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Autore: Frecchan    16/05/2008    4 recensioni
Il suono delle campane. E la pioggia. Quanto amava la pioggia... Quando pioveva era come se il mondo venisse ripulito della sua sporcizia. E il suono delle campane... dolce, calmo... Il suono della tua voce, però , era addirittura più piacevole di quello delle campane. [LxLight]-[One-shot]
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sento le campane…

Mi avvicino lentamente alla finestra, posando una mano pallida sul vetro gelido.

Fuori, il cielo sempre più grigio, che preannunciava tempesta.

Da dietro le nuvole di un pesante grigio, si nota un unico spiraglio di sole, che tenta inutilmente di filtrare oltre le nubi.

Appoggio la fronte accaldata sulla lastra della finestra, socchiudendo gli occhi, ascoltando il suono che mi giungeva, vicino, forte, impetuoso…

Sono insistenti, oggi…

Dunque è la fine, no??

Me lo dicono le campane.

Anche quando è morta la mia mamma, quella sera… Quando è entrato in casa quell’uomo vestito di scuro con un coltello in mano, e le ha tolto la vita… anche quella sera, suonavano le campane, insistenti come oggi.

Piccole gocce trasparenti iniziano a cadere lentamente da cielo.

Sento una fitta al cuore.

Oh… è iniziato a piovere…

Com’è bello, quando piove… Amo la pioggia. L’ho sempre amata. Quando piove è come se tutto il mondo si ripulisse della sua sporcizia, e rinascesse…

Peccato che la gente continui a sporcarlo, vero Kira?

Mi sfugge un sospiro mozzato, tanto debole da essere impercettibile.

E’ così strano assistere impassibilmente alla propria morte, che si avvicina con estrema calma e tranquillità…

Lo spiraglio di luce non riesce a trapassare le nuvole nere.

La trovo estremamente simile a me, quella luce…forte, combattiva…ma assolutamente impotente, di fronte a qualcosa di più grande.

…E tu sei la mia nube…

Il cuore mi batte velocemente, forte come non aveva mai battuto prima.

La consapevolezza è giunta troppo tardi, prima che potessi fare qualsiasi cosa per rimediare…

Ma anche se lo avessi capito prima della mia sconfitta, avrei fatto qualcosa?

Non credo.

Probabilmente ti avrei lasciato comunque passare avanti…

…e perché??...

Forse perché avrei preferito morire, che vederti allontanare da me…

Sempre più lontano, sempre più irraggiungibile, nascosto dalla tua maschera di finzione, tra le labbra la tua ultima bugia…

Era meglio così, dunque.

Si. E’ meglio così.

Ora posso dire di provare un qualcosa di particolare, che brucia all’altezza del petto…

Cos’è quello? Ma certo… felicità

Te la dono, Kira. Non te la meriti, ma te ne faccio dono comunque, perché sei l’unico che è riuscito a farmela provare…

ed ora, di questa stupida felicità, di uno stupido condannato a morte, cosa te ne farai?

Sento qualcuno sfiorarmi la spalla.

Giro di scatto la testa, e trovo te; dolce, bello, illuminato di una luce strana e rara…

…la luce che riusciva a filtrare dalle nuvole, e illuminava te…

Kira… sei venuto a darmi l’addio?

Sei venuto a guardare il perdente salire al patibolo?

Quanto manca alla mia ora, Kira? Ore? Minuti? Secondi?

Voglio usare il tempo rimanente per sapere cosa sono stato per te in tutto questo tempo… ne ho bisogno, non posso andarmene prima di averne la certezza…

Quella sera di tardo autunno, Kira, te la ricordi?

Cos’ero per te, quella volta?

…i ricordi prendono il sopravvento, mi affollano la mente, mi procurano dolorose fitte alle tempie e al cuore…

** Era sera, la camera era poco illuminata e tutto era calmo e piatto, come un mare in una giornata limpida. Due ragazzi erano seduti davanti al computer, silenziosi, veloci, minuziosi.

Non osavano proferir parola.

“Ryuzaki… Posso dirti una cosa?”

“Certo, Light-kun.”

Il moro e il biondo si fissavano, i loro sguardi penetranti e pericolosi si incrociavano, sballottando emozioni e sentimenti finora sconosciuti a loro.

“Io… credo di essermi innamorato.”

Yagami lo disse come un segreto che si portava nel petto, una cosa riservata, da confidare ad un amico. Ryuzaki rimase perplesso, ma accennò ad un sorriso.

Era disposto a fargli da confidente.

Nessuno lo aveva mai fatto per lui, adesso sarebbe stato il suo momento di aiutare qualcuno da ‘amico’ e ‘essere umano’, non più come detective.

“Ah si, Light-kun? Sono felice per te…e di chi?”

Light abbassò lo sguardo, le parole sulla punta della lingua, incapace di pronunciarle.

“Di te.”

Il più grande rimase di sasso. Aveva sicuramente capito male, era impossibile.

No, aveva sentito benissimo. Lo sguardo dell’altro era serio, un po’ malinconico e imbarazzato.

