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Autore: His broken smile    17/12/2013    1 recensioni
"Come stai?" chiede colpendomi la gamba per attirare la mia attenzione nonostante l'alto volume delle mie cuffiette.
"Bene" rispondo semplicemente scostando per un attimo una cuffietta dall'orecchio, per poi rimetterla al suo posto.
"Come stai, veramente?" continua prendendo il mio telefono e riponendolo nella tasca del mio zaino insieme alle cuffiette.
"Come va con i tuoi? Sono ancora arrabbiati?" mi chiede il ragazzo che amo di più al mondo stringendomi le mani.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Hey" mi saluta una testa bionda avvicinandosi per darmi un leggero bacio sulla guancia, come ogni mattina.
"Hey" rispondo con un cenno della testa quasi impercettibile.
Ormai, dopo tutti questi anni, prendo la sua bellezza come una cosa scontata, e non faccio quasi più caso a tutti gli occhi puntati su di lui.
Scosto il mio zaino con un brusco movimento del braccio per permettergli di sedersi accanto a me su questa tortura chiamata sedile. Odio gli autobus.
Sento il tessuto del suo giubbotto sfregare contro il mio mentre tenta di sistemarsi i capelli. Sorrido. Sin da piccolo ha sempre avuto la fissa dei capelli.
"Come stai?" chiede colpendomi la gamba per attirare la mia attenzione nonostante l'alto volume delle mie cuffiette.
"Bene" rispondo semplicemente scostando per un attimo una cuffietta dall'orecchio, per poi rimetterla al suo posto.
"Come stai, veramente?" continua prendendo il mio telefono e riponendolo nella tasca del mio zaino insieme alle cuffiette.
"Come va con i tuoi? Sono ancora arrabbiati?" mi chiede il ragazzo che amo di più al mondo stringendomi le mani.
"Ovvio che sono ancora arrabbiati, mia madre ha perquisito tutta la mia stanza e sequestrato ogni singola sigaretta. Ah, e come se non bastasse adesso mi controlla l'alito tutte le volte che entro in casa, non la sopporto." sbuffo scostandomi una ciocca ribelle dal viso.
"Lo fa solo per il tuo bene…"
"Ora hai intenzione di elencarmi tutti gli effetti collaterali del fumo? Perché in questo caso puoi evitartelo, ci ha già pensato mia madre" gli rispondo bruscamente spostando lo sguardo verso al finestrino appannato.
"Si può sapere che cos'hai? Non ce la faccio più a vederti così… mi manca il tuo sorriso" sospira piano, e il suo fiato caldo sfiora il mio collo gelido provocandomi un brivido lungo tutta la schiena.
"Vuoi sapere cos'è successo?- sbotto premendo il pulsante per prenotare la fermata- è successo che non sorrido più perché non ho più ragione di farlo, ora che tu preferisci passare il tuo tempo con quelle  galline delle tue bellissime e magrissime compagne di classe. Non sorrido perché non sarò mai alla loro altezza, non reggerò mai il confronto. Non sorrido più perché mi manca il vecchio Ashton, quello che non aveva nemmeno bisogno di chiedermi cosa non andasse perché lo capiva con uno sguardo. Ecco perché non sorrido" 
Gli vomito in faccia le parole che ho tenuto dentro di me per troppo tempo, e spero vivamente che possano fargli male almeno la metà di quanto lui ne abbia fatto a me.
Poi, prima ancora che possa aprire bocca per rispondermi, recupero in fretta il mio zaino e scendo dall'autobus cercando di trattenere le lacrime.


Le prime tre ore di scuola passano in fretta, anche perché non seguo per niente le lezioni.
Sono troppo occupata a pensare al casino che ho combinato.
Avrei fatto molto meglio a starmene zitta, non posso credere che sto seriamente rischiando di perdere il mio migliore amico.
Ashton ha sempre fatto parte della mia vita, perché le nostre madri sono molto amiche da prima che nascessimo e noi abbiamo sempre giocato insieme.
Ricordo perfettamente che, una sera, avremo avuto quattro o cinque anni, stavamo litigando e lui mi disse che se non gli avessi dato ragione mi avrebbe baciata e io scoppiai a ridere, convinta che stesse scherzando. Ma appena lui si alzò in piedi e iniziò ad avanzare verso di me, compresi che l'avrebbe fatto sul serio presi a correre come non mai, completamente schifata all'idea di baciarlo.
