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Autore: I Will Be a SMILER    18/12/2013    0 recensioni
"Mi rendo conto che la mia vita è appena iniziata: ma so compiendo un viaggio incredibile ad una velocità supersonica. Per questo ho deciso di piantare una bandierina a questo punto del mio cammino; un segnale per ricordare questo giro di boa prima che la sua immagine sbiadisca mentre io procedo per la mia strada."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sapete quando succedono quelle cose che non vi sareste mai aspettati che accadessero?

Ecco. Qualche anno fa,mi capitò proprio una di quelle cose.

Spero abbiate voglia di ascoltarmi,perciò mettetevi comodi e rimanete in mia compagnia per un po'.

Allora avevo solo 12 anni e frequentavo la prima media. Io e i miei genitori vivevano in una grande casa a Los Angeles ma siamo originari del Tennessee. Ci trasferimmo a Los Angeles a causa della carriera da cantante di mio padre. Purtroppo a causa dei tour lui era sempre fuori casa e quindi non aveva molto tempo a disposizione per dedicarsi alla famiglia. Ah si,che sbadata non vi ho detto chi è il mio papà! Lui è Billy Ray Cyrus,cantante country di successo. Io Amo mio padre. Lui è un grand'uomo,il mio grande uomo. Da piccola,mi soprannominava sempre 'Bocciolo'! Diceva che ero il suo piccolo Bocciolo! Ora ditemi,come non amare un padre cosi? Ha fatto tanto per me e non smetterò mai di ringraziarlo. Grazie a lui ho conosciuto un mondo del tutto nuovo in confronto al mio. Mi ha insegnato tante cose. Mi ha insegnato ad essere sempre gentile con gli altri,ad andare sempre avanti nonostante le difficoltà che avrei potuto incontrare durante il mio percorso,mi ha insegnato ad Amare.

L'altro grande uomo della mia vita,era il mio nonnino! Per meglio dire,lui era il mio migliore amico,il mio confidente,il mio Eroe! Lui fu l'unico uomo a cui apparteneva la chiave del mio cuore,l'unico uomo che non smetterò mai di Amare.

Alla mia famiglia devo moltissimo. Loro mi hanno sostenuto e continuano a sostenermi in questa meravigliosa avventura che sto vivendo.

Tutto cominciò quando lasciammo il Tennessee e ci trasferimmo a Los Angeles. Io ancora non lo sapevo ma di li a poco la mia vita sarebbe cambiata. I primi tempi a Los Angeles furono piuttosto duri e dunque,ciò che riempiva le mie giornate erano i pomeriggi trascorsi con la mia famiglia,la squadra delle cheerleader e il tempo passato a ricordare la vita vissuta in fattoria poco prima.

Le mie giornate nella nuova città risultavano piuttosto noiose a causa del mio mancato adattamento a quell'ambiente. Non capita tutti i giorni di trasferirmi da un piccolo paese di campagna ad una grande città no?

Ovviamente,avendo lasciato la mia vecchia scuola nel Tennessee,dovetti trasferirmi in una nuova scuola. E principalmente i miei problemi cominciarono da li. Ho subito capito di non essere molto simpatica agli occhi delle ragazzine di città; Infatti,mi sentii presa di mira.

Sapevo che i primi giorni di scuola erano quelli in cui si instaurano nuovi equilibri,si conoscono gli insegnanti,ci si fanno nuovi amici e si valuta se i vestiti comprati per presentarsi a scuola sono accettabili o del tutto fuori luogo. In poche parole,il periodo d'inizio anno è la fase in cui i tipi cool si mettono con i tipi cool,i secchioni con i secchioni e tutti gli altri che si trovano a metà tra i due gruppi,giungono alla conclusione che la cosa migliore da fare è cercare di sopravvivere nel migliore dei modi. Anche se sapevo che sarebbe stata abbastanza dura,non potevo perdere quella fase o rischiavo di diventare un'emarginata,anzi,una sfigata!

