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Autore: I_am_sherlocked    19/12/2013    1 recensioni
«Pensi di aver visto tutto? Beh, pensa di nuovo. Fuori da queste porte, potremmo vedere qualsiasi cosa. Potremmo trovare nuovi mondi, terribili mostri, cose impossibili. E se vieni con me, niente sarà più lo stesso.»
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Aveva i capelli lunghi, gli occhi grandi, il viso pallido e le guance arrossate per il freddo. Nessuno ci faceva caso però, che il suo sorriso era triste, i suoi occhi spenti, la sua vita ruotava attorno a una bugia.

«Penso che tu debba darmi una spiegazione.» Ripeté la madre incrociando le braccia al petto.-

«Non ho niente da dirti.» Sbuffò lei, riprendendo a scrivere.

«Chi era quell’uomo?» Chiese stavolta, con tono più deciso.

«Nessuno.» Jane roteò gli occhi e la madre uscì, chiudendo la porta violentemente.

Tutto era iniziato da una tranquilla passeggiata ed era finito con un imbarazzante incidente. Jane era la tipica ragazza italiana di sedici anni. Aveva un sogno, una passione, ma era strana, o almeno era quello che spesso le dicevano alcune sue compagne. Lei non ci faceva mai caso, anche se in realtà faceva male. Le parole possono far più male di qualsiasi altra cosa. Fatto sta che viveva a Londra, decisione di sua madre. Quando la ragazza le chiese il perché di quella inaspettata decisione, lei rispose per lavoro. Jane sapeva la verità. Quel giorno aveva deciso di uscire, anzi, la madre le aveva letteramente imposto di farlo. Pensava che sua figlia passasse troppo tempo dentro casa. Le ore a scuola passarono velocemente, tra qualche voto discreto e qualche chiacchierata. Tornata da scuola, poggiò la cartella accanto al letto e si passò una mano sui lunghi capelli castani. Gli occhi color azzurro erano ricoperti da un sottile strato di matita nera e le labbra avevano un colorito diverso, simile al rossetto che le aveva regalato la zia anni prima e che ancora teneva nascosto. Era l'unica cosa che la collegava alla cara zia, morta mesi prima che lei potesse iniziare il terzo anno di liceo. I jeans stretti non volevano saperne di lasciare respirare la povera Jane, mentre la maglia piuttosto attillata metteva in risalto le curve della ragazza. Quei pochi compiti che le avevano assegnato li avrebbe svolti nel tardo pomeriggio. Prese un libro riposto nella libreria della sua camera, infilandolo in una borsa
sportiva. I libri erano la sua vita, la sua unica passsione. Prima di uscire si guardò un'ultima volta allo specchio,
assicurandosi che i suoi capelli fossero in ordine, non che le interessasse poi così tanto. Le strade di Londra sembravano essersi magicamente svuotate, si poteva intravedere solo qualche passante con un ombrello e dei turisti che non volevano rinunciare a visitare una meravigliosa città come quella. Stranamente lei adorava la pioggia,
era rilassante, ma malinconica allo stesso tempo, la rispecchiava. Alzò la testa verso il cielo e chiuse gli occhi, lasciando che alcune gocce scivolassero sul suo pallido viso per poi ricadere sul cemento ormai bagnato. Si incamminò sotto la pioggia, ignorando le occhiatacce della gente. Si riparò sotto l'insegna ormai vecchia e sporgente di un negozio di abbigliamento dove vi era una panchina e in tutta tranquillità tirò fuori il libro che aveva posato nella borsa, sedendosi, riprendendo a leggere da dove aveva lasciato. Immersa nella lettura, udì uno strano rumore mai sentito prima. Alzò lo sguardo e guardandosi intorno non notò niente di anormale, se non una cabina blu della polizia che prima non c'era. Ne era certa. Aveva percorso quella strada così tante volte. Ad un primo impatto pensò di aver
immaginato tutto, così si alzò dalla panchina, camminando verso quella strana cabina. Dopo un momento di esitazione, con la punta delle dita la toccò, giusto per accertarsi che fosse reale. Basita da quell'inaspettata comparsa,
sentì dei rumori all'interno. La scrutò attentamente, quando la porta si aprì e Jane cadde all'indietro, in una pozza di fango.

 
  
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