Queste del cavalier Zelgadiss son le nobili imprese
Intrepide e valorose, ma non mancaron le sorprese
Egli la notte giusta attendeva da qualche anno
Ma quando giunse scoprí che il suo destriero era in affanno

Già da tempo egli rimirava in silenzio la sua dama
Lei inconsapevole rifulgeva, e il ventre di lui bruciava
Giá stentava a dichiarare il suo amore
Figurarsi ad ostentare il suo ardore

Giunse infine la notte fortunata
Lei si avvicinò, seducente ed accaldata
E quando lui le chiese se il proprio corpo non la repellesse
Lei maliziosa affermò che la pietra aumentava il suo interesse

Eppur, anche se il desiderio abbondava
Del nostro fier cavaliere il destriero non ingranava
A dispetto infatti della consistenza esteriore
Non riusciva a conservare l'ottimale turgore !

Quando lei si allontanó piangente
Nel timore dell'essere poco attraente
Alla chimera il mondo crolló addosso
E pregò che qualcuno lo aiutasse a smuovore il suo colosso.

Dal nulla, come spesso accade
La fata turchina apparve, come nelle fiabe
Di certo di fatucchiera non aveva le sembianze
Ma con le sue parole forní alla chimera buone speranze

"Ho la soluzione al tuo problema" disse sornione
"Potremmo insieme realizzare una pozione"
E quando la chimera pretese di conoscer la ricetta seco
L'altro cripticamente sorrise: era un segreto.

E trangugiata la pozione,
Il nostro prode corse dal suo amore
Ma proprio mentre il momento si apprestava
Sempre di piú il destriero arrancava

Al ripetersi della triste esperienza
la principessa perse la pazienza
"Cos'ho che non va, non sono attraente?"
Pensó lui "Non è quello, é che sono impotente!"

Riapparve Xelloss per magia
Innescando nuovamente la litania
Perchè non si smuove, perché non decolla
C'é forse qualcosa che a terra lo accolla?

La stirpe dei Mazoku di certo non sconosceva
Di questi problemi, che il nostro prode aveva
Maschio o femmina, non aveva importanza
Un vero Mazoku non perde mai la prestanza.

Il nostro eroe cedette all'ammissione
Avrebbe trascorso la vita senza passione
Nel sonno scivoló in un istante
Speranzoso di ritrovare per la sua vita un sestante.

Poco lontano la principessa piangeva lacrime amare
Di chi ha un languore che non può soddisfare
La migliore amica dai ramati capelli
Si avvicinó per sapere quali fossero gli orpelli.

E quando Amelia le svelò il tutto
La perfida Lina Inverse rise di gusto.
"Che hai da ridere, è una tragedia"
Pianse la ragazza per la chimeresca inedia.

"Beh, di certo in queste cose non eccello di esperienza"
Ammise la maga in merito alla sua astinenza
"Ma da quel poco che ho potuto osservare
Agli uomini piace farsi maltrattare!"

La principessa si specchió perplessa
Strizzata dentro le cuoiate vesta
E mentre Lina soddisfatta ammiccava
Ancor piú perplessa il suo frustino dimenava

Da Zelgadiss si recò con fermezza funesta
Sotto le sue lenzuola si infiló lesta
"Ora praticheremo quest'atto d'amore
Tu sarai mio con tanto furore!"

Ma di certo abbondó con la lena
Lui ne uscí dolorante suppur la pelle fosse di pietra
Lei si allontanó in preda ad un ininterrotto pianto
Per l'ennesima volta nessuno dei due era soddisfatto.

Nel cuore della notte la chimera vagó
E l'amico biondino casualmente incroció
Riluttante a confessare per l'ennesima volta il problema
Convinto che con lo spadaccino non ne valesse la pena

Ma il buon Gourry per una volta lo stupì
Sorridendo e con parole semplici lo rabboní
"Non manca amore, non manca passione
Il problema é che per il tuo corpo non hai accettazione

Se per lei fossi tanto repellente
Di certo per te non sarebbe stata bollente
Ora va, cercala ancora,
Non aspettare che arrivi l'aurora"

Quando Zel si allontanò con questa indicazione
Lina Inverse fece capolino con stupore
"Caro spadaccino dal cervello di gelatina,
Voglio possederti fino a domattina"

E mentre i due affondavano in un prato
Zelgadiss cercava la sua bella, illuminato
Libero finalmente dal timore che lo attanagliava
Desideroso solo di stringerla e dirle che l'amava.

Ancora conciata da reginetta sadomaso
La ragazzina singhiozzava con il moccio al naso
Ma quando lui la strinse al suo petto
Decise che abbandonare il frustino sarebbe stato perfetto

Poi finalmente galopparono a iosa
In terre selvagge ed inesplorate senza posa
Polvere di stelle, alti punti dell'universo
Il vero amore non puó essere diverso

E mentre le due coppie felici si attorcigliavano
I motivi di divertimento del Mazoku si disfavano
Insoddisfatto della rigenerata armonia
Decise che era il momento di andarsene via

E per sapere se in quella notte incontrò soddisfazione
Beh, dovrete aspettare la prossima canzone.