Sento le
campane…
Mi
avvicino lentamente alla finestra, posando una mano pallida sul vetro
gelido.
Fuori,
il cielo sempre più grigio, che preannunciava tempesta.
Da
dietro le nuvole di un pesante grigio, si nota un unico spiraglio di
sole, che
tenta inutilmente di filtrare oltre le nubi.
Appoggio
la fronte accaldata sulla lastra della finestra, socchiudendo gli
occhi,
ascoltando il suono che mi giungeva, vicino, forte,
impetuoso…
Sono
insistenti, oggi…
Dunque
è la fine, no??
Me lo
dicono le campane.
Anche
quando è morta la mia mamma, quella sera… Quando
è entrato in casa quell’uomo
vestito di scuro con un coltello in mano, e le ha tolto la
vita… anche quella
sera, suonavano le campane, insistenti come oggi.
Piccole
gocce trasparenti iniziano a cadere lentamente da cielo.
Sento
una fitta al cuore.
Oh…
è iniziato a piovere…
Com’è
bello, quando piove… Amo la pioggia. L’ho sempre
amata. Quando piove è come se
tutto il mondo si ripulisse della sua sporcizia, e
rinascesse…
Peccato
che la gente continui a sporcarlo, vero Kira?
Mi
sfugge un sospiro mozzato, tanto debole da essere impercettibile.
E’
così strano assistere impassibilmente alla propria morte,
che si avvicina con
estrema calma e tranquillità…
Lo
spiraglio di luce non riesce a trapassare le nuvole nere.
La
trovo estremamente simile a me, quella luce…forte,
combattiva…ma assolutamente
impotente, di fronte a qualcosa di più grande.
…E
tu sei la mia nube…
Il
cuore mi batte velocemente, forte come non aveva mai battuto prima.
La
consapevolezza è giunta troppo tardi, prima che potessi fare
qualsiasi cosa per
rimediare…
Ma
anche se lo avessi capito prima della mia sconfitta, avrei fatto
qualcosa?
Non
credo.
Probabilmente
ti avrei lasciato comunque passare avanti…
…e
perché??...
Forse
perché avrei preferito morire, che vederti allontanare da
me…
Sempre
più lontano, sempre più irraggiungibile, nascosto
dalla tua maschera di
finzione, tra le labbra la tua ultima bugia…
Era
meglio così, dunque.
Si.
E’ meglio così.
Ora
posso dire di provare un qualcosa di particolare, che brucia
all’altezza del
petto…
Cos’è
quello? Ma certo… felicità…
Te la
dono, Kira. Non te la meriti, ma te ne faccio dono comunque,
perché sei l’unico
che è riuscito a farmela provare…
ed ora,
di questa stupida felicità, di uno stupido
condannato a morte, cosa te ne farai?
Sento
qualcuno sfiorarmi la spalla.
Giro
di scatto la testa, e trovo te; dolce, bello, illuminato di una luce
strana e
rara…
…la
luce che riusciva a filtrare dalle nuvole, e
illuminava te…
Kira…
sei venuto a darmi l’addio?
Sei
venuto a guardare il perdente salire al patibolo?
Quanto
manca alla mia ora, Kira? Ore? Minuti? Secondi?
Voglio
usare il tempo rimanente per sapere cosa sono stato per te in tutto
questo
tempo… ne ho bisogno, non posso andarmene prima di averne la
certezza…
Quella
sera di tardo autunno, Kira, te la ricordi?
Cos’ero
per te, quella volta?
…i
ricordi prendono il sopravvento, mi affollano la
mente, mi procurano dolorose fitte alle tempie e al cuore…
…
** Era
sera, la camera era poco
illuminata e tutto era calmo e piatto, come un mare in una giornata
limpida.
Due ragazzi erano seduti davanti al computer, silenziosi, veloci,
minuziosi.
Non
osavano proferir parola.
“Ryuzaki…
Posso dirti una
cosa?”
“Certo,
Light-kun.”
