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Autore: Kirijava    15/05/2008    0 recensioni
Un prigioniero nella sua cella riflette sulla sua triste sorte. Piccola storia/sketch che fa riflettere su ciò che facciamo per procurarci da vivere. Enjoy!
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Il pirata se ne stava accucciato nella sua cella, guardando con occhi da pesce il pezzo di carta che aveva in mano.
Un luccichio di acqua stagnante si rifletteva nella prigione, assieme a un lento respiro di agonia che proveniva da una botola di scarico posta al centro della stanza. Volse lo sguardo verso il cielo di pietra e cemento, contemplando le fratture, simili a piccole riproduzioni delle costellazioni boreali.
Ecco la stella polare, quel piccolo buco dove uno scarafaggio pigro e gonfio dal troppo cibo sbucava lentamente, anch’esso dotato di una luminosità riflessa, pallida replica della luna.

Il pirata se ne stava così a riflettere, a volte scaccolandosi il naso e pulendosi le dita sugli abiti luridi, cenciosi e incrostati di salsedine.
E d’improvviso rise, roco, un suono che scosse le pareti della cella, così poco abituate a sentire l’allegria tradotta in versi. Il grosso scarafaggio si rifugiò, spaventato, nel suo buco e li vi rimase a occhieggiare malignamente verso il vecchio pirata, come se ben conoscesse la pazzia del condannato. Sarebbe venuto il suo momento di divoragli il petto nel sonno della morte.

L’uomo si alzò, e cominciò a passeggiare nervosamente sul pavimento freddo, nero come l’alabastro, volgendo nervosamente lo sguardo alla porta della cella, sempre mormorando di cose obliate nella lunga notte della prigione.

Un rumore prima tenue e via via più fioco si avvicinava, un rumore strisciante, che nulla aveva a che fare con la terra. Era più uno strusciare di pinne l’una con l’altra, di pelle squamosa abissale.
Un grosso pesce comparve dinnanzi alle sbarre. Era un barracuda, e indossava un berretto da guardia carceraria. Nella pinna destra teneva un manganello di corallo rosso.
“E’ ora!” garrì con una voce stridula, e il pirata potè giurare che sorrideva maligno, seppur non possedesse labbra.
Il pirata volse un ultimo sguardo alla cella, e sospirò. Venne ammanettato dal pesce e trascinato lungo il corridoio.

Gettò via il pezzo di carta, che riposò inerte sul pavimento. Questa volta fu lo scarafaggio a ridere fortissimo e a lungo, ma nessuno comunque lo sentì.


Percorrendo il lungo passaggio che lo conduceva al suo destino, Capitan Findus, terrore dei Sette Mari, sorrise leggermente sotto la barba e pensò “Per la barba di Nettuno, sapevo che quei bastoncini sarebbero stati la mia morte!”
  
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