Breakaway
I am what I am
What can I say?
I'm gonna
be this way
Right up until my dying
day
(I am what I am, JB)
“Capisci?
Non la smetteva di ripetere Quanto è
bello Joe!, che muscoli che ha Joe
e che occhi! tutto il giorno!”.
Rose continua a lamentarsi da due giorni
– da quando sua sorella è tornata a casa, praticamente – di quanto, per tutta l’estate, Linda non abbia fatto
altro che parlare di Joe.
La risata di Chris echeggia nella radura.
“E non ridere! Tu non c’eri, l’ho sopportata
io per tutto questo tempo!” la fulmina la più piccola, stringendo stizzita le
mani attorno alle briglie di Sally, il suo cavallo nero e sbuffa. Ma Chris, nonostante conosca l’esasperazione
a cui porta Linda in modalità-cotta, non riesce proprio a sentirsi in colpa per
la storia di Rose. Ha passato l’estate più bella della sua vita a Barcellona,
migliorato il suo spagnolo, conosciuto persone simpaticissime e spuntato
un’altra città dalla lista.
“E oltre ad ascoltare le elucubrazioni di
Linda su questo fantomatico adone greco, hai anche imparato a cavalcare
decentemente o ti sei rammollita senza di me?” fa per distrarla. Rose maschera
un sorriso sardonico dietro uno sbuffo sarcastico, tira le briglie e il cavallo
prende velocità. Sa che non riuscirà mai a battere Christina, ma continua a
trottare, contagiata dal suo buon umore. Non glielo dirà mai, ma le è mancata
quell’idiota, era davvero necessario che andasse via per tre mesi? E comunque,
non poteva portarla con lei? Perché si, andare a fare compere con la mamma e in
piscina con papà è stato divertente, ma vuoi mettere fare le crostate con Chris
in cucina, le gare con i cavalli nel
bosco, andare a fare il bagno al lago e cantare le canzoni a squarciagola sul
suo pick up?
Chris conta mentalmente fino a dieci,
osservando la coda nera e setosa dell’animale e le trecce bionde della
ragazzina che lo monta, poi afferra saldamente le briglie di cuoio scuro e si
lancia al suo inseguimento. La boscaglia è un intricato reticolo di stradine in
terra battuta, enormi faggi, pini e alberi dal fusto largo e la chioma
rigogliosa e alta, fiori di campo e piccoli animali. E’ incastrata tra un
piccolo lago dal fondo fangoso, una serie di campi di grano e tabacco e sul
lato est, superata una serie di tronchi caduti, vittime di qualche tempesta,
una piana erbosa e priva di alberi, da cui è possibile osservare i giardini sul
retro e le terrazze dei ranch e delle villette di fine secolo scorso della
periferia. Ed è proprio li che entrambe si rendono conto di essere nei guai.
Anche da quella distanza, Chris
percepisce lo sguardo furioso di sua madre, assieme a quello non più gentile di
Linda e quello curioso dei loro ospiti.
“Ohoh” sussurra
Rose, voltandosi nella sua direzione.
“Già, ohoh”
ripete, smontando da cavallo per aiutare la sorella a scendere.
“Va’ avanti tu, sistemo i cavalli e ti
raggiungo” le dice, ma Rose la aspetta fuori dalla stalla, si morde l’interno
delle guance e tira con due dita la punta delle trecce. Non che le si possa
dare torno, in fondo: mrs Gray
diventa parecchio suscettibile quando si parla di ospiti a pranzo. Chris chiude
i box e si spazzola alla buona i pantaloni dalla polvere, stringe la mano di
Rose facendole l’occhiolino e si sistema sulla bocca il sorriso più sfacciato
che ha.
“Per l’amore del cielo Christina! Sapevi
che avremmo avuto ospiti, avreste dovuto essere qui almeno un’ora fa!” esclama
la signora Gray, quando le due ragazze fanno capolino
nel giardino, con le guance rosse e i capelli in disordine per il vento.
“Lo so, scusa. Scusate tutti - si volta
verso i suoi ospiti senza guardarli davvero - abbiamo perso la cognizione del
tempo. In fondo non è ancora pronto, vero papà?” gli sorride sprezzante e il mr Gray scuote la testa
divertito. Dopotutto, la capacità di cavarsela sempre e quel sorriso
impertinente li ha ereditati da lui.
“Ad ogni modo, vogliate scusarci, noi
andiamo a cambiarci”, afferra la sorella per il braccio e la trascina dentro.
“Oh, non vedo l’ora di sentire altri
venti minuti di monologo sugli occhi di Joe” borbotta
Rose davanti allo specchio e Chris, davvero, ce la mette tutta ma non può fare
a meno di ridere mentre cerca di rendere entrambe presentabili.
Linda ha sempre pensato che se sua
sorella usasse il gloss invece del rossetto, si
sedesse più composta, la smettesse di accorciarsi il nome in un soprannome
tipicamente maschile, cominciasse a trattare i ragazzi come potenziali partner
invece di farci amicizia e uscirci la sera senza nessuna complicazione sentimentale
anche solo lontanamente simile ad una cotta preadolescenziale, forse la sua
vita sarebbe migliore. O per lo meno, la vita di Linda lo sarebbe e lei
potrebbe anche smetterla di scusarsi continuamente per il comportamento di
Chris.
“Mentre i nostri genitori ci insegnavano
la buona educazione probabilmente Christina stava leggendo l’ennesimo romanzo
fantasy” mormora, lisciandosi le pieghe della gonna.
