Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: La Mutaforma    17/12/2013    1 recensioni
Lo sai cos’è il rap?
…Uno schifo?
Attacchi la base e canti.
Ma non so il testo.
Quello lo inventi. Puoi sempre parlare di quello che sai. Della “vita”.
È la vita, bellezza, la vita. E tu non puoi farci niente. Niente.
Mi chiamo XX. Questa è la lettera di XX. E XX sono io.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi chiamo XX. Questa è la lettera di XX. E XX sono io.
Studentessa dall’anno 2000. Schiava, dall’anno 2000.
Violinista dall’anno 2005.
È la vita, bellezza, la vita. E tu non puoi farci niente. Niente.
Smettila di storpiare citazioni.
Lo sai cos’è il rap?
…Uno schifo?  
Attacchi la base e canti.
Ma non so il testo.
Quello lo inventi. Puoi sempre parlare di quello che sai. Della “vita”. È la vita, bellezza, la vita. E tu non puoi farci niente. Niente.  Però puoi cantare. Magari ti ascolteranno.
Così lo sapranno tutti?
….Nah. Non ti crederanno. È bello pensare che qualcuno ci racconti una favola, come quando eravamo bambini. Magari ne esce qualcosa di buono.
 
Mi chiamo XX e sono pazza. Scritto su una cartella clinica, pazza!
Allarga la distanza, questa pazza ragazza pazza si avventa con gli occhi sugli sconosciuti, si è fermata per strada e ha chiesto al primo che ha visto dove stesse andando. Pazza!
La verità è che l’hanno fatta schiava, in cinque turni, è bastata un’ora, una siringa e uno sguardo, abbassa la testa e dice basta.
Ha tirato le corde al suo violino, ne ha fatto nastri per capelli, ha stretto forte i denti, a gridato aiuto ed è rimasta zitta, aspettando l’anestesista.
 
 
A questo ci siamo ridotti? Muoviamo la testa perché sentiamo la musica, ma senza parola, senza testo. E continueranno a guardarti con un estraneo, e se ne sono riempite di bocche di belle parole!, ma non ci parliamo, non ci sentiamo, è come non conoscerci affatto. Basta salutarci nelle strade, basta scambiarci sul viso dei baci che sanno di veleno, basta girarsi le spalle.
Sono queste le parole di XX, le parole di una ragazza pazza prima della sua ultima siringa.
 
 
Ha lasciato sul suo letto una piccola lettera. Ha detto di averlo ingoiato quel violino, come quando la musica ce l’aveva davvero dentro. Poi ha detto quattro parole saltando su una brutta base e ha pianto, pianto, pianto tanto, tanto, tanto, perché doveva raccontare la sua storia e la base ha continuato a suonare da sola per tre minuti e mezzo, prima che si potesse parlare.
È la vita, bellezza, la vita. E tu non puoi farci niente. Niente.
Questa è una storia vestita da canzone, una musica che finisce in dissolvenza in una stanza chiusa.
Applausi, prego. 






Da parte mia: 
Ho scritto questa storia di getto, non è riferita a nessuna persona che io conosca, nè ad alcuna situazione che io mi sia trovata a vivere anche da lontano. 
Ho approfittato di un momento di quiete per dire qualcosa di deprimente. 
La frase ripetuta più volte
"È la vita, bellezza, la vita. E tu non puoi farci niente. Niente." non è altro che una versione pezzotta della frase originale tratta da "Quarto Potere". 
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: La Mutaforma