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Autore: PrincessMeridaHarrington    22/12/2013    1 recensioni
[Frozen- Il Regno di Ghiaccio]
-Posso vederla, mamma?-, chiese dolcemente sebbene il cuore bruciasse.
-Certamente.-, e la prese in braccio.
Oh, non è poi tanto bella. Pensò Elsa, decisa a migliorare quella bellezza divina che ne scende una ogni mille anni.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-Voglio andare dalla mamma...-, disse la principessa Elsa battendo i piedi per terra e stropicciando il bordo della sua gonna color prugna. Il so nasino contratto si avvicinò spaventosamente agli occhi semichiusi, mentre la povera sottana iniziava a ricoprirsi di una dolce brina.
-Mia principessa, non può entrare... Vuole un biscotto, magari?-, chiese l'anziana nutrice preoccupata per il pavimento in mogano laccato.
-No, non voglio un biscotto! Voglio la mia mamma!-, brontolò rumorosamente.
-Principessina, cerchi di essere ragionev...-
La nutrice Esmeralda non riuscì nemmeno a finire la frase ed ad accarezzare la bambina, che quest'ultima aveva già iniziato a piangere a singhiozzare fortemente.
-Insomma, cos'è questo baccano del Diavolo?-, dalla porta chiusa a chiave, anticipato dal suono di una scattante serratura non oliata, uscì il Re con la mano appoggiata sulla fronte in segno di un atroce e martellante dolore. Sperava che almeno, in una parte del castello, ci fosse una sala silenziosa nella quale poter riposare finita l'attesa. Fin ora, grazie alle urla della consorte e ai capricci della sua rampolla, pareva non esserci.
-Mi state procurando un gran mal di testa! Tu e la tua dolce madre...-
Esmeralda, paonazza, si inchinò a tal punto da rischiare di strapparsi il suo corsetto preferito; decorato con spruzzi argentei su uno sfondo nero lucido, aiutava il seno a stare al proprio posto, irrigidiva le sue molli forme senza seguirle troppo... rendendo la sua costituzione più giovane di quanto fosse in verità. Dai suoi numerosi anni di servitù Esmeralda aveva intuito che nulla era più potente della giovinezza. Specie se insieme alla giovinezza c'era la bellezza.
Pure il padre del Re, fedelissimo alla moglie, un giorno aveva puntato gli occhi sulle sue morbide mammelle, e, di certo, verità o no, lei non faceva altro che vantarsene davanti alle nuove e narcisistiche cameriere. Per dare loro una lezione, si diceva, ma la lezione la dava a se stessa.
-Suvvia, Esmeralda, possibile che non riesce a tenerla a bada? Perché mai Elsa non tace?-, chiese benevolmente il Re.
-Sua Maestà, la principessa vuole vedere sua madre.-, balbettò per giustificarsi.
-Non le è ancora concesso.-
-Gliel'ho detto...-
-Offrile dei biscotti.-
-Non vuole saperne.-
-Portatela da me.-
-Ma sua Maestà...-
-Datemela, ho detto.-, il tono di voce fu così duro che il viso grassoccio e rubicondo di Esmeralda impallidì.
La bambina, nascostasi dietro la gonna di Esmeralda perché spaventata dal chiavistello che emetteva sempre suoni sinistri, mostrò il suo muso al padre con riverenza. Sempre, però, aggrappata alla sottana verde della nutrice come una paperella che segue la propria madre.
-Dov'è la mamma?-, soffiò flebilmente.
Il Re allargò le braccia mentre si piegava sulle gambe.
Elsa si affrettò a raggiungerlo.
-È a cercare tua sorella.-
-Mia sorella?-, Elsa era assai interdetta. Lei era l'unica erede.
-Sì, potrai giocare con lei. Ma dovrai pazientare ancora un poco...-, Elsa fu colta dall'improvviso impeto di scendere dalle braccia del padre. Quel traditore e di tornare dalla sua fedele nutrice.
-Posso pazientare quanto vuoi... io non la voglio una sorella!-, lacrime di gelosia scesero dalle sue gote rosso pomodoro. Non voleva un'usurpatrice del bene che i suoi genitori le dovevano. Esigeva le sue legittime attenzioni.
-La vorrai, sarai la maggiore e dovrai insegnarle le buone maniere...-
-Ma se puoi non andremo d'accordo?-
-Tu sarai comunque la maggiore e dovrà ascoltarti ugualmente.-
Il Re, ultimo di tre fratelli (morti tragicamente in una spedizione terrena nella quale morì anche il suo affettuoso padre) sperò con tutto se stesso che sua figlia si dimostrasse più giudiziosa di loro. E magari anche più allegra in un giorno che, malgrado il suo dilaniante mal di testa, gli permettesse tanta ilarità.
-E dove la va a prendere, la mamma?-
-Dalla Cicogna Reale.-
-La stessa che ha portato me?-
-La medesima stessa.-
Elsa, rosicando già dalla rabbia di quella ladruncola diplomata, finse di essere felice e sorrise mentre balzava giù per correre dalla povera vecchia.
-Ora posso avere dei biscotti?-, chiese angelicamente.
-Andiamo dal cuoco.-, rispose esasperata l'altra, passandole la mano rugosa, ed avvilita, tra i morbidi capelli biondo platino.
 
