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Autore: Love_Ade    16/12/2013    2 recensioni
Come una bellissima viola che, bagnata dal mare prende il volo e precipita! precipita al suolo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come una viola giunta all’inverno
 
Il suo viso era illuminato dai fievoli raggi del sole, che illuminavano appena il cupo cielo di Tokyo; i capelli lunghi e bruni ondulavano dolcemente, come un pendolo bronzeo ipnotizzavano gli occhi di chi li osservava. I suoi occhi come viole osservavano il cielo con nostalgia, mentre una piccola lacrima; sola, lenta, le bagnava la rosea guancia. Triste il suo sguardo.
Respiri lenti e malinconici riempivano l’aria, che silenzio angosciante se no!
Le lacrime ora aumentano comunque, sempre più numerose e veloci , che come pioggia scivolano sul corpo della giovane ragazza. Il vento cresce come l’angoscia.
Come una malinconica danza i suoi capelli si muovono, i riflessi spariscono e il sole precipita dietro ad una nuvola, questo è quello che appare.
Una mano si leva, si illumina appena come fosse notte inoltrata, la mano quindi lenta ma decisa si avvicina al viso della ragazza, una lacrima la sfiora, come una goccia di mare che cade al suolo. Insignificante per il mondo intero quella lacrima, ma così fondamentale per il suo cuore ormai fatto a pezzi. E il vento continua, più forte e insistente. Ora grida alle orecchie di colei che lo ascolta! Grida! Proprio come gli occhi di lei, che muti all’apparenza urlano di dolore. Solo il cielo sa, come quegli occhi stanno ora gridando.
Ed ecco finalmente il sole torna a far capolino su quel ancor così cupo cielo, ma la malinconia in lei non si placa, anzi!  Tutta quella luce non fa altro che ricordarle l’immensa oscurità e solitudine che lei continua a provare, nel suo cuore, nel suo mondo.
Cosa c’è di più terribile se non il sentirsi solo quando si è circondati da gente? Già, peccato che manca l’unica persona che potrebbe far placare il vento nel suo animo! Ecco il problema.
Lui non c’è, lui non c’è mai.
Lacrime amare, salate di mare continuano a cadere copiose, senza tregua. Il vengo cala. Si placa.
La ragazza ora con movimenti lenti, studiati dal tempo che la costringe a ripersi, volta il viso ora, ora lo abbassa e guarda cupa il suolo di cemento.
I capelli le si placano come il vento, una luce diversa illumina ora la sua figura e i capelli tornato a brillare, ma ormai placato il loro oscillamento, cadono e si posano sulla giovane donna la quale malinconia pare non volersi proprio frenare!
Oh quanti ricordi, pensieri, le passano ora in mente, il volto ne è la prova più evidente!
Ora il loro primo incontro, ecco un amaro sorriso, ora la prima sua lunga assenza senza motivo, ecco lo sguardo subito spento, e poi cosa? Mille giornate passate in solitudine, passate senza di lui quando, ecco mille giornate passate ad aspettarono, mille giornate passate ad amarlo incondizionatamente, mille giornate passate a piangere per lui!
Ed ecco che, le lacrime scorrono numerose sul suo viso di porcellana, candido e ormai pallido e spento. Occhi stanchi di piangere ma belli come viole, appunto viole bellissime che vivono per un estate, solo un state! Non certo mille anni.
Il viso si risolleva, lentamente e dolcemente per osservare un'altra volta, forse l’ultima come fosse la prima, il cielo schiarito ora, il cielo e la luna ora vicini ora così inevitabilmente lontani. Il suo viso è ora rivolto al cielo, illuminato a lato dai raggi del cielo. Ed ecco un movimento, non del suo viso, non del cielo, del vento, ma della sua stanca figura, che ritta con precisione procede con lenti, lentissimi passi in avanti.
Un piede si solleva e cade silenzioso sul suolo cinereo, poi l’altro e così via, come una triste danza dal presagio infelice.
Immobile ora. Immobile come il cuore suo che per un istante smette di battere, un attimo ultimo destinato al pensiero e al solo pensiero di lui, l’unica sua ragione di vita sempre. L’unica sua ragione di morte, ora.
Oh il suo viso dolce, occhi di viole, guance rosee, labbra sottili e bocca dolce, malinconica e tremante. Come il vento prima, le lacrime poi e i suoi capelli ancora, anche le labbra ondeggiano incerte, per schiudersi alla fine un momento appena “Shinichi”. Parola pronunciata con amore, malinconia, odio di sfondo e amarezza prorompente. L’ultima sua parola.
Un passo ancora, tutto finito, tutto sprecato, lacrime e giorni, mille a quanto pare,
un passo ancora, un passo e il suo cuore è più vicino al cielo, al vento e al sole che mai.
Un passo nel vuoto, un passo verso quel sole che appare ora appena, solo un ultimo passo.
Gli occhi di lei si chiudono lenti e così restano con forza, le lacrime che non si fermano comunque e lente come lei precipitano, precipitano e precipitano come petali di una viola ormai giunta all’inverno.E il vento non basta per sorreggerla.
Il vento non bastò per placarle l’animo e il cuore. Solo lui poteva bastare, solo lui! Ma lui non c’era, lui non c’era mai e non ci sarebbe mai stato.
 
I suoi occhi celesti la guardavano, gioia e amore trasudavano mentre con dolcezza la sfiorava con il palmo della mano, come se usando più forza potesse quasi farle male, quanta delicatezza, la stessa della neve che cade al suolo, la stessa di una lacrima che viene portata via dal vento, la stessa dolcezza di un petalo di viola che si stacca e muore, con poesia inverosimile a quanto pare.
I suoi occhi non erano i soli a gioire, no. Le sue labbra schiuse in un sorriso, le sue gote rosee, tutto per lei. Lei chi? Non c’era più lei!
 
 
Un sogno quello prima e la realtà adesso? Questo pensate voi? Oh no, la verità, la realtà è la tristezza che distrugge un cuore, che uccide un animo e che secca un fiore, questo tutto vero!
Maledettamente vero, come le lacrime di lei, il suo sangue scarlatto, le lacrime del mondo e la pace del suo cuore e animo ora. Tutto vero, come l’assenza di lui, come l’amore di lei ricambiato da lui.
La vita è un sogno! Come è un sogno l’amore, come un sogno è quella viola, quella bellissima viola che bagnata dal mare prende il volo per cade in un lago di sangue. Ecco il sogno. Le viole non sanno volare, le viole come le ragazze, loro non volano.
  
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