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Autore: Irina_Yermolayeva    19/12/2013    0 recensioni
cos’hanno in comune un vescovo, un ladruncolo scappato da una prigione inespugnabile, un’agente errante e il suo preziosissimo falco, un monaco e la storia di una maledizione? Falco di giorno, uomo di notte. Uomo di giorno, lupo di notte. Sempre insieme, eternamente divisi. Finché il sole sorgerà e tramonterà. Finché ci saranno il giorno e la notte. Riuscirà questa coppia di innamorati a stroncare la maledizione e uscirne vivi?
**tratto dal film ladyhawke
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Agente Phil Coulson, Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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saaalve a tutti! dunque non ho molto da dire. questa storia è nata vedendo un film, ladyhawke, e mi è piaciuta così tanto che ho deciso di fare questa cosa. ringrazio Chiccardj che mi ha fatto da beta e nulla, chiunque vorrà recensire questa piccola cosa. è una one shot nonostante sia lunga 14 pagine di word perché è nata così e basta. non ho altro da aggiungere. alla prossima! Irina XXX
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
The Wolf & the Hawk

 
Lui era tornato. Dopo tutto quel tempo passato a girare per cercare una soluzione, era tornato nel posto dal quale tutto era cominciato. Si tolse gli occhiali da sole e guardò la piccola isola poco distante da dove si trovava lui e attese nella speranza che qualcosa di buono potesse uscire da quella famosa fortezza impenetrabile. Un falco girava in tondo sopra la sua testa e la sua macchina rossa, fino a che questo non planò atterrando con precisione sul sedile del passeggero. L’uomo osservò l’animale per qualche istante poi tornò a guardare la fortezza.
La sua vecchia organizzazione, lo S.H.I.E.L.D., si vantava che fosse una struttura impenetrabile e dove era impossibile scappare. Lui conosceva quel posto e sapeva che nessuno c’era mai riuscito, ma la speranza era l’ultima a morire.
 
 
Il Raft era una struttura di massima sicurezza. Una prigione creata apposta per tutte quelle creature superumane o superaliene che avevano mostrato inclinazioni verso il male, verso il potere e avevano tentato in passato di sottomettere il pianeta o di distruggerlo. Al suo interno i peggiori criminali che gli umani avessero mai visto erano chiusi, impossibilitati a muoversi a meno che non gli fosse stato ordinato.
Molte cose erano però cambiate dentro quella specie di fortezza.
Ora, il capo del Raft, voleva fare piazza pulita. Lì dentro però non c’erano solo i cattivi, ma anche persone innocenti o, perlomeno, più innocenti di un famoso cattivo chiamato Graviton.
Tra questi c’era un ragazzo, alto, moro e occhi marroni. Era diventato molto magro col tempo. Davano poco cibo ai prigionieri e soprattutto a lui. Non stava simpatico alle guardie. Tutti gli stavano alla larga. Be aveva tentato una volta la fuga e c’era quasi riuscito dopo aver rubato una chiave elettronica di sicurezza da una delle guardie.
Ma fu catturato di nuovo e portato nella sezione più bassa, dove si trovavano i veri cattivi. Lì non si vedeva il sole e il tempo lo passavi da solo con i tuoi demoni. Tutto era buio, stretto, umido. Loro lo chiamavano il “buco”, perché era solo quello. Un buco. Lo sbatterono li dentro, senza nessuna apparente via di fuga. Senza potersi arrampicare da qualche parte per raggiungere la grata che lo separava dalle persone.
Rimase li per settimane fino a che non decise di provare la sua ultima speranza di uscire da quel posto dove non meritava di stare. In un angolo di quel buco c’era un minuscolo tombino per le fogne, era davvero molto piccolo. Riuscì a togliere il coperchio, guardò in alto e poi, pregando, cercò di entrare al suo interno per poter scappare nelle fogne.
Riuscì ad infilarsi dentro e, molto lentamente, procedette verso il basso fino a che non si trovò davanti un muro di terra.
-oh fantastico! Forza scava Meccanico, scava.- si disse da solo iniziando a rovistare nel terreno cercando e sperando di farsi un varco.
Dopo quasi mezz’ora iniziò ad intravedere le fogne, un posto più largo del tubo dove stava. Continuò a scavare finché il grosso tappo di terra non cadde. Lui sorrise felice pregustando già la libertà.
-ora devo solo liberarmi da questo tubo.- disse allungando un braccio e cercando di spingersi fuori.
 
 
Qualche livello sopra, Thor, il comandante della guardia del Vescovo, stava impiccando alcuni ladri e assassini. Rimase a guardare i tre uomini morire esalando il loro ultimo respiro.
Se non ricordava male si chiamavano: Sitwell, Peterson e Hogun, ma poco importavano i loro nomi. Ora erano solo carne per i cani.
-ehi tu! portane su altri tre! Voglio Fandral, Volstagg e quel figlio di buona donna che è chiamato il Meccanico! Portateli ora!- urlò Thor.
-sì, signore!- disse un’agente che corse nelle celle insieme ad un gruppetto di altri agenti.
 
 
-il capo vuole Tony Stark. Andate a prenderlo.- disse il capitano guardando dentro i vari buchi.
- dov’è il Meccanico?- chiese ancora.
-è in quel buco, signore.- disse un agente.
Il capitano prese una torcia illuminandone il fondo:-dove cazzo è Tony Stark!?- urlò.
-lì dentro signore.- ripeté l’agente.
-qui non c’è niente!- aprì la cella e ci lanciò dentro il poveretto:-vedi per caso quel fottuto Meccanico?!-
-no, signore. Ma sono sicuro che doveva essere qui.-
-e come avrebbe fatto a scappare? Non si può scappare dal Raft!-
-forse dalle fogne, signore. C’è il coperchio del tombino sollevato.-
Il Capitano si affacciò:-come cazzo ha fatto a passarci!- imprecò e fece dare l’allarme avvisando subito Thor di quanto successo.
L’allarme gemette in tutta la prigione e anche fuori.
 
 
I poveri abitanti della città che dava sull’isola si fermarono per qualche minuto, uscirono dai bar, dai negozi, sui terrazzi, dalle case per guardare nella direzione della famosa prigione. Cosa sarà mai successo? Chi era scappato da quel posto?
L’uomo, nella sua macchina rossa guardò per qualche secondo verso il falco che spiccò di nuovo il volo, sorvolando la prigione alla ricerca della persona scappata.
 
 
Tony riuscì finalmente a farsi largo cadendo nell’acqua della fogna.
-che schifo! Spero di non morire per colpa di qualche virus!- sputò e si incamminò in una direzione, vedendo dopo poco qualcosa che gli veniva incontro.
-oh cazzo, no!- urlò cercando di uscire dall’acqua, aggrappandosi ad un muro, pregando un dio nel quale ormai non credeva più.
-ti prego, se è quello che penso io, ti scongiuro lasciami vivere. Ti prometto che non farò più del male, che non ruberò più e resterò sulla retta via. Ti prego, non voglio morire.- fissò attentamente quello che sembrava un coccodrillo avvicinarsi e quando gli era ormai vicino, vide che era solo il teschio di un ariete.
-sia ringraziato Dio.- sospirò tranquillo e scese da quella roccia continuando a camminare nell’acqua alta fino al petto con la speranza di trovare un varco per essere libero.
Subito si accorse di un coro che cantava, erano canzoni da chiesa e andò in quella direzione, si arrampicò trovando un altro tombino:-grazie signore!- esclamò guardando nei buchi cosa succedeva.
 
