Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: zeze3000    22/12/2013    1 recensioni
Finalmente giunge il sedici dicembre, e Grell vuole festeggiare con il suo Will, ma un atto di rifiuto da lui, porta il rosso a far un'azione di cui, poi Spears ne soffrirà.
Perchè è proprio vero, solo quanto le perdi, ti rendi conto che erano importanti
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, William T. Spears
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Atto primo - Solus

 

 

Nevicava e fecava freddo. Molto freddo. Anche per uno shinigami.

Era ormai notte fonda e, nelle strade della Londra del fine diaciannovesimo secolo, non c'era più nessuno.

Beh', qualcuno c'era, ma di certo non era umano.

Era una figura che si distingueva bene dalla fredda e candida neve che ricopriva le strade e i tetti delle case, una figura che si distigueva bene del nero oprrimente della notte e, dal grigio dell'intonaco delle abitazioni.

La figura aveva lunghi capelli rosso fuoco, che volteggiavano nell'aria alzati dal vento di dicembre, un cappotto rosso, una camicia leggere bianca, un fioccchet bianc a strisce rosse, un gilet bordò, pantaloni marrone scuro e, stivali dal tacco alto, bicoli: neri e rossi. I suoi occhi erano come l'oro colato, il viso appuntito e bianco, aveva un paglio di occhiali rossi.

Lo shinigami aveva le mani in tasca dei pantaloni e, camminava a testa bassa, sospirando qualche volta.

Una folata di vento lo investì in pieno, e Grell raggelò, portandosi le braccia al petto e stringendosele, come ad abbracciarsi. Si dette mentalmente dello stupido per non aver tirato su da casa qualcosa di più pesante, quella mattima. Ma al momento gli era sembrato tutto fantastico e romantico, in fondo quel giorno, era il suo giorno, il loro giorno, credeva che lui se ne fosse ricordato, era passato un secolo ormai e, Grell voleva festeggiare.

Ma arrivato in ufficio, tutto lo colpì come un pugno allo stomaco. Saltellando allegramnete nell'ufficio del suo superiore, andò da lui.

Ma lui lo cacciò via, come sempre. Allora il rosso gli disse che giorno era, e William gli spezzò il cuore, dicendogli che non gli importava niente, il sedici dicembre per lui era un giorno normale come tanti altri e, Grell doveva farsene un ragione.

Già, Grell doveva farsene una ragione.

Ma perchè proprio di William si era innmorato? Si chiedeva a volte, Will era freddo, distacccat e, non faceva altro che riprenderlo, eppure il rosso si ostinava a cercare di sedurlo.

Ma ora sarebbe stato inutile. Ormai il sedici dicembre non era più niente che un semplice giorno di inverno.

Grell si trascinò fino in un vicolo, il vicolo dove aveva ucciso Madam Red.

Si sedette sulla neve fredda, non curandosi di sporcarsi o di bagnarsi.

Rimaase lì per circa mezz'ora e, dopo aver pianto silenziosamente, evocò la sua Falce della Morte.

 

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Atto secondo - Poetic

 

 

William T. Spears stava finendo di compilare un rapporto.

Era ormai l'una di notte e, era ora tornare a casa.

Sistemò il foglio del rapporto in una cartelletta nera e, lo mise nel cassetto della scrivania.

Si sistemò la cravatta e la giacca, prese il cappotto dall'appendi-abiti e se lo infilò, si legò al collo la sciarpa e, uscì dal suo ufficio.

Mentre si dirigeva all'uscità, passò come al solito di fianco alle scrivanie dei suoi sottoposti, che ormai erano tutti tornati a casa. Quando passò difianco alla scrivania di Grell Sutcliff, però, si bloccò. Nel cestino c'era qualcosa che aveva attirato la sua attenzione, gli si avvicinò e si chinò a prendere l'oggetto.

Era una scatola di forma rettangolare, fatta su con una carta da regalo biancha e un fiocco rosso, tipicamente di Grell.

Senza sapere il motivo, sfilò delicatamente il fiocco e, tolse la carta che avvolgeva l'oggetto.

Era un libro, era rivestito di pelle nera e, le pagine erano stampate, nero su bianco. Sulla copertina e sul dorso si poteva legger in bel carattere dorato il titolo. La storia di Will lo Shinigami di Thomas Wallis.

Un flash attraversò la mente di William. Thomas Wallis. Era stata la sua prima anima raccolta. Assieme a Grell. Se non fosse stato per il rosso, che l'aveva salvato da quei Cinematic Records, Will non sarebbe mai diventato uno shinigami. Doveva tutto a Grell.

Aprì il libro alla prima pagina, in ci trovò scritta una dedica, era ovviamente stata scritta a mano dopo aver comprato il volume, era in inchiostro rosso, con calligrafia delicata e piena di ghirigori.

 

Al mio amato William,

a quel giorno freddo di dicembre in cui ci incontrammo,

a quei momenti passati insieme,

ai ricordi di quel 16 dicembre,

che non possano mai sfumare,

perchè sono i momenti più preziosi della mia vita.

 

Grell Sutcliff.

 

Che cosa poetica, William non se lo sarebbe mai aspettato da Grell.

Si sorprese ad accarezzare la dedica, con un sorriso involontario sul volto.

Dova scusarsi con Sutcliff, e subito.

Mise il libro in borsa e, velocemente uscì dall'ufficio, dirigendosi verso l'appartamento del collega, ma quando vi arrivò e bussò non ottenendo risposta, capì che Grell non era tornato a casa.

Will, allora, si diresse verso il suo di appartamento, sperando che fosse andato lì. Ma niente.

Iniziando a provare uun po' di paura, William si mise a ercarlo, correndo per le vie di Londra, teneva i sensi ben pronti, ascoltava ogni minimo rumore.

