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Autore: Netmine    18/12/2013    8 recensioni
CONTIENE SPOILER PER CHI NON HA LETTO LA SAGA
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sento dei passi per le scale, mi distendo a letto e mi porto le spesse coperte fin sopra le orecchie. La mamma entra in camera e si siede sul bordo del mio letto tocccandomi leggermente i capelli "Prim, piccola mia?" mi giro su un fianco e mi stropiccio gli occhi, voglio che lei canti per me, mi piace quando lo fa. Mi seggo sul letto dandole le spalle e lei inizia a spazzolarmi i capelli, intonando una canzone malinconica. 
Dopo avermi raccolto i capelli in una treccia - anche lei li portava così un tempo... O almeno così dicono a scuola. La prima volta che mi feci una treccia alla signorina  Cartwright, la mia maestra, si riempirono gli occhi di lacrime - mi prende per mano "Vieni con me, piccola, io e papà abbiamo qualcosa da mostrarti". La sua mano è più fredda del solito e la sua voce si rompe prima che riesca a finire la frase.
Nel salotto, di fronte al camino acceso, mio padre è seduto su una poltrona e tiene un grosso libro in grembo, uno di quelli che non mi era permesso aprire. Il suo viso è contorto in una smorfia di dolore e le sue mani sono serrate convulsamente intorno alla pelle del libro. Quando mamma gli si avvicina e poggia una mano sulla sua, la tensione sembra abbandonare il suo corpo e sul suo volto sboccia un bellissimo sorriso "Buongiorno piccola mia, sai che giorno è oggi?" Si, lo so. Oggi è il giorno della memoria. Ogni anno, in questo giorno, a tutti i ragazzini che sono arrivati in quinta elementare viene mostrato un filmato sugli Hunger Games, per non far dimenticare quello che i nostri distretti hanno patito. Annuisco. 
"Bene" papà sospira e mamma stringe la mano sulla sua per dargli forza. Alza gli occhi per incontrare quelli di mamma "Vedi, Prim, io e tua madre abbiamo partecipato agli Hunger Games..." rimane un po' in silenzio, non so se per riordinare i suoi pensieri o per dare il tempo a me di incassare il colpo ma, anche se io sapevo già tutto da tempo. In ogni caso, resto in silenzio e aspetto che vada avanti. Scorre le dita sulla morbida pelle del libro. "Di preciso ai settantaquattresimi Hunger Games, i penultimi. Tua madre e io avevamo sedici anni e lei si offrì volontaria al posto di tua zia: Primrose Everdeen" Mi si mozza il fiato. Non sapevo che si fosse offerta volontaria. Alzo lo sguardo verso di lei come per dirle 'Sei stata coraggiosa, mamma'. Sento mio padre inspirare a pieni polmoni "Io ero innamorato di lei sin dall'inizio e, quando mi chiamarono, mi crollò il mondo addosso pensando che per sopravvivere l'avrei dovuta uccidere. Ma non l'avrei mai fatto, non avrei potuto togliere la vita alla ragazzina più incantevole che avessi mai incontrato e così feci di tutto per farci piacere al pubblico e per proteggerla. Anche se all'inizio lei non apprezzò molto" il suo tono ora è scherzoso e mamma soffoca una risata mentre gli da un pugnetto su una spalla, sembrano essere tornati due ragazzini "Mi sembra di essermi scusata per averti scaraventato contro un vaso!" Sorrido anche io. Si, quella è una cosa che mia madre potrebbe aver fatto. "Ma, quando ci dissero che quell'anno avrebbero incoronato due vincitori, purché venissero dallo stesso distretto, lei mi venne a cercare e iniziò a sua volta a proteggermi, quello fu l'inizio di tutti i problemi" papà inizia a raccontare di quando lui si era alleato con il gruppo dei favoriti, di come mamma aveva tentato di ucciderlo e di come l'aveva ritrovato e curato, dovendo anche stordirlo per potergli procurare delle medicine. Mi racconta anche di una ragazzina del distretto 