 
Appena gli fu data la notizia, Thor corse verso il livello destinato al Vescovo. Bussò alla porta interrompendo una funzione, ma poco gli importava.
Il Vescovo, un uomo molto alto, capelli neri, completamente sbarbato e vestito di bianco con un grosso cappello in testa, si voltò verso la porta, dando le spalle all’altare.
Il suo sguardo si puntò in quello di Thor che si inchinò a lui, poi si avvicinò attraversando la navata centrale e schiacciando le dita del povero Tony che cadde di nuovo in acqua trovando così una via d’uscita, ritrovandosi nel canale tra l’isola e la terra ferma.
 
 
Thor riuscì ad avere un’udienza privata con il Vescovo Loki che lo accolse nel suo giardino.
-notizie spiacevoli vostra grazia. Uno dei prigionieri è riuscito a fuggire.- disse con il capo chino.
-mai nessuno è riuscito a fuggire dalla prigione Raft. Tutte le persone sanno questo da sempre.- disse Loki.
-tutta la responsabilità è mia.-
-certo.- sibilò il Vescovo lasciandolo indietro.
-comunque Vostra Grazia, si tratta solo di un ladruncolo...- iniziò Thor.
-le tempeste si fanno annunciare da una brezza lieve e una sola scintilla può appiccare il fuoco della ribellione.- spiegò Loki.
-se ne è uscito vivo, Vostra Grazia, lo prenderò.-
-bene.- Loki gli porse la mano facendosela baciare dall’uomo che se ne andò subito dopo.
 
 
Subito Thor chiamò vari squadroni di agenti nel piazzale dell’entrata alla prigione.
-riportatemi la testa di Tony Stark e il vostro nome verrà ricordato dal Vescovo! Chi non me la porterà verrà ucciso al suo posto!- urlò guardando gli squadroni che uscirono a bordo di macchine, furgoni e moto.
-che la caccia abbia inizio.- diede gas alla sua moto, un’Harley , e partì insieme al capitano e ad altri agenti.
 
 
Tony, dopo aver rubato dei soldi ad un agente che si trovava ai confini della terra ferma e che controllava il ponte levatoio e il traffico dei traghetti da e per l’isola prigione, scappò più veloce che poté correndo nella direzione opposta.
-so che avevo promesso che non avrei più rubato, ma so che, se tu esisti, sai che il lupo perde il pelo ma non il vizio...-
Trovato poi un posto tranquillo uscì dall’acqua e iniziò a correre le strade della città, si allontanò da essa il più in fretta possibile, rubando dei vestiti appesi ad un filo ad asciugarsi. Arrivò in un'altra cittadina e decise di fermarsi in un bar per poter mangiare e bere qualcosa.
Si sedette al bancone:-dammi il liquore migliore e più costoso che hai e offrilo a chiunque voglia brindare con me!- rise, voleva divertirsi quella sera, senza preoccuparsi di niente.
-e a cosa dovresti brindare?- chiese un uomo senza voltarsi verso Tony.
-brindiamo ad un tipo speciale, amico mio, uno che è stato nella prigione Raft ed è sopravvissuto per raccontarlo.- disse Tony prendendo il bicchiere e afferrando qualche stuzzichino sgranocchiandoli.
-allora brindi a me. io ho visto quelle prigioni.- rispose lo stesso uomo di prima.
Tony lo fissò:-sei un fabbro per caso? Un carpentiere? Un informatico o un prigioniero che viene fuori da là sotto?-
-non ci sono stato da prigioniero.- disse facendo vedere il caschetto che portavano tutti gli agenti dello S.H.I.E.L.D. che lavoravano all’interno del Raft.
Tony capì subito di chi si trattava e rimase immobile a fissarli mentre si voltarono verso di lui.
Erano Thor e il capitano insieme ad altre guardie minori.
-se fossi rimasto nei sobborghi o nelle fogne, avresti avuto migliore sorte Stark.- si alzarono avvicinandosi piano.
-hai ragione.- annuì lui.
-prendetelo!- disse Thor guardando il capitano e gli altri agenti.
Tony iniziò a correre per il bar, nascondendosi sotto i tavoli e sotto la pedana dove una piccola banda senza futuro stava suonando del jazz di quart’ordine. Rovesciò qualche tavolo sentendo il proprietario brontolare e tirare fuori un fucile a canne mozze. Lanciò addosso agli agenti i bicchieri ancora pieni del loro contenuto, fino a che non si ritrovò circondato e impossibilitato a scappare in alcun modo.
Lo catturarono e lo tennero stretto, lui si dimenò e, la spada dell’agente dietro di esso andò a graffiare Thor sul viso.
-oh, mi dispiace mio signore.- disse Tony spaventato.
-uccidetelo!- sbraitò.
Lo inchiodarono ad una colonna del bar, tenendolo mentre l’agente con la spada preparò il colpo per tagliargli la testa.
-possa Dio avere pietà di me!- pianse Tony chiudendo gli occhi.
Un colpo secco, un urlo, un corpo che cade a terra e il suono di una spada che si scontra con il pavimento di legno.
Tony apre gli occhi trovandosi davanti un uomo che indossava un vestito elegante, una cravatta e gli occhiali da sole scuri. Aveva un’ampia fronte e in mano aveva una beretta nera lucente, ancora fumante.
Un agente sparò con la sua pistola ma beccò il muro accanto all’uomo, che gli sparò in pieno petto.
-tu... via.- finalmente parlò e Tony seguì il suo consiglio e scappò più lontano che poteva, cercò di rubare una moto ma non volevano avviarsi e quindi proseguì a piedi.
 