Ma questo era il vecchio Ashton, quello al quale importava ancora di me.
L'Ashton che mi ritrovo davanti tutte le mattine è un ragazzo che non mi vede nemmeno, perché ultimamente passa tutto il suo tempo con quelle magrissime ragazze con scollature chilometriche.
Ma, dopotutto, come biasimarlo?
Loro sono così belle, e poi non hanno tutti i problemi di famiglia che ho io, quindi probabilmente non si lamentano mai e parlano tutto il tempo di smalti e rossetti.
Non mi piace per niente questo nuovo Ashton, ma sono completamente innamorata di quello vecchio e sono convinta che sia ancora lì da qualche parte.
Per questo mi fa così male il fatto di averlo perso.
Sono talmente immersa nei miei pensieri che quando una testa bionda entra in classe quasi non me ne accorgo.
"Buongiorno prof, volevo chiederle se Elisabeth Jeffrey potesse uscire un attimo…"
"No, non posso." rispondo automaticamente appena realizzo la situazione.
Allora il professore si gira verso di me con un'espressione di garbato disappunto e mi chiede se lo conosco.
"Lo conosco abbastanza da sapere che è un cretino" rispondo attenta a non guardare Ashton negli occhi.
"E tu la conosci?" continua lui rivolgendosi al ragazzo, che mi fissa insistentemente.
"La conosco abbastanza da sapere che la amo."
Per un attimo sento il mio cuore che si blocca e vorrei solo saltargli in braccio, ma poi mi la voce del prof mi riporta alla realtà.
"Allora vai, e non tornare in classe prima di averlo baciato"
A quelle parole l'intera classe si gira verso di me e io arrossisco violentemente.
Non sono abituata ad avere l'attenzione di tutti rivolta su di me.
Tra tutti gli sguardi, però, quello di Ashton è il più insistente, tanto da rischiare di schiacciarmi.
Quando mi alzo per poco non cado, le gambe mi tremano come non mai.
In qualche strano modo riesco a raggiungere la porta e a chiuderla dietro di me.
"Pensi davvero ciò che mi hai detto stamattina?" mi chiede prendendomi per mano e facendomi indietreggiare di un paio di passi.
"Si"
"Quindi tu credi sul serio che io non veda tutta la tua bellezza? Credi davvero che io non mi sia accorto di quanto tu sia intelligente, dolce, simpatica, spontanea, semplice e semplicemente fantastica?" continua facendomi sbattere contro il muro e appoggiando le mani ai lati della mia testa.
"Beh, non è che tu abbia fatto molto per dimostrarmelo…" 
"Io non te l'ho dimostrato? Io non te l'ho dimostrato perché sono due anni che continui a ripetermi che i ragazzi sono tutti stronzi e che tu non hai alcuno bisogno di un fidanzato… mi ricordo quanto male ti ha fatto quel cretino, dopotutto ho passato settimane a consolarti. Però io ti giuro che se tu ora accetti di rendermi il ragazzo più felice dell'Australia diventando la mia ragazza io farò l'impossibile per renderti felice, e…"
Non mi serve sentire altro, dopotutto questo è ciò che sto aspettando da sempre.
Mi sporgo in avanti verso le sue labbra, ma non ho nemmeno bisogno di compiere l'intero percorso perché me le trovo addosso a metà strada. Sanno di bei sogni.
Chiudo gli occhi, baciarlo é la situazione più bella che io abbia mai provato.
È come vedere i fuochi d'artificio, o leggere uno di quei libri che ho sempre amato, solo senza tutto questo. È come bere il tè freddo e magiare la Nutella sui biscotti, o fare il bagno caldo nella vasca con qualche candela sparsa sul bordo. È come aprire i regali di Natale e trovarci dentro tutto ciò che possa desiderare, come o viaggiare su un aereo per chissà dove con un biglietto di sola andata.
Ma tutte le cose belle prima o poi hanno una fine, e così questo bacio.
"Devi andare, piccola" sussurra sulle mie labbra facendomi rabbrividire.
"Lo so. Ti amo, Ashton Irwin"
  
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