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Autore: Frecchan    16/05/2008    6 recensioni
Due ragazzi.
Due opposti.
Due persone.
Due esseri umani, che di umano avevano ben poco, oltre all'aspetto.
In senso positivo o negativo?? chi lo sa...
Semplicemente loro due.
Uno, dai capelli neri, la pelle chiara e grandi occhi neri come la pece. Il suo nome era Ryuzaki.
O meglio... L. Ed era la Giustizia.
L'altro, dai capelli biondi, il fisico alto e slanciato, sottili occhi coloro nocciola. Il suo nome era Yagami Light.
O meglio... Kira. Ed era il Male.
E' vietato inserire il doppio tag br nelle introduzioni.
Rosicrucian e Nami, assistenti amministratrici.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One Moment - 1

Ok lo so.

Sono una persona insana…

Cominciare una nuova fic (per altro anche un po’ impegnativa)

durante un periodo in cui non riesco neanche dormire.

Ma cosa ci devo fare?

In realtà questa ff ce l’avevo li da un po’, ma non avevo il coraggio di completarla…

Non è venuta esattamente come volevo io, ma pazienza.

Ringrazio le mie adorate Kyo, Ruky e Ai per aver sopportato le mie fissazione di questi tempi su Death Note e per avermi deliziosamente ispirato…

AVVERTO: visto che appunto non ho molto tempo,

c’è una probabilità del 72,6% che questa fic sia una schifezza

(*muhaha* adoro buttare percentuali a caso come L )

Ok?? quindi siete avvisati.

Non per questo però, siete esentati dall’obbligo di recensire,

in maniere positiva o negativa che sia.

Arigatou!!!

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Non esattamente IC

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La fan Fiction è ambientata nel periodo in cui Light e L vengono incatenati, e Light perde la memoria circa il quaderno, dopo aver rinunciato alla sua proprietà.

[Ho ambientato la fic qui perché amo questo momento particolare della storia, ma mi scuso con la caVa Adaralbion, che anche lei è impegnata in una fic collocata in questo periodo. Chiedo perdono…ma tranquilla, non ci sarà alcun tipo di plagio!!!! XDXD]

______________________________

One Moment

Light-kun, ora smet…!!!”

Mi presi per le spalle.

Mi buttasti con violenza sullo schienale del divano, facendo tintinnare la lunga catena di metallo che ci legava, bloccandomi le braccia.

E zittendo le mie urla spazientite e arrabbiate con un bacio.

Lungo, intenso, passionale.

Il mio primo bacio.

Una sensazione strana, che in tutto questo tempo non si è mai lavata dalle mie labbra.

Dolce. Assai più dolce della panna

Rimansi scioccato, perplesso.

Il perché era troppo banale o troppo bizzarro da domandare.

Mi limitai a socchiudere gli occhi, indeciso se respingerti o lasciarti fare.

Ardua scelta.

Perché era una sensazione davvero piacevole.

La tua bocca aveva il sapore dello zucchero…soltanto con qualcosa in più, che non avevo mai riscontrato in nient’altro.

Un sapore ignoto…

Buono. Dolcissimo.

Era troppo difficile decidere ora sul da farsi.

C’èra tutto il tempo che volevamo.

Mi piacevano tanto, le tue labbra.

Erano soffici e mielate.

Cosa dici?

Credo che paragonarti ad una fetta di torta sia meglio che paragonarti a Kira, non trovi?

-Io odio affezionarmi alle cose.

L’ho sempre odiato e sempre l’odierò.

Non sopporto sentirmi dipendente da qualcosa di estraneo, che nella maggior parte dei casi non si merita il mio interesse.

So per esperienza che affezionarsi a qualcosa vuol dire soffrire, e rimanere sempre amaramente delusi.

Le cose belle non durano per sempre, quindi prima o poi si finisce amareggiati.

Quella dell’amare, è una partita persa fin da principio; ti porta via tempo, spazio e fiducia.

Ed io odio perdere.