 
Thor fece cenno di lasciarlo andare si avvicinò all’uomo che era andato in suo soccorso.
-uno dei miei uomini mi aveva detto che eri tornato. Volevo tagliargli la gola per aver mentito poiché non ti credevo tanto stupido.-
Il capitano gli puntò addosso la sua pistola e così fece il nuovo arrivato, si fissarono a lungo poi sorrise:-Agente Coulson...- lo salutò.
- Steven.- sorrise appena l’altro abbassando la pistola. Il capitano Rogers rinfoderò la sua.
-agente?- disse Thor avvicinandosi a Rogers e spingendolo verso Coulson.
Un sordo colpo e il corpo di Steve Rogers cadde senza vita tra le braccia di Phil Coulson. La pistola che aveva in mano aveva sparato il colpo mortale.
Phil fissò per qualche secondo l’uomo poi si alzò e tirò un pugno in faccia a Thor, che preso alla sprovvista cadde addosso ad altri due agenti.
Phil prese la pistola e iniziò a sparare contro quelli che gli si lanciavano addosso, fino a che non finì i proiettili e dovette improvvisare armi, rubando anche la spada al primo agente che aveva ucciso.
Combatté riuscendo a farsi strada e a tornare alla sua auto rossa.
-Coulsooooooon!- strillò Thor mentre l’uomo saliva in macchina.
- inseguitelo!-
Mise in moto e partì inseguendo Tony e riuscendo a farlo salire con un complicato testa-coda.
Il falco li raggiunse poco dopo se guindoli dall’alto per controllare la situazione, poi si appollaiò sul freno a mano dell’auto e lì rimase fino a che non furono abbastanza lontani.
Durante il tragitto Coulson ripensò al collega che era appena morto anche per colpa sua.
Ripensò a quando combattevano insieme contro il crimine organizzato, contro i super cattivi. Ne avevano viste tante insieme. Erano stati feriti in modo grave, molte volte erano quasi giunti ad un passo dalla morte, ma erano sopravvissuti. E ora lui era morto per colpa sua. Era morto sulla sua pistola. Lo aveva ucciso. L’unica persona di cui avrebbe mai potuto fidarsi era scomparsa. Non poteva, non riusciva ancora a crederci che fosse successo.
Erano passate svariate ore e avevano ormai lasciato la città per un paese più isolato, c’erano poche case, un ampio bosco e un solo motel ridotto un po’ male. Il sole stava quasi per calare e Coulson decise che era meglio fermarsi in quello squallido motel che, per quella notte, se lo sarebbero fatto andar bene.
Parcheggiarono in un posto nascosto ed entrarono nel motel.
Alla vista della pistola nella fondina di Coulson, la donna dietro il bancone si spaventò e corse via a chiamare qualcuno, probabilmente il marito, nel retro:- Grant! Grant!- sibilò la donna disperata e, quando lo trovò gli spiegò in poche parole chi c’era fuori.
Subito arrivò il marito armato di un’ascia da taglialegna e si avvicinò. La moglie continuava a mugolare dietro di lui, tirandolo per la maglia.
-Skye, shht! Via... Shht!- disse dando delle leggere gomitate indietro poi guardò i due uomini e chiese:-non vi vogliamo qui! Andate via!-
-vorremmo solo una stanza per poter riposare per la notte. Non vogliamo darvi guai. - rispose Phil, mentre il falco sulla sua spalla emise un suono basso.
-vi pagheremo ovviamente.- aggiunse Tony tirando fuori qualche banconota dal portafoglio che aveva rubato all’agente dello S.H.I.E.L.D.
L’uomo annuì e prese una chiave mettendola sul bancone:-primo piano, l’ultima porta a sinistra in fondo al corridoio.- borbottò.
-la ringrazio.- sorrise appena Coulson, prese la chiave e salì le scale.
-non mi disturbare mentre dormo. Potrei ucciderti senza volerlo. Nei sedili di dietro dell’auto c’è un telo marrone. Và a coprirla, altrimenti attira troppo l’attenzione. E bada bene a non toccarla.-
-certo signore, quello che vuole signore.- annuì Tony.
-quando rientri chiudi la porta.-
-sì, signore. È proprio una bella macchina. Una meravigliosa Corvette, non ne hanno più fatte di macchine del genere.-
-si chiama Lola.- Phil si voltò verso di lui.
-oh ma certo. Bel nome Lola, uscivo con una bella e ricca donna che si chiamava Lola. Le ho rubato tutti i gioielli.-
Phil lo fissò quasi scorbutico.
Tony capì di dover smettere di parlare e tornò di sotto a coprire la macchina.
Coulson entrò in camera lasciando la porta socchiusa per permettere al Meccanico di entrare e poi andò nel piccolo bagno posando il falco sopra il lavandino e mettendo in un angolino un paio di jeans e una maglietta sfiorandoli come nostalgico.
 
Tony stava risistemando il telo su Lola borbottando da solo contro l’agente che lo aveva salvato, pensando che non poteva di certo mettersi a fare lo schiavetto per lui. Voleva vivere ancora un po’, fare grandi cose e, con questa idea in mente, finì di coprire la macchina e tornò nella camera per affrontare l’uomo fino a che non sentì qualcosa dietro di lui. Sentì un ululato alzarsi da qualche parte, il sole era ormai scomparso dietro le colline. Tony spaventato iniziò a correre, entrò nel motel e tirò un sospiro di sollievo:-ci mancavano anche i lupi.- scosse la testa e salì le scale e poi percorse il corridoio senza accorgersi che dietro di lui qualcuno lo stava seguendo con la scure sguainata pronto a colpirlo.
Tony notò subito che la porta della camera era spalancata e questo lo allarmò, ma nulla fu in confronto al grosso lupo nero che ne uscì e si lanciò nella sua direzione.
Tirò un urlo lanciandosi contro la parete di destra nello stesso momento in cui il lupo fece un balzo e i suoi denti aguzzi affondarono nel collo del padrone del motel che urlò si dimenò cercando di liberarsi.
Tony corse dentro la stanza urlando, lì trovò un giovane uomo biondo, con gli occhi azzurri e a petto nudo. Indossava solo dei jeans neri. Tony rimase incantato a fissarlo per qualche istante come se lo avesse ipnotizzato. Lui non era un uomo di quel genere, ma non poteva di certo negare che era molto bello, la sua pelle bianca risaltava nel scuro della camera.
Un grugnito dietro di lui lo fece voltare e tornare alla realtà:-signore! Non esca da questa stanza! C’è un lupo! Uno grosso! Nero! Ha attaccato il padrone del motel! Potrebbe aggredire anche noi!-
-shhht! Lo so. Stai tranquillo.- disse calmo posando una mano sulla spalla di Tony.
L’uomo poi lo superò e si affacciò alla porta.
-non lo faccia! È pericoloso!- continuò Tony, ma il biondo non lo ascoltò e piano si avvicinò al lupo che lo fissava con la lingua penzoloni e la coda in movimento.
L’uomo stese appena una mano e carezzò il muso del lupo che restò li a prendersi quelle dolci carezze, poi continuò a camminare lungo il corridoio e il lupo lo seguì.
-forse sto sognando. Eppure sono sveglio. Vuol dire che sono sveglio e sto sognando di dormire o piuttosto può essere che dormo e sogno di essere sveglio e mi chiedo se sto sognando.- disse Tony pensando.
-stai sognando.- disse la voce dell’uomo.
Tony si chiuse in camera e dalla finestra vide l’uomo camminare tranquillamente per le strade con il lupo.
Andò sul letto, si infilò sotto le coperte e non pensò più a quello che era successo. Sperò che fosse solo un sogno e non volle neanche lontanamente immaginare chi fossero le persone con cui stava. Prima l’agente dello S.H.I.E.L.D. che gli salva la vita con il suo falco e la macchina con un nome di donna, poi questo bellissimo biondo che spunta all’improvviso senza una spiegazione e parla con i lupi, o per lo meno, sta in compagnia dei lupi. E l’agente dello S.H.I.E.L.D. sembrava sparito, forse era in bagno. Tony aveva troppa paura di essere ucciso per aprire la porta e quindi rimase sotto le coperte.
Il mattino fu svegliato dall’agente Coulson, fecero colazione e ripresero a muoversi per le città con Lola e il falco che volava con loro o si posava per riposarsi sul freno a mano dell’auto.
Viaggiarono per un’altra mezza giornata e poi si fermarono in un bosco:-non me la sento di continuare, ho bisogno di riposare.- sussurrò Phil abbassando il suo sedile.
-il falco ci dirà se si avvicina qualcuno.- si sistemò gli occhiali da sole e chiuse gli occhi.
-ci vuole un po’ di riposo dopo quello che è successo ieri sera. C’era un lupo! Avrebbe potuto uccidere chiunque e lo ha fatto! Ha ucciso il padrone della locanda. È stato orribile. Ma questo è niente, c’era un uomo, con la pelle bianca come la luna e con profondi occhi blu, come quelli di un uccello e la sua voce...- continuava a parlare tanto che Phil si tirò su gli occhiali guardandolo.
-dolce come quella di un angelo, anche se un po’ severa.-
-ha parlato? Che cosa ha detto?- chiese Phil.
-gli ho chiesto se stavo sognando e lui ha detto di si.-
Phil sorrise.
-ma non sono pazzo! Devi credermi! Se ti dico queste cose!-
-ma io ti credo.- Phil lo guardò:-io credo ai sogni.-
Tony lo fissò strano.
-be, si da il caso che lui frequenti i miei sogni e sarebbe bello se potessi incontrarlo. Aspetto da troppo tempo di vederlo. Ora dormiamo un po’.- si rimise su gli occhiali e si voltò dall’altra parte.
Tony sospirò e si mise comodo anche lui.
 
