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Autore: Lori Liesmith    20/12/2013    3 recensioni
In un contesto dove Frigga e Odino sono morti e Thor e Loki hanno preso il loro posto, un'idea della nuova Asgard.
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Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Mpreg
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TU SEI LEI

 

A Lara che è sempre forte                                                     
che è una mamma per tutti noi, 
 che non smette mai di sognare.
 
 
 
Loki camminava a passo svelto per la reggia di Asgard.
Il consorte reale girava da un lato all’altro del palazzo per controllare che tutto fosse al proprio posto: in quel periodo cadeva la festività dello Yule, ed era la prima festa che si celebrava dalla morte della regina madre.
-Loki!- Il dio dell’inganno non si fermò al richiamo, anzi continuò a camminare fingendo di non aver sentito nulla.
-Avanti Loki fermati! Lo avevi promesso!- continuò a lagnarsi la voce dietro di lui, tanto che il moro decise di voltarsi e fulminando il malcapitato interlocutore lo rimbrottò:
- Lo Yule è questa sera imbecille! Pretendi che me ne stia a letto, mentre tutto viene organizzato da collaboratori stupidi quasi quanto te?-
- Non dico questo mio diletto*- gli rispose Thor, guardandolo dolcemente negli occhi e posandogli una mano sul ventre rigonfio
-Ma ormai sei giunto alla fine del cammino che ci farà conoscere nostro figlio o figlia, dovresti riposarti. Ti scongiuro fratello!-
Il dio del tuono giocò quella che sapeva essere una carta vincente: da quando si erano sposati Thor si era reso conto che il consorte si ammorbidiva solo se lo si pregava o sei lui lo chiamava fratello cosa che risultava molto scandalosa e che deliziava il più giovane.
Come volevasi dimostrare il tenebroso dio del caos sbuffò infastidito, ma si lasciò condurre lo stesso in camera.
-Se ti può fare stare più tranquillo, io stesso controllerò che tutto si svolga come tu desideri- si congedò il biondo.
-Non mi consola affatto marito!- rispose Loki ad una porta ormai chiusa.
                                                ***                                                                      
 
Ormai era sera e Loki si stava preparando per l’imminente celebrazione.
La vecchia e tanto cara casacca da mago si trovava da mesi ormai nell’armadio su ordine del guaritore di corte, il quale sosteneva che una stretta blusa di pelle non era affatto consona ad un ventre in progressiva dilatazione.
Quindi, per quella sera, il moro aveva scelto vestiti morbidi e congeniali al suo stato ma rigorosamente verdi e neri e con placche di metallo che indicavano il suo stato di principe, mago e regnante.
Mentre aspettava l’arrivo di Thor per andare alla festa, il mago si concesse un istante di riflessione, sedendosi sullo sgabello posto davanti alla specchiera che era stata della madre.
Fin da piccolo, quando ancora gli inganni e il dolore non avevano avvolto il suo cuore, si fermava spesso ad ammirare Frigga acconciarsi i capelli o scegliere i gioielli da indossare, mirandosi in quella specchiera ebano e con intarsi argentati che in un tempo remoto era stata donata da Borr* alla propria consorte.
Ora che quella stanza apparteneva a lui e a Thor, il moro, soprattutto da quando era iniziata la gestazione, si scopriva sempre più spesso davanti a quello specchio quasi potesse rivedere riflesso il volto della madre, pronto a dargli qualche consiglio o solo un sorriso amorevole.
Mentre era perso nei suoi pensieri una voce lo fece sobbalzare:
-Devo essere geloso di quella specchiera?- sorrise Thor nel vedere il consorte per l’ennesima volta seduto a quel suppellettile.
-Stavo solo finendo di sistemarmi per il banchetto, sarò anche diventato grosso come un pentapalmo, ma possiedo ancora un po’ di amor proprio e dignità!- s’inalberò il dio delle malefatte.
In risposta il dio del tuono gli scostò le ormai lunghe ciocche color ebano per posare un delicato bacio suo niveo collo dell’altro.
-Io e te abbiamo trascorso il tempo di milioni di vite umane insieme e lo sai che non smetterò mai di guardarti, ma non solo perché sei bello- e lo sai anche tu- ma anche per a me appari meraviglioso anche nella natura più intima-
-Andiamo o faremo tardi- liquidò il discorso Loki, poco avvezzo a gesti affettivi di quella portata, anche se prima di uscire tirò il biondo per il colletto e lo baciò.
 
