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Autore: telesette    19/12/2013    3 recensioni
Insomma, non era soltanto una faccenda ridicola, quanto piuttosto un equivoco assai imbarazzante, e Ryoga si vergognava di dire a Ukyo che quegli uomini l'avevano semplicemente scambiata per la sua... ragazza!
Genere: Demenziale, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ryoga Hibiki, Ukyo Kuonji
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'equivoco
( immagini tratte da internet )

 

- Ma... Ma che razza di... Che diavolo significa questo?

Ryoga era appena tornato al ristorante di Ukyo, dove si era smarrito precedentemente nel cercare la dimora dei Tendo, per trovarsi davanti la porta sfondata e un biglietto con un messaggio...

- "Abbiamo la tua ragazza in ostaggio e, se vuoi rivederla viva, ti conviene venire da solo al luogo indicato"... Ma che ragazza e ragazza d'egitto ?!?

Improvvisamente Ryoga riconobbe il tange in fondo al messaggio: lo stemma dell'Onorata Società Ryakukigi ( un clan mafioso locale con cui, purtroppo, aveva avuto occasione di menare le mani tempo fa ).
Per quanto ottuso, una volta messi assieme simbolo e messaggio, non gli ci volle molto per capire cosa doveva essere successo.
Evidentemente quelle carogne ce l'avevano con lui, per il modo in cui aveva praticamente annientato quattro dei loro a suon di sberle, e dovevano averlo fatto pedinare... cosa non molto facile, visti i suoi eterni vagabondaggi in giro per il mondo. Ma la cosa più incredibile era che, vedendolo più volte intrattenersi a parlare con Ukyo ( non sapendo che, in realtà, le stesse solo chiedendo come arrivare a casa dei Tendo ), dovevano aver pensato che LEI fosse la sua ragazza o qualcosa del genere.
Un equivoco veramente assurdo!

- Ma questa è follìa pura - esclamò il ragazzo furioso. - Che cosa intendono farle?

Ryoga si figurò mentalmente l'immagine di Ukyo.
Anche se non potevano definirsi propriamente "amici", essendosi più che altro incontrati in circostanze del tutto casuali, entrambi comunque avevano avuto modo di stringere una reciproca simpatìa. Ukyo Kuonji si era sempre mostrata piuttosto gentile con lui, mostrandogli rispetto e solidarietà in varie occasioni, e Ryoga non poteva certo lasciare nei guai una ragazza gentile come lei.
Oltretutto per colpa di un malaugurato equivoco.
La povera Ukyo era stata aggredita nel proprio locale, rapita e forse anche ferita, e ora si ritrovava nelle mani di un gruppo di criminali senza scrupoli. La sola idea era intollerabile, per un giovane giusto e di buon cuore come Ryoga, ed un simile atto spregevole richiedeva un intervento immediato per sottrarla dalle grinfie dei suoi rapitori...

***

- Ehi, telesette, dico a te!
- Ehm, dimmi Ryoga, cosa c'è?
- Guarda, di tutte le cavolate che hai scritto, questa fa veramente pena... Si può sapere che cavolo t'è venuto in mente di fare ?!?

Il gesto inequivocabile di Ryoga Hibiki, col dito medio sollevato, lasciava intendere fin troppo bene tutto il suo disprezzo verso questa fanfiction.
Evidentemente l'idea non pareva soddisfarlo granché.

- Scu... scusa - mormorai. - Non pensavo che l'avresti presa così, vo... volevo solo scrivere una storiellina su RANMA 1/2, mi siete venuti in mente tu e Ukyo e allora...
- E allora ringrazia la Takahashi, che sono solo un personaggio disegnato, sennò a quest'ora t'avevo già sistemato a modo mio!
- Beh, non per contraddirti ma... Ecco, sì insomma, Ukyo è ancora in mano a quelli del Ryakukigi... Vuoi andare a salvarla, o no?
- Per forza - sbottò Ryoga furioso. - Dal momento che mi trovo in una delle tue fanfiction assurde, non vedo altra soluzione... Resta inteso però che, con te, i conti li faccio dopo!
- GLOM...