 
Thor in groppa alla sua moto corse verso il Raft per riferire al Vescovo del ritorno di Coulson.
Lo trovò nel suo giardino insieme ad una ballerina dai capelli rossi che danzava al suono di un pianoforte suonato da una donna con corti capelli neri e l’aspetto serioso.
Thor, sporco, ferito, sudato e con la barba si fece avanti con il corpo leggermente chinato in avanti in segno di rispetto verso l’uomo ce aveva di fronte. La musica cessò quando lui fu abbastanza vicino.
-hai trovato quel criminale? Quello Stark?- chiese Loki.
-no, non è ancora nelle mie mani.- rispose Thor.
-allora perché vieni nel mio giardino sporco e con la barba lunga? Pensi di trovarlo qui?-
Thor rimase qualche secondo in silenzio poi rispose:-Coulson è tornato.-
Questo colpì il vescovo che capì la gravità di quelle parole:-vieni con me.-
Loki si incamminò verso le sue stanze private, Thor lo seguì aspettando gli ordini.
-il criminale, Stark, è con lui.- disse Thor.
-e il falco?- chiese Loki.
-come scusi?-
-ci deve essere anche un falco. Uno splendido falco. Non gli si deve nuocere, chiaro? Se morisse, un nuovo capitano della guardia presiederebbe alla tua esecuzione.- continuò a camminare seguito da Thor.
-questa notte Dio mi è apparso in sogno e mi ha detto che un messaggero di Satana è alle porte e il suo nome è Philip Coulson. Va, se tradissi me è come se tradissi Dio.- si voltò porgendo la mano e Thor gliela baciò prima di andare via.
Loki batté le mani due volte richiamando l’attenzione di un agente ordinando gli:-Mandatemi Hulk.-
-si vostra grazia.- disse l’agente andando subito.
 
 
Tony decise di prendere del legname per fare un piccolo fuoco visto che aveva freddo e Lola non aveva il tettuccio. Stava raccogliendo dei rami tagliandoli con la spada che Coulson si era portato dietro dallo scontro con Thor e le sue guardie.
-stai attento con quella katana, mi potrà essere utile.- disse Coulson togliendogliela di mano.
-perché?- chiese Tony.
-perché ho una missione.-
-e sarebbe?-
-uccidere un uomo.-
-e questo morto che cammina ha un nome?-
-è il Vescovo Loki.-
-il Vescovo? Capisco... be, allora hai da fare. Io ti sono stato fin troppo di peso, credo che me ne andrò.-
-ho bisogno di te per guidarmi dentro la prigione fino a lui. Tu sei l’unico che è riuscito a scappare- disse Phil.
-no! non ci torno neanche morto! Ho solo avuto moltissima fortuna!- esclamò Tony:-sono scappato da quel posto! Non voglio tornarci!-
-ho aspettato due anni che mi giungesse un segnale da quella prigione, un modo per poter entrare e portare a termine la mia missione. Quando ho sentito l’allarme e ho visto te fuggire ho capito che il momento era giunto.- sussurrò Phil.
-ci sono strane forze che ti circondano, forze magiche. Io non le capisco e mi spaventano e quindi non voglio averci a che fare. Sono in debito con te, lo so, ma preferirei morire piuttosto che tornare nel Raft.-
Phil lanciò con rabbia la katana che si conficcò nell’albero accanto al Meccanico.
-vado a prendere un po’ di legna per il fuoco.- disse Tony spaventato.
 
 
La notte era giunta, Coulson era sparito chissà dove lasciando il povero Tony legato ad un albero con dei nodi solidissimi.
Sentì dei passi, una persona che correva. Poco dopo Tony vide l’uomo della sera precedente. Indossava i soliti jeans e una maglietta. Tra le mani stringeva un arco e un freccia era incoccata, sulle spalle aveva la faretra.
Stava inseguendo una lepre, forse voleva mangiarla.
-preso.- fece un ghigno puntando la freccia tra le sterpaglie secche in cui la lepre si era rintanata.
-signore?!- esclamò Tony che fece perdere la concentrazione al biondo e la freccia partì senza colpire il bersaglio che scappò nel bosco.
-oh no!- gemette e si avvicinò all’uomo legato all’albero.
-ti ricordi di me?- stava dicendo.
-che cosa stai facendo lassù?- chiese il biondo.
-che faccio? Be, gli agenti del Raft, erano una dozzina. C’è stato una lotta tremenda.-
-come mai sei ancora vivo?-
-be, perché volevano farmi uccidere dal vescovo. Potresti liberarmi per favore. Prima c’era un civetta che mi stava fissando.- Tony lo guardò supplicante.
Il biondo sospirò sorridendo, prese una freccia mettendola nell’arco e prese la mira.
-oh no ti prego! mi taglierai una mano!- gemette muovendosi tutto.
-sta fermo e non succederà niente.- disse lui.
Tony rimase immobile pregando. La freccia partì e ruppe la corda:-ecco fatto.-
Un ululato fece voltare il biondo dando così occasione a Tony di scappare.
-senti...- si voltò di nuovo ma Tony era scomparso.
Sentì solo la sua voce: -oh grazie signore, grazie! Faccia i complimenti a Coulson! È un diavolo a fare i nodi!-
Il biondo sospirò:-e adesso mi ucciderà.-
Quando il sole sorse Coulson notò che Stark era scappato e, con l’aiuto del suo falco, lo andò a cercare insieme alla sua inseparabile Lola.
 
