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Autore: CreepyGirl    17/12/2013    3 recensioni
Ecco a voi una One-shot su questo bellissimo film Disney che racconta un episodio dell'infanzia di Rapunzel...
Spero che vi piaccia
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Madre Gothel, Nuovo personaggio, Rapunzel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Manterrai la tua promessa, Principe?

Avevano 11 anni...
Anche quel giorno la piccola Rapunzel era sola nella sua torre.
Sospirò, mentre il vento accarezzava le sue guance rosee e fissò il cielo con i suoi grandi occhi verdi. Voleva tanto qualcuno con cui giocare, anche se Pascal era sempre presente, lei desiderava un altro bambino con cui potersi divertire.
–fiorellino, sono tornata– canticchiò madre Gothel, di ritorno dal mercato.
Rapunzel fu contenta del suo ritorno e saltellò per tutta la torre –buongiorno madre!– la salutò con allegria e l’abbracciò forte –mi sei mancata.
Gothel le accarezzò la testa –la mamma è molto stanca, ti va di cantare per me?
La bambina prese la sua spazzola e avvicinò lo sgabello dove spesso si sedeva, alla poltrona di sua madre. Diede la spazzola a sua madre, che sedette e iniziò a spazzolare i lunghissimi capelli biondi.
 
Fiore dammi ascolto,
se risplenderai,
con i tuoi poteri, tu mi proteggerai!
con la tua magia,
tu mi aiuterai,
e non dirmi che
per me è tardi ormai...
è tardi ormai.

 
Come sempre i capelli dorati della piccola iniziarono a risplendere, e poof, Gothel ritornò una bella e attraente giovane donna. Rapire la bambina era stata la cosa migliore per lei.
Gothel si alzò e andò a specchiarsi, rimirandosi allo specchio vanitosamente –devo uscire di nuovo fiorellino...– disse alla bimba non degnandola di uno sguardo.
–posso venire con te mammina?– domandò timorosa Rapunzel.
Gothel si girò verso di lei –tesoro, ti ho già spiegato mille volte che per te è pericoloso...
–ma ci sarai tu a proteggermi!– ribatté la piccola –se sto con te sarò al sicuro.
–e se ci attaccassero in tanti? Cosa potrò mai fare io da sola?– le disse la donna prendendo la sua mantella rosso vino –se scoprissero dove abitiamo ti porterebbero via da me Rapunzel.
A quel pensiero la piccola rabbrividì. Sua madre aveva ragione, le avrebbero separate sicuramente e lei non voleva quello anche perchè la sua mamma era l’unica persona che conoscesse e a cui volesse bene –hai ragione mamma.– abbassò lo sguardo.
Gothel le baciò la fronte –prenderò tutto il necessario per prepararti la zuppa di nocciole fiorellino. A più tardi.

Ancora una volta Rapunzel rimase sola. Non appena sua madre uscì dalla grotta la piccola iniziò a piangere. Pascal le andò accanto e si strofinò contro la sua guancia per consolarla.
–Lampo torna qui!– urlò qualcuno dalla foresta.
Quando Rapunzel sentì quella voce sgranò gli occhi –chi è Pascal?– domandò al camaleonte che alzò le zampe in segno di perplessità.
–chi sei?!– urlò Rapunzel con quanto fiato avesse in corpo.
Le fronde della grotta si spostarono, e qualcuno entrò –chi-chi c’è?– balbettò.
–chi sei?– domandò Rapunzel nascosta dal davanzale del suo balcone.
Si schiarì la voce –sono il principe Robert Austin Julius terzo!– disse con orgoglio –tu chi sei, voce?
–Rapunzel– la bambina si affacciò alla finestra, scorgendo un ragazzino dagli occhi blu, più blu del cielo e dai folti capelli corvini –sei un principe...
Il principe la guardò con sorpresa –scendi, che ci fai lassù?
–non posso scendere!– gli urlò.
Il bambino si avvicinò alla torre –perchè?
La piccola sospirò –mia madre non vuole.
–salgo io da te?– domandò il principe.
Gli occhi di Rapunzel si illuminarono –sì, Sali pure!!
Il principe trovò una piccola porta nascosta da alcuni rovi, la aprì e corse lungo le scale per raggiungere quella bambina tanto graziosa. Aprì la botola e vide del lunghi capelli biondi –wow– esclamò –sono tanti capelli.
Rapunzel gli sorrise –ciao– disse timidamente.
–ciao...Rapunzel...– il piccolo principe si guardò attorno, ammirando quella piccola casa ricca di dipinti. Pascal andò accanto ai suoi piedi –cos’è?
–un camaleonte, si chiama Pascal– disse Rapunzel prendendo il suo animaletto e poggiandoselo sulla spalla.
–anche io ho tanti animali...