Quella era…una dichiarazione?

E aveva detto che quello che provava era…amore?

I pensieri di L vennero completamente spazzati via, dal contatto impetuoso e tremendamente dolce che ebbe dopo qualche secondo con le labbra di Raito; si lasciò trasportare, senza che potesse o volesse fare nulla, da un zuccheroso e passionale bacio.

Il suo primo vero bacio.

E dopo l’accostamento delle loro labbra, sentì qualcosa di viscido e bagnato cercare di entrare a forza nell’antro caldo che era la sua bocca. A quel punto un campanello scattò nella sua testa, lo svegliò e lo riportò alla cruda realtà, dove c’era lui, un ragazzo sgraziato e antipatico a tutti, con il viso attaccato a quello del principale sospettato del caso Kira.

“C-cosa stai facendo!!!??!!!”Con un braccio, spinse il più lontano possibile da sé il corpo del ragazzo biondo. “Cosa ti è saltato in testa??”

Light rimase in silenzio, arrossendo di botto. Aveva fatto una stupidaggine.

“Scusami. Io…non volevo.”

“Si che lo volevi, invece!”

“Si, però non avevo intenzione di farlo. La situazione mi è… sfuggita di mano.”

Si guardarono per un lungo secondo, che sembrava anni.

Ryuzaki si passò una manica sulle labbra, come per ripulirsi di quella sensazione.

“Adesso…spiegami perché.”

Light o guardò tra l’imbarazzato e lo stupito. “Perché cosa??”

“Perché mi hai detto…quelle cose!!?”

“Perché le pensavo…”

Silenzio, duro e straziante. “Non è vero che le pensi …Non puoi…”

“Si che posso! Non lo faccio apposta…”

“Ma a te piacciono le donne…”

“E forse mi piaci anche tu!”

Di nuovo Raito si spinse in avanti, sfiorando il petto con il suo, e ribaciandolo più dolcemente, sfiorando le sue labbra come se fossero cristallo, troppo fragili e deboli per essere trattate in modo meno delicato.

L a quel punto non seppe che fare. Era sbagliato, era ingiusto, però era…semplicemente stupendo. Non aveva mai provato nulla di tanto travolgente in vita sua.

Ma restava il fatto che lui era L, e Light era Kira. Scostò il viso, abbassando lo sguardo.

“Non si può, Light-kun. E’ sbagliato.”

Raito rimase in silenzio, un silenzio amaro. Capiva, capiva fin troppo bene.

“Perché…io sono Kira?”sussurrò, mordendosi un labbro con tanta rabbia fin a sporcarlo di rosso. “Si. Per questo.”

Costava dire quelle cose, a Ryuzaki, ma i fatti erano quelli; probabilmente, se loro non fossero stati loro, si sarebbe concesso nelle braccia di Yagami Light molto prima.

Era strano, ma quei sentimenti non erano nati in quel momento… Era come se fossero sempre esistiti, assopiti nel proprio animo, troppo codardi per uscire allo scoperto. Ed ora che a farsi avanti era stato l’amico, loro erano tornati, voraci, curiosi.

“Ryuzaki!! Ti prego!!! Ti ho già dimostrato che non sono io Kira… anche adesso ti fai bloccare dalle tue stupide accuse???” Light urlava, con voce spezzata, gli occhi lucidi. Sembrava quasi vero…

“Io sono L, Light-kun. E anche in situazioni come queste, non smetterò di esserlo.”

Di nuovo, i due ragazzi rimasero zitti, non sapendo cosa dire. Era tutto troppo strano per poter essere affrontato…

“Almeno, Ryuzaki, mi dici cosa pensi di me? Oltre al fatto di essere Kira, intendo…”

“Penso che tu sia il mio primo vero amico. E che ti voglio bene.”

“Amico? Solo un amico?”

“…”

“Ti prego, dimmi la verità! Almeno quella!”

“Light-kun… io…ti voglio bene…”

“Ma per te cosa sono? Un amico, un nemico…”

“Sei Light. Sei soltanto Light.”

“… Cosa vuol dire?”

“Che è troppo difficile descrivere quello che provo per te.”

“Si, ma io voglio capire che tipo di bene mi vuoi!!”

“Non so risponderti…”

“Ma…”

“…Sei più di un amico, così ti va bene?” Lo disse con estrema fatica, ricacciando le lacrime, cercando di non farsi trasportare dalle proprie parole. Però alla fine, era riuscito ad essere sincero.

Light era rimasto spiazzato da quelle parole. Non sapeva cosa dire o cosa fare, era troppo incerto, aveva troppa paura.

“Ryuzaki?”

“Si?”

Un attimo di silenzio.

“Non saresti capace di dimenticare per una volta i tuoi sospetti su di me?”

L rimase zitto. No, non ne era capace. Ma non voleva perdere quell’occasione. Perché per stavolta non voleva più osservarlo come Kira, ma semplicemente come Light-kun. Voleva solo avere un po’ di spensieratezza, fregarsene, per una volta.

