Film > The Avengers
Ricorda la storia  |      
Autore: Miss Kon    18/12/2013    5 recensioni
-Storia quarta classificata al contest: “[Multifandom & Originali] Il masochismo è un pacchetto colmo di prompts ”-
Sappiamo tutti che ci sono domande pericolose da fare. Molto pericolose.
Sopratutto se si è un po' ingenui.
“Stark vide una deliziosa scarpetta indaco -misura 42- passargli sopra la testa e cercando di non rotolare giù dalla sedia, tanto a causa dell'alcol quanto delle risate, cercò di allungarsi a prendere un'altra bottiglia di whisky.
[...]
“Sai Thor?” si concesse di dirgli, dopo essersi alzato a sedere “Sei un tipo simpatico. Dopo la ventesima birra, intendo” mormorò ridacchiando, alzando la bottiglia alla sua direzione, in segno di brindisi.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Che dire?
Prima fanfic su questo fandom! Yeah! o/
Inauguriamo anche questo XD
Allora partiamo dal principio: fanfic partecipante al contest “Il masochismo è un pacchetto colmo di prompts ”
Il poco tempo (ahimè l'ho visto tardi) è stato un malus che son riuscita a non percepire grazie alla fortuna di aver beccato un paio di pacchetti molto buoni. Dopo un po' di indecisione mi sono buttata sull genere comico su cui ho sempre scritto poco e su cui ho voluto provare a cimentarmi.
So benissimo che questa storia non è un gran capolavoro ma spero almeno sia simpatica! u.u
Attenzione Cross-dressing!





La domanda più importante.
{Perché certe lezioni vanno imparate e, poiché non si può dire che hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna, vanno imparate sul campo.
Affinché tu sappia spiegarlo anche a tua nonna.
A prescindere dalla sbronza epica che ti beccherai.}



"It's okay to be gay, let's rejoice with the boys in the gay way"

Ok, era ubriaco.
Ubriaco marcio e spolpo.
Ubriaco a un livello tale che forse, e sottolineo quel "forse", la mattina dopo, e quella dopo ancora e -probabilmente- pure la terza mattina successiva a quella dannata notte, avrebbe avuto un onorevole mal di testa.
E con ottime probabilità non si sarebbe ricordato nulla.
C'era da sperarlo per lui.

“Hooray for the kind of man that you will find in the gay way”

Di una cosa, però, doveva essere grato, che l'uditorio fosse assai ridotto.
Il suo pubblico si poteva, letteralmente, contare sulle dita di una mano: il pilota, due hostess e il proprietario del mezzo -un modestissimo aereo privato-, cioè il caro buon vecchio Anthony Edward Stark.

“Father figures we are! You're a shooting star you've come so far”

E c'era da dire che cantava convinto.
E ballava, anche, convinto.
Cosa che, per l'amor di Dio -nello specifico presumibilmente Odino-, era anche lodevole se solo non fosse stato in gonna.
Ma non un kilt, nossignori! Un gonna vera e propria, di quelle a balze, con un po' di tulle sotto.
Una gonna di quelle così trash e kitsch che già in una donna sarebbe stata inguardabile figurarsi addosso a un bestione biondo e palestrato, alto quasi due metri.
Che poi c'era da chiedersi dove le avesse recuperato un simile obbrobrio, una gonna di un rosso così sgargiante che poteva essere uscito solo dal magazzino abiti del più fancy dei locali di drag queen.
E di fatti era proprio da lì che Stark lo aveva recuperato, o meglio lo aveva fatto recuperare, appositamente per Thor.
Lo stesso Thor che ora cantava “It's ok to be gay” a cappella e a squarcia gola, vestito con una canottiera in rete verde, con sopra un gilet giallo, abbinati a un'improponibile gonna rossa, delle calze indaco a cui si accostava una sola -presumibilmente l'altra era andata persa durante una delle tante azzardate mosse di ballo, compiute fino ad allora- scarpetta viola. A questa grottesca accozzaglia di colori si aggiungevano degli improbabili guanti blu, con tanto di rosellina sopra il dorso della mano, e un foulard arancione.
In pratica il giovane principe di Asgard era una specie di arcobaleno danzante e assolutamente trash. C'era però da chiedersi com'è che fosse finito così e la risposta la si ritrova tornando indietro di diverse ore in quella serata.
E tutto era partito con una domanda. O meglio LA domanda.
Quale domanda?
Beh, semplice, la domanda più importante: “Perché quell'uomo si veste da donna?”.
Quel dubbio era sorto guardando “La moglie del soldato” diretto da Neil Jordan, in una delle numerose sale della Stark Tower.
Ora: che Thor non brillasse come stratega non era una novità, non lo era mai stata, ma per dire una cosa del genere di fronte a Tony Stark ci voleva un certo sprezzo del pericolo.
O una certa ingenuità.
E di entrambe le cose il Dio nordico non era poi così sguarnito.
E la situazione forse, e sottolineo [oh, che vago senso di dejavù] quel forse, non sarebbe degenerata se solo Thor non avesse avuto l'ingenuo candore di rispondere con un “Potrei davvero chiederlo a uno di loro perché si veste come una donna?” alla mefistofelica domanda di Stark “Perchè non lo chiedi ai diretti interessati?”.
Quella piccola fondamentale e ingenua domanda aveva fatto sì che due ore dopo, nonché svariate miglia più in là, Thor si era ritrovato a mettere piede in un locale di drag queen trai più costosi e popolosi.
Ci vuole poco per immaginare che la sua totale inesperienza a quella fetta del mondo midgardiano, lo avesse portato, nel giro di mezz'ora, a finire in mano ai più svariati bestioni, addobbati come un albero di Natale e ben propensi ad addobbare lui alla stessa maniera.
Se a questo aggiungiamo che Tony stava facendo del suo meglio per far ubriacare l'asgadiano -ma solo per farlo sentire a suo agio, eh!- tempo tre ore e il risultato sarebbe stato un Thor che biascicava, vestito come un troione uscito da un film trash.