Per questo so che la semplice equazione è: affetto=sconfitta.

L’ho sempre pensato. Nel momento in cui ti innamori, in qualsiasi maniera, di qualcosa, hai perso il gioco.

Per questo l’unica soluzione sta nell’essere distaccati, freddi e assolutamente non inclini agli approcci umani… e quando arriva il momento in cui non sai più come resistere alla solitudine, basta imparare a vivere con sé stessi.

Io non ho mai avuto problemi con me stesso; sono sempre stato una persona onesta, che ha compiuto anche grandi imprese, per di più.

E alla luce di questo, posso affermare che la solitudine è l’amica migliore che si possa cercare.

Sono cinico?

Può darsi.

Ma questo non cambia i fatti.

L’Amore è il sentimento degli allocchi. Degli ingenui e degli stupidi.

E posso scommettere che L non si farà ingannare, da una cosa come questa.-

******************************** [dal diario personale di L]

“Ryuzaki…?”

“Si, Light-kun?”

Due ragazzi. Due opposti.

Due ragazzi un po’ troppo cresciuti, in corpi troppo piccoli per ospitare anime e pensieri tanto grandi.

Due opposti che tentavano disperatamente di dividersi, finendo sempre per attrarsi.

Due persone che si dichiaravano ‘amici’, cercando disperatamente di vincere la battaglia che stavano lottando a furia di sguardi.

Due individui che sapevano tutto dell’altro, tranne l’essenziale.

Semplicemente, due esseri umani, che di umano non avevano molto oltre alle sembianze, e che cercavano di convivere l’uno con l’altro, scontrandosi sempre con la loro diversità.

Fatto positivo o negativo?

Difficile dirlo.

Fatto sta che loro erano così.

Erano in uno dei tanti perfetti salotti della Costruzione dove abitavano.

Era sera, una luce soffusa e calda illuminava flebilmente la sala, ed erano soli, uno accanto all’altro, in silenzio.

Uno dei molti silenzi imbarazzanti, quando le parole erano perfettamente inutili.

Una sorta di astio che sprizzava dai due.

E una lunga catena in metallo, che li legava per i polsi.

Da una parte, un ragazzo magro e dal portamento sgraziato, con un viso scarno, la pelle chiara tipicamente giapponese, incorniciata da lunghi ciuffi di capelli corvini e messa in risalto da occhi neri come la pece, così grandi e scrutatori da conferirgli un’aria occidentale.

Il suo nome era Ryuzaki.

O per meglio dire… L.

Ed era il più grande investigatore della terra.

Dall’altra, un ragazzo slanciato e muscoloso, dalla portatura elegante, volto serio e asciutto, capelli lisci di un biondo scuro, e sottili occhi a fessura, di un nocciola chiaro, penetranti e temibili.

Il suo nome era Light Yagami.

O per meglio dire…Kira.

Ed era il Giustiziere e il Dio del Nuovo Mondo.

O almeno, così la pensava lui.

Ma per ora, erano semplicemente Light e Ryuzaki, che passavano una tranquilla serata in solitudine (se la convivenza forzata si poteva chiamare solitudine).

Loro due non avevano mai affrontato discorsi seri, oltre al caso Kira.

Mai una volta che si fossero aperti l’uno all’altro, nonostante le numerose occasioni.

Non che non volessero… desideravano farlo, a modo loro, ma avevano paura di commettere qualche errore di percorso, di rovinare tutto per colpa di poca stupida confidenza.

Il loro era un rapporto troppo delicato da affrontare.

Erano decisamente troppo dissimili per andare d’accordo, eppure in alcuni momenti sentivano di provare una sorta di sentimento positivo nei riguardi dell’altro. Amicizia, amore, chi lo sa…

Non ci avevano mai pensato.

Tutto era sempre rimasto in sospeso, grigio, in bilico.

Era più facile restare a guardare che preoccuparsi di un qualcosa che era sicuramente sbagliato.