Il moro e
il biondo si
fissavano, i loro sguardi penetranti e pericolosi si incrociavano,
sballottando
emozioni e sentimenti finora sconosciuti a loro.
“Io…
credo di essermi
innamorato.”
Yagami lo
disse come un
segreto che si portava nel petto, una cosa riservata, da confidare ad
un amico.
Ryuzaki rimase perplesso, ma accennò ad un sorriso.
Era
disposto a fargli da
confidente.
Nessuno
lo aveva mai fatto per
lui, adesso sarebbe stato il suo momento di aiutare qualcuno da
‘amico’ e
‘essere umano’, non più come detective.
“Ah
si, Light-kun? Sono felice
per te…e di chi?”
Light
abbassò lo sguardo, le
parole sulla punta della lingua, incapace di pronunciarle.
“Di
te.”
Il
più grande rimase di sasso.
Aveva sicuramente capito male, era impossibile.
No, aveva
sentito benissimo.
Lo sguardo dell’altro era serio, un po’ malinconico
e imbarazzato.
Quella
era…una dichiarazione?
E aveva
detto che quello che
provava era…amore?
I
pensieri di L vennero
completamente spazzati via, dal contatto impetuoso e tremendamente
dolce che
ebbe dopo qualche secondo con le labbra di Raito; si lasciò
trasportare, senza
che potesse o volesse fare nulla, da un zuccheroso e passionale bacio.
Il suo
primo vero bacio.
E dopo
l’accostamento delle
loro labbra, sentì qualcosa di viscido e bagnato cercare di
entrare a forza
nell’antro caldo che era la sua bocca. A quel punto un
campanello scattò nella
sua testa, lo svegliò e lo riportò alla cruda
realtà, dove c’era lui, un
ragazzo sgraziato e antipatico a tutti, con il viso attaccato a quello
del
principale sospettato del caso Kira.
“C-cosa
stai
facendo!!!??!!!”Con un braccio, spinse il più
lontano possibile da sé il corpo
del ragazzo biondo. “Cosa ti è saltato in
testa??”
Light
rimase in silenzio,
arrossendo di botto. Aveva fatto una stupidaggine.
“Scusami.
Io…non volevo.”
“Si
che lo volevi, invece!”
“Si,
però non avevo intenzione
di farlo. La situazione mi è… sfuggita di
mano.”
Si
guardarono per un lungo
secondo, che sembrava anni.
Ryuzaki
si passò una manica
sulle labbra, come per ripulirsi di quella sensazione.
“Adesso…spiegami
perché.”
Light o
guardò tra
l’imbarazzato e lo stupito. “Perché
cosa??”
“Perché
mi hai detto…quelle
cose!!?”
“Perché
le pensavo…”
Silenzio,
duro e straziante.
“Non è vero che le pensi …Non
puoi…”
“Si
che posso! Non lo faccio
apposta…”
“Ma
a te piacciono le donne…”
“E
forse mi piaci anche tu!”
Di nuovo
Raito si spinse in
avanti, sfiorando il petto con il suo, e ribaciandolo più
dolcemente, sfiorando
le sue labbra come se fossero cristallo, troppo fragili e deboli per
essere
trattate in modo meno delicato.
L a quel
punto non seppe che
fare. Era sbagliato, era ingiusto, però
era…semplicemente stupendo. Non aveva
mai provato nulla di tanto travolgente in vita sua.
Ma
restava il fatto che lui
era L, e Light era Kira. Scostò il viso, abbassando lo
sguardo.
“Non
si può, Light-kun. E’
sbagliato.”
Raito
rimase in silenzio, un
silenzio amaro. Capiva, capiva fin troppo bene.
“Perché…io
sono
Kira?”sussurrò, mordendosi un labbro con tanta
rabbia fin a sporcarlo di rosso.
“Si. Per questo.”
Costava
dire quelle cose, a
Ryuzaki, ma i fatti erano quelli; probabilmente, se loro non fossero
stati
loro, si sarebbe concesso nelle braccia di Yagami Light molto prima.
