Questa one-shot l'ho riscritta dopo le recensioni di alcune lettrici.Il finale era un pò affrettato e così l'ho revisionato.Grazie mille a chi ha recensito ma soprattutto a TIMBER,Lally_the best e SiSi. Volevo dire a Lally_the best che la sua recensione(e le altre) non mi offende.Sono costruttive e fà sempre piacere ricevere dei consigli.
Elena era una ragazza alta , di corporatura media , occhi da cerbiatta di un
castano chiaro , capelli lunghi , ricci e neri.Aveva da poco finito il liceo e si
era presa un anno di pausa di riflessione , era indecisa tra medicina e giurisprudenza.Aveva
perciò deciso di lavorare per poter pagare i futuri studi.Condivideva un
appartamento con le sue due migliori amiche :Sarah e Julia.Per il resto era una
ragazza comune,ma non per lui.Per lui era speciale,l'unica ragazza che aveva amato
veramente,l'unica con cui poteva essere se stesso.Lei era il suo sole,il suo universo,l'aria
che respirava.Era tutto.Tutto per Georg Listing.
Stavano insieme da un anno e mezzo e lui,per non starle lontano,si era persino trasferito
a Berlino.Aveva anche pensato di lasciare i Tokio Hotel per poterla vedere più
spesso.Ma lei non glielo aveva permesso,aveva faticato tanto per arrivare
dov'era e non gli avrebbe lasciato mandare tutto a rotoli solo per lei.Insieme erano
una cosa sola.
Aprile 2007,I Tokio Hotel stavano facendo un tour in Europa.
Erano le sei a Berlino.Come ogni mattina Elena si preparava ad andare a lavoro.Sarah
dormiva ancora;quel giorno all'università si teneva un convegno,le lezioni
erano sospese,ciò voleva dire dormita fino a mezzogiorno.Elena prese la borsa,scese
le scale,sapeva già che ad aspettarla c'era Julia che,come ogni mattina,l'avrebbe
accompagnata al lavoro.Aprì il portone e la macchina nera di Julia era dall'altra
parte della strada ad attenderla.Salì al posto davanti.Stava richiudendo
la portiera, si mise la cintura e poggiò la borsa per terra.Si girò
verso Julia.
-Cia...ah.Scusa.Ti ho scambiata per una mia amica.Ora scendo e scusa ancora per
l'errore.-Era diventata rossa dalla vergogna.Si tolse la cintura di sicurezza,prese
la borsa e cercò di aprire la porta.Era bloccata.
-Tu non vai da nessuna parte-.Lo sguardo di quella ragazza la fece rabbrividire.Ingranò
la marcia e iniziò a correre sulla strada quasi deserta.
-Lasciami andare,che vuoi da me?E Juila?Dov'è?- aveva quasi le lacrime agli
occhi.Non sapeva che fare.
-Julia,ehm,bel nome.Non ti preoccupare.Lei sta bene.- e mentre disse ciò
con un sorriso che avrebbe inquietato anche Annibal Lecter voltò
lo sguardo dietro.Julia era stesa sui sedili posteriori,non si muoveva.Era completamente
immobile e un braccio le scendeva a penzoloni.
Elena non aveva resistito vedendo la sua amica così e scoppiò in lacrime.Aveva
paura che la sua amica fosse...
-Che cavolo le hai fatto?-
-Non è niente.Sta solamente dormendo beatamente.-.L'auto nera si fermò
ad un semaforo.La ragazza che stava alla guida si girò e frugò dentro
una borsa.Da lì estrasse una piccola siringa.
-Che vuoi fare con quella?- Elena era più immobile di prima , ancora
più terrorizzata.
-Voglio solo aiutarti a calmarti un pochino.Ti vedo tesa.Tranquilla non fà
male.- e le se avvicinò.Elena cercò di resisterle,di bloccarla in
qualche modo,ma quella ragazza era più forte di lei.