Il principe iniziò a raccontarle del suo castello e della sua passione per l’equitazione. Le raccontò di regni lontani e di paesaggi mozzafiato, le narrò le fiabe che la sua tata spesso gli raccontava prima di andare a letto, della sua mamma e del suo coraggioso e valoroso padre.
Lei ascoltava, assimilando tutto ciò che Robert diceva, con meraviglia e anche un po’ di invidia.
–adesso devo andare– le disse il principe –ma tornerò, è una promessa.
Rapunzel si rattristò –manterrai questa promessa, principe?
–parola di principe!– sorrise Robert –tornerò domani!
I due si abbracciarono e il principe andò via, lasciando di corsa la grotta.
Quando Gothel tornò alla torre, Rapunzel preferì non dirle niente, si sarebbe arrabbiata sicuramente, e poi sospettava che il principe non avrebbe mantenuto la sua promessa. Sua madre le ripeteva sempre che tutti erano cattivi ed egoisti, nessuno mai le avrebbe voluto bene come gliene voleva lei.
Andò a letto, conservando nel suo piccolo cuore la speranza che l’indomani il principe sarebbe tornato per lei, per raccontarle qualcosa del mondo oltre quelle mura.

Quella mattina Gothel uscì, ma prima ovviamente spazzolò i capelli della “figlia”.
–sta tranquilla, tornerò presto fiorellino– le disse dolcemente Gothel prima di lasciarla lì tutta sola.
Quando sua madre se ne fu andata la piccola si rannicchiò su se stessa, aspettando l’arrivo del principe. Il suo cuoricino batteva forte, lui non avrebbe mantenuto la promessa, e lei avrebbe dovuto farsene una ragione.
–RAPUNZEL!– urlò il piccolo dal basso.
La piccola scattò in piedi e inciampò nei suoi lunghi capelli. Si rialzò e andò alla finestra –PRINCIPE!!
–posso salire da te?– domandò cortese ed educato il principe, nascondendo qualcosa dietro la schiena.
Rapunzel sorrise e annuì, felice che il principe avesse mantenuto la sua promessa.
Appena lui salì Rapunzel lo abbracciò forte, e pianse –Principe, hai mantenuto la promessa!
Lui ricambiò l’abbraccio –mi dispiace di aver ritardato...questa è per te– le porse una rosa rossa, arrossendo.
–è bellissima– Rapunzel prese il fiore e abbracciò ancora Robert –grazie principe!