                                                       ***                                                                     
 
La sala dei banchetti era splendidamente addobbata: i colori dominanti erano il bianco e l’oro e il gusto raffinato di Loki trasudava da ogni parete ricoperta da fiocchi di neve incantati in modo da non sciogliersi mai, per non parlare dei numerosi drappeggi d’oro che, avvolgendosi a spirale in un dolce abbraccio col freddo marmo delle colonne, cadeva morbido sul pavimento, dando come l’impressione di camminare su foglie d’orate.
I due regnanti seduti sui loro troni sopraelevati osservavano i sudditi che si godevano le festività: dai tre guerrieri che brindavano a Thor e –a mal in cuore- anche al compagno, ai bambini che correvano per le sale fino ai nobili che sorseggiavano il loro idromele godendosi la musica.
Una tavolata riccamente imbandita faceva bella mostra di sé nel lato destro dell’immenso salone; su di esso vi erano cinghiali arrostiti arrostiti con la loro mela in bocca, fagiani in salamoia, ma anche vari tipi di frutta e verdura per non parlare dei numerosi dolci glassati e ricchi di creme aromatiche.
Per convenzione sociale tutti gli invitati al banchetto dovevano aspettare che il re e il suo compagno si sedessero per iniziare a mangiare, ma il sovrano tardava, essendosi allontanato insieme a colui che pochi riconoscevano come compagno e molti solo come sgualdrina.
-Andiamo in camera Loki!- gli occhi azzurri di Thor erano illuminati dalla preoccupazione nel vedere il moro che si tastava il ventre quasi in modo quasi compulsivo dopo che da quest’ultimo era giunta una fitta che aveva spaventato non poco il futuro genitore.
-Vai, stupido pentapalmo e non far parlare più del dovuto i tuoi stupidi conterranei! Sai che amo crear scandalo e rovinare le feste, ma proprio questa no!-
E Thor ritornò nel salone, non per sottomissione al compagno, ma per rispetto e soprattutto sapendo che Loki voleva restare solo per tranquillizzarsi dall’accaduto senza alcuno accanto, nemmeno lui.
Infatti per quanto il re fosse convinto dei sentimenti del moro nei suoi confronti sapeva che non amava mostrarsi debole davanti a nessuno, amico o nemico.
 
                                                     ***                                                                      
 
Mentre Thor si dedicava agli inviati il suo consorte si prese un momento per osservare, non visto, colui che un tempo chiamava fratello e che ora diveniva il padre di suo figlio.
-E’ così simile a madre- si ritrovò a pensare Loki, guardandolo destreggiarsi tra i vari convitati.
Era la pura verità: il suo consorte non aveva ereditato solo i capelli biondi e gli occhi color del cielo, ma soprattutto quei modi colmi di dolcezza e comprensione.
Si accarezzò il ventre, riflettendo su come Thor l’avesse salvato in tutti quei secoli, non solo dalla morte fisica, ma anche dall’annientamento della sua anima colma d’odio e sete di vendetta.
Ora invece non riusciva a provare che amore nei confronti della propria famiglia composta da Thor e da quel cucciolo di sole e neve.
Quel cucciolo che era stato così difficile da accettare all’inizio, sia perché era un dono della sua natura maledetta e condannata, sia perché allora lui e Thor non erano legati come ora.
Ma oggi, anche se Asgard festeggiava il solstizio di inverno, Loki era convinto che la sua primavera era già iniziata.
 
                                                      ***                                                                       
 
Tornato in sala avvertì gli occhi di tutti i commensali rivolti verso di lui, chi con paura, chi con diffidenza, chi con odio.
Ma come sempre Thor era al suo fianco a combattere tutti i tipi di battaglia, non come suo salvatore, ma come prezioso alleato.
-Loki, aspettavamo solo te per il brindisi iniziale- sorrise al compagno cingendo i fianchi del moro.
-Brindo, in presenza di amici e alleati, ad Asgard alla nostra prosperità e al mio compagno ce mi è sempre stato accanto ed all’ultima gioia che a breve mi donerà!- concluse, alludendo al ventre prominente del moro.
-Ed ora, godiamoci i festeggiamenti!- disse Loki, più che altro per evidenziare il proprio potere al fianco di Thor.
Dopo quest’augurio iniziarono i veri e propri festeggiamenti: danzatori e danzatrici cominciarono ad esibirsi mentre i musici cambiavano ritmo per una musica che invitata gli invitati ad aprire le danze.
La sala era illuminata da mille fuochi e da mille lumi; Thor e Loki dall’alto dei loro troni osservavano l’evolversi dei festeggiamenti.
-Ti diverti, marito?- chiese il tonante, applaudendo a Vostangg che improvvisava un balletto sconosciuto al centro della sala .
-Sai che i miei canoni di divertimento sono molto diversi dai tuoi- rispose Loki -ma, essendo stata organizzata da me, questa è di gran lunga la migliore serata che Asgard abbia visto da secoli!- terminò scatenando l’ilarità del consorte.
-e dimmi Thor, visto che sei in vena di far conversazione- riprese Loki incalzando il biondo.
-cos’è che cerchi di nascondermi da più di una settimana?-
Sorrise, il maestro d’inganni nel vedere il marito impallidire visibilmente
-cosa non vuoi condividere con me, fratello?- sussurrò suadente Loki all’orecchio del dio del tuono.
Ma la reazione che ebbe Thor, il mago non l’avrebbe mai immaginato:
tra lo stupore generale il re di Asgard perse il marito e attento a premere sul ventre rigonfio se lo caricò sulla spalla.
-Thor, THOR! Stupido pentapalmo cosa stai facendo?!?- iniziò a strillare Loki senza pensare agli ospiti, al protocollo e al suo ruolo.
Non aveva paura; era furibondo!
Nel frattempo Thor stava attraversando la sala dei banchetti, osservato da tutti i suoi ospiti.
Giunto alla porta si girò verso tutti quegli occhi che lo guardavano sconvolti e cercando di darsi un contegno vagamente regale nonostante avesse un gravido juton gravido e irato sulle spalle si congedò dicendo:
-chiedo venia, ma io e il mio compagno dobbiamo ritirarci, ma prego, continuate a festeggiare tranquillamente-
E con queste ultime parole imboccò il corridoio con gli occhi di tutti ancora puntati addosso.
 
