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Autore: Kitty96    18/12/2013    2 recensioni
Una serata in compagnia, può trasformarsi in una gag comica? Beh, se i protagonisti sono Goku e Vegeta, tutto può succedere!
Dal testo: Dal canto suo, Vegeta si incamminò, con la sua solita camminata annoiata. Si stava ancora chiedendo perché dovesse partecipare ad una stupida festa, quando un oggetto, alla sinistra del marciapiede dove camminava, gli saltò all’occhio. Era davvero curioso, non ne aveva mai visto uno simile e, pensando che fosse l’ultima invenzione di sua moglie, la raccolse e la custodì in una tasca interna della giacca.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goku, Un po' tutti, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una “normale” serata in compagnia

Da quando Majin Bu era stato sconfitto, in tutto il pianeta regnava la pace. Specialmente in primavera, il mondo e i suoi abitanti, rallentavano i propri ritmi, come se rimanessero imprigionati nel lungo sonno invernale, dal quale non volevano più risvegliarsi. La città sembrava un piccolo paradiso, le auto non sfrecciavano come al solito, e persino gli uccellini si rifiutavano di cantare. Tutti erano circondati da un alone di sonno e stanchezza, tutti tranne Chichi, ovviamente.

« Accidenti Goku, da quando ti alleni con Ub, non ti fai mai vedere! Se non per mangiare ovviamente! Io ho una casa da mandare avanti, ha delle spese, abbiamo dei figli da mantenere, e tu passi tutto il giorno allenandoti con quel ragazzo! »

Erano queste, se non simili, le parole che più spesso venivano urlate nella piccola casetta fra i monti Paoz. Eppure, nonostante le urla, Goku sapeva benissimo che la sua Chichina lo avrebbe sempre amato per quello che era, anche se non era mai stato un marito esemplare.

« Ma Chichi, lo sai che se Ub non raggiungerà la massima potenza, non sarà mai in grado di salvare il mondo! » piagnucolò Goku, sapendo che, con le sue scuse, avrebbe solo perso tempo. Sua moglie era davvero la donna più autorevole del pianeta, e, probabilmente, dell’intera galassia.
Inutile dire che Goku, in tutta risposta, ricevette solo una padellata in testa, che gli procurò un piccolo bernoccolo. Anche i saiyan erano sensibili alle padellate.
 
« Svelto, vai a prendere Bulma e la sua famiglia alla Capsule Corporation e i tuoi degni amici sull’isola del genio! Oggi c’è la festa per i diciotto anni di Gohan, se non l’hai dimenticato! »
 
Così, quando ebbe finito di vestirsi in modo “consono” come sua moglie comandava, Goku si diresse tutto festante alla Capsule corporation. D’altronde, erano già le 20.00 ed era ora che la festa iniziasse. Suo figlio era davvero un gran combattente, ma era anche un ragazzo educato, diligente e studioso, tutte qualità che gli avevano fatto più che meritare la festa dei diciotto anni! E poi, Gohan non aveva avuto mai una vera e propria festa, poiché era sempre stato occupato a combattere o a studiare. Così, fra un’elucubrazione e l’altra, Goku raggiunse la grande dimora dalla bizzarra forma a cupola e salutò con allegria i suoi amici, che l’attendevano impazienti sulla soglia di casa.
 
« Heilà Goku! » Risposero in coro Bulma e Trunks, aiutati dalla piccola Bra, che si sforzava di parlare nonostante la giovane età. Vegeta, dal canto suo, rimase in disparte brontolando, chiedendosi perché mai sarebbe dovuto andare ad una stupida festa. Era pur sempre il principe dei saiyan!
 
« Di un po’ Kaharot… -  disse Vegeta ad un tratto, interrompendo i saluti – perché diamine sei venuto ad “onorarci” della tua presenza, quando sappiamo benissimo dove abiti? »
« Vegeta! Sei sempre il solito maleducato! » tuonò Bulma, sotto lo sguardo attonito di Goku e scocciato dei figli.
« Oh no Bulma, Vegeta ha tutti i motivi di chiedermi perché sono qui. Ma la risposta è che non ne ho idea! Chichi mi ha detto di venire, e sono venuto. » disse, grattandosi la nuca, com’era solito fare quando era imbarazzato.
 