Non mi aspettavo che una volta tornata a scuola mi sarebbe bastato presentarmi per essere accettata.

La fattoria del Tennessee dove vivevamo era piuttosto isolata e non c'erano vicini di casa giovani con cui potessi fare amicizia. Perciò sono cresciuta giocando con i miei fratelli e le mie sorelle. Ma mi sentivo a mio agio anche uscendo con i miei genitori o con i loro amici.

Sono sempre stata una bambina fin troppo piena di energia e ciò,non mi era molto d'aiuto: per me era impossibile stare ferma e seduta a concentrarmi ore e ore di fila,cosi non sapevano bene come dovevano trattarmi. Non volevo assolutamente mancare di rispetto, ma proprio non riuscivo a star ferma. Mi ricordo che il primo giorno di scuola,la maestra mi aveva minacciato di mettermi in punizione se solo avessi detto ancora una parola. Allora mi girai verso un mio compagno e gli sussurrai.”Ancora una parola!” Apriti cielo! Finii dritta in punizione. Per aver sussurrato,il primo giorno di scuola. Fortunatamente la maestra non capii bene cosa avevo detto,altrimenti chissà cosa avrebbe fatto! A scuola volevo far vedere a tutti quanti chi ero,volevo affermare la mia personalità e non me ne vergognavo affatto: avevo davvero tante cose da dire.

Di solito la maggior parte degli studenti ha paura di non essere accettata dagli altri,io invece mi preoccupavo quando non riuscivo ad emergere: volevo sentirmi unica,eccentrica,diversa. Accadde che per un periodo di due settimane mi assentai alle lezioni a causa di un malore. Quando feci ritorno a scuola,i miei compagni sembravo felici di rivedermi e pensai che la mia vita fosse tornata alla normalità. Mi ero preoccupata per niente: tutto è bene quel che finisce bene,mi dissi.

E invece,giorno dopo giorno,capii che mi sbagliavo. Io e una delle mie migliori amiche,avevamo iniziato ad avvicinarci ad un gruppo di ragazze della nostra classe. Non sapevo ben dire cosa ci piaceva di loro o di quel gruppo e ad essere sincera,non saprei dirlo nemmeno adesso. Sapevamo solo che,per qualche strano motivo,quello era il gruppo di cui volevamo entrare a far parte. Il primo segnale che qualcosa non andava,era quasi impercettibile. Eravamo tutte in piedi di fronte ai nostri armadietti,dopo una lezione di Matematica. Io feci una battuta,e la leader del gruppo (io e la mia amica la soprannominammo RP ovvero Ragazza Perfida) fece una smorfia alzando gli occhi al cielo. Tutto li,un gesto durato un secondo. Ma in prima media anche il dettaglio più insignificante significa qualcosa. E io come reagii? In nessun modo,ovviamente. Se avessi reagito dicendo esplicitamente qualcosa del tipo:” che vorresti dire con quella faccia?” RP avrebbe risposto con indifferenza:” quale faccia? Non capisco!” e mi avrebbe umiliata davanti a tutti,cosa che odio più di ogni altra. Perciò feci finta di nulla e cercai di dimenticarmene. Nonostante io fossi indifferente,nuovi segnali continuavano ad arrivare. Qualche giorno dopo quell'episodio,in mensa,quando appoggiai il vassoio mi sembrò di sentire qualcuno che brontolava. Che strano. La settimana successiva mi presentai a scuola con un giacchetto di jeans nuovo ed esclamai:” mi piace come sono vestita oggi!” Una delle ragazze del gruppo disse con un tocco di ironia:”Ah,veramente?” Poi mi lanciò uno sguardo che mi lasciò a dir posso secca. Adesso so che non ero paranoica,ma semplicemente un'esclusa. Come mai le mie “ Amiche” se la prendevano con me?

Non ne avevo proprio idea. Vita sociale da prima media: Benvenuta All'Inferno.

  
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