Su una cosa erano tutti concordi, nel Seirin: se qualcuno avrebbe potuto essere la “madre” di quei scalmanati ragazzi era sicuramente Mitobe.
“E, ancora, il “padre” sarebbe di sicuro Teppei! Tu cosa ne pensi, Mitobe?”
Il ragazzo silenzioso annuì, trovando che come scelta fosse la più azzeccata: lui che si prendeva cura di tutti e Teppei che proteggeva quella stramba e scombinata famiglia.
Koganei invece sospirò quasi deluso.
“Vorresti dirmi che io sono “l'amante” della mamma? Manco fossimo in un film!”
Mitobe lo guardò negli occhi, senza ovviamente rispondergli. Ma a Koganei bastò solo quello per fargli comprendere che, in fondo, nella parola “padre” non c'è traccia di amore.
Note.
Ho altre cose da scrivere ma non stando benissimo in questi giorni mi sono dedicata a una cosa piccina picciò assolutamente senza pretese.
Li shippo molto segretamente questi due. E l'idea era abbastanza tenera per non usarla, in fondo.