“I was once in your shoes! In a closet like you I had nothing to lose”

Nonchè un Thor canterino.
Non dimentichiamoci assolutamente che sopracitato bestione, vestito da donna di facili costumi -costumi rigorosamente kitsch, oltretutto-, grazie alla corposa percentuale di alcol che aveva in corpo stava, da un'ora e venti, cantando senza sosta.
Era partito da “YMCA” per poi passare a “I will survive”-e lì vi assicuro che sia le due hostess che il pilota avrebbero volentieri chiesto a Stark di offrire un po' dell'alcol che gli era rimasto- e molte altre canzoni che, a causa della parlata masticata, erano molto più difficili da riconoscere.
Mancavano solo quaranta minuti all'atterraggio per tornare alla Stark Tower, ma le canzoni erano ancora, potenzialmente, moltissime.
Troppe.
Almeno per chi conservava un tasso alcolico nullo.

“Really should load! You've got to cease to delay, the gay way”

Stark vide una deliziosa scarpetta indaco -misura 42- passargli sopra la testa e cercando di non rotolare giù dalla sedia, tanto a causa dell'alcol quanto delle risate, cercò di allungarsi a prendere un'altra bottiglia di whisky.
Ovviamente il suo tentativo fallì miseramente, si ritrovò quindi a rotolare giù dalla poltrona e a ridere di più.
Nonostante quella posizione privilegiata gli concedesse l'onore di vedere sotto la gonna di quell'uomo arcobaleno-vestito -che stava piroettando sopra al tavolo, urlando “Hooray! For the man!”- non parve scomporsi e ridendo recuperò una bottiglia di birra che, fortunosamente, era finita a mezzo metro da lui.

“Sai Thor?” si concesse di dirgli, dopo essersi alzato a sedere “Sei un tipo simpatico. Dopo la ventesima birra, intendo” mormorò ridacchiando, alzando la bottiglia alla sua direzione, in segno di brindisi.

Il bestione biondo parve non sentirlo, immerso com'era nel canto.
Ancora 38 minuti di volo.
Pilota e hostess erano a un passo dal fare il countdown per rincuorarsi.
Si annunciavano 38 minuti molto lunghi.
E molto rumorosi.
Fortunatamente, almeno, non vi erano più altre scarpe destinate a volare da una parte all'altra.
E fortunatamente, se all'indomani tra una fitta e l'altra di mal di testa l'asgardiano fosse riuscito a ricordare qualcosa, Thor avrebbe guadagnato un'importante lezione sul fatto che prima di porre qualsiasi domanda fondamentale era importante rifletterci.
Ovviamente era una speranza vana.
Come quella che 38 minuti passassero in fretta.

“Ooh, strong man! Queen of the balls...”
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Miss Kon