We are about to explode.
Peeta
rimase qualche moment0 a
fissare il muro davanti ai suoi occhi. Non c’era una macchia,
un qualcosa di
diverso dal bianco statico e senza significato in cui i suoi occhi si
immergevano. Spostò freneticamente gli occhi in cerca di una
sbavatura,
un’imperfezione, ma trovo il nulla. Come
nell’arena, quando il suo destino
sembrava essere segnato e come ogni anno,o quasi, solo un vincitore
sarebbe
sopravvissuto. Quando a mezzanotte aveva baciato Katniss e le aveva
detto ci
vediamo a mezzanotte, e poi a mezzanotte l’arena era
scoppiata e lui si era
ritrovato in quella stanza. Così, come nel muro immacolato,
cercava il
particolare, la nota stonata nella melodia. Cosa era potuto accadere?
Le labbra di Katniss erano
calde, tremanti e traboccanti di paura. E se il suo sguardo nel posarsi
l’ultima volta su di lui aveva rivelato pena, sconforto,
colpa, lui non avrebbe
mai potuto accorgersene. Perché negli occhi di lei vedeva
solo la vita, quella
vita che partiva con l’amore e
che si
irradiava nel suo corpo e nella sua anima.
Cento volte ci aveva ripensato,
fissando con disperazione quel muro bianco,e cento volte si era
risposto che
lei non poteva sospettare nulla e che non avrebbe mai potuto
abbandonarlo
volontariamente.
-Spero si sia ripreso,
signor
Mellark. – Peeta avvertì il profumo
di rose prima ancora di sentire la porta
blindata aprirsi. Snow rimase dietro di lui, con le mani dietro la
schiena,
fissando con criticità lo stesso punto su cui gli occhi di
Peeta erano
concentrati.
-Deve credermi, ma non
è stato
piacevole neanche per me fare quello che ho fatto.
–
Non rispose, mentre il profumo
opprimente di rose gli entrava nel naso e la testa cominciava a
martellargli.
-Ma del resto..
– continuò Snow,
spostando la sua attenzione su di lui. – Siamo tutti stati presi in
giro, non
trova? –
Peeta si girò, sentendo una
profonda fitta nella pancia e nel moncherino malmesso. –Ancora per una volta,
presidente Snow, Katniss non era al corr.. –
-Si sbaglia!-
Il labbro gonfiò
di Snow tremolò leggermente prima che il suo viso si
distendesse nuovamente in
un sorriso tirato. –Sia
ragionevole, signor Mellark. Il piano organizzato da
Plutarch era elaborato, e devo ammetterlo, anche originale. Ma se ci
pensa, in
un certo senso prevedibile. –
Snow fece qualche passo in
avanti, osservando la stanza vuota e studiandola, come se potesse
rivelare i
segreti che lo attanagliavano. –Perché la signorina
Everdeen avrebbe dovuto
avvertirla? Del resto, lei è sempre stato il più
carismatico, il più convincente..
lei avrebbe potuto benissimo prendere il suo posto, come fomentatore
delle
masse. E il ruolo dell’innamorata sventurata le stava stretto
ormai, non è
vero?-
Lo schermo sulla parete si
accese nuovamente e comparve l’immagine di Katniss stretta a
Gale. Le loro
labbra si toccarono e Peeta sentì una piccola pressione sul
cuore.
Snow tacque.
Pensava di aver raggiunto il suo
scopo e che ora Peeta si sarebbe buttato ai suoi piedi implorando
perdono e
confessando tutto ciò che sapeva. Ma lui rimase immobile.
Dopo un tempo che
sembrò interminabile, Peeta
scosse la testa. Prima quasi impercettibilmente, poi sempre con
più crescente
convinzione.
-No.
– sentenziò, e Snow seppe
che l’ultimo tentativo era fallito.
-Mi dispiace molto,
signor
Mellark. –sospirò con
drammacità, mentre la porta si apriva e facevano il loro
ingresso dottori e scienziati dai capelli colorati. –Ma lei mi costringe a
prendere decisioni estreme.-
Gli occhi di Peeta saettarono
sui medici che gli serravano le braccia e lo costringevano a stendersi.
-NO! –
urlò, prima che gli
venisse tappata la bocca. “Non ci riuscirete mai!”
Nel giro di qualche secondo
sentì mille punture bucargli la carne e un dolore sordo e
acuto trapassargli il
cuore. Lo legarono, lo picchiarono e lo costrinsero a guardare lo
schermo.
Prima le bacche, strette nella
mano di Katniss e poi nelle sue, poi il Tour della Vittoria, quando nel
distretto 11 l’uomo anziano aveva alzato le tre dita della
mano e tutti
l’avevano seguito. E l’Edizione della Memoria,
quando Katniss lo aveva baciato
e lui aveva avvertito quell’amore cocente e meraviglioso, il
respiro di lei
stretto al suo e le loro mani avide stringersi, ma nella sua testa quel
pensiero stava svanendo e lui cercò per qualche istante di
tenersi aggrappato
al ricordo.
Poi l’immagine di Katniss nello
studio di Caesar Flickerman gli penetrò nel cervello. La sua
figura che
prendeva fuoco e le ali da Ghiandaia Imitatrice che spuntavano nella
sua
schiena. Poi lei prese il volo e si lanciò su di lui,
ringhiando, e prima di
perdere conoscenza Peeta vide i suoi occhi esplodere e avvolgerlo nella
morte.