Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: Kyara_wisteria01    16/12/2013    1 recensioni
2P!Fem!Italia del nord? Una ragazza un po' mascolina che ama il calcio.
2P!America? Giovane volenteroso(?) che decide di andare per la sua strada.
Che succederà?
L'EDITING SARA' AGGIUNTO IN SEGUITO
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 2p!Hetalia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Lucia camminava nervosamente su e giù per la stanza, lanciando ogni tanto occhiare nervose al tavolo, dove erano poggiati in bella vista un foglio, un pennino e un calamaio pieno d’inchiostro nero. Sua sorella Flavia passò lì accanto, e vedendola preoccupata, le chiese se ci fosse qualcosa che non andava. << Oh, no, va tutto bene. >> rispose Lucia, prima di tornare a guardare foglio e pennino. Dopo essersi lanciati vari sguardi di sfida, la moretta sospirò, prese posto sulla sedia, sistemò il foglio e, dopo aver intinto il pennino nel calamaio cominciò a scrivere.
 
19/08/1942
Caro Daniel
Partiamo da questo presupposto: non ti sopporto. Per nulla. Soprattutto adesso, dopo quello che mi hai fatto, idiota.
Ma come ti salta in mente?!?! E questa è solo una di tutte le innumerevoli cazzate che hai combinato da quando ti conosco, anche se la più grande. Partire per andare in guerra, per di più senza avvertire nessuno! Né i tuoi genitori, né i tuoi amici, e, per carità!, nemmeno me, la tua migliore amica.
Ma sai com’è la vita in trincea? Dimmi quanti anni hai. 17? 18? 19? No, no. Hai solo 15 anni. La prima cosa che dovrai fare per essere accettato lì sarà mentire sulla tua età. Bisogna avere almeno 17 anni per andare in trincea. E poi, immagini come sarà la vita lì? Bombe, detonazioni, sangue, morti, fucili.
So cosa mi risponderai. “Ma andiamo, Lucy, non potevo rimanere in Italia. Mi sentivo un leone in gabbia!” Magari hai anche ragione. Non ti rendi conto di quante cazzate dici. L’Italia è meravigliosa ed è sicuramente meglio che essere costantemente con la morte che ti alita sul collo, insieme a tanti altri ragazzi in Grecia, o in Libia.
Nel peggiore dei casi gli angloamericani potrebbero catturarti, torturarti, ucciderti ma anche no, torturarti e poi rispedirti a casa sfregiato, senza un braccio, o senza una gamba, o un occhio. Come faresti poi?
Comunque, ti avverto: da ora leggi con estrema attenzione, perché non avrai mai più l’occasione di sentirti dire queste cose da me.
Appurato che sei uno scemo, è risaputo che gli scemi sono sempre quelli che hanno le botte di culo più grosse. Quindi, io PRETENDO di vederti ritornare. Mi vai bene anche pieno di cicatrici, ma tutto intero e ogni cosa al proprio posto. E sai perché? Hm? Lo sai? … so già che mi pentirò di questo, ma ti voglio bene, e mi manchi. Ok? Sei l’unico con cui sto bene, giochiamo a calcio insieme, ridiamo insieme, scherziamo insieme, piangiamo insieme. A calcio, si sa, sono la migliore del vicinato anche se sono una ragazza, oramai ho stracciato tutti ma stracciare te resta speciale.
Quindi ricorda, tu non puoi pensare di non tornare. Tu TORNI e basta. Chiaro?
Ciao,
Lucia Vargas
Lucia Vargas
 
 
La quattordicenne rimase a fissare il foglio, con aria indecisa. Non c’erano errori grammaticali o sintattici. Sospirò, cominciando a rovistare nel cassetto alla ricerca di un francobollo. Lo appiccicò alla busta, già compilata e contenente i due fogli di lettera, una pagina di scritto e una di disegni, indirizzata al suo migliore amico, Daniel F. Jones, italiano di nascita ma americano di genitori, partito per la trincea. Guardò sconsolata, per un’ultima volta, la busta. Si alzò con un sospiro, prese la porta, e cominciò a camminare con passo leggero verso gli uffici postali, costeggiando i canali della sua amata Venezia. Arrivata davanti alle Poste, guardò un’ultima volta la busta, prima di inviarla, girarsi, e sentire la vocetta che era nella sua testa dirle: “Questa è stata una pessima idea. Ti prenderà in giro per tutta la vita.”
Eppure non ricevette mai risposta.
 