Fu quando passò vicino a una via familiare, che sentì l'odere tipico degli shinigami.

Ma c'era qualcosa che non andava.

Insieme a quell'odore c'e n'era mischiato un'altro che sapeva di ruggine.

Si addentrò alla via, e s blccò quando si accorse di aver calpestato quacosa di viscido, si abbassò e tocco la neve impreganta del liquido caldo. Era sangue.

 

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Atto terzo - Sanguinem, funus, ad mortem, et conscientia

 

 

William fece un'altro passo, incerto e pieno di paura. Nella sua mente sapea già cosa c'era la riverso nella neve, ma non voleva accettarlo, poteva essere chiunque, ma non lui.

Fece ancora un passo. Insomma, ci sono centinaia di shinigami e, anche se è terribile che uno muori, insomma, perchè dovrebbe essere prorpio lui? Potrebbe qualcuno che William non conosce e, allora si sarebbe rimesso a cercare Sutcliff. Certo, era così, doveva essere così.

Fu quando fece l'ultimo e terzo passo che potè veder edi chi si trattase il cadevere. Il cuore gli fece un tuffo, le sue gnocchia cedereno e, la consapevolezza che lui non c'era più, che William era arrivato tardi si fece strada in lui.

Grell Sutcliff era riverso a terra, a piancia sotto, il viso sulla neve fredda, il sangue del colore che amva che gli sporcava le vesti, gli occhi chiusi, gli occhiali caduti lì vicino, i capelli rossi che gli incorniciavano il viso e, più distante la sua motosega, impegnata del sangue dello shinigami.

“No” mormorò Will.

“No no no no. NO!” urlò pi forte pattendo i pugni per terra.

Perchè?!

Perchè Sutcliff l'aveva lasciato da solo?!

E poi la consapevolezza.

Grell l'aveva fatto per il rifiuto del collega. Se William avrebbe pensato prima di parlare ora Grell non si troverebbe in quella pozza rossa sangue.

Le lacrime calde scesero sulle guance di Spears, che prese tra le sue braccia il rosso e lo fissò.

Gli accarezzò la guancia ormai fredda, e passo un dito su quelle labra rosse.

Lentamente vi si avvicinò e, le baciò. Come erano morbide! E di sicuro una volta non erano così gelate, erano calde, piene di vita e saporite.

Williamo ripianse tutti quei anni, mesi e giorni, momenti che non aveva colto per passarli insieme a Grell. Solo ora si accorgeva di quei sentimenti ce aveva rinnegato e non ascoltato.

Era proprio vero, solo quando la perti, ti rendo conto che quella persona era importante per te.

 

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Atto ultimo – Nam et vale

 

 

20 Dicembre 1889

 

Erano passati quattro giorni da quando William aveva ritrovato il adavere di Grell.

Tre giorni da quando aveva dato la notizia a Ronald, Eric e Alan. Loro per i primi minuti non ci avevano creduto, credevano fosse tutto uno scherzo, ma quando si resero conto che William T. Spears non aveva mai scherzato in vita sua, le lacrime arrivarono, Eric e Alan si limitarono a piangere, ma Ronald considerava Grell Sutcliff come un padre, gli aveva insegnato tutto sugli shinigami e, fu lui ad avere la reazione peggiore dei tre.

Urlò, pianse, sighiozzò, si accosciò sul pavimento, prese a pugni il petto di William.

E ora, tutti i cnoscenti e, i pochi amici di Grell erano al suo funerale. Piccolo e initimo, tenuto in una piccola chiesetta, che una volta Grell aveva indicato a William.

 

Vedi William? La vedi?” chiese lo shinigami rosso al collega che stava al suo fianco. Grell indicava una piccola chiesa di marm bianco, con le vetrate colarate e un cimitero intorno.

Sì, la vedo” rispose atono Will.

Sai... L'altro giorno l'ho visitata e, l'interno e proprio bello, con statue che raffigurano la Bibbia dei mortali, quadri che dipingono il diavolo e, un piccolo altare sopra il quale c'è il crocifisso” Grell gliela descrisse, anche se all'altro non interessava.

Un giorno, voglio sposarmi lì” disse estasia Grell, sospirando e mettendo il viso nel palmo delle mani e, appogiandosi alla staccionata.

 

William aveva deciso che il funerale doveva tenersi in quella chiesa perchè, aveva pensato che a Grell sarebbe piaciuto.

Si avvicinò alla bara aperto, dove all'interno riposava nel sonno eterno Sutcliff. Evava le bracca intracciate al petto, gli occhi chiesi, i lunghi capelli rossi pettinati e lavati, gli irconiciavan il viso, indossava un'abito rosso. Sembrava Biancaneve, solo dai capelli rossi.

Mezz'ora dopo, Grell si trovava quattro metri sotto terra.

“Addio Grell” mormorò William.

 

 

 

Dedico questa fanfiction a Vale, Kate, Bonny, Bibba e Mati.

I momenti passati con vi sono indimenticabili e unici.

Questa non sembrerà una didica,

ma voglio ricordare qui ogni vostro privilegio.

 

A Vale, perchè ha saputo “domare” la mia pazzia,

e che mia ha impedito più volte dall'uccidere qualcuno,

solo per il fatto che ero io quella che dovevo trattenerti.

A Kate che ha saputo illuminarmi e rendermi felice

quando la luce sembrava spenta.

A Bonny che sapeva farmi ridere quando non ci riuscivo,

mi hai donato sorrisi che non avrei saputo fare.

A Bibba che mi ha contagiato con le sue idee folli e,

con cui condivido il dono del parlare velocemente.

E a Mati,

la prima persona che è riuscita a farsi strada nel mio cuore.

Vi volglio bene,

Aly.

   
 
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