In tutta risposta, ricevette un sonoro “Tsk” da parte del principe, seguito da una serie di insulti.
 
« Credo che ci convenga raggiungere il vicolo più vicino prima di partire, non vorrei spaventare nessuno… »
« Ma certo Goku, vieni, seguimi! » disse la scienziata, rivolgendo un’occhiata malvagia al marito.
 
Dal canto suo, Vegeta si incamminò, con la sua solita camminata annoiata.  Si stava ancora chiedendo perché dovesse partecipare ad una stupida festa, quando un oggetto, alla sinistra del marciapiede dove camminava, gli saltò all’occhio. Era davvero curioso, non ne aveva mai visto uno simile e, pensando che fosse l’ultima invenzione di sua moglie, la raccolse e la custodì in una tasca interna della giacca. Avrebbe potuto lasciarla lì, ma sapeva quanto sua moglie fosse gelosa delle sue invenzioni, e tutte le ore trascorse in uno stupido laboratorio, invece di soddisfare il proprio marito, non dovevano andare sprecate. Così, si incamminò nel vicolo indicato dalla moglie, e spiccò il volo in direzione dell’isola del genio. Quando tutta la squadra Z fu convocata, si recarono ai monti Paoz, sicuri che quella sarebbe stata una serata indimenticabile.
Una Chichi raggiante, elegantissima e sorridente, accolse gli ospiti in casa.
 
« Bene, ci siamo tutti! » civettò la corvina.
« Beh, tutti tranne Gohan! Dov’è il nostro ragazzone? » disse Crilin, seguito da un’altra serie di “ già, dov’è? ” dei presenti.
« Ecco, lui non sa che abbiamo organizzato questa festa! E’ convinto che io e suo padre siamo usciti con suo fratello per lasciargli casa libera, e permettergli di passare una bella serata con Videl… »
« Eh eh, guarda un po’ il nostro Gohan, vuole passare una serata “tranquilla” con la sua ragazza! » disse Yamcha maliziosamente, dando una gomitata nella spalla di Oscar, che rideva altrettanto maliziosamente.
 
Non ci mise molto Chichi a prendere una padella, la stessa con cui aveva colpito Goku, e a suonarla in testa ai due maliziosi, che si zittirono e chiesero scusa alla donna.
 
« Stavo dicendo… -disse Chichi guardando Yamcha e Oscar con occhi carichi di ribrezzo – che Gohan voleva trascorrere una bella serata con Videl, perciò l’è andata a prendere. Videl è d’accordo con me sulla festa, perciò al mio segnale giungeranno qui, e noi dovremo urlare un “sorpresa” per il mio Gohan! Sono stata chiara? »
 
Quando ebbe finito, tutti annuirono e si prepararono a nascondersi, spensero le luci e tutto cadde nel silenzio.
 
« Tra poco saranno qui, mi raccomando fate… » Chichi non riuscì a terminare il discorso, che un rumore di chiavi la fece zittire. Era il momento della sorpresa.
 
Non appena Gohan chiuse la porta di casa, un enorme « Sorpresa! » fece capofitto nella casa, e le luci furono di nuovo accese. Un suono di applausi si diffuse rapidamente, anche il principe applaudiva, ma non aveva urlato insieme agli altri, sarebbe stato troppo umiliante per lui.
Tutti circondarono il festeggiato e gli fecero gli auguri. Era davvero emozionato Gohan, non si aspettava una simile sorpresa.
« Buon compleanno Gohan! » gridò la madre, e insieme a lei tutti i presenti.
« Dimmi una cosa Videl! Tu sapevi di tutto questo? » disse il festeggiato, evidentemente sorpreso.
« Ma certo Gohan! » rispose la ragazza,e i due si diedero un tenero bacio a fior di labbra, seguito da una serie di grida molto maliziose e di tanti “evviva”. I due ragazzi diventarono rossi in viso, e dopo quella romantica scena, cominciarono a consegnare i regali.
Ricevette di tutto e di più: da libri a cannocchiali, da fotocamere a computer!
 
