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Autore: Inathia Len    21/12/2013    4 recensioni
"-Hope Primrose Mellark, esci subito fuori!-
Il passatempo preferito della mia secondogenita è nascondersi nei posti più assurdi della casa. Ultimamente, il più gettonato è sotto il letto mio e di Peeta, e infatti è lì che la trovo, impegnata a contare i tasselli di parquet.
-Ventordici!- esclama, tutta contenta, mostrandomi fiera in un sorriso tutti i suoi denti mancanti. -Anzi no, erano quarantacentocinque... no, ottomilatre... no...-
Scoppio a ridere e la prendo in braccio. "
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Effie Trinket, Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Hope, vieni qui, vieni che ci dobbiamo preparare!- grido, cercando mia figlia per tutta casa. Dove si è cacciata quella peste? Guardo in direzione di Peeta, sperando nella sua collaborazione ma, badando a Jack, ha già il suo bel da fare. La cucina, un tempo di legno scuro, ora è completamente infarinata e bianca. Mio marito e mio figlio hanno cucinato tutto il pomeriggio, vietandomi l'ingresso al loro "sancta sanctorum". 
-Hope Primrose Mellark, esci subito fuori!-
Il passatempo preferito della mia secondogenita è nascondersi nei posti più assurdi della casa. Ultimamente, il più gettonato è sotto il letto mio e di Peeta, e infatti è lì che la trovo, impegnata a contare i tasselli di parquet. 
-Ventordici!- esclama, tutta contenta, mostrandomi fiera in un sorriso tutti i suoi denti mancanti. -Anzi no, erano quarantacentocinque... no, ottomilatre... no...-
Scoppio a ridere e la prendo in braccio. Per avere già sette anni è ancora uno scricciolo.
-Ci dobbiamo fare belle per la cena, Hope. Vuoi farti trovare in salopette da Arya?-
Mia figlia scuote la testa sdegnata. Arya è la figlia di Gale e la sua amichetta del cuore. Anche se, a essere onesti, non c'è bambino o bambina che non la adori. Mi chiedo come possa essere nata da una madre così asociale e scorbutica una tale figlia. È evidente che ha preso da Peeta molto più degli occhi. Anche Jack è tutto suo padre, ma spesso ha i suoi "momenti Katniss", come li chiama Peeta, durante i quali ignora tutto e tutti, sparendo nei boschi per ore. 
-Viene anche lo zio Haymitch?- chiede Hope, giocherellando con la mia treccia. Tra me e me sorrido. Se venti anni fa Haymitch avesse saputo che un giorno sarebbe diventato "lo zio Haymitch" di qualcuno, dubito che si sarebbe tanto impegnato a salvarmi. Anche se, a dirla tutta, Hope è decisamente la sua preferita. Quando ci viene a trovare, le porta sempre un qualche giocattolino intagliato nel legno, mentre Jack si tiene a distanza. Non che a undici anni si senta già grande, ma ha sempre provato un certo timore reverenziale nei confronti del nostro ex mentore. Per Jack esistono solo "lo zio Gale" e le giornate di caccia insieme. 
-Certo, verranno tutti. Anche Effie.-
Mia figlia mi guarda sospettosa. Effie non le è mai andata giù, considerando che, fin da quando era più piccola, le ha sempre proposto assurde operazioni estetiche per migliorare difetti che vedeva solo lei. E' stato in seguito a discorsetto di Peeta che le cose si sono calmate. Non, però, che Effie si risparmi delle battutine qua e là. 
-Ma io non voglio che viene!- brontola, mentre io le infilo un vestitino rosso che mi ha aiutato a scegliere mia madre. 
-Che venga, Hope. Si dice che venga. Ecco fatto, sei pronta- esclamo, ammirando il risultato e spedendola al piano di sotto per farsi acconciare da mia madre. -E dì a tua fratello di cambiarsi!- le urlo dietro.
A fatica, un'ora dopo, siamo tutti pronti. Io, obbligata da mia madre (che prova a comandarmi a bacchetta nonostante ormai io sfiori i quaranta) ho indossato un vestito verde con decorazioni rosse, Peeta, un maglione e una giacca sopra e Jack un maglione bianco con una renna disegnata. 
Quando suona il campanello, il nostro Natale comincia. 
Hope schizza subito in braccio a Haymitch, il quale le allunga subito il suo regalo. Mia figlia rimane avvinghiata al suo collo fino a quando non arrivano Gale e Arya, insieme a Reesa, la moglie di Gale.
-Catnip- mi saluta lui, stringendomi forte. -Credi che rivedremo mai le nostre figlie?- chiede, ridendo, notando come le due siano sparite. 
-Oh, molto probabilmente sono sotto il mio letto a contare le assi del parquet- gli rispondo io, per nulla preoccupata, ridendo del suo sguardo confuso. 
L'ultima ad arrivare è Effie, insieme a un anzianissimo Plutach. Annie e suo figlio, invece, hanno preferito rimanere a casa, quest'anno. 
-Buon appetito!- ci augura mia madre, portando in tavola la prima portata.
Prima di cominciare a mangiare, mi prendo un secondo per osservare le persone che, come ogni anno, si sono sedute al nostro tavolo. Amo ognuno di loro, amo la vita per la quale abbiamo a lungo lottato e che stiamo finalmente vivendo, ma non posso fare a meno di notare le sedie che lasciamo vuote apposta. 
Prima fra tutte, quella per Prim. Sarebbe diventata il miglior medico che Panem avrebbe mai avuto, ma le bombe l'hanno uccisa prima. Quando verrà il momento, Hope conoscerà il significato del suo secondo nome.
Poi la sedia che sarebbe stata di Cinna. Faccio fatica a immaginarmelo vicino ai sessanta, per me lui rimarrà sempre il giovane stilista che, per primo, ha creduto in me e il mio unico rimpianto è che non possa vedere che ciò per cui è morto vive e si è realizzato.
Infine, quella di Finnick, che ho deciso di lasciare anche se Annie e suo figlio non ci sono. Di sedie ce ne sarebbero molte altre, so che è riduttivo fermarsi a tre, ma loro in particolare li porterò sempre nel mio cuore. 
Perché è sopratutto grazie al loro sacrificio se io sono riuscita a sopravvivere. 
Perché è grazie al loro sacrificio se io sono qui oggi a festeggiare il Natale.
E per questo, e mille altri motivi, che alzo un calice silenzioso alla loro memoria.

  
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