Era
strano, ma quei sentimenti
non erano nati in quel momento… Era come se fossero sempre
esistiti, assopiti
nel proprio animo, troppo codardi per uscire allo scoperto. Ed ora che
a farsi
avanti era stato l’amico, loro erano tornati, voraci,
curiosi.
“Ryuzaki!!
Ti prego!!! Ti ho
già dimostrato che non sono io Kira… anche adesso
ti fai bloccare dalle tue stupide
accuse???” Light urlava, con voce spezzata, gli occhi lucidi.
Sembrava quasi
vero…
“Io
sono L, Light-kun. E anche
in situazioni come queste, non smetterò di
esserlo.”
Di nuovo,
i due ragazzi
rimasero zitti, non sapendo cosa dire. Era tutto troppo strano per
poter essere
affrontato…
“Almeno,
Ryuzaki, mi dici cosa
pensi di me? Oltre al fatto di essere Kira,
intendo…”
“Penso
che tu sia il mio primo
vero amico. E che ti voglio bene.”
“Amico?
Solo un amico?”
“…”
“Ti
prego, dimmi la verità!
Almeno quella!”
“Light-kun…
io…ti voglio
bene…”
“Ma
per te cosa sono? Un
amico, un nemico…”
“Sei
Light. Sei soltanto
Light.”
“…
Cosa vuol dire?”
“Che
è troppo difficile
descrivere quello che provo per te.”
“Si,
ma io voglio capire che
tipo di bene mi vuoi!!”
“Non
so risponderti…”
“Ma…”
“…Sei
più di un amico, così ti
va bene?” Lo disse con estrema fatica, ricacciando le
lacrime, cercando di non
farsi trasportare dalle proprie parole. Però alla fine, era
riuscito ad essere
sincero.
Light era
rimasto spiazzato da
quelle parole. Non sapeva cosa dire o cosa fare, era troppo incerto,
aveva
troppa paura.
“Ryuzaki?”
“Si?”
Un attimo
di silenzio.
“Non
saresti capace di
dimenticare per una volta i tuoi sospetti su di me?”
L rimase
zitto. No, non ne era
capace. Ma non voleva perdere quell’occasione.
Perché per stavolta non voleva
più osservarlo come Kira, ma semplicemente come Light-kun.
Voleva solo avere un
po’ di spensieratezza, fregarsene, per una volta.
Anche se
sapeva che era
impossibile, che in quegli occhi color nocciola aveva visto troppe
volte un
bagliore rosso e crudele, che riusciva a spaventarlo.
Deglutì sonoramente,
cercando di decidersi…
“Allora?”
“Io…
non so…ma…posso
provarci.”
Vide il
sorriso, sincero, che
mano a mano si faceva spazio sulle labbra di Raito, prima che queste lo
travolgessero in un nuovo lungo bacio appassionato. Si, stavolta
avrebbe fatto
finta. Stavolta avrebbe finto di essere solo con il ragazzo per cui
provava dei
sentimenti, e non con il suo nemico.
Sentì
le labbra di Light farsi
più vogliose, più violente, più forti.
Sentì la lingua dell’altro accarezzargli
la propria, mentre la mano bollente del ragazzo gli sfiorava la guancia
pallida.
Erano
sensazioni stranissime,
che non aveva mai provato prima. Non si era mai spinto a tanto; in
verità, il
massimo approccio erano stati gli abbracci di Watari, ogni
tanto… Ma questo no.
Era
meglio.
Si
accorse di averlo
desiderato, inconsciamente, per tutto questo tempo.