Dopotutto, l’amicizia tra L e Kira non poteva esistere.

Quella sera, però, Light si sentiva strano. Erano giorni che era uscito dalla cella, giorni che era legato a Ryuzaki… e giorni in cui si sentiva estremamente diverso. Era cambiato.

Ora, non trovava più sbagliato domandarsi qualcosa riguardante l’amico, che non c’entrasse con morti, crimini, indagini e accuse.

E in fondo, che male poteva mai esserci in una innocua domanda?

“Ryuzaki… sei mai stato innamorato?”

Il moro fece un sobbalzo, rannicchiato in quella assurda posizione che tanto amava, sull’angolino del divanetto beige.

Strana domanda, da fare.

Senza logica, senza senso.

Perché a lui, una cosa del genere, non doveva interessare affatto.

“Non vedo perché la cosa ti interessi, Light-kun.”

L’altro sbuffò. La conversazione con L era semplicemente impossibile, si bloccava ad un punto morto ogni qualvolta non si parlasse del caso Kira.

Perché lo sapeva bene, lui…

Ryuzaki lo considerava certamente Kira.

Ma non voleva accettare il fatto che lui non lo era. Non poteva esserlo!

Certo, alcune volte si era ritrovato a pensare che sarebbe stato meglio uccidere la feccia della società… ma erano solo supposizioni, non lo avrebbe mai fatto. Si trattava di vite umane, non era affatto uno scherzo.

E ora Ryuzaki non gli concedeva un minimo di fiducia, solo per quelle sue stupide idee!

Come poteva essere Kira? Lui?

“Era solo una domanda, non aveva secondi fini.” mormorò seccato Light, affondando una mano nel cestino sul tavolino davanti al divano, e prendendo una mela rossa.

La addentò con voracità, sfogando tutta la rabbia per L sul frutto.

Era inutile tentare un approccio con quello. Era evidente che lui non era minimamente interessato a costruire una amicizia, ma soltanto a mandarlo iniquamente alla forca.

Ryuzaki lo guardò sospettoso.

Effettivamente, che doppi fini poteva avere una domanda del genere?

**Fidarsi è bene, Non fidarsi è meglio** sussurrò una vocina nella sua testa.

Già. E visto che si trattava di Kira, non fidarsi era vitale.

Ma forse per quella sera avrebbe allentato la presa…dopotutto, quel ragazzo non poteva certo vivere pensando al trucco per estorcergli informazioni.

Soprattutto chiedendogli cose così.

Sbuffò.

“Perdonami, Light-kun. Il fatto è che non ho mai raccontato a nessuno nulla di me. E tu sei anche un indiziato. Però se vuoi ti rispondo.”

L prese il piattino con la abbondante fetta di torta, e cominciò a mangiarne grossi bocconi con golosità, fregandosene del fatto che stava sporcando ovunque di panna montata.

Il biondo si fece più interessato, mantenendo uno sguardo offeso, ma con tutta l’attenzione rivolta all’altro.

“Ho un’idea ben precisa su cos’è l’Amore. L’Amore in realtà non è altro che una…” deglutì sonoramente, fissando negli occhi Light “… abissale perdita di tempo.”

I grandi occhi neri rimasero fissi su quelli color nocciola.

Sicuri, indifferenti e seri.

Le parole gli erano uscite spontaneamente dalle labbra, quasi fossero cose quotidiane e prive di significato, e non nascondessero alcuna nota di cinismo.

Yagami rimase paralizzato.

Non aveva mai immaginato che l’amico fosse così sprezzante e solo.

Perché dopotutto, solo una persona essenzialmente sola poteva affermare che l’Amore era una perdita di tempo. Oppure, una persona che aveva sofferto terribilmente per amore…

La seconda, però, era quasi sicuramente da scartare; non ce lo vedeva proprio lo spietato L innamorarsi perdutamente e non venir corrisposto, o peggio ancora, venire illuso da una ragazza qualunque.

Impossibile.

