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Autore: Water_wolf    17/12/2013    2 recensioni
Friendship Ian Maayrkas/Geoffrey Martewall | Accenni Ian Maayrkas/Geoffrey Martewall | S p o i l e r "Il Cavaliere del Tempo" | 721 parole
Quando un nostro caro è in bilico tra vita e morte, tutte le nostre difese crollano, comprese quelle più salde. Quali domande affollavano la mente di Geoffrey Martewall mentre si occupava della ferita di Ian?
♦♦♦
«È colpa dei tuoi occhi, Geoffrey. Argento come la lama di una spada, che sì trapassa la carne, ma arriva più in fondo, fino al cuore. È un dono e una maledizione, la capacità di entrare così profondamente in contatto coi sentimenti degli altri e farli tuoi.»
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Daniel Freeland, Geoffrey Martewall, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Leowynn Martewall
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Geoffrey Martewall – Il nemico del mio nemico è mio amico
 
"I could lie, couldn't I, could lie / Everything that kills me make me feel alive " - One Republic, Counting Stars

Geoffrey Martewall aveva un posto speciale in cui trovare rifugio quando il mondo, fuori, sembrava crollare. Nella sua mente, sentiva fringuelli cantare anche in pieno inverno, suo padre rimproverarlo bonariamente; vedeva Leowynn sorridergli spensierata, avvolta in un’aura dorata, i suoi due fratelli in sella che conducevano un cavallo per lui, pronti a fare una passeggiata fuori dalle mura del castello; le sue narici erano inebriate dal forte odore di resina della foresta inglese.
Funzionava quella strategia, se ciò che la vita gli proponeva davanti era troppo per le sue spalle, e aveva continuato così per anni. Finché non si era ritrovato il Falco in fin di vita tra le braccia. Non era la prima volta che doveva curare un amico o un conoscente, ci era riuscito egregiamente anche senza rifugiarsi nel suo posto speciale.
Ma con Jean era diverso. A dire la verità, tutto con Jean era diverso. Cambiava il modo in cui si guardava un compagno, cambiavano le loro nazionalità differenti, cambiava il fatto che si erano cercati di uccidere a vicenda e che ora erano straordinariamente uniti. Geoffrey Martewall lo odiò, lo detestò con la sua pura essenza per questo.
Perché le sue mani tremavano quando stringeva il coltello per cauterizzare la ferita? Perché il sudore gli colava lungo la schiena? Perché aveva la gola secca? Perché non poteva semplicemente nascondersi dietro un pino nel suo posto speciale e fingere che da lui non dipendesse una delle vite che gli erano più care?
I carboni con cui arroventava la lama stavano bruciando la sua foresta, distruggendo i nidi degli uccelli, e gli sembrava che frecce infuocate stessero bombardando le mura di Dunchester, giusto quando il barbacane cedeva cigolando.
Non poteva concedersi il lusso di sir Daniel, mostrando la sua ansia, temendo che si sarebbe potuta fiutare a metri di distanza. Non poteva ammettere di avere paura. Quel sentimento rendeva la sua spada meno temibile, lui meno saldo a cavallo e la mente più offuscata.
Leowynn gliel’aveva detto, una volta, poco dopo la morte di suo fratello Giovanni.
«È colpa dei tuoi occhi, Geoffrey. Argento come la lama di una spada, che sì trapassa la carne, ma arriva più in fondo, fino al cuore. È un dono e una maledizione, la capacità di entrare così profondamente in contatto coi sentimenti degli altri e farli tuoi.»
E, dannazione, se aveva ragione.
Era talmente legato a quel francese che gli sembrava di essere nelle sua stessa pelle, di provare il suo stesso dolore, aggiunto all’angoscia che avvertiva al pensiero della sua scomparsa. Così, decise che avrebbe sbattuto in faccia al Falco la verità e l’avrebbe obbligato a smettere di farlo soffrire come un cane per colpa sua. In qualunque modo.
Il gruppo si era accampato per la notte solo qualche ora prima e lui si era offerto per il primo turno di guardia. Aveva aspettato che tutti dormissero – o ci provassero, come sir Daniel –e scivolò silenzioso accanto al conte cadetto, addormentato.
Ne contemplò le spalle robuste, percorrendo con lo sguardo i lisci capelli corvini. Si schiarì la voce, osservando se si svegliava, invano. Non se preoccupò, dopotutto, lui non gli aveva chiesto certo il permesso per riversargli addosso tutto il suo dolore. Che non voleva.
Si ripassò il discorso, mise i puntini sulle “i” e aprì la bocca. Dimenticò la capacità di parlare all’istante insieme alle parole di accusa. Sospirò.
«Do not be scared, Hawk. Everything will be allright. I will make it happen» mormorò, utilizzando la sua lingua madre. Il suo tono si abbassò ancora, diventando un sussurro nella notte, un bisbiglio tra l’oscurità. «You won’t die here. I swear.*»
Jean Marc de Ponthieu schiuse una palpebra, focalizzando l’attenzione su Martewall lì accanto. Sorrise, facendo brillare gli occhi chiari.
«Il… » prese un respiro profondo, venne scosso da un brivido e riprese, caparbio: «il nemico del mio… nemico è… mio amico.»
Geoffrey si ritrovò ad annuire e non poté impedirsi di sorridere.
«Il nemico del mio nemico è mio amico» recitò. «Non credo esisteranno mai parole più appropriate per questo legame.»
Il cavaliere chiuse gli occhi e sussurrò: «Non abbiamo bisogno di altre.»
Martewall lo vegliò per l’intera durata del suo turno di guardia, mentre esplorava gli angoli della sua anima alla ricerca delle sue emozioni, trovandovi solo un’immensa pace.


*Non essere spaventato, Falco. Tutto andrà bene. Lo farò accadere. /Non  morirai qui. Lo giuro.
 
Angolino dell'autrice
Buonasera a tutti gli abitanti di EFP che sono giunti fin qui vivi!
Mi ero ripromessa di scrivere in questo fandom e, be', il richiamo "amiamo-tutti-alla-follia-Martewall" non può non essere ascoltato. E' un missing moment da inserire nel Cavaliere del Tempo dopo l'agguato a Ian e l'arrivo dell'inglese, che entra in scena con la meravigliosa frase Holy Heaven, Hawk, you always fly in the right middle of the storm *-* Sostanzialmente è per questo che ho inserito frasi in inglese. Se è sbagliato, visto che l'ha scritto una povera mente di quindici anni, correggetemi
Anyway, mi piacerebbe poter sclerare di più su Martewall, ma credo non interessi a nessuno, quindi smetto.
Non so ancora se sono per una slash Ian/Martewall o solo come amicizia, percui nemmeno lui in questa ff lo ha ben chiaro. Mi sembra che il suo primo fratello si chiamasse Giovanni, ma non avendo nessuno dei libri sotto mano ( D:) non ho potuto controllare.
Spero che la ff vi sia piaciuta, tanti figli di nome Geoffrey  un bacio! :*

Water_wolf
  
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