Joe Jonas, seduto accanto a lei, sorride
serafico e allunga le gambe.
“Tranquilla, piccola” le dice, poggiando
il braccio sullo schienale della sedia di Linda, che arrossisce vistosamente,
“non è successo niente”.
Nicholas, appoggiato alla staccionata di
legno di fronte a loro, annuisce con lo sguardo perso nella radura.
Mrs Jonas ha un sorriso dolce. E’ questa la
prima cosa a cui pensa Chris quando ritorna in giardino e le porge la mano,
presentandosi per bene. Lei la stringe sorridendo e poi l’abbraccia, le lascia
due baci sulle guance e presenta suo marito e suoi tre figli con una voce
allegra e monocorde, squisitamente priva di qualsiasi accento. Ha due piccole
rughe attorno agli occhi quando sorride e profuma di buono. Le piace, decide.
Suo marito è un simpatico uomo alto e
abbronzato, con tutti i capelli del colore giusto, una fila di denti
perfettamente bianchi e fa un sacco di battute. Anche lui le piace.
“La nostra giovane amazzone” si fa avanti
Joe, circondandole le spalle con un braccio. E’
esattamente come Rose l’ha descritto: non troppo alto, non troppo muscoloso,
barba lasciata crescere strategicamente, postura dritta, sorriso sfavillante,
profondi occhi scuri e derisori. Con la coda dell’occhio Chris vede Rose fare
una smorfia, sa cosa sta pensando, quindi si apre in un grande sorriso e “Oh,
Linda perché non ci hai mai parlato del tuo amico Joe?”
esclama e può giurare di aver visto – quasi – tutta la sua famiglia sorridere.
Mentre suo padre continua a portare a
tavola bistecche e alette di pollo piccanti, a Chris si chiude lo stomaco. E’
una bella giornata, il sole è ancora abbastanza caldo, tutti chiacchierano come
se fossero vecchi amici del college che si incontrano dopo tanto tempo e a
tavola c’è la sua birra tedesca preferita. Eppure c’è qualcosa di
maledettamente stonato. Le hanno fatto molte domande sulla sua vacanza e su
Barcellona, sui suoi studi e i suoi interessi; lei ha riposto in maniera
brillante, ha fatto un paio di battute – che il signor Jonas ha molto
apprezzato-, ha preso in giro Joe assieme a mrs Jonas – dammi pure del tu, Christina - e ha visto sua
madre rilassarsi, finalmente, intenta a pianificare assieme all’altra donna, un
matrimonio tra Rose e il fratello minore di Joe,
Frankie, Linda continua ad attirare l’attenzione di Joe,
due senior parlano di calcio davanti al barbecue ancora fumante. E allora? C’è
Nick, seduto di fronte a lei, con le dita che tamburellano sulle cosce coperte
dai pantaloni chiari e il vento di fine estate che continua a spostargli uno
dei tanti riccioli castani davanti agli occhi. Ha la sua età, l’espressione
annoiata intervallata da piccoli sorrisi di circostanza, risposte garbate
seppur un po’ vuote, interventi ad hoc e una calma zen che fa a botte con il
tumulto che Chris ha nella testa. Ecco cosa la disturba, è come se tutta
quell’aurea apatica e rilassata facesse interferenza con le guerre e i terremoti
della sua mente. Come se sentisse il peso, su di sé, della sua presenza. E anche se sposta la
sguardo e si muove sulla sedia a disagio, anche se lui non la sta guardando,
lei non riesce a togliersi quella sensazione di dosso.
E’ bello, deve ammetterlo, molto
affascinante, elegante, ha una bella voce, bassa, e due incredibili occhi
castani. Normalmente si presta poca attenzione agli occhi marroni,
considerandoli eccessivamente comuni. Gli occhi di Nick sono tutt’altro che
comuni, cosi belli e profondi, sembra che ogni cosa su cui posi lo sguardo si
addolcisca, si pieghi mansueta e trovi pace. Solo il suo stomaco si dimena, in
una morsa fastidiosamente familiare e a Chris viene voglia di vomitare l’intero
pranzo sui gerani di sua madre.
“A Christina e al suo ritorno a casa”, mr Gray alza il bicchiere e le
mostre il suo sorriso orgoglioso distorto dal vetro e dalle bollicine.
“A Christina” gli fanno eco gli altri,
imitandolo. Lei deglutisce a fatica e sorride. Con la coda dell’occhio vede
Nick sollevare il suo bicchiere, la guarda con espressione neutra mentre il suo
stomaco fa un’altra capriola.
Vaffanculo Jonas!
Tadaaaan! Quella che era una serie di OS è diventata,
grazie alla mia vena masochista, una long a tutti gli effetti.
Piccola
nota: le tre OS non sono andate perse, sono state integrate e riutilizzate come
capitoli. Se ci avete fatto caso anche questa prima parte altro non è che “Too early, too late”, tagliuzzato qua e la.
Seconda
piccola nota: ogni volta, in alto a destra, troverete un pezzetto di una
canzone dei Jonas inerente al capitolo (la cui lunghezza varia dalle 1500 alle
2000 parole).
Che dire,
spero vivamente di portare a termine questo lavoro, che non faccia troppo
schifo e che un pochino pochino vi piaccia.
Per
qualsiasi domanda, critica, suggerimento o un pernacchio (ci sta anche quello)
mi trovate nei contatti qui in basso.
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