Mentre addentava il suo terzo biscotto al cioccolato, Elsa cercava di immaginare un radioso futuro (promessole dal padre) con una sorellina. Già la vedeva piangere, usare i suoi vestiti e i suoi giochi. La vedeva esserle d'impiccio... tuttavia era sicura di sapere se anche lei avesse avuto un potere speciale come il suo.
Certo il suo era il migliore, ma avrebbero potuto fare cose meravigliose. Se lei avesse avuto il fuoco avrebbero provato a cristallizzarlo, a scontrare fuoco e ghiaccio e vedere cosa succedeva. A duellare nella Sala Grande.
Però, rimpiangeva lo stesso anni futuri di solitudine mancata.
I pensieri di Esmeralda non erano poi tanto lontani da quelli della bambina, poiché dubitava che la sua povera e brontolona schiena potesse sopportare un altro marmocchio Reale. Proprio mentre si sorprendeva egoisticamente a sogni di una bambina nata morta, vennero chiamate da un cameriere con un naso imponente, che la guardava con somma eccitazione.
Lei non capì il perché.
-È nata.-, annunciò, -il Re vi vuole.-
Elsa, con malavoglia, abbandonò il biscotto mangiucchiato.
Camminando mano per mano con Esmeralda, sentì il suo nome venir pronunciato più volte dalla porta.
-Elsa!-, gridò il Re con un tono di chi si dimentica del proprio mal di testa, -vieni a conoscere la tua sorellina Anna!-
La bambina, eseguendo l'ordine, varcò restia la stessa porta davanti alla quale, circa mezz'ora fa, sbatteva i piedi per il desiderio di entrare.
La Regina, sorridente e sudata, con il viso ancora rosso dallo sforzo incoraggiò la primogenita ad avvicinarsi.
Gli occhi del padre erano fissi sulla nascitura, neanche si accorsero di Elsa. Proprio come lei aveva predetto.
-Perché puzzi, mamma?-
-Perché ho faticato.-
-Per prendere Giovanna?-
-Anna, tesoro. Sì...-
-Puzzavi anche quando prendesti me?-
La Regina rise all'innocenza della sua figlioletta. -Sì, cara...-
-Posso vederla, mamma?-, chiese dolcemente sebbene il cuore bruciasse.
-Certamente.-, e la prese in braccio.
Oh, non è poi tanto bella. Pensò Elsa, decisa a migliorare quella bellezza divina che ne scende una ogni mille anni.













N. d. HM:
Mérida: Owwwwwwww, mia moglie dovrà pagarmi le cure per il diabete, questa storia è estremamente pucciosa... almeno per ora *risata malefica*

Harrington: No, sono troppo avara. Ci rimetterei la mia gamba d'avorio. *presuntuosa*

Mérida: in altre situazioni avrei da ribattere... Ma dopo aver visto Frozen, essere stata trascinata nel fandom Elsanna (incest all the way!) e aver letto questa storia (naturalmente scritta da mia moglie) voglio solo un abbraccio da Olaf... e leggere fanfiction per pervertiti in compagnia della mia Donna.

Harrington: Dopo aver fatto sesso con te, anche io vorrei un abbraccio da quello stupido pupazzo di neve. Ma lasciamo perdere. Allora, credo che sia giusto parlare di com sia nata questa idea di una magnifica Elsanna. Be', la sera stessa dopo il cinema con mio marito, facendo la ficcanaso e gironzolando sul suo Tumblr mi è venuta questa ideuccia tanto carina. Ho, poi, obbligato mio marito Mérida a assumere caffè per raccontargliela, per poi abbandonarlo a mezzanotte come un babbeo.

Mérida: come un babbeo sovraccarico di caffeina, voglio precisare (mai dare caffè a Merida). Dopo aver fissato insieme le basi della storia, mi sono lanciato in un toccante monologo su come per un momento, avessi pensato di concedere il mio cuore a Frozen, provando immediatamente un grande rimorso, per aver minimamente pensato di abbandonare Brave. Mi sono quindi detto: fuck logic, voglio Merida e Rapunzel (ship all the way!) in questa storia, come penitenza e... mia moglie ha stranamente accettato (probabilmente era talmente annoiata dal mio conflitto interno che si è semplicemente arresa)

Harrington: Avevi inteso molto bene.

Mérida: Vogliamo ricordare chi mi ha riempito di caffeina, conoscendo bene le conseguenze, e mi ha poi abbandonato nel mezzo della mia isteria?!

Harrington: La stessa donna perfetta che te la farà assumere anche stanotte!

Mérida: *si avvia verso la moca* Va bene... A patto che poi, costruiamo insieme un pupazzo di neve *lancia uno sguardo avvenente facendo ruotare nella mano la moca, che gli sfugge di mano e lo colpisce in testa*

Harrington: Porca miseria. Mi sorge un dubbio. E' possibile essere nuovamente incinta se già gravida?

Mérida: Non... penso... *si strofina il nuovo livido con nervosismo* perché?

Harrington: Perché in tal caso... accetto.

Mérida: Vuoi... rimanere di nuovo incinta...? Non credo sia possibile...

Harrington: Siccome sono incinta non corro pericoli! Ne approffitto ora che è solo divertimento (anche se il divertimento dipenderà solo da me) *si avvia verso la camera da letto avvenentemente* Ti lascio salutare i poveri lettori...

Mérida: *sbava senza ritegno* A-addio amici, i-io *sente un miagolio seducente arrivare dalla camera in parte* ARRIVO TESORO!



 

  
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