistono!- esclamò Jace assaggiando la zuppa di Isabelle e tutti scoppiarono a ridere.
La ragazza si volt di scatto, brandendo il mestolo come se fosse una spada angelica e Jace indietreggiò e si abbassò appena in tempo, perchè Isabelle lo aveva tirato.
-Beh...esistono riguardo alla tua cucina...quanto riguardo te non credo!- e con questa frase uscì dalla stanza, prima che la giovane gli tirasse addosso qualcos' altro.
Alec era uscito qualche minuto prima ed era nella serra, nonostante l'allegergia e Jace lo raggiunse.
Il ragazzo era seduto in mezzo alle piante, nascosto quasi interamente ma i suoi capelli d'onice scintillavano sotto la luce del tramonto.
Il suo parabatai lo raggiunse e si sedette elegantemente accanto a lui.
-Potrei chiederti che cosa passa nei tuoi pensieri, ma penso di saperlo già- la sua voce si era abbassata, quasi per non disturbare il silenzio e la quiete di quel posto.
-Sei il mio parabatai...- rispose Alec come per spiegare che era ovvio che lui lo sapesse.
-Perchè qua? Sei allergico...-
Alec indicò con un cenno del capo una pianta piccola, nascosta dalle altre più grandi e appariscenti.
Il gambo della pianta era verde smeraldo, lucido e scintillante nella luce arancione e rossa, così come i petali indaco, viola scuro e lillà dei fiori ancora chiusi in boccioli. Si ricordava quella pianta. Aveva qualche potere curativo che non si ricordava.
Ma aveva capito che non era per quello che l'aveva indicata.
Aveva fatto notare la piccola pianta perchè ricordava Magnus...Le foglie sparse qua e là, quasi arruffate eppure eleganti, i colori vivaci e rari...mancavano solo i brillantini.
Jace non sapeva che cosa dire, ed era una delle poche volte che gli capitava. Non sapeva che cosa fare...
E fece l'unica cosa che era in grado di fare in quel caso, che faceva raramente, ma che era una cosa autentica...
Abbracciò il suo parabatai, lo strinse a sè.
Si staccò da Alec.
-Dovremmo scambiarci i regali questa sera, ma...ho un regalo per te.-
Gli diede un bigliettino tutto stropicciato con sopra un indirizzo.
-Dovresti andarci Alec- detto ciò si alzò e, senza aggiungere niente lasciò la serra.
Alec era confuso e guardò l'indirizzo che non conosceva, ma decide di seguire ciò che aveva detto il suo parabatai.
Si vestì e si arrotolò attorno al collo la sciarpa azzurra ed uscì di soppiatto.
Cominciò a camminare per le strade, chiedendo in giro se sapessero dov'era l'indirizzo e quando riuscì ad arrivare, si trovò su un ponte in pietra,antico, ma ora scurito dall'inquinamento e dalla scritte.
Era ricoperto da un leggero strato di neve ghiacciata ma si appoggiò ugualmente. In giro non vi era nessuno e si mise a fissare l'acqua scura sotto di sè, che scorreva placida.
-è Natale...non dovresti essere all'istituto Alexander?- disse una voce familiare dietro di lui.
Una voce che non sentiva da troppo tempo per il suo cuore.
Si girò di scatto e lui era là.
Magnus Bane, sommo stregone di Brookylin e suo ex.
-Magnus?- balbettò lui
-No, un' abatjour- rispose l'altro. Era incredibile come riuscisse a scherzare.
-Che cosa ci fai qua?- Alec era stupito, troppo stupito per per saltagli fra le braccia come avrebbe voluto.
-Ti do il tuo regalo di natale- era così bello..in quei mesi non era cambiato affatto. I capelli e gli occhi erano ricoperti di glitter, le mani inguantate da velluto e un lungo cappotto vistoso.
Magnus si avvicinò.
-Hai sbagliato con Camille. Ma ho sbagliato anche io. L'ho capito ora.- lo stregone portò avanti una mano in cui c'era un enorme fiocco multicolore e ricoperto di glitter.
-Un...fiocco?- Alec era ancora intontito dalla sua apparizione.
Il cuore che sanguinava da mesi, aveva ripreso a battere di nuovo, l'aria sembra più pulita e non avvelenata. I colori erano tornati. L'incubo era finito.
-Sotto il fiocco- disse Magnus sorridendo
Alec prese il fiocco con mano esitante e vi vide un anello, in oro.

-Sono ancora tuo, se mi vuoi, Alexander - sussurrò Magnus, ora vicino al ragazzo, scostandogli i capelli dal viso.
Alec rimase immobile per tanto tempo che Magnus pensava che l'avrebbe respinto e proprio quando stava per parlare Alec si risvegliò dal suo torpore e fece ciò che voleva fare da mesi.
Afferrò il viso dello stregone e mise fine alle pene di entrambi, appoggiando le sue labbra su quelle di lui, calde, che sapevano di fragola e leggermente appiccicose per il rossetto che aveva.
-Aku Cinta Kamu- sussurrò il Cacciatore.
-E buon Natale- rispose l'altro.
   
 
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