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Autore: L Change the World    21/12/2013    3 recensioni
[Fanfiction Malec]
Dal testo:
Sì, quella era decisamente la camera di Magnus, e sì, quello era il suo enorme letto dove la sera prima doveva essere successo per forza qualcosa, Alec ne era certo. D’altronde perché mai si ritrovava arrotolato tra le coperte con solo i boxer addosso?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Alec Lightwood stava pacificamente dormendo, la testa immersa in una miriade di soffici cuscini, quando sentì qualcosa di schifosamente umido sulla guancia. Il ragazzo socchiuse debolmente gli occhi, e una luce soffusa che penetrava dalle tende color porpora e oro gli rivelò che a leccargli il viso era stato nientemeno che Chairman Meow. Scansando il gatto con delicatezza, Alec si massaggiò la tempia, prendendo tempo per rimettere a posto i pensieri.

Sì, quella era decisamente la camera di Magnus, e sì, quello era il suo enorme letto dove la sera prima doveva essere successo per forza qualcosa, Alec ne era certo. D’altronde perché mai si ritrovava arrotolato tra le coperte con solo i boxer addosso?

Con lo sguardo scrutò la stanza alla ricerca del suo fidanzato, ma non appena sentì un vago rumore di tazze e cucchiai, smise di cercare e si affrettò ad alzarsi. Come si aspettava, quando entrò in cucina la chioma non ancora domata di Magnus copriva a metà la sua schiena nuda, lasciando intravedere alcune cicatrici vecchie di secoli. Indossava dei pantaloni larghi e neri, un indumento che non si sarebbe mai azzardato a mettere per uscire perché troppo fuori moda, lasciando presagire che non aveva ancora intenzione di lasciare la sua adorata casa prima di cambiarne la disposizione, come faceva almeno due volte a settimana.

“Buongiorno tesoro.” disse Magnus, guardandolo con la coda dell’occhio prima di rivolgere nuovamente l’attenzione ai fornelli.

“Tesoro?!” chiese Alec, sentendo le sue guance avvampare. Non era affatto abituato ad essere chiamato a quel modo, non ancora.

“Se non ti piace possiamo cambiare.”

“No...” mormorò Alec, accennando un sorriso “Mi piace. È solo che...”

“Ok, ok, non ti preoccupare.” Magnus si diresse verso di lui, poggiando una grossa tazza di caffè nero fumante prima di scoccargli un bacio sulle labbra “Vado a fare la doccia. Il caffè è per te.”

“Grazie.” Alec seguì lo stregone con la coda dell’occhio fino a quando non scomparve dietro la porta del bagno, lasciandola stranamente socchiusa. Il ragazzo bevve il suo caffè, rigorosamente senza zucchero, dopodiché si avviò verso la camera da letto, deciso a mettersi qualcosa di decente prima di uscire e dirigersi all’Istituto. Ma non appena passò davanti al bagno, la tentazione prese il sopravvento e Alec, dopo un attimo di esitazione, entrò.

L’aria era satura di vapore, e un intenso profumo di sandalo lo inebriò all’istante, costringendolo a soffermarsi per un attimo e chiudere gli occhi per abbandonarsi a quel piacevole calore. Chiuse la porta alle sue spalle, e, nell’angolo dove si trovava la famigerata doccia, intravide la sagoma longilinea e perfetta del suo ragazzo.

Non sapeva se lo stregone se ne fosse accorto o meno, ma ad Alec non importava granché. Forse un mese prima ci avrebbe pensato diverse volte prima di fare ciò che voleva fare, forse si sarebbe addirittura vergognato, ma adesso non aveva davvero nulla da nascondere. Non con Magnus, perlomeno.

Con passo felpato si avvicinò alla doccia e la aprì, rivelando il viso piacevolmente sorpreso dello stregone, che con un sorriso costernato lo invitò silenziosamente ad entrare.
Quando la doccia fu richiusa, Alec era già completamente zuppo. L’acqua pressoché bollente scorreva rapida lungo il suo corpo muscoloso e coperto di rune nere come la pece, e i suoi piedi erano per metà coperti da uno spesso strato di schiuma che non accennava a diminuire.