Sentiva
che tutto stava
andando troppo in fretta, troppo velocemente, che era uno sbaglio e
dopo de ne
sarebbe pentito…ma non riusciva a fermarsi, voleva ancora
Light, il suo Light, il suo
profumo, il suo
sapore dolce e mielato…
Il biondo
gli passò una mano
tra i capelli corvini, scompigliandoglieli ancora di più,
mentre l’altra
scendeva verso i fianchi, e lo spingeva delicatamente verso di
sé. Non se ne
era neppure accorto, ma erano finiti vicinissimi, avvinghiati
l’uno all’altro…troppo
vicini…
Ryuzaki
si fece più audace,
osò sporgere una mano e appoggiarla al petto
dell’altro, ascoltando il suo
respiro e i suoi battiti del cuore, veloci quanto i propri, e sentendo
il
fisico scolpito sotto la camicia nera che lo copriva.
Non come
il suo, gracile e
magro…
e
poi…
e
poi…
..le
immagini, nella mia mente, si fanno pian piano
sempre più sfocate…
i ricordi
iniziano ad allontanarsi…
…ricordava
solo la maglietta
bianca cadere a terra in un mucchietto, così come i consunti
jeans, insieme
agli eleganti vestiti di Light.
…sentiva
i suoi baci sul
collo, sul pomo d’adamo, le mani che gli toccavano appena il
corpo…
e
poi…
…e
poi?
…Una
immensa, travolgente e
soffocante felicità, enorme, che non aveva mai provato
prima…
…
piacere, desiderio…
…e
amore…
…ricordi
belli, bellissimi…
…anche
troppo…
Le
confuse immagini proiettate nella sua mente si erano spente, lasciando
il posto
ad un viso, sottile, serio, malinconico. Il tuo.
…ma
saranno stati veri?
o
soltanto le stupide conseguenze di altre menzogne?
“Ryuzaki,
cosa c’è?”
La
tua voce, cupa, profonda e calda, che mi aveva sempre scaldato il
cuore, mi
lascia un solco nel petto. Come avrei fatto, da morto, senza quella
voce?
il suono
della tua voce era addirittura più
piacevole
di quello delle campane…
“Oggi
le campane sono insistenti, vero Light-kun?”
Mi
guardi perplesso, non capisci. Segui il mio sguardo fuori dalla
finestra, ad
osservare le nuvole, le gocce di acqua che scendono dal cielo, una
Tokyo spenta
e grigia che viene pulita dalla pioggia…
“Quali
campane, Ryuzaki?”
…dopotutto,
me ne vado via felice…
Sorrido.
“Niente,
Light-kun. Niente.”
Mi
guardi con dolcezza, una vaga nota divertita. Uno sguardo che non avrei
mai più
rivisto.
E…
poi?
Poi…
soltanto
buio.
Non
c’è più il tuo bel viso che mi sorride.
Altre immagini prendono vita nella mia
mente, nascono dal nero.
Ricordi.
Ricordi
che avevo dimenticato, prima.
**Light
abbracciava il ragazzo
dai capelli neri, stringendogli le spalle nude, distesi in quel letto.
Probabilmente
la notte più
bella della sua vita.
Ryuzaki
aveva gli occhi
chiusi, ma non stava dormendo; ascoltava il respiro
dell’altro, ne ascoltava i
pensieri…
Senza
preavviso, percepì le
labbra dell’altro appoggiarsi delicatamente alle sue,
lasciandoci un sapore più
dolce della panna. Il sapore di Light.
“Ti
amo.” sussurrò la voce
profonda vicino a sé, senza aspettarsi risposta.
E L, ad
occhi chiusi, fingendo
di essere immerso nel sonno, non poté fare a meno di
sorridere.
In un
secondo, il buio tornò ad essere solo buio.
Forse
non mi avevi mentito fino all’ultimo, vero??
Addio,
Light.
E lo
straziante silenzio di quell’oscurità, venne
colmato con un suono…
Cos’era,
quello?
Il
suono delle campane.
FINE.
Ecco una delle poche
one-fic che scrivo.
Sentivo il bisogno di scriverne una, perché questo
particolare momento della
storia mi sta a cuore come nient’altro.
Aspetto le
recensioni!! ^^
Bacioni*