 
Nel frattempo Tony aveva corso ed era giunto fino ad una piccola base-accampamento dello S.H.I.E.L.D. presieduta da pochi uomini. Cercò di allontanarsi senza farsi vedere ma fu catturato e portato al centro del’accampamento. Il capitano della squadra, un certo Leo Fitz lo prese per la felpa e gli chiese:-dov’è Coulson!?-
-Coulson? Ah si quello robusto con la macchina rossa. L’ho visto che andava a sud verso il Raft.-
-ah,- disse un sottotenente- allora andremo a nord.-
-chiedo scusa ma non è educato darmi del bugiardo. In fondo lei non mi conosce neanche!-
-anche questo avevi calcolato.- disse Fitz:-perciò andremo a sud.-
-muoversi!- urlò mentre il piccolo battaglione si preparava.
 
 
Coulson continuò ad andare verso sud, sperando di trovare anche quel piccolo ladruncolo.
Passò accanto ad un barbone, il falco volava in alto sopra la sua testa. Coulson proseguiva senza accorgersi di essere circondato dagli agenti del Raft.
Tony, abilmente, riuscì portare in avanti e a togliersi il bavaglio che gli avevano messo. L’agente riuscì a zittirlo in tempo ma caddero dalla moto facendo rumore che innervosì il falco e fece allertare Coulson che si armò appena in tempo prima che gli altri agenti gli si lanciarono addosso con le loro armi.
Phil iniziò a sparare uccidendone alcuni. Uno però riuscì a colpirlo alla spalla.
Un altro stava per colpirlo ma Tony, dopo essersi liberato le mani, gli lanciò una pietra e il proiettile colpì il falco che volava sopra di loro.
-Falco! no!- L’urlo che uscì dalle labbra di Phil fu terribile. Preso da una rabbia cieca uscì dalla macchina e iniziò a sparare all’impazzata mentre cercava di raggiungere il falco che stava planando a terra ormai incapace di continuare a volare. I pochi agenti che rimasero scapparono via sulle loro auto e moto lasciandoli soli.
Phil si chinò sul falco cercando di rassicurarlo, dicendogli che sarebbe stato meglio, carezzandolo dolcemente.
-prendi un panno nel cofano!- ordinò a Tony.
Lui lo fece subito e glielo porse.
-grazie...-
Phil ci avvolse il falco:-guarirai, vedrai che guarirai molto presto.- disse al falco.
Lo raccolse e lo porse al ladruncolo:-prendilo! Cerca aiuto.-
-io signore?-
-sei l’unico che può salvarlo.-
-ma il poverino è spacciato signore.-
-non dirlo neppure.- lo prese per il colletto della camicia.
Phil gli indicò un posto con la testa:-vai in quella direzione. Troverai un castello diroccato, là c’è un monaco di nome Nick. Dagli il falco, lui sa quello che deve fare.-
-signore, non ti rendi conto che io...- iniziò Tony ma Coulson lo fermò.
-va! Salta sulla macchina!- disse in tono fermo piantando i suoi occhi in quelli di Tony.
-ma agente solo tu puoi guidarla.-
-fa quello che ti dico! Monta in macchina ora!- disse in tono che non ammetteva repliche.
Tony salì e preso il falco sulle gambe.
-se fallisci sta pur certo che ti troverò e ti ucciderò.- sibilò:-ora vai!-
Tony partì verso questo castello diroccato senza guardarsi indietro.
Raggiunsero il castello poco prima del tramonto.
-ehi!- urlò Tony.
-che cosa vuoi!?- urlò in risposta un uomo vestito con alcuni stracci, completamente nero, pelato e con una benda sull’occhio.
-mi hanno detto di portarti questo uccello! È stato ferito!-
-bel tiro! Portalo dentro! Lo mangeremo insieme!-
-non lo mangeremo! Questo non è un falco come tutti gli altri! Questo è il falco dell’agente Coulson!- spiegò Tony.
-e perché diamine non lo hai detto prima!!- disse frettoloso:-entra entra!! Non abbiamo tempo da perdere!!- corse sulle scale aprendo la porta a Tony che entrò e gli porse velocemente il falco.
Poi lo seguì in una stanza. Il monaco appoggiò il falco su un letto di coperte e poi uscì tirandosi dietro il Meccanico.
-vedi di non entrare!- ordinò mentre lui scese in un'altra stanza a prendere un kit medico.
Tony, senza farsi vedere, però, entrò nella stanza dove stava il falco, ma il falco era sparito.
Al suo posto c’era quel bellissimo uomo, nudo, coperto solo da un lenzuolo bianco.
Sudava e respirava a fatica.
Tony rimase un po’ a fissarlo. Lui si era accorto della presenza del ladro, sorrideva appena, gentile.
-Coulson sta...?- chiese.
-sta bene.- rispose Tony:-c’è stata una battaglia. Coulson ha combattuto come un leone. Il falco è stato colpito. Lo sai non è vero?-
-sì.- sussurrò posandosi una mano sulla spalla sinistra.
-ma tu sei vero o sei uno spirito?-
-io sono dolore.- rispose il biondo voltando il capo, come per chiudere la conversazione. Si leggeva il dolore, un dolore più profondo della ferita aperta sulla sua spalla, e la solitudine nei suoi occhi. Tony uscì proprio mentre entrava il monaco dall’occhio solo che, preso tutto il necessario, estrasse il proiettile e curò la ferita in modo che non si infettasse e non facesse male.
Finito, tornò da Tony che gli fece delle domande su quell’uomo e su Coulson, sulla storia che li legava.
Fury, dopo aver bevuto qualche bicchiere di vino, si liberò di quel pesante fardello.
 
 
In quel momento il vescovo fu svegliato da un sonno tormentato. Un’agente gli disse che Hulk era arrivato.
Quest’uomo era un grosso bestione, un cacciatore di lupi. Il suo nome era Bruce Banner ma da tutti era conosciuto come Hulk. Il vescovo si vestì e lo ricevette nella sala. Controllò con accuratezza le pelli che Hulk gli aveva portato, senza trovare quella che gli interessava.
-inutili! Tutte!- esclamò passando davanti ad Hulk.
-le trappole sono piene. Non posso certo uccidere tutti i lupi. Dai tempi della peste ci sono più lupi che uomini.-
-e c’è un uomo.- lo interruppe Loki.
-vostra grazia?- chiese Hulk.
-un bellissimo uomo con la pelle d’alabastro e gli occhi di una colomba. Lo si vede vagare di notte, solo di notte. La luna è il sole per lui e il suo nome è Clint. Trova lui e troverai il lupo. Il lupo che voglio. Il lupo che lo ama. Il suo manto è nero.- Loki se ne andò lasciando da solo il cacciatore.
-Clint...- disse tra se piano.
 
