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Autore: domaris    15/05/2008    3 recensioni
Sommario: Abby è determinata a trovare casa a Jethro e non si fermerà davanti a nulla.
Nota: Spoiler su 5x13 Dog Tails. La fanfiction è basata sugli avvenimenti della puntata trasmessa in USA il 15 aprile 2008.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Abigail Sciuto, Leroy Jethro Gibbs
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Una casa per Jethro

Abby era innamorata, cosa piuttosto normale se non si teneva conto del fatto che l'oggetto dell'amore della giovane Goth era un cane. Per la precisione uno splendido esemplare di pastore tedesco di proprietà della Marina, con gli occhi più espressivi che avesse mai visto. Ecco perché gli aveva tolto il collare che lo identificava con un nome insulso come Butch e lo aveva ribattezzato Jethro. Un cane così bello meritava un nome importante ed essendo impiegato dai militari nessun nome era più adatto di quello.
Gibbs inizialmente aveva storto il naso, non solo perché aveva chiamato il cane come lui. Le aveva fatto la predica, aveva insistito a ricordarle che avrebbero dovuto restituirlo appena svolti tutti gli esami necessari per raccogliere le prove, ma aveva parlato al vento, dal primo momento in cui lo aveva visto, con quegli occhioni dolci e l'espressione triste, gli si era affezionata e, sapendo che sarebbe stato abbattuto se considerato colpevole, aveva fatto di tutto per dimostrarne l'innocenza, compreso chiudersi dentro al laboratorio bloccandone l'accesso. Finite le indagini e scagionato Jethro, sapendo che il suo istruttore era morto e non lo avrebbero più usato come cane antidroga, aveva pregato Gibbs di chiedere al comandante della base il permesso di tenerlo. Aveva fatto salti di gioia, letteralmente, saltellando per tutto il laboratorio e trascinandosi dietro il cane, quando aveva ottenuto il permesso, ma non aveva fatto i conti con l'amministrazione del suo palazzo, irremovibile sul divieto di tenere animali negli appartamenti. Jethro non poteva restare all'NCIS per sempre, per tanto doveva trovargli una casa, e al più presto.
Decise per prima cosa di chiedere all'anziano medico legale. Ducky, con tutto il tatto e la gentilezza di cui era capace, e con l'aiuto di una delle sue infinite storie declinò l'offerta. Del resto a casa non solo aveva la vecchia madre ma anche quattro piccole pesti, ovvero i suoi amati corgi irlandesi ed era già abbastanza sfiancante occuparsi di loro, come aveva scoperto DiNozzo anni addietro.
Abby allora ci provò con Palmer, che avendo un passato da assistente di veterinario era più che qualificato ad occuparsi di Jethro. Ma questi spalancò gli occhi peggio di un cartone animato e si affrettò a farle sapere che viveva in un condominio in cui gli animali erano banditi.
Per consolarsi, tornò in laboratorio a coccolare il cane e a giocare con lui. Più tardi tornò alla carica. A Ziva provò a presentare l'idea di un compagno per le corse mattutine, ma la giovane israeliana disse di non avere tempo per occuparsi di un animale e che il suo appartamento era troppo piccolo per ospitarne uno di quella taglia. Giusto perché era presente lo chiese anche a Tony, sicura che avrebbe trovato una scusa. Cosa che avvenne prontamente. Dopo avergli lanciato un'occhiata carica di rimprovero la giovane tornò di sotto. In ascensore incrociò la Shepard e per un attimo ebbe la tentazione di chiederlo pure a lei ma la donna sembrava preoccupata per qualcosa e rinunciò.
Con McGee era sicura che non avrebbe fallito. In fondo lui stesso aveva affermato di volersi prendere un cane, prima o poi. Il fatto che Jethro lo avesse attaccato era un particolare di poco conto, al contrario avrebbe dovuto essere il cane ad essere mortalmente offeso con Tim dal momento che per aver fatto il suo dovere si era preso una pallottola.
Ce l'aveva quasi fatta a convincerlo, i due si erano dati la zampa, quando McGee decise di rovinare tutto ricordandosi che la sorella era spesso da lui ed era allergica al pelo degli animali e per questo non poteva tenerne uno.
Restava una sola, flebile, speranza.
Si fece coraggio e aspettò la fine della giornata, quando quasi tutti ormai avevano lasciato l'edificio e salì nell'open space, sicura di trovare Gibbs ancora dietro alla scrivania.
Richiamò la sua attenzione esclamandone il nome, sperando che fosse di buon umore.
Lui chiese cosa voleva mentre continuava a digitare sulla tastiera senza alzare lo sguardo.
- E' per Jethro...
- No, Abs - ripose lui risoluto senza darle tempo di completare la frase.
- Ma è tanto buono! Ed è addestrato, non dovrai fare altro che dargli da mangiare! E poi tu hai un giardino, non dovrebbe stare tutto il giorno in casa ad intristirsi.