Ma la sua attenzione era tutta per Magnus, i lunghi capelli che gli ricadevano perfettamente lisci sulle spalle dritte, il corpo magro eppure potente che infondeva sicurezza e calore. Era davvero bellissimo, pensò Alec prima di prendere il suo viso tra le mani e baciarlo. Sapeva di dolce, di buono, di Magnus e basta. Lo stregone ricambiò il lungo quanto inaspettato bacio sotto la fitta pioggia della doccia, avvicinando il corpo di Alec al suo prendendolo per i fianchi e attirandolo a sé.

“Girati.” disse Alec, facendo voltare Magnus di schiena e prendendo il flacone di shampoo sospeso a mezz’aria.

“Giochi pericolosi, Alec Lightwood.” ghignò Magnus, sbirciando i movimenti del suo fidanzato.

“Ah, smettila! E non chiamarmi con il cognome, sembra che tu stia chiamando uno sconosciuto.” Il ragazzo cominciò a massaggiare la massa di capelli neri di Magnus con lo shampoo rigorosamente al sandalo, carezzandogli dolcemente la nuca con i polpastrelli e sforzandosi di abbandonare i modi rudi e pesanti tipici degli Shadowhunters per sostituirli con movimenti dolci e, perché no, più sensuali.

Magnus abbandonò la testa all’indietro, lasciando che fosse Alec a lavargli i suoi adorati capelli che nessuno aveva il permesso di toccare. Era una concessione che solo in rarissimi casi aveva dato, perché i suoi capelli non dovevano essere contaminati dalla plebaglia, perché rischiavano di essere rovinati, o, peggio ancora, privati dei loro glitter. Ma Alec era un’eccezione a cui Magnus si concesse senza fiatare, chiudendo gli occhi e respirando l’intenso profumo del vapore che li circondava.

Quando Alec ebbe finito il suo servizio, le sue dita si intrecciarono nuovamente ai capelli dello stregone, lisciandoli ulteriormente e liberandoli degli ultimi residui di schiuma. Circondò Magnus con le sue braccia, ponendo le mani sui suoi pettorali e posando un ultimo bacio alla base del collo.

“Ecco fatto.”

“Grazie mille.” disse Magnus compiaciuto, e Alec vide un sorriso stamparsi sul suo volto cosparso di piccole gocce. Il ragazzo sentì le sue dita intrecciarsi con le proprie mentre la guancia di Magnus si posava delicatamente sulla sua in un gesto affettuoso.

“Non c’è di che.” gli sussurrò Alec all’orecchio, mordendolo dolcemente prima di decidersi ad uscire “Ah, sbaglio o hai cambiato la doccia? Mi sembra, non so... più grande.”

Il sorrisetto che Magnus sfoderò non appena si girò verso di lui fece comprendere ad Alec che forse non era stato solo un caso che, proprio quella mattina, Magnus avesse deciso di cambiare la doccia, prendendola ‘in prestito’ da chissà quale malcapitato fornitore. Non che ad Alec dispiacesse, certo.

“Vado all’Istituto. Ci vediamo stasera, penso.” disse Alec, asciugandosi con un asciugamano rimediato.

“Pensi?” gridò Magnus da sotto il getto “Come pensi?”

“Non si sa mai...”

“Va bene.” il tono dello stregone era vagamente dispiaciuto “A stasera.”

Alec ritornò in camera con un sorriso ebete stampato sulla faccia. Sembrava un ragazzino in preda alla sua prima cotta adolescenziale, ma non c’era nulla da fare: quel preciso istante della sua vita era forse il più bello, quello in cui si era deciso ad essere ciò che realmente era, quello in cui si sentiva a proprio agio con il mondo ma soprattutto con sé stesso.

Infilandosi la sua solita maglietta nera e i pantaloni di pelle, Alec prese la sua balestra, lo stilo e qualche arma e si avviò verso la porta, pronto ad affrontare una nuova, ardua giornata.
  
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