Si risvegliò in una stanza buia,illuminata solo dalla luce del sole che
passava attraverso una piccola finestrella .La stanza era unida e non c'erano mobili.Le
pareti erano piene di fotografie di Georg,del suo amato Georg.C'erano anche foto
sue.Foto che la riprendevano mentre usciva da casa,al lavoro,con le amiche.Ma che
diavolo voleva fare?Cercò di alzarsi ma non ci riuscì.Qualcosa la
bloccava.Intorno alle caviglie aveva una catena che la teneva legata alla parete.Le
girava la testa.La ragazza che aveva guidato l'auto era seduta su una sedia dall'altra
parte della stanza e stava frugando nella sua borsa.
-Che cerchi?Leva subito le mani dalla mia borsa!-la ragazza non l'ascoltò
nemmeno e continuò a tirare fuori le sue cose.
Elena si guardò nuovamente intorno per vedere se c'era la sua amica.Non la
trovò.
-Dov'è Julia?Dove l'hai portata?Le hai fatto qualcosa di male?Dimmi dov'è-
piangeva.Sperava di trovarsi in un incubo,sembrava tutto così irreale.
La ragazza sentendola parlare smise di frugare nella sue cose e la guardò
con un ghigno.
-Non c'è bisogno che ti agiti tanto.Lei sta bene.Ho riportato la macchina
vicino casa tua e l'ho lasciata lì.Ormai si sarà già svegliata.-
-Ma tu chi sei,che vuoi da me?Perchè hai tutte queste foto mie e di Georg
sulle pareti?-non riusciva ad arrivare a nessuna conclusione,era troppo terrorizzata
, dopo aver visto quelle foto temeva anche per Georg,soprattutto per lui.
-Voglio il tuo uomo.Non sopporto l'idea che lui baci una che non sono io.Voglio
prendere il tuo posto.Lui sarà mio te l'assicuro.-Dicendo ciò uscì
dalla stanza.
Tornò pochi minuti dopo con un telefono in mano,era il telefonino di Elena.Nell'altra
mano stringeva una pistola.Elena pensava che la sua vita sarebbe stata troncata
di lì a poco.
-Ora chiamiamo il tuo EX fidanzato e gli diciamo di venire da noi.- La ragazza
piggiò dei tasti sul telefonino poi lo posò vicino l'orecchio.-Sta
squillando.Metto il vivavoce così potrai ascoltare quello che dice.Poi sarà
anche il tuo turno di parlargli.-
-Pronto amore?Come sta il mio angioletto?- dal telefono uscì una voce che
fece tremare Elena ma che la fece anche sorridere.
-Georg!!!Aiuto c'è una paz...- Elena iniziò a gridare ma prima che
potesse dire altro l'altra aveva riagganciato.La guardò in cagnesco.Prese
la pistola e la fece scivolare piano sulla guancia di Elena fino ad arrivare
sotto al mento.Iniziò a premere forte.Il terrore si era completamente impadronito
di lei.
-La prossima volta che ti viene in mente di fare una cosa del genere ti sparo senza
pensarci due volte.Ecco,sta richiamando.Tu parlerai solo quando te lo dico io.Hai
capito bene?- Ad Elena non usciva nessun suono. -HO DETTO : HAI CAPITO BENE?-
e premette la pistola ancora più forte.
-Si.Ho capito- la sua voce tremava e le lacrime continuavano a scendere.
-Pronto Elena ma stai bene?-
-Ciao.Non sono Elena,lei è qui vicino a me.Poi ti ci farò parlare.Però
adesso ascoltami bene.Vieni prima che puoi in via Copenagen numero 23.Da solo
mi raccomando sennò Elena farà una brutta fine.-
-Lei dov'è?Voglio sentirla.Elena?-
-Sono qui Georg.Non venire.Non ti preoccupare per me.Ti prego non ascoltarla è
pazza.- non voleva che lui venisse.Beh non proprio.Lo voleva accanto come non mai,aveva
bisogno del suo aiuto ma se questo voleva dire fargli del male allora preferiva
rimanere sola.