Light deglutì, sistemandosi il colletto della camicia. “Spiegati meglio.”

“La questione è molto semplice, Light-kun” iniziò Ryuzaki, pulendosi la bocca sporca di panna con la manica della maglia bianca. “Le persone sono accecate da quello che chiamano Amore. In realtà, questo sentimento non esiste; raramente la gente si innamora incondizionatamente, e tutto il resto non può essere definito tale. Ma ci sono i casi in cui si manifesta…Vedi…

Quando si inizia a legarsi a qualcosa o a qualcuno, si ha già perso la partita. Tutta l’intelligenza, tutte le idee vanno in fumo, nascoste da un sentimento che tanto prima o poi terminerà. La felicità non dura per sempre. Si commettono errori madornali, si sbaglia e si perde tutto, accecati da delle stupidaggini. Questo è l’Amore. E per rispondere alla tua domanda, Light-kun…no, non sono mai stato innamorato. Per il semplice motivo che tutte le volte che mi sono affezionato a qualcosa,ho finito per soffrirci immensamente. Allora a cosa serve, l’amore? Se non serve a rendere felici, né appagati… o solo per una desiderio effimero… allora è solo che una inutile perdita di tempo.”

L continuava a fissarlo negli occhi, incurante dell’effetto che gli facevano quelle parole, esponendole come dei dati su un’indagine.

Dopotutto, era quello che pensava realmente.

Ed era più che certo sulla veridicità di quelle parole: nel 70% dei casi le persone non erano veramente innamorate, e se invece lo fossero state, nel 96% dei casi finivano amaramente delusi.

Erano dati di fatto, uniti alla sua esperienza personale, che lo allontanavano da qualsiasi rapporto umano.

Light lo guardò sbigottito.

Non aveva mai sentito un discorso così acido sull’Amore, e non pensava che una persona aperta come Ryuzaki potesse essere così irrimediabilmente freddo e distaccato.

Però, anche se non ricordava bene, anche lui un tempo era stato completamente disinteressato a quel sentimento. Poi qualche settimana prima qualcosa era cambiato e… era diverso.

Ora desiderava l’amore.

O l’amicizia.

Un tipo qualsiasi d’affetto.

Quello di Misa sinceramente non gli serviva a nulla; non dubitava sul fatto che fosse vero e sentito ma, purtroppo per lei, non era minimamente ricambiato.

Raito sospirò. Gli dispiaceva per l’amico.

Doveva essere veramente solo.

“Io… io non la penso come te, Ryuzaki.” disse.

“Ah no? E come la pensi?” rispose il ragazzo dai capelli corvini accanto a lui, con una vaga nota di sarcasmo, che delineava la sua indifferenza.

“Credo che l’amore è indispensabile nella vita di un uomo, che una persona non può avere la felicità se non si apre a questo tipo di sentimenti…non necessariamente come l’amore tra marito e moglie, ma inteso anche come l’affetto fra fratelli o amici. La felicità non ce la possiamo creare da soli, e, anche se effimera, sicuramente dipende anche dagli altri… Se un uomo non è disposto ad aprirsi all’affetto, non può neanche sperare di incontrare la felicità.”

L socchiuse gli occhi, portando il cucchiaino ricolmo di dolce alle labbra.

Alzò lievemente le spalle, con falso menefreghismo. “Non ho mai detto di sperare la felicità.”

Tre secondi dopo, Ryuzaki se ne pentì.

Wow. Lo aveva detto.

Aveva realmente confidato qualcosa, qualcosa di importante .

A lui. A Light.

A Kira.

Perché???

Che stupido… Era così inutile commiserarsi agli altri. Per questo odiava parlare di se.

Pensava che raccontare le tristi vicende che aveva passato fosse equivalente al commiserarsi, e non voleva fare questa parte…molto meglio starsene zitti.

Ma ora era tardi.

Lui aveva parlato, Light lo guardava sbigottito e sconsolato per lui.

E come poteva non esserlo?

