Note dell'autrice: Vi prego perdonatemi! Nell'intro non c'è nessuno dei personaggi protagonisti della storia...
Arriveranno lo giuro! L'intro serve solo per contestualizzare la fic. Mi raccomando incoraggiatemi però! Io posto subito il primo capitolo. Promesso!
Nuove Note : Allora... Ho modificato i nomi di alcuni personaggi (Isabel, Tisifone, Castalia e Micene) per riportarli tutti alla versione manga (quasi tutti Mur saraà sempre Mur per me!!! ) al fine di dare più uniformità alla storia come suggeritomi da Francine che ringrazio per le sue recensioni!
Inoltre ho inserito l'alert riguardante il what if e l'OOC. Scusatemi, non sono ancora molto pratica. L'ambientazione della storia è un post Hades in cui i Gold Saints sono tornati in vita. I personaggi saranno quasi tutti IC tranne un paio di clamorose sorprese. Buona Lettura....  

Introduzione

La guerra era finita.
Finita?
Ancora una volta la guerra era finita.
Saori guardava fuori dal santuario. Gettava lo sguardo lontano. Come a voler vedere oltre le colonne del tempio di Atena. Come a voler sentire l’eco del vento. L’ultima volta che lo aveva fatto, il vento le aveva portato le parole di Shaka. Parole di morte e di speranza e alla fine tutto era andato per il meglio.
Non solo Hades era stato sconfitto, ma era riuscita a riportare indietro dal regno degli inferi i cavalieri d’oro che erano periti nella guerra delle dodici case.
Quel giorno, in quello che sembrava sarebbe stato l’ultimo giorno del mondo, aveva cercato anche Aiolos. Era stato Sion a dirle che Aiolos non era in quel luogo. Per lui si erano aperte, molto tempo prima, le porte dell’Elisio. Quelle degli Inferi invece stavano per chiudersi per sempre dinanzi a loro e se non fosse stato proprio per il sacrificio di suo padre che prima si era finto servo di Hades e poi aveva svelato ai cavalieri di Bronzo il segreto del sangue di Atena, ogni sforzo sarebbe stato vano.
Saori però non aveva potuto scambiare che un cenno del capo con Sion. Suo padre si era perduto nuovamente. Questa volta per sempre dato che, con la morte del dio che le governava, quelle terre sarebbero rimaste inaccessibili per l’eternità.
Ora però doveva trovare la forza di andare avanti. Aveva molte cose da fare. Doveva badare che i suoi ragazzi si riprendessero e occuparsi della ricostruzione del Grande Tempio.
Si accorse allora della presenza di Saga.
-Sono qui.
Le parole dell’uomo non erano la risposta ad un domanda mai fatta. Erano la risposta alla chiamata della Dea di tanti anni prima.
-Lo so Saga. Tu ci sei sempre stato. Anche quando il male si è affacciato nella tua vita, nel fondo del tuo animo, tu eri sempre lì. Senza di te non avremmo avuto alcuna possibilità.
Atena era sincera.
Aiolos avrebbe potuto davvero salvarla se il suo cuore non avesse esitato la notte degli inganni? Seiya avrebbe potuto davvero sconfiggerlo se il suo animo non avesse sempre dubitato?  Avrebbero potuto sconfiggere Kanon se la sua voce non lo avesse trattenuto? Infine sarebbero giunti da Hades se non avesse sacrificato se stesso per consentire a Seiya di raggiungerla?
-Ordinate mia signora.
-Voglio riunire tutti i cavalieri. Disponi che salgano tutti alla tredicesima casa.
-Non credo che mi ubbidiranno mia signora.
-Lo faranno Gemini. Dovranno farlo poiché ho intenzione di rimettere ogni cosa al suo posto. Celebrante di Atena compreso.
Saga sussultò. Chinò il capo in segno di obbedienza e lasciò la stanza.
Saori lo seguì e si diresse nella camera dove riposava Pegasus.
Seiya dormiva vegliato da Marin e Shaina. Su una sedia riposava sua sorella.
Saori si avvicinò e la ragazza le sorrise.
-Dorme ancora.
Disse come se fosse una cosa del tutto normale. A quelle parole Shaina lasciò la stanza.
Lady Saori accarezzò la fronte di Seiya e la seguì nel corridoio.
-Non si sveglierà.
-Si sveglierà.
-Non prendermi in giro! Chi potrebbe sopravvivere ad una ferita come quella?
Shaina era realmente convinta di quanto diceva.
-Seiya ce la farà. Ho strappato alla morte tutti gli altri. Non lascerò sul campo proprio Seiya.
-Se dipendesse da te lo avresti già salvato. Ciò significa che tu non puoi fare nulla. Morirà. Morirà perché tu hai deciso di suicidarti!
Saori abbassò lo sguardo.
-Si è reso necessario…
-No!-urlò il cavaliere sacerdotessa –Non lo era! Potevamo combattere fianco a fianco in questo mondo piuttosto che mandarli all’inferno!
Saori sapeva che ciò che bruciava a Shaina era di essere rimasta fuori dalla battaglia.
-E come sarebbe finita? Come nel regno di Nettuno?
Le rispose a tono la dea non senza una punta di gelosia nella voce al ricordo dei fatti che le erano stati raccontati dopo.
-Ognuno, a quanto pare, fa della propria vita ciò che vuole.
-Smettila Shaina!
La voce era quella di Marin.
Il cavaliere d’argento si voltò e scomparve a passo svelto.
-Non ce n’era bisogno.
-Lo so Lady Saori ma deve capire che siamo tutte in pena per lui. Lei non è la sola a volergli bene.
Saori si guardò le mani. Tremavano. In fondo sapeva che ciò che le aveva detto era vero. Lei non poteva salvarlo. Hades aveva lanciato una qualche maledizione su Seiya per cui lei non poteva fare niente. E se la donna avesse avuto ragione? Se Seiya non si fosse più svegliato? Tremò.
-Devo andare. I cavalieri mi aspettano. Veglia su di lui.
Marin annuì e Lady Saori si diresse verso la stanza del grande sacerdote.