Georg era in Francia,precisamente a Parigi, nella sua stanza d'albergo. La
ragazza con cui aveva parlato riagganciò il telefono.Senza pensarci su corse
subito a chiamare David .Gli raccontò tutto molto in fretta, non doveva sprecare
tempo.David,vedendolo così disperato,aveva chiamato la polizia per chiedere
se potevano mettere a disposizione un elicottero privato.Risposero di sì,anche
se dopo una serie di domande;c'erano molti ragazzi che facevano scherzi telefonici
e loro volevano essere certi che non fosse un gioco.
Dopo cinque minuti alcune pattuglie si erano posizionate davanti all'hotel dove
soggiornavano i TH.David e Georg erano già fuori quando le auto arrivarono.Salirono
in fretta.Il poliziotto alla guida dell'autovettura dove stavano accese le sirene
e si fece strada tra le altre auto.Georg continuava a dirgli di andare più
in fretta , anche se più veloce di così non si poteva.Finalmente arrivarono
all'aereoporto.Georg corse verso l'elicottero seguito da alcuni poliziotti , Jost
non poteva abbandonare gli altri membri del gruppo e così non salì.
Dopo circa un'oretta raggiunsero Berlino.Ad aspettarli c'erano altri poliziotti
tedeschi.Georg estrasse dalla tasca un bigliettino con il nome della via e lo diede
a uno dei poliziotti.Salirono in macchina ma questa volta non accesero le sirene,la
ragazza al telefono era stata molto chiara.Doveva andare da solo se no Elena sarebbe
finita male.E lui non voleva rischiare.
Aveva la mente piena di pensieri,di pensieri anche cattivi,si immaginava il peggio,immaginava
il corpo della sua ragazza freddo,immobile,senza quel sorriso che l'aveva fatto
innamorare di lei.A questi pensieri rabbrividiva ma non riusciva a non farne.Immaginava
di tutto.
Le auto si fermarono poco lontano dalla casa e alcuni poliziotti si nascosero pronti
ad intervenire se avessero sentito degli spari.
Georg iniziò a correre.Bussò con molta foga alla porta.Ad aprire arrivò
una ragazza alta e magra,con dei capelli neri arruffati e degli occhi un pò
rossi.Prima aprì solo uno spiraglio,con molta cautela e si assicurò
che fosse solo.Lo guardò maliziosamente ma non si agitò tanto,sembrava
che lo conoscesse da tanto tempo.Poi fece entrare Georg, che voleva solo rivedere
la sua amata.La ragazza scese degli scalini ed arrivarono davanti alla porta della
cantina.Aprì la porta, Elena era seduta in un angolino.Aveva le ginocchia
rannicchiate,tremava e piangeva in silenzio.Grazie al cielo era ancora viva.Georg fece
per correre verso di lei ma la ragazza che gli aveva aperto la porta tirò
fuori dai pantaloni una pistola.La puntò addosso a Elena.
-Non ti muovere.Prima devi scegliere.O me o lei-.
-Io non posso scegliere. Non ti conosco,non sò come ti chiami...- Tremava
,quella ragazza era inquietante.Cercava di rimanere calmo e di assecondarla.Intanto
guardava Elena che non si muoveva.I suoi occhi chiedevano aiuto ma lui non poteva
muoversi per non far accadere il peggio.
-Dai metti giù quella pistola.Non fare pazzie- dicendo ciò le si avvicinava
piano.
-Georg non venirmi vicino.Prima ti ho detto di scegliere.O me o lei.-teneva ancora
la pistola in mano,quest'ultima le tremava e anche lei non sembrava molto sicura
di sè stessa.Aveva paura.
-Stai calma.Prima posa quella pistola.La stai spaventando-
-NO.SCEGLI CAZZO.O ME O LEI.- disse la ragazza con le lacrime agli occhi.
-Non posso scegliere.Ragioniamo.- stava cercando di fare di tutto per farle buttare
la pistola a terra.
-Non mi ami vero?Io si cazzo!!Ami lei non è così?- stava tremando
ancora più di prima.
-Lei te la devi scordare.TU DEVI STARE CON ME.SOLO CON ME!- strillò ancora
più forte.Guardò male Elena.Il suo sguardo era pieno di odio.