 
Un lupo ululava mentre Tony e Fury bevevano davanti al camino della sala del castello diroccato:-è lui il lupo, non è vero?- chiese Tony.
-bevi, non ci pensare.-
-prima stavi raccontando tutto.- disse Tony.
-lui si chiama Clint Barton. Orfano, cresciuto in una famiglia che lo trattava in modo deplorevole. L’uomo che lo aveva adottato era un uomo crudele. Ha fatto morire molte persone ed era stato rinchiuso nel Raft. Ma lui, per fortuna, era cresciuto con una tata che lo trattava come se fosse suo figlio, donandogli amore e buoni principi. È un uomo dolce, simpatico, ironico, forte, coraggioso e bellissimo. Nessuno lo può negare. Neanche coloro che amano le donne. Era arrivato al Raft come agente dello S.H.I.E.L.D. insieme ad una cugina se non ricordo male. Lo avevano reclutato, teneva a bada i cattivi nelle prigioni. Lì, eravamo tutti innamorati di lui in qualche modo. Così andò avanti fino a che non arrivò il vescovo. Da quel momento il trattamento riservato ai prigionieri cambiò, ma lui e pochi altri si rifiutarono di trattarli in quel modo. Furono tutti uccisi dal vescovo. Tutti tranne lui. Come ti ho detto fece strage di cuori, uno di esso era quello del vescovo. Loki si innamorò perdutamente di Clint, tanto da non riuscire a pensare ad altro.-
-il vescovo lo amava?-
-si, ma come può esserne capace un uomo malvagio; di una passione quasi folle. Era in preda al demonio. Ma Clint percepì la sua malvagità e si rifiutò a lui. Gli rimandò le lettere, le poesie senza neanche aprirle. Cancellò le mail senza degnarle di uno sguardo. Il suo cuore era già perduto, sai? Per un agente di alto livello.-
- Philip Coulson.- sussurrò Tony come se avesse appena capito ogni cosa.
-il vescovo ignorava il loro amore, ma esso diventava ogni giorno più grande, più forte, più profondo fino a che....- rimase un attimo in silenzio, bevve qualche sorso dal suo bicchiere e poi continuò.
-i due furono traditi. Avevano lo stesso confessore. Ogni agente ha un confessore con il quale si confida cercando di trovare una soluzione ai propri problemi, per aiutarli psicologicamente. Ebbene, lui un giorno ubriaco confessandosi al suo superiore commise un peccato imperdonabile, che si sarebbe portato dietro finché fosse vissuto. Rivelò il patto segreto degli innamorati a Loki. Quel vecchio stolto non capì quanto terribile sarebbe stata la vendetta di Loki. Sembrava impazzito, perse la ragione e fece qualche stregoneria, lanciando una maledizione sui due innamorati. se lui non poteva averlo, non lo avrebbe avuto mai nessun’altro. Coulson e Clint fuggirono, ma Loki li inseguì, evocò tutti i poteri delle tenebre riuscendo a dannare i due innamorati. la maledizione li colpì nel modo che tu hai visto realizzarsi. Di giorno Clint è il bellissimo falco, di notte Coulson diventa il lupo di cui ora tu senti la voce. Povere creature senza il ricordo della loro vita da animale e senza mai nemmeno potersi sfiorare. Hanno solo il tormento di un breve istante al sorgere e al calar del sole quando possono quasi toccarsi, senza mai riuscirci.-
-sempre insieme, eternamente divisi.- sussurrò Tony colpito da quella triste storia.
-finché il sole sorgerà e tramonterà. Finché ci saranno il giorno e la notte.-
Un ululato lontano poi il monaco riprese:-sarà meglio riposare, è tardi.-
-Clint lo sa che sei tu il monaco che lo ha tradito?-
Si alzò e camminò barcollando verso la sua stanza senza rispondere.
Tony rimase ancora un po’ davanti al camino e poi andò da Clint per occuparsi di lui in caso fosse necessario.
Il biondo si svegliò, parlarono un po’ di Coulson, Tony gli raccontò che Coulson gli aveva detto di salvare quel falco perché era la sua unica ragione di vita, che un giorno avrebbero potuto vivere insieme come tutte le persone, che l’amava molto. Clint sorrideva con gli occhi, gli piacevano le parole che Tony gli riferiva, lo facevano sentire amato nonostante la distanza. Dormirono un po’ e poi al mattino Tony andò da Nick:-allora? Non mi hai risposto ieri sera.-
-ho sbagliato, ma ora so come fare per rimediare.- disse.
-parla chiaro.-
-ho trovato il modo di far cessare la maledizione e so il momento in cui Coulson può affrontare il vescovo per ricominciare così una nuova vita.-
-è sua intenzione affrontarlo e lo vuole uccidere.-
-no! non deve farlo! Se lo uccide la maledizione non potrà mai cessare! Tre giorni da oggi, il vescovo riceverà la confessione dei confessori, nel Raft. Tutto quello che devono fare è affrontarlo entrambi voi, da uomo e uomo, veri esseri umani. Così sarà vanificata la sua maledizione e da quel momento voi sarete liberi!-
-impossibile.- disse una voce dietro di loro.
Era Coulson che li aveva raggiunti. Nessuno dei due lo aveva sentito avvicinarsi.
-finché al giorno seguirà la notte, no. ma da qui a tre giorni, so che ci sarà un giorno senza la notte e una notte senza il giorno.-
-tornatene dentro, vecchio pazzo. Tornatene pure a bere.-
Il falco spuntò da una finestra e si posò sul braccio teso di Coulson.
-credi che sono ubriaco? io te lo giuro!-
Coulson si sedette in macchina e la accese.
-aspetta!- Tony lo seguì ma non riuscì a convincerlo ad accettare il consiglio del monaco. Quindi Tony, ormai rassegnato, lo seguì per poterlo aiutare nell’impresa di uccidere il vescovo anche se dentro di se soppesava l’idea di dirlo a Clint nonostante Coulson gli avesse ordinato di non farlo.
La notte stava ormai calando e nubi temporalesche stavano minacciando quella che avrebbe potuto essere una pacifica serata. Coulson si fermò in un motel della città limitrofa a quella del Raft, lasciò Tony e il falco da soli e si allontanò nel grande parco naturale sul quale si affacciava.
Iniziò a piovere, il cielo era squarciato soltanto da lampi e tuoni. Tony provò pena per il lupo Coulson che doveva restare sotto la pioggia per tutta la notte.
-immagino che tu abbia fame. Vado alle macchinette a prenderti qualcosa.- disse Tony al falco che stava appollaiato sul letto e uscì dalla stanza. Quando tornò Clint era comparso, ma era ancora nudo con il lenzuolo intorno alla vita.
-oh, scusa.- Tony si voltò lasciandogli un po’ di intimità per potersi vestire.
-figurati.- sorrise appena l’uomo vestendosi. Questa volta i jeans erano blu e la maglietta nera.
-ho trovato questo mentre prendevo qualcosa da mangiare e bere.- disse Tony porgendogli un mantello scuro:-potrebbe sempre servire.-
-già, potrebbe.- Clint prese il mantello sistemandolo sul letto.
-lui come sta?- chiese.
-bene, come te. Spera sempre di poterti vedere di nuovo.-
Clint annuì sedendosi sul letto:-ci riporterà al Raft, non è vero?-
-si.- rispose.
-allora, cosa si fa adesso?-
-be, nel bar accanto c’è un addio al celibato. Potremmo imbucarci e mangiare qualcosa di meglio di queste schiacciatine vecchie e secche.- gliele fece vedere.
Clint rise:-d’accordo.- si mise le scarpe e si diresse verso la porta.
-oh il mantello! Ci proteggerà dalla pioggia!- Tony lo prese e, coperti dal mantello andarono verso il bar da cui si sentivano urla di festeggiamento.
Ma proprio davanti ad esso stava un lucido furgone pieno di pelli di lupo ancora sanguinanti.
Clint tirò un urlo e si avvicinò cercando di trattenere le lacrime di disperazione.
-Clint! Clint!- esclamò Tony posando le mani sulle sue spalle.
-Clint...- sussurrò l’uomo sopra il furgone guardandoli:-Clint!- sorrise sadico. Lo aveva trovato.
Il biondo guardò il cacciatore e Tony esclamò:-va dentro!- indicando il motel:-va dentro!- urlò spingendolo in quella direzione.
Clint con ancora il mantello sulle spalle corse nella camera per prendere il suo arco.
Nel frattempo Tony con la pistola che si era portato dietro cercò di risultare pericoloso al cacciatore che aveva davanti intimandogli di andare via.
Non appena che lui si fu allontanato ridendo divertito, Clint comparve dietro Tony e corse verso il parco naturale alla ricerca di Coulson, sperando di trovarlo ancora vivo.
Tony lo seguì, ma lo perse di vista:-Coulson mi ucciderà.-
 Il cacciatore invece lo teneva sott’occhio cercando di farlo diventare esca per il lupo che cercava.
Clint, ormai fradicio, cercava il suo lupo puntando l’arco con la freccia incoccata.
Camminò piano cercando il cacciatore anche negli angoli.
Ad un tratto sentì degli strani colpi, come delle trappole che scattavano, ma a nessuno seguì un ululato ferito. Non capiva cosa stava succedendo, aveva paura che Phil fosse intrappolato in una trappola e fosse ormai morto per poter ululare. Se lui era morto, lo avrebbe vendicato.
-vieni fuori vigliacco!- urlò Clint.
Dei passi poco distanti, passi di un lupo, li riconosceva bene. Seguì quel rumore, poi sentì una trappola scattare e un guaito lancinante.
Iniziò a correre in quella direzione il più velocemente che poteva.
Un lupo era caduto in trappola, un lupo nero. Hulk stava già gioendo mentre toglieva il muso della povera bestia dalla trappola quando arrivò Clint che gli puntò la freccia.
Hulk si accorse della sua presenza, ma nello stesso istante un altro lupo si avvicinò: poteva riconoscerlo tra mille.
-Coulson!- esclamò felice mentre quello ringhiava in direzione del cacciatore.
-sei tu!- disse Hulk tirando fuori qualche arma da sotto la giacca.
Clint lo vide e gli tirò la freccia che non fu mortale, ma gli fece perdere l’equilibrio e cadde con la testa sulla sua stessa trappola. Urlò e si dimenò di dolore fino a che morì.
Clint rimase solo fissandolo. Il lupo era andato via, Tony lo aveva raggiunto e lo portò lontano da quella scena. Rientrarono nel motel e lì rimasero.
 