11, una certa Rue, alla quale la mamma si era affezionata molto durante i giochi. Mentre lo racconta, sento delle gocce calde cadermi sulla testa. "Così arrivammo alla fine degli Hunger Games, ma non apparve nessun hovercraft. E poi la sentimmo, la voce che revocava tutto, che condannava uno dei due alla morte. Tentai di convincere tua madre ad uccidermi per tornare a casa dalla sua famiglia, ma lei non lo volle fare. Prese i morsi della notte e li divise a metà. Una per me e una per lei. Iniziammo a contare, probabilmente nessuno credeva che l'avremmo davvero fatto, ma quando le bacche sfiorarono le nostre labbra la voce ci fermò e ci proclamò vincitori. Per la prima volta nella storia degli Hunger Games ci furono due vincitori e fu tutto grazie alla testa dura di tua madre" le si avvicina e le sfiora le labbra con un bacio leggero "Ma per noi gli Hunger Games non erano finiti" inizia a raccontarmi dei mesi successivi, dell'annuncio dell'Edizione della Memoria e di come si erano trovati di nuovo nell'arena, di come era nato il loro bisogno reciproco e il principio dell'amore che li unisce oggi. Quando parla della perla che le ha regalato l'ultima notte nell'arena porto le mani alla catenella che tengo da sempre al collo. Mi sorride "Si, piccina, la perla che ora porti tu". Si mette un po' più indietro sulla poltrona e inizia a parlare mamma "Io quasi mi uccisi distruggendo il campo di forza che delimitava l'arena, ma i ribelli erano già pronti a portarmi fuori... Ma non presero lui, perché noi ci eravamo allontanati... E io credetti davvero di averlo perso per sempre. Venni trasportata nel distretto 13 insieme a Beetee e Finnick Odair - non fare quella faccia confusa, tra poco saprai chi è Finnick e non potrai non amarlo - mentre Peeta e Johanna vennero portati a Capitol City e torturati" comincia a raccontarmi della sua decisione di diventare la Ghiandaia Imitatrice, di come aveva visto aggravarsi le condizioni di papà e di come lui aveva salvato il distretto 13. Di come erano riusciti a salvarlo e di come lui aveva tentato di strangolarla credendo che lei fosse un ibrido... Tutto questo mi sembra strano, non credo che qualcuno possa essere sopravvissuto a tutto questo eppure loro ce l'hanno fatta perché non sono mai stati soli. Di tanto in tanto rabbrividisco, mentre le sue parole si fanno spazio nella mia mente e trovo le braccia dei miei genitori a circondarmi e le loro voci a rassicurarmi.
Mamma finisce il suo racconto e sprofonda nella poltrona mentre papà la circonda con le braccia e la stringe a sé "Prim" ora a parlare è papà, ha ancora in grembo il libro "Potrai prenderlo ogni volta che vorrai, ora sei abbastanza grande da poter capire. Ti chiedo solo non mostrarlo a tuo fratello." Annuisco e prendo il libro. Inizio a sfogliarlo, i disegni sono fatti da papà e la grafia è in gran parte di mamma, anche se ce n'è una molto disordinata che non riesco a riconoscere. Leggo con attenzione le storie di Rue, di Finnick e di Prim. Piango mentre leggo della morte di mia zia. Anche se non l'ho conosciuta, in quelle pagine c'è tutto l'amore che mamma provava per lei e non riesco a non amarla anche io. Mi chiedo come possano avermi dato il suo nome, lei era così importante per la mamma... Lei era così forte e coraggiosa... Così altruista e buona... Sollevo il viso dalla pagina con le lacrime che ancora mi rigano il viso "Non sono mai stata così orgogliosa del mio nome" la mamma sorride, raggiante, mentre una lacrima lotta per scivolare lungo la sua guancia. Non l'ho mai vista così felice. "E noi non siamo mai stati tanto orgogliosi di te" dice papà, mentre mi invita ad unirmi al loro abbraccio.
   
 
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