Il biondo osservava Ryuzaki, con il suo sguardo malinconico e un po’ infantile, i lunghi ciuffi di capelli neri che gli ricadevano disordinatamente davanti alla fronte, che gli conferivano un’aria tremendamente bambinesca.

Gli faceva tenerezza, così rannicchiato sull’angolino del divano, un pollice appoggiato alle labbra, i grandi occhi scuri verso il basso, il piattino con la torta ancora in bilico sopra le sue ginocchia.

Era stranissimo pensare che quello potesse essere il più grande detective del mondo.

E che in più, era fondamentalmente infelice.

Lo avrebbe volentieri abbracciato, anche solo per dargli un minimo di conforto, per fargli capire di non essere solo, che c’era sempre lui a dargli una mano; l’avrebbe fatto, davvero, se non avesse avuto tanta paura della sua reazione, di come si sarebbero comportati dopo un approccio fisico.

Un abbraccio…

Loro non si erano mai abbracciati.

Il massimo era stata una stretta di mano, o cazzotti e calci.

Ma mai abbracci. Troppo intimi, troppo strani da affrontare… Soprattutto per loro due, la cui amicizia non era neanche così sicura.

Non sapevano niente l’uno dell’altro, forse non avevano nemmeno il diritto di dichiararsi ‘amici’.

E poi, Ryuzaki non provava affetto per nessuno, l’aveva anche detto…

Ma non era stato proprio L a dirgli che lui era il suo primo amico?

Cos’era lui? Cos’era Watari?

Pedine da utilizzare per le sue ricerche, per i suoi scopi, per salvare il mondo… L non considerava persone come esseri umani, con un cuore e un’anima, ma involucri vuoti incapaci di amare.

Era questo quindi, per Ryuzaki?

Una nullità.

Uno dei tanti involucri vuoti.

E Ryuzaki cos’era, per lui??

Non lo sapeva. Eppure era di più. Provava affetto nei suoi confronti, o qualcosa di molto simile.

Eppure, evidentemente, non veniva ricambiato…

Ora sapeva cosa doveva provare Misa nell’amarlo; la perdita, la sconfitta più totale, il disfacimento. Colpito e affondato. Dove guardare e non poter dire nulla. Povera, povera Misa...

Avrebbe tanto voluto che L non lo odiasse.

Sapeva di venire odiato. Era ovvio. Se lo sentiva dentro, come una voce che gli rimbombava nella testa, quella che forse chiamano coscienza, che gli faceva vedere qual’era la realtà dei fatti.

Ryuga lo considerava Kira.

Lo considerava un assassino, un criminale, un uomo indegno di questo nome, che si meritava la morte.

Come faceva a non odiarlo, se queste erano le sue idee?

Però c’era un desiderio inspiegabile, che ogni tanto si faceva sentire nella sua mente…

Avrebbe tanto desiderato non farsi odiare da lui…

Ma L lo odiava, i fatti erano quelli. Ed era impossibile cambiarli.

Light si fece sfuggire un debole sospiro.

Il massimo che riuscì a fare fu avvicinare una mano tremante a quella dell’altro, con estrema lentezza e cautela, per poi sfiorargli le dita con quella che sarebbe dovuta essere ‘dolcezza’, ma che sembrava solo il disperato tentativo di consolare una persona quando si naviga nell’imbarazzo.

Ryuzaki accennò un debole sorriso.

Aveva apprezzato il gesto.

Se solo quel gesto fosse stato un po’ di più…

Magari…non so…un abbraccio?

No, era chiedere troppo al rapporto che avevano. Un approccio fisico di quel tipo non era nemmeno da contemplare. Come avrebbero reagito? Cosa avrebbero fatto dopo? Sarebbero stati sempre gli stessi, con gli stessi atteggiamenti nei confronti dell’altro? Dopo avrebbero avuto il coraggio di comportarsi duramente, quasi meschinamente, come avevano fatto finora?