-Ami lei?No. Tu non devi.Sei mio, solo mio.Non ti preoccupare, non ci darà
più fastidio.-dicendo così premette il grilletto.La colpì
alla testa,Elena cadde a terra. Georg corse subito da lei fregandosene se quella
matta gli avesse sparato.Voleva solo stringerla a sè.Si inginocchiò
, le mise la mano sulla testa insanguinata -Svegliati!!Dai Elena ti prego non puoi
lasciarmi.Apri gli occhi!!Amore dai- e le dava dei piccoli schiaffetti sulla guancia
liscia.
Elena aveva gli occhi semiaperti.Riuscì solo a sussurargli -Ti amo-. Gli
occhi le si richiusero.
Lui scoppiò in lacrime.-CHE HAI FATTO?SEI UNA MATTA.L'HAI UCCISA.NON MI RISPONDE.AMORE
TI PREGO APRI GLI OCCHI.- poi ritornando con lo sguardo su chi gli aveva portato
via l'unico amore della sua vita -TI ODIO...TI ODIO.NOOOO- non riusciva nemmeno
a parlare,singhiozzava e le lacrime continuavano a scendere.
Lei abbassò la pistola continuando a guardare Georg.Gli aveva fatto del male
, non voleva questo.Lo amava non voleva vederlo soffrire.Aveva commesso un grosso
errore,voleva solo che lui fosse felice con lei. Ma era troppo tardi. Con le lacrime
agli occhi disse -Mi dispiace.-
Si puntò la pistola alla tempia e premette il grilletto.Cadde a terra con
un tonfo.Il sangue schizzò dappertutto.Era una situazione assurda.
Georg prese la sua amata in braccio,ma si accorse che qualcosa la tratteneva.La
posò a terra e vide che era legata ad una catena arruginita.Si alzò
e si avvicinò al corpo dell'altra ragazza.Prese la pistola dalla sua mano
ormai fredda per sparare alla catena.Fortunatamente,dopo due colpi,la catena si
spezzò grazie anche al fatto che era arruginita. La prese in braccio e uscì
da quella casa maledetta.I polizziotti lo videro e gli andarono in contro.Alcuni
di loro entrarono in casa, il capo andò verso Georg con un'espressione di
supore sul volto.
-Ma cos'è successo?Non abbiamo sentito nessun sparo.Forse aveva il silenziatore.Mi
dispiace.Ma ora sali in macchina dai!La portiamo in ospedale.-
Per fotuna l'ospedale era vicino.Georg non faceva altro che piangere disperatamente
vedendo il corpo del suo angelo pieno di sangue.Continuava a stringerla a sè,
ad accarezzare con le mani ormai sporche di sangue il suo bel viso e
dondolandosi diceva- Svegliati ti prego.Elena non puoi andartene-.L'auto sfrecciava
sulla strada con le sirene accese.Georg aveva vogli di morire piuttosto che scoprire
che per Elena non c'era nulla da fare,che era troppo tardi.
Sono passati cinque anni da quel giorno.Georg aveva lasciato il gruppo per stare
vicino a colei che amava.Cinque anni in coma e lui non l'aveva mai abbandonata.Ormai
l'ospedale era diventato la sua casa.Stava giorno e notte vicino a lei , sperava
ogni giorno in un suo miglioramento.
Continuava a pregare e a sperare.Le parlava ogni giorno; le leggeva il giornale,le
raccontava di tutti,di come era il nuovo bassista dei Tokio Hotel, di come Bill
si era trovato una ragazza.Le faceva ascoltare i nuovi brani che uscivano,le raccontava
come erano i nuovi gruppi e la teneva aggiornata sui libri.Ogni volta che ne usciva
uno nuovo, lui chiedeva gentilmente a qualcuno della famiglia di aquistarlo
e lo leggeva per lei.Sapeva quanto amasse leggere .
Le suonava canzoni con la chitarra,canzoni come Only Hope di Mandy Moore,la sua
preferita.Certo era un pò difficile con la chitarra perchè la canzone
era suonata con il pianoforte ma lui ci si era impegnato e faceva ogni giorno
qualche progresso , anche se alla fine non somigliava mai ,o quasi, all'originale.