E anche quel giorno i due bambini passarono alcune ore insieme, stavolta fu Rapunzel a raccontare delle storie e parlare della sua passione per la pittura. Gli raccontò delle luci e della sue ipotesi, ribadendo che secondo lei non erano stelle, ma qualcosa di magico.
Robert osservava la piccola, sorridendo per la sua ingenuità e genuinità.
Arrivò l’ora di andare via anche quel giorno –è ora Rapunzel, devo andare.
La piccola anche quel giorno si rattristì –verrai anche domani?
Il principe annuì –ritornerò anche domani, è una promessa!– il principe le diede la mano –parola di principe.
Rapunzel sorrise e si salutarono. Lei si affacciò alla sua finestra, guardando il principe mentre si allontanava, desiderando di andare via con lui.
Gothel ritornò, notando qualcosa di strano –è tutto apposto Rapunzel?
–si madre, è tutto apposto...– disse insicura, ma voleva mantenere quel piccolo segreto per lei e ovviamente per il suo principe –vado a letto, a domani– l’abbracciò e andò nella sua camera, sperando che il principe sarebbe ritornato il giorno dopo mantenendo la sua promessa.
Gothel notò una rosa rossa. La prese e la annusò, digrignando i denti. Chi le aveva portato una rosa? Chi aveva scoperto il loro nascondiglio?
Si affacciò nella stanza di Rapunzel, che dormiva beatamente con un dolce sorriso dipinto sul volto. Si domandò chi avesse potuto incontrarla, di come avesse fatto a scoprire il luogo in cui si trovava la torre.
Uscì dalla stanza della picco, con un piano in mente.

La mattina del terzo giorno tutto si svolse come al solito, sua madre le spazzolò i capelli e uscì tranquillamente, come se non avesse scoperto nulla.
Rapunzel, eccitata, iniziò a sistemarsi i capelli e a rendersi presentabile per il suo principe, prese la rosa, rimosse le spine a l’appoggiò tra i suoi capelli.
–RAPUNZEL!– era la sua voce, la piccola corse alla finestra, sorridendogli.
–Sali principe!!– gli urlò gioiosa.
Appena la guardò il principe rimase a bocca aperta, con quella semplice rosa era bellissima –sei davvero bella oggi Rapunzel– le disse arrossendo.
Lei arrossì a quel semplice complimento e lo baciò sulla guancia –sono felice che tu sia venuto da me principe.
Robert le accarezzò i lunghi capelli e le sorrise –quando sarò re ti sposerò Rapunzel...– le disse arrossendo ancora di più.
La piccola lo guardò tristemente –ma come farai? Io...
–ti porterò via con me, vivremo per sempre felici e contenti in un grande castello e gireremo il mondo!
Gli occhi di Rapunzel s’illuminarono, quello era uno dei suoi più grandi sogni, vedere il mondo e conoscere tutto –me lo prometti principe?
Lui la baciò teneramente sulle labbra –te lo prometto Rapunzel. Parola di principe.
Entrambi passarono la mattinata a parlare dei loro progetti, dei viaggi da intraprendere, fantasticando sulle avventure che avrebbero vissuto assieme.
–devo andare mia cara Rapunzel, ma tornerò domani per portarti via con me.
Si baciarono ancora teneramente –ti aspetterò mio principe.
Robert corse via, urlando –tonerò domani Rapunzel!

Uscì dalla grotta felice che lei avesse accettato di sposarlo, ma trovò Lampo il suo cavallo immerso in un pozzo di sangue –Lampo!– pianse, il suo cavallo era il suo migliore amico.
Con gli occhi pieni di lacrime il piccolo principe alzò lo sguardo e vide una donna con uno stiletto tra le mani.
Gothel lo colpì al cuore, più e più volte, senza pietà. Lasciò che il sangue scorresse sulle sue vesti, godendo alla vista di quel corpo morente –il segreto di Rapunzel morirà con te– sussurrò al principe che gemendo esalò l’ultimo respiro.
Il corpo del principe fu abbandonato in una delle numerose grotte presenti nella foresta, e nessuno lo ritrovò mai.
Rapunzel attese e attese per giorni il ritorno del suo principe, i giorni diventarono settimane, le settimane mesi e i mesi, anni.
Alla giovane Rapunzel si spezzò il cuore. Sua madre aveva ragione su tutto, nessuno le avrebbe mai voluto bene come gliene voleva lei.

 
  
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