- Abby, ho detto di no. Non posso prendere un altro cane.
La giovane fece il broncio e cercò di trovare qualche altro argomento per convincerlo quando si rese conto esattamente di cosa aveva detto.
- Un “altro” cane? Non hai mai detto di averne uno!
Gibbs alzò la testa seccato con se stesso. No, non lo aveva detto e se non gli fosse sfuggito avrebbe continuato a non saperlo nessuno tranne Ducky.
- Quando lo hai preso? Perché ce lo hai tenuto nascosto? - lo incalzò curiosa.
Lui si alzò, passandosi una mano tra i capelli. Abby sarebbe stata capace di seguirlo a casa per vedere con i propri occhi.
- E' con me da quasi tre anni ormai, è un piccolo bastardino. - spiegò riluttante.
- Scommetto che gli hai dato il nome di qualche generale dei marines - disse scherzosamente lei.
- E' una femmina, il suo nome è... - Fece una pausa, chiedendosi se avrebbe capito. - Toni.
Abby rimase a bocca aperta. E nella mente rivide il buffo cagnetto che Kate Todd aveva adottato alla fine di un caso. Ricordava il giorno in cui lo aveva portato all'NCIS e insieme gli avevano messo un grande fiocco rosa e gli avevano dato da mangiare dentro al berretto preferito del suo quasi omonimo DiNozzo.
Alzò lo sguardo ad incontrare quello di Gibbs, sicura che stessero ricordando entrambi la giovane donna che aveva occupato la scrivania che ora era di Ziva. Erano passati tre anni dal giorno in cui l'avevano perduta ma il suo sorriso e la sua dolcezza erano per sempre impressi nei loro ricordi.
Impulsivamente lo abbracciò.
- Non ti facevo così sentimentale, Boss!
- I parenti di Kate l'avrebbero portata al canile, - si difese lui districandosi dall'abbraccio, - e, come hai detto tu, ho un giardino in cui può passare la giornata senza fare danni o annoiarsi.
- Mi spiace solo che dovrò trovare qualcun altro che si possa occupare di Jethro. Ma nel frattempo non potresti...
- No Abs, un cane mi basta. - replicò con fermezza.
Ma Abby non si lasciava di certo intimidire.
- Solo per qualche giorno. Il direttore, adesso che il caso è risolto, non vorrà che resti in laboratorio e se lo vede il mio amministratore resto senza casa anch'io.
Gibbs fece segno di no con la testa, ma Abby non era disposta ad arrendersi.
- Avanti boss-man, verrò a dargli da mangiare e li porterò fuori tutti e due e non ti starò nei piedi.
Gibbs sospirò. Abby non avrebbe desistito adesso che sapeva di Toni, tanto valeva evitarsi il mal di testa.
Quella sera Toni appena sentì la chiave nella toppa corse verso la porta di casa, scodinzolando come al solito ma frenò bruscamente quando vide entrare, accanto a Gibbs, un altro cane molto più grosso insieme ad una buffa ragazza con un abito nero e una mantellina rossa. I due animali si annusarono con circospezione e Gibbs si inginocchio per accarezzare entrambi, rassicurante. Il piccolo decise che non correva rischi e si apprestò a leccare incessantemente prima la faccia del suo padrone, poi quello di Abby che l'abbracciò ridendo.
Fu soltanto un paio di mesi dopo che Gibbs si rese conto di essere stato giocato. Abby non aveva più accennato a trovare una nuova casa al pastore tedesco e aveva fatto fare ad entrambi i cani un collare nuovo con il nome inciso, oltre ad un braccialetto di acciaio per lui. Per fortuna sul bracciale aveva fatto incidere “Sempre Fi” al posto del nome.
Nei fine settimana in cui era libera arrivava sul suo macinino rosso, faceva salire Jethro e Toni e li portava a spasso, divertendosi probabilmente più di loro. In quanto a Gibbs, anche se non lo avrebbe mai ammesso, gli piaceva la fedele compagnia dei due cani che erano diventati inseparabili e se ne stavano buoni e tranquilli ad osservarlo o a dormire mentre lui lavorava alla barca e in fin dei conti non lo infastidiva nemmeno la sporadica presenza di Abby nella sua casa, solitamente troppo vuota.

Robin, 20 aprile 2008

Note:
Mi scuso con tutti coloro che stanno leggendo “Una lenta rinascita”. Purtroppo al momento sono un po' bloccata su quella fanfic, ho dei capitoli pronti e altri a malapena abbozzati, ma vi assicuro che ci sto lavorando e presto (spero) potrete leggere il seguito. Nel frattempo risponderò alle recensioni alla fine dell'ottavo capitolo.
Essendo questa una one-shot ho deciso di rispondere qui alle eventuali recensioni, quindi vi invito a tornare dopo due o tre giorni da quando le avrete inserite.
Se avrò altre novità potrete leggerle nel mio profilo oppure venire a trovarmi nel mio archivio personale, dove gli iscritti potranno leggere anche delle anteprime delle storie future.

Lilllium Purpurea e Lights grazie, sono felice che questa semplice storia vi sia piaciuta.
   
 
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