                                                       ***                                                                      
 
Loki si era rassegnato da tempo a lottare contro quell’energumeno del marito ma non aveva finito con gli insulti:
-stupido biondo senza cervello! Capisco che tu sia andato a trovare nostro cugino Ade, ma non è una scusa per prendere le sue cattive abitudini!*-
Sbraitava il moro – e ora di grazia mettimi giù!-
Thor, d’altro canto, non si diede neanche la briga di rispondere, conducendo l’altro verso l’ala del castello rimasta in disuso dalla morte dei sovrani.
Superato un lungo corridoio delimitato da colonne di marmo bianco, dove incise, sembravano riprendere vita i grandi avvenimenti della storia asgardiana, Thor si decise a rimettere a terra il marito.
Senza lasciargli il tempo di parlare , fece scivolare una benda di seta sugli occhi del compagno e lo condusse all’interno della stanza dalla porta d’orata che entrambi conoscevano bene.
Thor condusse Loki per quella stanza, riconoscendo di tanto in tanto qualche gioco dell’infanzia come le spade di legno o gli elmi finti che usavano per inscenare la guerra.
Giunto al centro della stanza tolse la benda e gli occhi verdi del marito saettarono avidi di infomazioni.
-Perché mi hai condotto qui?- chiese con un filo di voce Loki, prendendo un libro di favole da uno degli scaffali.
Thor gli sorrise –voglio darti una cosa e questo, il luogo in cui ci siamo incontrati e dove abbiamo condiviso l’infanzia mi sembrava il più adeguato-
Loki si voltò a guardarlo con un sorriso triste dicendo:
e cosa avresti di così importante da darmi che meriti un luogo tanto pregno di ricordi?-
Thor lo prese per mano e lo condusse nel balcone adiacente alla camera dei giochi; lo spettacolo che si presentava agli occhi dei regnanti era quanto di più raro potesse essere: stelle splendenti illuminavano il firmamento con le loro luci, meravigliose quanto effimere; a concludere il paesaggio perfetto una cascata si mostrava in tutto il suo splendore.
-Ricordi quando scopristi di aspettare un bambino?- iniziò Thor il proprio discorso.
-Eravamo ad una delle solite feste di corte e mentre un bardo intonava uno dei miei canti preferiti tu crollasti sul pavimento; quando ti presi in braccio mi scongiurasti di non portarti nella camera della guarigione, ma in camera tua.
Là mi confessasti di essere in attesa e di volertene liberare, ricordi cosa feci io allora?-
-Per la rabbia lanciasti uno dei mio cari comodini contro la parete!- rispose Loki sorridendo al ricordo.
- Ma perché stai rimembrando questo avvenimento?-
-Perché quel giorno decisi che vi avrei protetto dall’universo e sono deciso a mantenere quella promessa!-
Detto questo rientrò nella stanza, uscendone con un piccolo involucro di velluto; senza dire una parola lo porse a Loki che, curioso, liberò il dono dalla morbida presa della stoffa.
Fra le sue mani aveva una delicata tiara ornata con rubini, smeraldi e del corallo finemente intrecciato a fili d’oro che ricadevano eleganti dal corpo principale del regale copricapo. Una tiara…
-E’ una femmina?!?- quasi urlò Loki dalla sorpresa.
-Lo so che non volevi sapere il sesso, ma volevo preparare una corona al nascituro e questa meraviglia starà sul capo della nostra principessina-
Per tutta risposta il mago prima gli diede uno schiaffo per poi baciarlo.
-Lo schiaffo è per non aver rispettato la mia volontà, ma d’altronde il tuo gesto non è stato del tutto errato e gli smeraldi danno un tocco di classe che non mi sarei mai aspettato da te-
Thor lo abbracciò di slancio e accarezzando il pancione che lo separava dalla sua bambina, pensò che se tutto il dolore, l’odio, le lotte tra lui e Loki avevano portato a tutto questo, ne valeva proprio la pena.
 
Note
*Diletto: un omaggio molto velato a Lara_D Amore
*Ade: fa riferimento al ratto di Persefone perpetrato dal dio dei morti Ade.

 

  
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