 
Al mattino, fu svegliato da Coulson che gli chiese cosa fosse successo durante la notte.
Tony rispose nulla:-siamo andati a mangiare qualcosa nel bar accanto.-
-sei stato in un bar Clint!?- Coulson lo fissò, sembrava arrabbiato.
-per mangiare qualcosa. Aveva fame anche lui.- si difese Tony.
Ma l’agente continuava a fissarlo male.
-Clint è un bell’uomo, ha colpito anche me, non posso di certo negarlo. Ma lui non fa altro che parlare di te. Ti ama davvero tanto.-
Coulson sorrise appena:-per ogni momento che passi insieme a lui, io... ti invidio, ma puoi raccontarmelo. Riferiscimi quello che ti ha detto.- disse carezzando il falco.
Tony iniziò a parlare, a raccontargli di com’era triste all’inizio quando pensava al loro primo incontro e di come diventava felice man mano che proseguiva fino ad arrivare di nuovo alla tristezza di fronte alla situazione in cui erano,dell’amore che provava per lui e della rabbia nei confronti del vescovo.
 
Fury, che non si era rassegnato, li aveva seguiti con il suo vecchio e scassato pic-up. Riuscì a raggiungerli e cercò ancora di convincere l’agente a non uccidere Loki, ma di sconfiggere la maledizione come lui gli aveva raccontato. Tony cercò di aiutare il monaco, ma Phil non volle dargli ascolto e li lasciò entrambi a piedi e, solo con il falco, proseguì verso il Raft.
Ma Fury e Tony non si diedero per vinti. Tony si era deciso a parlarne con Clint, così lo seguirono e durante la notte si avvicinarono a Clint che cercava di scaldarsi all’interno della macchina.
Gli raccontarono del piano e lui decise di accettare. Insieme costruirono una trappola per poter catturare il lupo senza fargli del male.
Tutto era pronto, ma tutto andò storto.
Erano sui monti, la neve perenne di quel posto rendeva tutto più difficile e il lago ghiacciato faceva quasi paura.
Fu su quel lago che il lupo rischiò di morire.
Clint lo stava chiamando a se, doveva passare sul ghiaccio; ma questo era sottile e sotto il peso del lupo si ruppe e lui cadde in acqua guaendo e cercando di uscire fuori.
Clint gli corse incontro sdraiato sulla pancia per distribuire il peso su una porzione più grande di ghiaccio, lo raggiunse.
Tony lo seguì e per aiutare Clint ad estrarlo dall’acqua ci finì lui stesso, ma non mollò.
Tenne stretto il lupo cercando di farlo uscire, ma questi si dimenava in preda alla paura, artigliava qualsiasi cosa gli capitasse a tiro: compreso il petto del povero Meccanico.
Alla fine riuscirono a mettersi tutti in salvo. Clint restò con Coulson, si appisolarono entrambi.
Tony si fece curare da Fury e poi dormirono anche loro.
Al risveglio, Tony assistette al cambiamento dei due innamorati.
Erano sdraiati vicini. Coulson stava tornando umano, mentre Clint diventava falco.
Le loro mani si allungarono, cercarono di sfiorarsi ma la maledizione non glielo poteva permettere. Clint divenne completamente un falco e volò alto nel cielo.
La scena era così triste, i loro sguardi erano così tristi e disperati che non si poteva che essere tristi.
Tony si sentiva totalmente inutile e incapace di fare qualcosa per aiutarli. Soprattutto se Coulson non si convinceva della veridicità delle parole del monaco.
Tony provò a convincerlo nuovamente, ma Coulson non voleva sentire ragioni. Tony si arrabbiò e iniziarono a strattonarsi a vicenda, ma Phil era più forte di Tony che cadde a terra. La camicia che indossava si era aperta mostrando il petto pieno di graffi ancora freschi.
Phil se ne accorse subito e chiese spiegazioni. Tony non volle rispondere, così lo fece Fury.
-è successo la scorsa notte, quando ti ha salvato la vita.-
Coulson rimase in silenzio qualche istante poi guardò Tony:-perdonami.- lo aiutò ad alzarsi e poi continuò:-vi insegnerò io, sciocchi, a catturare un lupo.-
Durante il giorno raggiunsero la città dove era situato il Raft. Restarono lì senza farsi vedere.
Poi di notte, catturarono Coulson e lo misero in una gabbia che aveva portato con se Fury nel suo pic-up.
Lo coprirono con un telo e raggiunsero il ponte che portava alla prigione poco prima dell’alba.
Clint e Fury erano sul pic-up, Tony tornò attraverso le fogne per poter aprire la porta del giardino di Loki, -poiché si apriva solo dall’interno- così da far entrare Coulson per ucciderlo.
Non ebbero molti problemi e riuscirono ad entrare appena in tempo prima che il sole sorgesse e trasformasse i due innamorati.
Coulson, poco prima di partire per le stanze private di Loki che stava dando una festa, affidò il falco a Nick dicendogli:-se riuscirò ad uccidere il vescovo tornerò qui, ma se tu sentirai l’allarme suonare vorrà dire che sono morto. Ti chiedo di ucciderlo. In fretta, senza farlo soffrire.-
Fury scosse la testa:-non posso.-
-ti prego. non lasciargli vivere questa vita a metà. Soffrirebbe e basta.-
L’uomo dall’occhio solo annuì poco convinto.
Coulson gli diede un coltello e poi, preso uno dei mezzi di trasporto usati nella prigione, corse veloce verso il giardino.
 