***

Non potendo permettersi il lusso di perdersi strada facendo, il povero Ryoga dovette fermarsi a chiedere informazioni ogni pié sospinto, per rimanere nella direzione giusta. Purtroppo, dati i suoi soliti problemi con l'orientamento, non aveva altra scelta che tenere ben alto davanti a sé il punto segnato sulla cartina... seguendo il dito caritatevole dei passanti, di marciapiede in marciapiede.

- Scusate, vado bene per questo indirizzo?
- Sì, devi solo fare il giro dell'isolato, sei praticamente arrivato!
- Scusate, sapete dirmi dove?
- E' proprio di fronte, guarda!
- Per cortesia, cerco questo indirizzo, sapete dov'è?
- Ce l'hai davanti, figliolo, è subito girato l'angolo!
- Mi scusi, un'informazione...
- MA SEI CIECO, INSOMMA ?!?

E con l'ausilio di venti braccia diverse, tutte ad indicare il medesimo portone davanti ai suoi occhi ( con tanto di insegna! ), finalmente Ryoga ebbe per così dire "l'intuizione" di aver trovato proprio la sede che andava cercando.
Senza nemmeno fermarsi a bussare, dopo aver letteralmente sfondato l'ingresso col suo pesantissimo ombrello in acciaio, Ryoga cominciò a pestare di santa ragione uno per uno tutti gli uomini del Ryakukigi. Dopo aver implorato pietà almeno centodiciassette volte ciascuno, tra ematomi e bernoccoli vari, i temibili Yakuza si arresero definitivamente e rilasciarono libera la ragazza che avevano rapito.

- Era ora, accidenti - fece Ryoga spazientito, menando altri colpi col suo micidiale ombrello. - Quanto ci vuole, per farvi entrare il concetto in quelle vostre testacce bacate?
- Basta, ti supplico - gemette il povero capoclan, la faccia gonfia di botte in modo allucinante. - Ci hai già massacrati, non infierire...
- Che vi serva di lezione - tagliò corto lui. - E guai a voi, se ci riprovate... Sono stato chiaro ?!?
- Limpidooo - risposero gli Yakuza, emettendo più che altro un lungo pietosissimo rantolo, e raccantando  ognuno i propri denti sparsi per tutto il pavimento.

Appena fuori dall'edificio, invece di assicurarsi che lei stesse bene, Ryoga si mise a brontolare come mai una ragazza forte come lei si fosse lasciata catturare da simili incapaci.
Di fronte al suo tono sgarbato, Ukyo si mostrò chiaramente offesa.

- Cosa credi, bestione? - esclamò. - Non è stato certo un piacere, quando mi sono vista entrare quei farabutti per farmi a pezzi il locale!
- Avresti potuto sistemarli, no?
- Infatti... se non avessero tirato fuori le pistole, GENIO CHE NON SEI ALTRO !!!

Ryoga tacque.
Non era da lui rivolgersi in modo così villano ad una fanciulla, specie considerato che era andato apposta da quelli del Ryakukigi per liberarla.
In fin dei conti, era anche colpa sua, visto come aveva avuto origine l'equivoco. Se costoro non avessero preso Ukyo per la sua "fidanzata", non sarebbe successo proprio niente... Ryoga non poteva proprio rinfacciarle niente, anzi, avrebbe dovuto chinare lo sguardo e chiederle scusa in ginocchio, per tutto il disagio che le era derivato dalla spiacevole situazione.
Il fatto era che, per quanto forte e inarrestabile in combattimento, Ryoga Hibiki aveva un grosso punto debole: quello di essere terribilmente timido con le ragazze!

- Sc... Scusami - mormorò. - Non... Non potevo saperlo, mi dispiace, ti prego di accettare le mie scuse...
- Ah, lascia perdere - sospirò Ukyo. - In fin dei conti, non è successo niente di grave: avevo già chiuso il locale per oggi... Solo, mi pacerebbe capire che cosa volevano da me?

Ryoga sussultò.
Spiegarle la situazione, così come era nato l'equivoco, significava toccare un tasto estremamente delicato. Lui era innamorato di Akane Tendo, mentre Ukyo non aveva occhi che per Ranma Saotome, e il fatto che qualcuno potesse anche solo "pensare" che loro...
Insomma, non era soltanto una faccenda ridicola, quanto piuttosto un equivoco assai imbarazzante, e Ryoga si vergognava di dire a Ukyo che quegli uomini l'avevano semplicemente scambiata per la sua... ragazza!
Tuttavia non trovava giusto neppure mentirle perciò, sia pure rosso in viso come un peperone, spiegò brevemente a Ukyo com'erano andate le cose.

