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Autore: Dali_1999    22/12/2013    6 recensioni
Quando un normale pigiama party fra amiche, si trasforma in una tragedia da far accapponare la pelle.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Loro erano amiche, migliori amiche. Non c’era un sabato sera che non facevano uno dei loro soliti pigiama party. Dalia, Samantha ed Alice si trovavano sempre a casa della prima, alle nove di sera in punto, ma stavolta, si incontrarono a casa di sua nonna, perché i suoi genitori erano in vacanza. Appena si incontravano, correvano subito nella camera da letto, a fare tutto quello che le ragazzine di 13 anni fanno durante un pigiama party. Per l’occasione, Dalia decorò la stanza sei giorni prima della festa. La stanza era bellissima; le pareti erano azzurre, ed ovunque tu guardassi, il tuo sguardo cadeva sui poster di Taylor Lautner , che tappezzavano completamente la stanza, quelle tre ragazzine impazzivano appena sentivano nominare il nome del loro idolo. Appeso sul muro davanti al letto c’era un cartellone. Era il cartellone della loro amicizia. Era pieno di foto, disegni e scritte che rappresentavano le tre amiche e la loro amicizia, tutti sapevano che erano nate per stare insieme. Quella sera scelsero di fare un gioco diverso, un gioco che propose Samantha. Il gioco consisteva nel mettere in un barattolino i segreti che non avevano mai avuto il coraggio di rivelare, poi, ognuna di loro ne avrebbe pescato uno e l’avrebbe letto ad alta voce. Eh si, quella sera fecero delle gran risate. Il segreto più strano era quello di Dalia, che confessò di avere paura di una canzone, “la danza delle streghe” di Gabri Ponte. Quando era piccola ne aveva il terrore; appena la sentiva iniziava a correre e si nascondeva dietro al divano del soggiorno. Mentre ridevano fragorosamente, Dalia propose di andare fuori e di lanciare i bigliettini, per divertimento. Samantha e Alice pensarono che fosse una bella idea, così andarono. Dall’altra parte della strada c’era un enorme prato, quindi decisero di lanciare i loro bigliettini in quella direzione. Li piegarono a forma di aeroplanino e li lanciarono con più forza possibile. I biglietti di Alice e Samantha spiccarono il volo e andarono lontanissimo, ma quello di Dalia cadde a un metro di distanza dalla ragazza, era proprio una pessima tiratrice. Le due amiche, corsero in casa, senza aspettare l’altra, che continuava a tirare quell’aeroplanino,
con scarsi risultati. Ad un certo punto, mentre stava raccogliendo il bigliettino per l’ennesima volta, senti una voce alle sue spalle che disse con un fil di voce: “Elizabeth!” Dalia si girò di scatto e vide una ragazza, che avrà avuto approssimamene la sua stessa età. Era molto pallida, aveva le occhiaie e una grossa cicatrice sotto all’occhio sinistro. Aveva dei bellissimi ricci biondi ed era molto magra. Indossava una lunga vestaglia bianca con fiorellini gialli ed era scalza. Dalia rispose un po’ spaventata: “Forse ti sei confusa con un’altra ragazza. Scusami ma ora devo andare” e iniziò ad avviarsi verso la casa di sua nonna. Non fece in tempo a compiere due passi che venne afferrata per un braccio dalla ragazza che le disse: “Tu non te ne vai!” Allora iniziò a correre più forte che poteva, ma la ragazza continuava ad inseguirla. Arrivò davanti a casa di sua nonna e ci si fiondò dentro. Tutto era cambiato. La casa era come nel vecchio dipinto del soggiorno. Era tornata indietro nel tempo, si trovava probabilmente nel 1600. La dimora era molto misera ed umile. C’era un vecchio tavolo rovinato al centro della stanza; in un angolino c’era un buco nel pavimento, nel quale si bruciavano dei pezzi di legno, una specie di caminetto, quindi. Mentre Dalia osservava l’improvviso cambiamento, arrivò alle sue spalle la misteriosa ragazza che disse: “Elizabeth, perché te ne sei andata? Allora ti ricordi di me e di quello che mi hai fatto!” Disse l’ultima frase ad alta voce, con un tono piuttosto arrabbiato. Allungò il braccio di scatto, quasi per colpire la giovane, spaventata. Anche se non era stata toccata, Dalia finì con violenza contro ad uno dei muri della stanza. Appena si riprese, pochi secondi dopo, notò un quadro appeso alla parete. Quel dipinto raffigurava una ragazza, che assomigliava in tutto e per tutto a lei, quindi capì che probabilmente quella era Elizabeth. Quindi cercò di spiegare la faccenda a quella ragazza così pallida, voleva fargli capire che lei non era Elisabeth, ma che vi assomigliava soltanto. Ma il fantasma non seppe ascoltare ragioni e disse: “Tu menti! Hai ucciso tua sorella Mary e ora sei provata dal rimorso! Come hai potuto? Io ti volevo bene!” Dalia allora capì tutto. Capì che era stata Elisabeth ad uccidere la sorella Mary, il fantasma che si trovava davanti a lei. Dalia allora iniziò a gridare a pieni polmoni, sperando che qualcuno la sentisse: “Aiuto, aiuto, vi prego!” La signora che viveva nella casa accanto, udì le grida, e si precipitò sul posto. Non trovò niente. Dalia e Mary erano sparite, come se non fossero mai esistite.
  
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