 
Tony ne frattempo, ritrovato il buco dal quale era uscito, riuscì ad entrare, attraverso un tombino, nel giardino del vescovo e corse ad aprire la porta chiusa a chiave.
Alcuni agenti lo videro e gli andarono incontro proprio nell’esatto momento in cui la serratura scattò e la porta si spalancò con un tonfo pesante facendo entrare Coulson in tutta la sua rabbia e odio, armato di due pistole, della katana e di una strana arma che lui aveva chiamato “Distruttore”.
Colpì in pieno i due agenti che si erano fatti avanti e iniziò a dar battaglia. Tony si mise in un angolino aspettando e sperando che non morisse.
Gli invitati alla festa si spostarono per non essere uccisi, mentre le guardie gli si lanciarono addosso sotto lo sguardo interessato di Loki. Mentre Coulson combatteva contro Thor, che si era unito alla festa, un agente riuscì a dare l’allarme.
-noooo!!- urlò Coulson disperato. Thor ne approfittò per tirargli un calcio e farlo rotolare a terra.
-Fury, fallo alla svelta.- sussurrò e proprio in quel momento sopra di se vide il sole che piano piano veniva oscurato da una massa nera: la luna.
Era un’eclissi. Il giorno senza la notte e la notte senza il giorno. Fury aveva ragione, ma ormai era troppo tardi. Nick aveva certamente sentito l’allarme e ora Clint era morto.
Si alzò e con un grido di battaglia, senza più la speranza e neanche la voglia di uscirne vivo, dato che il suo amore era morto, cercò di uccidere quanti più agenti poteva, per arrivare da Loki e così poter porre fine a tutto. Lui non doveva vivere. Loki doveva morire e poi si sarebbe volentieri fatto uccidere. Non aveva più senso vivere senza Clint. L’uomo della sua vita.
Continuò a combattere riuscendo ad uccidere Thor con la katana che aveva rubato all’agente quasi una settimana prima e poi si avvicinò a Loki. Lui era rimasto immobile davanti al tavolo imbandito con il suo scettro, come un re ad un banchetto per celebrare la sua incoronazione.
Gli puntò la sola arma che gli era rimasta, la beretta, pronto ad ucciderlo.
-se uccidi me, Coulson, la maledizione durerà in eterno. Non pensi a Clint?- sorrise sadico.
-Clint... è morto.- disse Coulson.
Loki lo fissò in preda alla paura e alla disperazione che le sue parole fossero vere.
-sì, maledetto! Vattene all’inferno!-  mise il dito sul grilletto.
-no, Phil!- tutto il giardino sentì queste due parole che fecero abbassare l’arma all’agente.
Coulson si voltò e quello che vide fu il volto di Clint, i suoi occhi che lo fissavano mentre si avvicinava piano a lui.
Loki fissò Clint tremando, cercò di distogliere lo sguardo dalla sua figura e, quando ci riuscì, si appoggiò al suo scettro.
Phil lo guardò per un po’ e poi, come se si fosse ricordato di Loki, si voltò verso di lui rabbioso.
Tirò un urlò, lo strattonò facendolo inginocchiare e ordinando gli di guardare.
-guarda! Guardalo!- lo strattonò, ma Loki si mise le mani davanti al viso.
-guarda lui!!- urlò di nuovo e Loki non resistette alla tentazione di guardare l’uomo che lo aveva colpito dove non avrebbe mai pensato.
Poi Phil si mise davanti a lui e gli ordinò puntandogli la pistola contro:-guarda me!-
Loki lo fece inerme.
Phil indietreggiò di qualche passo, lasciandolo andare ma tenendo la pistola su di lui.
-ora, guardaci!- rimase un attimo in silenzio poi urlò di nuovo:-GUARDACI!!-
Loki lo fece, terrorizzato.
Tony, che era rimasto dietro una colonna, fu raggiunto da Fury.
-la maledizione è finita.- sussurrò felice.
Coulson si voltò, finalmente, verso Clint che si avvicinò a lui felice con una mano stretta a pugno.
Quando furono uno davanti all’altro Phil si inginocchiò posando la pistola accanto a sé.
Clint allungò una mano e Phil gliela strinse felice di poterlo nuovamente toccare.
Entrambi guardarono la mano che aveva chiuso a pugno. Dentro c’era il cappuccio e i legacci del falco.
Clint fece qualche passo avanti, stringendo forte la spalla di Phil, ancora inginocchiato, e si avvicinò a Loki.
Quando gli fu davanti aprì la mano facendogli vedere cosa conteneva e poi lo lasciò cadere a terra, ai piedi di Loki, poi si voltò per tornare indietro dal suo amato.
Ma Loki non si poteva dare per vinto in quel modo. La seguì brandendo il suo scettro:-se non sarai mio... nessun uomo ti avrà mai!- urlò.
-Coulson!- esclamò Fury.
Phil si voltò e gli sparò in pieno petto.
Lo scettro cadde a terra e poco dopo anche il corpo di Loki lo seguì. Non distolse mai il suo sguardo dal viso di Clint e la sua ultima parola fu il suo nome:-Clint...- sussurrò sputando sangue e poi i suoi occhi si chiusero.
Clint tirò un sospiro di sollievo, si voltò verso Phil e lo strinse baciandolo, finalmente, dopo due anni.
-ti amo, ti amo, ti amo.- sussurrò Clint stringendolo felice.
-ti amo anche io, Clint.- rise Phil baciandolo tra una parola e l’altra.
E così i due, felici di poter stare insieme, ripresero il controllo delle loro vite, abbandonarono il Raft al suo destino insieme a Fury che ne prese il comando e con Tony come suo secondino.
Si può proprio dire:
e vissero tutti felici e contenti...
ma si dai, anche i supercattivi rinchiusi nel buco.
   
 
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