Miliardi di domande gli si piazzarono in testa, lasciando il posto alla parte razionale del suo cervello, mentre le dita sottili e calde del biondo sfioravano impercettibilmente le proprie.

Era meglio così.

Anzi, forse era anche troppo. Gli amici di solito si comportavano così?

Non lo sapeva…non aveva mai avuto altri amici, non aveva idea di come comportarsi.

Ma apprezzò il goffo tentativo di approccio dell’altro.

Sfilò lentamente la mano da sotto la sua, per prendere il cucchiaino traboccante di torta e infilarselo in bocca.

“Non dovresti prenderla così… negativamente. Sono sicuro che anche tu avrai dei motivi di felicità…no?” sussurrò Yagami, togliendo velocemente la mano e infilandosela in tasca, con finta indifferenza, arrossendo.

Ryuzaki mandò giù un altro boccone di cibo.

“No, non ne ho.” disse tranquillamente, senza una sola nota di rammarico nella voce.

Light rimase in silenzio. Cosa poteva dire? Non poteva costruire un dialogo da solo, e sicuramente non era capace di consolare o rassicurare uno come L. Non ne era in grado.

Sarà anche stato lo studente più bravo del Giappone, ma con quell’individuo era pressoché impossibile parlare…e in questi termini, poi, si faceva anche più dura.

Però non poteva neanche starsene zitto come un ebete.

Era o non era il suo pseudo-amico?

“Ryuzaki… tu non sei solo. Ci sono io, c’è Watari, …”

Ryuga abbassò il capo, sorridendo, quasi amaramente. “Già, ci sei tu…”

Stavolta non lo disse come una certezza…piuttosto come per ripeterlo a sé stesso.

Il punto era che non c’era solo Light.

C’era Light…e c’era Kira.

E questo non poteva accettarlo. Andava contro ogni suo principio, contro la sua razionalità, contro la sua logica. Voleva bene a Yagami Raito, finché rimaneva nei panni del diciottenne affascinante e intelligente, futuro poliziotto; ma quando entrava in quelli del pluriomicida a cui stava dando la caccia, al suo nemico, allora no.

Quello non gli andava più bene.

Eppure, avrebbe tanto voluto ricevere l’affetto del ragazzo…

Perché?? Per solitudine? Per frustrazione?

O semplicemente voleva bene alla sua persona?

No!!! Era semplicemente impossibile!!!

Lui non provava affetto, non voleva bene, non poteva amare…e di sicuro non Kira!!!!

Ma quella sensazione di vuoto allo stomaco, che lo prendeva ogni qual volta incrociava gli occhi nocciola di Light-kun… cos’era?

Di sicuro era qualcosa, e di sicuro non era odio.

E tutte le volte che lo aveva visto abbracciato ad Amane Misa?

Cos’era stato quel senso di delusione e rammarico? …forse…gelosia?

Ma era assurdo!!!

Di tutte le persone per cui avrebbe potuto provare un briciolo d’affetto, proprio a lui voleva bene?? All’unica persona che probabilmente non se ne meritava neanche un po’???

Era così. Se avesse continuato su quel passo avrebbe perso la partita con Kira.

E questo non poteva permetterselo.

Però…

Avrebbe voluto che Light non lo odiasse.

Perché ne era sicuro… lui lo odiava. Lo odiava per quello che gli aveva fatto passare, perché lo reputava Kira, perché lo stava facendo impazzire con la sua pressione psicologica.

Come poteva non odiarlo??

Avrebbe dovuto odiarlo anche lui…ma non ce la faceva. Lo sentiva, era sbagliato, ma almeno un po’ gli voleva bene…

Scosse debolmente la testa, come per ricacciare indietro quelle parole, che in realtà erano solo i suoi pensieri…

I pensieri di Ryuzaki, non di L…

Il vero L non avrebbe mai parlato così. Si stava indebolendo, si stava facendo abbindolare…

“Ryuzaki, possibile che tu non provi affetto per nessuno? Proprio per nessuno?”