Lui sapeva che poteva sentirlo.Ne era certo.
Ogni 2 maggio festeggiava insieme a lei il suo compleanno.Le comprava una torta
al cioccolato e invitava alcuni parenti a festeggiare insieme.Tutti però
erano molto tristi,alcuni, come ad esempio la madre di Elena,non ce la facevano
a vivere un clima di festa, Georg era l'unico speranzoso,l'unico che la trattava
come se potesse parlare o sentire. Ad ogni compleanno le faceva un regalo che
poi rimaneva in un angolo insieme ad altri ad aspettare il suo risveglio.Sembrava
sereno,anche se i medici erano pessimisti.
In ospedale lo trattavano come un amico,ormai ci viveva da cinque anni!Tutti
lo ammiravano per il suo coraggio , il suo amore e la sua forza.
Ultimamente si erano presentati anche un pò di problemi alla schiena.Il motivo
era che lui non usava il letto ma preferiva dormire su una sedia con la testa appoggiata
sul letto di Elena.I medici lo avevano più volte avvertito,rischiava di avere
dei dolori permanenti ma a Georg queste parole gli entravano da una parte e
gli uscivano dall'altra.
Erano le due del mattino , 12 gennaio 2012.Georg aveva appena finito di leggere
"Romeo e Giulietta",aveva gli occhi stanchi e non si teneva più in piedi.
Si coricò, seduto su una sedia , la testa appoggiata al letto di Elena e
la sua mano che stringeva quella del suo angelo.Come faceva ormai tutte le sere.
Si risvegliò di soprassalto.
Lei si era mossa.Gli aveva stretto la mano.Lui alzò la testa e la guardò
con un sorriso.
-Elena?Dai apri gli occhi, lo sò che mi senti.Amore ti prego.- Lei li aprì
piano.Lo guardò con stupore.
Lui era felicissimo,le sue guance vennero ben presto bagnate da lacrime di gioia.Le
si avvicinò.Le accarezzò la guancia dolcemente.
-Ciao tesoro.Mi sei mancata.Menomale che ti sei svegliata.Ho tanta voglia di risentire
la tua voce.I medici dicevano che non ce la potevi fare ma io sapevo che ti saresti
risvegliata.Che non mi avresti lasciato solo.Sei la cosa più importante della
mia vita.Ti amo angelo mio- e così dicendo le diede un bacio sulle labbra.
Poi chiamò a gran voce un'infermiera o un medico,continuando a tenerle
la mano.Visto che nessuno lo sentì , decise di premere il pulsante per le
emergenze vicino al letto.
Finalmente si era risvegliata.Poteva di nuovo vederla sorridere e , anche se non
subito,poteva tornare a fare quelle passeggiate che facevano un tempo.Aveva dei
bellissimi occhi , lui non se li era mai dimenticati ma rivederli di nuovo dopo
tanto tempo era una gioia immensa.Continuò a guardarla piangendo.
Lei rimase ad occhi aperti, era stupita.Aprì la bocca per dire qualcosa.Lui
le stringeva forte la mano contiuando a ripeterle quanto l'amava.Continuò
a sorriderle, ad accarezzarle la guancia,a segnare con le dita linee immaginarie
su volto , le sfiorava con l'indice le guance,le sopracciglia e la bocca.Quella
bocca che tanto amava, che lo aveva fatto sognare , che lo aveva portato in paradiso.
Finalmente ,dopo vari tentativi,parlò anche se con molta fatica.Dalle sue
labbra uscì solo un fiato -Chi sei?- i suoi occhi erano persi.
A questa domanda il sorriso di Georg scomparve e le lacrime di gioia vennero sostituite
da lacrime di dolore.
Volevo rispondere a chi ha chiesto un seguito.Beh,non ho davvero nessuna idea su come continuare,poi a me piace sempre lasciare le persone con qualche dubbio.Quindi niente seguito.Stà poi a voi immaginare come andrà a finire,se bene o male.Ciao.Grazie a tutti!!