3 anni dopo…
 
Lucia si arrotolò nervosamente una ciocca di capelli attorno al dito sottile e curato, nervosa.
In tre anni tanto era cambiato. Da bimba s’era fatta ragazza. Il viso da ragazzina dei 14 anni si era allungato in un viso da diciassettenne atto a contenere due gemme rosso porpora. Il caschetto rossiccio di quand’era bambina si era notevolmente allungato, ma il ciuffo a virgola era e rimaneva al solito posto. Quando Daniel lo notò per la prima volta furono dolori…
 
Flashback
 
<< Ehi, Lucia! Cos’è questo ciuffetto qui? >> chiese il piccolo e ingenuo Daniel prendendo fra le mani quel bizzarro ciuffo.
*PUM! CRASH! BANG!*
Nessuno vide più in circolazione Daniel F. Jones per un po’.
 
Fine Flashback
 
Lucia scosse il capo sorridendo, tornando a concentrarsi sui propri pensieri.
Molti, in passato, avevano chiesto la sua mano. Al padre prima, che desiderava solo che la figlia fosse felice e quindi il futuro marito doveva andar bene a lei, e alla stessa italiana poi.
Ora era lì, in quella stazione. Si sentiva parecchio stupida, in realtà. Probabilmente era morto, anche se cercava di evitare che quel pensiero le sfiorasse la mente. Era in mezzo a tutte quelle madri, mogli, fidanzate, sorelle, figlie, che attendevano i loro uomini, alcune avrebbero potuto gettarsi fra le braccia dei loro amati, altre avrebbero pianto a dirotto.
Il treno si annunciò con un fischio, e tutte le presenti si accalcarono sul bordo della banchina, ansiose.
Il treno si fermò e cominciarono a uscire, uno dopo l’altro, tutti i soldati. Chi senza un braccio, chi senza una gamba, chi orrendamente sfregiato. Ma tutti contento di essere tornati a casa. Dopo il primo capannello, uscì un giovane, con la pelle olivastra, i capelli scuri, gli occhi rossi, una cicatrice bianca sul ponte del naso ad imbruttire quel viso altrimenti molto affascinante. Non ebbe il tempo di guardarsi intorno, perché l’italiana corse ad abbracciarlo. << Mi… mi sei mancato. >> singhiozzò quasi, a bassissima voce.
Il ragazzo la strinse forte, annusando dopo tanto tempo l’odore di vaniglia che emanavano i suoi capelli. << Davvero? Beh, d’altronde, non si può non sentire la mancanza di un Eroe come me, no, Lucy? >> Lei gli fece verso. << Sai che odio quel nomignolo, Dan! >> lui la guardò, beffardo, negli occhi << E’ anche per quello che ti chiamo così. >> Poggiò la fronte contro quella della ragazza. << Ehy, che ne dici di una sfida a calcio? Stavolta ti batterò! >>
Lucia si staccò da lui e rise, accelerando leggermente il passo. << Continua a sognare, idiota! Ti schiaccerò come sempre! >> Daniel la raggiunse e le prese la mano.
Entrambi sospirarono, lo stesso pensiero in mente.
“ Che meraviglia tornare alla normalità”
 
IvyLotus’ corner
 
E’ una cazzata. L’idea mi è venuta da un tema di scuola che dovevo fare. Più di questo non dico, au revoir e non trucidatemi, please!
   
 
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