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Autore: TheBlackWolf97    22/12/2013    5 recensioni
Chi ha detto che il Lupo Cattivo non può essere un Guardiano?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 
 
 
 
 
 
Il bambino dai capelli castani chiamò il Guardiano a gran voce prima di correre da lui e abbracciarlo. L’espressione che si dipinse sul viso di Jack Frost fu di sorpresa, all’inizio, ma poi una scintilla si accese nei suoi occhi e il ragazzo ricambiò l’abbraccio. Osservai la scena da lontano, come facevo sempre. I rami degli alberi nascondevano perfettamente la mia figura, e inoltre nessuno sembrava essersi reso conto di essere osservato. Quando Jack Frost salì sulla slitta di Babbo Natale e i Guardiani scomparvero nel cielo, rimasi immobile a guardare il gruppo di bambini che ancora avevano i volti puntati in alto e gli occhi sognanti. Sentivo il battere accelerato dei loro cuori e mi sembrava quasi di poter percepire nell’aria la gioia che inondava le loro anime. Non c’erano dubbi che quei bambini, qualunque cosa fosse successa da quel giorno in poi, non avrebbero più smesso neanche per un istante di credere in Babbo Natale, nel Coniglietto di Pasqua o nella Fata dei Dentini. Cercai di immaginarmi che tipo di sensazione poteva essere: avere la certezza che tutte le favole e le leggende che ti sono state raccontate sono la pura verità.
E in me? Quei bambini credevano anche in me?
Probabilmente sì. Gli adulti mi usano spesso come minaccia per farsi rispettare dai figli, e i bambini di tutto il mondo hanno paura di me. Ero certa che i piccoli che avevo davanti non facessero eccezione.
Rimasi nascosta a osservarli fino a quando il ragazzino dai capelli castani, quello che doveva chiamarsi Jamie, non prese per mano una bimbetta dai capelli biondi e il viso assonnato e disse che era ora di tronare a casa. Lentamente, come se quello fosse il gesto più faticoso della loro vita, i bambini iniziarono a muovere passi incerti verso le proprie case. Sapevo che, nonostante le emozioni intense e le incredibili magie di cui erano stati testimoni quella notte, appena la loro testolina si fosse poggiata nuovamente sui cuscini tutti loro sarebbero sprofondati nuovamente nel mondo dei sogni, sorvegliati con occhi vigili da Sandman. Prima che l’ultimo bambino sparisse dalla mia visuale, fui quasi tentata di uscire allo scoperto e di seguirli. La tentazione era talmente forte e viscerale che mi voltai di scatto e, abbandonando il mio nascondiglio dietro ai cespugli del sottobosco, mi misi a correre per allontanarmi il più possibile dalla città.
Perché avrei dovuto mostrarmi a dei bambini che erano sicuramente terrorizzati da me? Altre volte ci avevo provato, ad avvicinarli, ma avevo ottenuto sempre la stessa reazione. La verità era che nessun bambino voleva avere a che fare con me, perché io rappresentavo uno dei loro peggiori incubi. Così, come facevo sempre, mi inoltrai nell’unico posto dove mi sentivo veramente a casa: il bosco. Il silenzio degli alberi e la brezza mattutina erano la mia unica compagnia, una compagnia che avevo imparato ad apprezzare nel tempo e che si dimostrava sempre pronta ad accogliermi. In fondo, mi dissi, non ero molto diversa da Pitch. I bambini credevano in lui perché avevano paura, ed entrambi eravamo neri. Sia fuori che dentro.
Mi fermai su una collinetta coperta di neve, da dove potevo vedere la città che si estendeva alle mie spalle e il sole che lentamente sorgeva ad Est, portando la luce di un nuovo giorno. Una vista che avrebbe rallegrato chiunque, perché quello era il segno dell’ennesima vittoria del bene sul male, la superiorità del giorno sulla notte. Eppure non c’era allegria nel mio cuore. Stava cominciando un altro giorno di solitudine per me, un altro giorno in cui avrei guardato il mondo nascosta dietro al tronco di un albero.
Era la notte il mio regno, il momento in cui potevo aggirarmi per le vie delle città senza che nessun bambino mi vedesse. Non mi preoccupavo degli adulti, sapevo che loro non sarebbero mai stati in grado di vedermi. Avevano perso da tempo l’innocenza e gli occhi dei più piccoli, e continuavano a nominarmi solamente per esigere rispetto dai loro figli.
Sollevai lo sguardo. Sopra di me era ancora visibile il profilo rotondo della luna, e mi domandai se in quel momento l’Uomo nella Luna mi stesse osservando. Rimasi in attesa, come se mi aspettassi di ricevere una risposta che naturalmente non arrivò. Con un sospiro, mi accucciai e affondai le dita nella neve. Ciocche di capelli neri mi caddero sugli occhi, ma non ci feci caso. Mi abbandonai alla famigliare sensazione di benessere che precedeva ogni trasformazione, poi chiusi gli occhi. Quando li riaprii, la mia visuale era completamente cambiata. Vedevo i contorni delle cose in modo molto più nitido di prima, i colori si erano fatti più intensi così come i rumori e gli odori. Tornai a guardare la luna, ma questa volta nel mio sguardo c’era una scintilla di tristezza che non si addiceva per niente al mio aspetto.
In fondo, il Lupo Cattivo non dovrebbe provare sentimenti, giusto?
  
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