Diciassette dicembre: nausea.
(-8)
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Misera; egoista; ipocrita; meschina.
M’insulti e potrò ben essere adatta
a tutte queste parole, come dici tu,
- Aiutano contro il senso di colpa? –
forse per alleggerirti la coscienza, forse per rancore,
forse per tristezza e per dolore:
non m’importa.
A me rimane ancora la dignità;
quella dignità di sognatrice e guerriera.
E la tua? La tua dignità dov’è?
Hai messo da parte l’orgoglio per quest’amicizia;
tua è stata la scelta.
Non m’importa.
A me rimangono ancora i miei sogni;
quei sogni a cui mi sono aggrappata con disperazione.
E tu? Hai trovato i tuoi sogni?
Lo spero: non sono senza cuore, come tu credi,
non ti auguro alcun male.
Non t’importa.
Dici che c’eri solo tu in campo
a combattere con denti e unghie.
E io dov’ero?
Oh bè.
Lo stupore è sempre sublime, nel bene così come nel male:
persino la verità, ora, è peccato, a quanto pare.
*