La voce di Raito tremava impercettibilmente. Non era solo curiosità.

Era una cosa che gli stava davvero a cuore. Nella quale c’entrava anche lui.

L’amico alzò lo sguardo, che d’un tratto si era fatto inconsciamente più dolce, un po’ più buono.

I suoi occhioni neri come la pece brillavano di una luce particolare, che gli conferiva un’aria estremamente tenera.

“Bhe….” fece con un filo di voce il ragazzo dai capelli neri “ Non proprio nessuno…”

Non riuscì a completare la frase. Come faceva a dirglielo?

Sarebbe stato solo usato da lui, per i suoi fini, e poi sarebbe stato ucciso. Questo era il piano di Kira.

Per Light quella risposta era troppo vaga, troppo insignificante; lui voleva una certezza, e la voleva subito!! Voleva capire se la persona per cui provava tutto quel sbagliato affetto lo ricambiasse almeno un po’.

Ma Ryuzaki non era uno con i peli sulla lingua. Se l’avesse pensato, avrebbe detto semplicemente ‘no’. Invece era rimasto vago…

Voleva dirgli qualcosa?

Forse non lo odiava proprio del tutto…

“…E questo cosa significherebbe?”

La forzata conversazione, irrequieta ma pacata e calma, si stava trasformando a piccoli passi quasi in un litigio. Uno dei tanti. Ma per motivi ben più importanti.

Anche L se ne accorse. In un secondo scattò sulla difensiva, pronto ad attaccare con una delle sue odiose frecciate di parole che più di tutte lo rendevano minaccioso.

“Non significa un bel nulla, Light-kun.” disse tranquillamente, ma con un tono particolarmente duro.

“Sei pregato di spiegarti un po’ meglio.”

“E perché dovrei? Cosa ti interessa?”

“Mi interessa invece! E lo sai!”

“No che non lo so!!! Non vedo cosa ti dovrebbe importare!”

“Sono anch’io coinvolto in tutta la gente che conosci, no? E non sei stato tu a dirmi che ero tuo amico?”

“Si…”

“E allora spiegati!”

“….”

“Posso sapere almeno quello che mi riguarda???”

“Non sono affari tuoi! Anche se c’entri come persona, ho tutto il diritto di tenermelo per me!”

“E invece no! Io lo voglio sapere!”

“Classico atteggiamento presuntuoso da Kira…”

“Ancora con questa storia?? Smettila!! Voglio solo sapere io in che categoria sono per te! amico, nemico, …”

“…..”

“Parla, cazzo!”

“Light-kun, ora smet…!!!”

Il biondo non lo lasciò finire.

Lo prese per le spalle, buttandolo con violenza allo schienale del divano, facendo tintinnare la lunga catena che li legava, bloccandogli le braccia… e zittendo le sue urla spazientite con un bacio.

Lungo, intenso, passionale.

…Il suo primo bacio…

******CONTINUA******

Bene! Spero vi sia piaciuto il primo capitolo… continuerà… a furia di scrivere questo, ho abbandonato “Love is a strange feeling”, ma prima o poi porterò il continuo anche di quello…

Spero recensiate in tanti!!!

Di solito amo lasciare qualche capitolo prima del bacio, ma…questa mi piaceva così.

Lo so, non è un gran che, l’ho scritta soprattutto perché scrivere è l’unica cosa che mi distragga un po’ in questo periodo… come ho già detto, però, c’è mooolta probabilità che faccia schifo.

A voi l’ardua sentenza!!!

Ringrazio chi mi ha commentato l’altra ff:

Adaralbion (*si inchina*)

Freija

Arderspuffy

Alexychan93

DarkSelene89Noemi (…*lancia baci*…)

aka_z

rukychan (ma noi ci eh my sweet sweet sister? ^^)

Slepless (prima o poi dobbiamo scriverne una a 4 mani, eh…^^)

nanalove

pucci_near

Tanti chu a tutti… Arigatou! >w<

  
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