« Fratellone, un giorno mi ci fai giocare con questo? » chiese Goten, mentre osservava tutto festante, l’ultimo modello di telescopio.
« Ma certo! » rispose Gohan in modo amorevole.
 
La festa proseguì in allegria per tutti, tranne che per il principe. Si annoiava a stare così a contatto con quei terrestri, ma infondo, si erano dimostrati dei guerrieri valorosi, ed erano la sua unica famiglia. Si stava sistemando la giacca, il principe, quando andò a toccare qualcosa di solido nella tasca interna. Si ricordò di quello strano oggetto rinvenuto a terra, e decise di consegnarlo alla moglie. Aveva voglia di stare in primo piano, e di procurarsi la gratitudine di sua moglie, che lo avrebbe ricompensato a dovere quella sera stessa. Si avvicinò al tavolo centrale, dove erano disposti in cerchio tutti gli ospiti, e poggiò l’oggetto sul tavolo.
 
« Hey, Bulma! Prima vicino cosa ho trovato quest’arnese. Quando costruisci qualcosa, stai più attenta a dove la piazzi! » disse beffardo.
 
Quando tutti si furono girati in direzione del principe, rimasero con gli occhi sgranati. Bulma in primis, diventò viola.
 
« Vegeta, ma come ti salta in mente di portare una pistola in giro! » tuonò Bulma, fissando la pistola in modo sconvolto.
« Cosa posso farci io, se tu perdi tutte le tue cianfrusaglie! »
« Questa pistola non è mia, e con potresti uccidere qualcuno con un arnese simile! »
« E io come diavolo faccio a sapere cos’è questa cosa? »
 
La situazione era caldissima, anzi, rovente, e tutti osservavano attoniti la scena. D’un tratto, Chichi, stufa di quella lite e di avere un arma letale in casa sua, decise di chiarire la faccenda.
 
« Va bene, adesso basta! Vegeta porterà via di qui quella pistola, e tu Goku l’accompagnerai! »
« Che cosa? » risposero in coro i due saiyan più grandi.
« Si Goku, tu accompagnerai Vegeta! Non sia mai detto che io lasci andare via da solo un ospite! » rispose la corvina con rabbia, chiedendosi perché suo marito fosse così stupido.
« Giusto Chichi, ben detto! » disse Bulma.
 
I due saiyan, protestarono a lungo, ma contro le due donne arrabbiate, nessuno sarebbe stato capace di disobbedire. Così, l’uno irritato dalla punta dei piedi fino alla cima dei capelli, l’altro amareggiato dal dover abbandonare la festa del figlio, si diressero verso la città, per trovare un luogo dove buttare l’arnese.
 
« Hey Vegeta – disse Goku – secondo te dove dobbiamo buttarla questa pistola? »
« E io che diamine ne so! »  rispose Vegeta, maledicendosi per aver raccolto quello stupido oggetto da terra. Se fosse stato per lui, avrebbero anche potuto anche buttarlo in mare, ma l’anima pia di Goku, si oppose in tutti i modi. Quello sciocco saiyan era un vero idiota.
Giunsero in centro, e camminarono nella strada più grande, per trovare un cestino dei rifiuti. Passarono di fronte ad un negozio di elettronica, e le enormi tv esposte in vetrina, attirarono Goku come un bambino potrebbe essere attratto dalle caramelle. Vegeta, arrestò la sua camminata, già di per se inutile, e si avvicinò furioso al saiyan più giovane, pronto ad urlargli tutta la rabbia che aveva in corpo.
 