Anche se sapeva che era impossibile, che in quegli occhi color nocciola aveva visto troppe volte un bagliore rosso e crudele, che riusciva a spaventarlo. Deglutì sonoramente, cercando di decidersi…

“Allora?”

“Io… non so…ma…posso provarci.”

Vide il sorriso, sincero, che mano a mano si faceva spazio sulle labbra di Raito, prima che queste lo travolgessero in un nuovo lungo bacio appassionato. Si, stavolta avrebbe fatto finta. Stavolta avrebbe finto di essere solo con il ragazzo per cui provava dei sentimenti, e non con il suo nemico.

Sentì le labbra di Light farsi più vogliose, più violente, più forti. Sentì la lingua dell’altro accarezzargli la propria, mentre la mano bollente del ragazzo gli sfiorava la guancia pallida.

Erano sensazioni stranissime, che non aveva mai provato prima. Non si era mai spinto a tanto; in verità, il massimo approccio erano stati gli abbracci di Watari, ogni tanto… Ma questo no.

Era meglio.

Si accorse di averlo desiderato, inconsciamente, per tutto questo tempo.

Sentiva che tutto stava andando troppo in fretta, troppo velocemente, che era uno sbaglio e dopo de ne sarebbe pentito…ma non riusciva a fermarsi, voleva ancora Light, il suo Light, il suo profumo, il suo sapore dolce e mielato…

Il biondo gli passò una mano tra i capelli corvini, scompigliandoglieli ancora di più, mentre l’altra scendeva verso i fianchi, e lo spingeva delicatamente verso di sé. Non se ne era neppure accorto, ma erano finiti vicinissimi, avvinghiati l’uno all’altro…troppo vicini…

Ryuzaki si fece più audace, osò sporgere una mano e appoggiarla al petto dell’altro, ascoltando il suo respiro e i suoi battiti del cuore, veloci quanto i propri, e sentendo il fisico scolpito sotto la camicia nera che lo copriva.

Non come il suo, gracile e magro…

e poi…

e poi…

..le immagini, nella mia mente, si fanno pian piano sempre più sfocate…

i ricordi iniziano ad allontanarsi…

…ricordava solo la maglietta bianca cadere a terra in un mucchietto, così come i consunti jeans, insieme agli eleganti vestiti di Light.

…sentiva i suoi baci sul collo, sul pomo d’adamo, le mani che gli toccavano appena il corpo…

e poi…

…e poi?

…Una immensa, travolgente e soffocante felicità, enorme, che non aveva mai provato prima…

… piacere, desiderio…

…e amore…

…ricordi belli, bellissimi…

…anche troppo…

Le confuse immagini proiettate nella sua mente si erano spente, lasciando il posto ad un viso, sottile, serio, malinconico. Il tuo.

…ma saranno stati veri?

o soltanto le stupide conseguenze di altre menzogne?

“Ryuzaki, cosa c’è?”

La tua voce, cupa, profonda e calda, che mi aveva sempre scaldato il cuore, mi lascia un solco nel petto. Come avrei fatto, da morto, senza quella voce?

il suono della tua voce era addirittura più

piacevole di quello delle campane…

“Oggi le campane sono insistenti, vero Light-kun?”

Mi guardi perplesso, non capisci. Segui il mio sguardo fuori dalla finestra, ad osservare le nuvole, le gocce di acqua che scendono dal cielo, una Tokyo spenta e grigia che viene pulita dalla pioggia…

“Quali campane, Ryuzaki?”

…dopotutto, me ne vado via felice…

Sorrido.

“Niente, Light-kun. Niente.”

Mi guardi con dolcezza, una vaga nota divertita. Uno sguardo che non avrei mai più rivisto.

E… poi?

Poi…

soltanto buio.

Non c’è più il tuo bel viso che mi sorride. Altre immagini prendono vita nella mia mente, nascono dal nero.

Ricordi.

Ricordi che avevo dimenticato, prima.

**Light abbracciava il ragazzo dai capelli neri, stringendogli le spalle nude, distesi in quel letto.

Probabilmente la notte più bella della sua vita.

Ryuzaki aveva gli occhi chiusi, ma non stava dormendo; ascoltava il respiro dell’altro, ne ascoltava i pensieri…

Senza preavviso, percepì le labbra dell’altro appoggiarsi delicatamente alle sue, lasciandoci un sapore più dolce della panna. Il sapore di Light.

“Ti amo.” sussurrò la voce profonda vicino a sé, senza aspettarsi risposta.

E L, ad occhi chiusi, fingendo di essere immerso nel sonno, non poté fare a meno di sorridere.

In un secondo, il buio tornò ad essere solo buio.

Forse non mi avevi mentito fino all’ultimo, vero??

Addio, Light.

E lo straziante silenzio di quell’oscurità, venne colmato con un suono…

Cos’era, quello?

Il suono delle campane.

FINE.

Ecco una delle poche one-fic che scrivo. Sentivo il bisogno di scriverne una, perché questo particolare momento della storia mi sta a cuore come nient’altro.

Aspetto le recensioni!! ^^

Bacioni*

  
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