- Eh ?!?

Ukyo sbarrò semplicemente gli occhi.
Davvero quelli del Ryakukigi avevano pensato che lui...
che lei...
che LORO...
Solo a sentire una simile ipotesi, Ukyo sentì le spatole scivolarle via dalle mani.
La fidanzata di Ryoga Hibiki ?!?
Non fosse stato per lo stupore disarmante, senza dubbio si sarebbe messa a ridere a crepapelle. Invece, pur senza capire bene perché, non ci trovava assolutamente niente di buffo.
Certo Ryoga NON era Ranma, questo era un dato di fatto, ma non era neppure un motivo per disprezzarlo come ragazzo. In fin dei conti anche lui era un giovanotto piuttosto carino, forte nelle qualità così come nei difetti, e non fosse stato per quel suo chiodo fisso per Akane magari...
No, impossibile!
Ukyo scacciò subito l'idea dalla mente, mormorando tra sé quanto fosse assurda, ciononostante non riusciva quasi a staccare gli occhi da quelli di Ryoga.

- La colpa di quanto è successo è solo ed unicamente mia!

Ryoga chinò il capo mortificato, assumendosi tutta la responsabilità morale dell'accaduto, allorché Ukyo rimase perplessa dal suo tono serio e sincero.
I suoi occhi erano molto diversi dal solito, quasi non sembrava
nemmeno lui, e la luce che emanavano era piena di tristezza.
Per un attimo Ukyo provò ad isolare lo sguardo di Ryoga, così intenso e carico di sentimento, che quasi non si rese conto di essere arrossita.
Il giovane sospirò, dandosi mentalmente dell'incapace e rimproverandosi più del necessario, dopodiché raccolse il coraggio necessario e prese la mano di Ukyo tra le proprie.

- Se il mio senso dell'orientamento non fosse così scarso, e se le mie azioni non avessero a danneggiare anche chi mi sta vicino, vorrei solo avere un modo per farmi perdonare... sul serio!

Gli occhi di Ukyo presero a luccicare visibilmente dall'emozione.

- Ryoga - sussurrò.
- Non... Non ti hanno fatto del male, vero?
- No, non preoccuparti, non mi hanno fatto niente!
- Meno male - fece lui sollevato. - Se ti avessero torto anche solo un capello, non me lo sarei mai perdonato!
- Oh, Ryoga...

Possibile che Ryoga Hibiki, l'eterno spasimante di Akane Tendo, fosse un ragazzo così dolce e sensibile?
Ukyo non riusciva a credere che, per quanto sfortunato egli fosse, costui non avesse diritto ad un po' più di considerazione.
Va bene che era innamorata di Ranma ma, a parte quello, la stessa Ukyo non poteva che sentirsi attratta dalla bontà d'animo dell'altro... come pure dal tocco morbido e caldo della sua mano.
Mai aveva visto un ragazzo sotto quella luce, eccetto Ranma, eppure il cuore le stava ora battendo ugualmente con uno strano ritmo.

- Sono felice che tu stia bene - concluse Ryoga. - Abbi cura di te, mi raccomando... Addio!

Così dicendo, Ryoga si limitò a salutarla con un sorriso e si voltò per riprendere il suo eterno vagabondare senza una meta precisa.
Anche dopo che si fu allontanato, Ukyo rimase pressoché imbambolata.
Davanti a lei, vi erano ancora il volto calmo di Ryoga e il suo sorriso rassicurante. Persino il pensiero di Ranma sembrava ora così sfocàto, tanto che la sua mente era un turbinìo di dubbi e di interrogativi.

- Che strano - momorò lei tra sé. - Non so perché ma, tutt'a un tratto, non mi sento poi così tanto bene... Non sarò malata, per caso?

E mentre quel lieve bruciore dentro al petto saliva, che tutto era fuorché dovuto alla febbre, la povera Ukyo avrebbe capito solo molto più tardi di cosa si trattava.

FINE

   
 
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