« Goku, si può sapere perché diavol… »
« Shhhh» lo interruppe Goku.
« Ascolta… » proseguì il più giovane dei due.
« Rapinata a mano armata una gioielleria nel centro di Satan city, il rapinatore è sfuggito alla polizia, che è in cerca dell’arma. Il rapinatore, infatti, è stato sorpreso dalle telecamere di sicurezza, mentre si disfava della pistola, ma quest’ultima non è stata rinvenuta nel luogo ripreso. Chiunque abbia notizie, è pregato di rivolgersi alla polizia di Satan city. E ora passiamo alla moda. La modella Kate Toss.. »
« Hai sentito Vegeta! La pistola potrebbe essere del rapinatore, anzi, sicuramente è del rapinatore. A quest’ora la polizia potrebbe già essere sulle tue tracce! » urlò Goku in preda al panico.
« E allora? Qual è il problema? Sono un saiyan se lo ricordi, e potrei uccidere tutti i terrestri del pianeta con un colpo solo, se lo volessi. »
« Non puoi uccidere nessuno Vegeta, noi dobbiamo disfarci di questa pistola, e alla svelta anche! »
 
Così facendo, Goku prese la pistola, e la gettò nel cassonetto vicino. Nessuno sarebbe morto per mezzo di nessuno. Sapeva che Vegeta era cambiato e non uccideva più nessuno, ma non sapeva cosa aspettarsi da quella testa matta.
 
« Ecco fatto. Adesso possiamo tornare a casa! » disse Goku.
 
Così, spiccarono il volo in direzione dei monti Paoz ma, pochi secondi di volo dopo, Goku sentì le sirene della polizia suonare a gran forza. Vide le auto della polizia rincorrere un’altra auto più scura. Degli agenti col megafono, ordinavano al conducente dell’auto di fermarsi, ma l’uomo no ne voleva sapere, e accelerava sempre più. Allora, Goku pensò che potesse trattarsi del rapinatore, e scese in picchiata sull’auto incriminata, beccandosi da Vegeta una serie d’insulti. Il principe, dal canto suo, era già stufo di quella situazione, ma si sentì in dovere di aiutare Goku, d’altronde la causa di quei guai era in parte sua. Se avesse lasciato la pistola dove si trovava, la polizia avrebbe smascherato il rapinatore in quattro e quattr’otto. Così, anche il principe scese in picchiata sulla città, atterrando proprio sull’auto “nemica”, insieme a Goku.
 
« Sapeva che mi avresti aiutato Vegeta! » urlò Goku, e in tutta risposta ricevette solo dei brontolii.
 
Con un colpo secco, Vegeta ruppe il motore dell’auto, facendo rimanere integra solo la carcassa dell’auto dov’era seduto il guidatore. Il rapinatore, sgranò gli occhi alla vista di Vegeta, e frenò all’istante, ma fu inutile, il suo mezzo di trasporto era irrimediabilmente danneggiato. Così l’auto fu raggiunta dagli agenti di polizia, e il rapinatore fu assicurato alla legge.
 
« Grazie ragazzi! » disse il comandante di polizia, rivolgendo ai due saiyan un sorriso soddisfatto.
« Si figuri agente! La pistola dell’uomo è nascosta in un cassonetto a pochi metri da qui. » disse Goku ridendo.
 
I due saiyan ritornarono sui monti Paoz, dove furono sommersi da migliaia di domande. Inutile dire che Vegeta si limitò a brontolare, e a chiedersi perché fosse sorto in lui quell’inutile senso di giustizia.
Goku, invece, raccontò il tutto nei minimi dettagli, non nascondendo nemmeno l’intervento del principe. Tutti rimasero a bocca aperta, e constatarono felici che Vegeta era diventato uno di loro a tutti gli effetti.
 
« Che dire ragazzi! Avete passato una serata davvero movimentata! » disse Crilin allegramente.
La sua esclamazione fu seguita da una serie di risate, eccetto il principe, che dal suo angolino non smise un momento di brontolare, se non quando, Bulma gli rivolse un tenero sorriso. A quel gesto, il principe non poté fare a meno di sorridere anch’egli. Infondo, fare una buona azione, non era così tanto male.
 
Fine

 

  
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