"Resisti Hayley" la voce di Rebekah era la più nitida in confronto alle tante altre presenti nella stanza. Hayley chiuse gli occhi, piccole gocce di sudore le rigarono le tempie, scorrendo lungo la pelle calda. Strinse con forza i bordi del letto ed urlò, spingendo con tutte le sue forze. Era in quei momenti che riusciva a sentire tutto, i suoi sensi amplificati al massimo: la mano di Elijah che le stringeva il braccio, Rebekah che continuava ad urlarle di non mollare, gli occhi di Klaus che guardavano spaventati la scena, come un bambino in una stanza buia. Riaprì gli occhi, guardandolo intensamente. Era colpa sua. Strinse i denti, gettando indietro la testa e con un'ultima spinta il dolore cessò. Si lasciò cadere sul cuscino alle sue spalle, rilassando i muscoli del corpo e del viso. Aveva il respiro affannato e le lacrime agli occhi, ma fu il suono che sentì dopo a farla sorridere, sapendo che ne era valsa la pena. Un gemito, rotto dal pianto e dai singhiozzi. Voleva vederla. Voleva aprire gli occhi e guardare quella piccola creatura tanto discussa durante la sua travagliata permanenza a New Orleans. Volse lo sguardo verso Elijah, guardandolo negli occhi: erano pieni di calore e con un sorriso bellissimo avvicinò la fronte alla sua, appoggiandola leggermente: "Sono fiero di te" mormorò. Hayley sorrise, lasciando che una lacrima le rigasse il volto stanco. "Hayley" tra le braccia di Rebekah vi era un fagottino bianco che non stava fermo un attimo. Un braccio microscopico sbucò dalla stoffa candida, avvicinando la manina al viso della ragazza bionda che sorrise commossa. Si avvicinò al letto, aspettando che Hayley si riuscisse a mettere seduta con l'aiuto del fratello e le mise tra le braccia la bambina.
Due grandi occhi azzurri incontrarono quelli verdi ed umidi della ragazza, non più stanchi ma luminosi dalla felicità. Hayley sorrise, ignorando le lacrime che avevano iniziato a bagnarle il volto. Alzò lo sguardo, cercando Klaus. Lo vide ancora lì, davanti alla porta mentre osservava la scena: "Vieni" gli disse con un grande sorriso. Lui esitò, facendo un passo dentro la stanza. Rebekah gli si avvicinò, anche lei sorridendo per rassicurarlo. Era tutto così strano, così...irreale. Klaus guardò prima la sorella, poi Hayley ed Elijah. Osservò lo sguardo che il fratello riservava alla ragazza che teneva in braccio la bambina, sapendo che non l'avrebbe mai guardata così. Sua figlia si. Ma Hayley non era la sua compagna. Non l'amava, anche se le voleva bene. Ed era un sentimento che provava raramente. Si avvicinò al letto, curioso e spaventato di vederla. Ma bastò uno sguardo per farlo ricredere. Era bellissima. Quegli occhi, i suoi occhi, lo guardavano curiosi mentre le braccine si muovevano ovunque, sfiorando il viso di Hayley ed incastrandosi nella copertina. Era perfetta. Non era un mostro, non era un'arma come avevano creduto, non era un oggetto. Era sua figlia, e l'amava.
"Klaus, prendila" la voce di Hayley lo fece distogliere l'attenzione dal viso della bambina. Guardò Elijah, il quale sorrideva. Era un sorriso strano, come di trionfo. Per un attimo fu come se leggesse nella mente del fratello: era possibile salvarlo. Quella bambina avrebbe avuto il potere di redimere Klaus Mikaelson. E forse aveva ragione.
Hayley sollevò la neonata, posizionandola tra le braccia di Klaus che, goffamente, la strinse a sè senza sapere cosa fare. Rebekah sorrise teneramente, Elijah strinse la mano di Hayley, la quale osservava Klaus. La bambina si muoveva piano tra le sue braccia, toccandogli svariate volte il naso ed il mento con le manine frenetiche. Emise debolmente qualche suono, come di tranquillità. Poi chiuse gli occhi e si addormentò. Le palpebre chiuse sembravano due petali di fiore, la manina posata sul collo dell'uomo che non riusciva a distogliere gli occhi da quella creaturina così piccola. "Ha i tuoi occhi, non credi?" Elijah si era avvicinato al fratello mentre guardavano insieme la bambina dormire. Klaus sbattè un paio di volte le palpebre, come risvegliatosi da un sogno. Guardò di sfuggita il fratello e borbottò un "si", rimettendo il fagottino tra le braccia di Hayley. Rebekah si avvicinò al letto, sorridendo alla ragazza: "Come la chiamate?" domandò, ignorando il cambiamento d'umore del fratello. Hayley osservò il viso della figlia e sospirando scosse la testa, senza risposta. "Charlotte" tutti i presenti si voltarono verso Klaus che non aveva smesso di guardare la neonata per un secondo. Hayley sorrise, ed annuì: "Ciao piccola Charlie" mormorò, posando leggera le labbra sulla sua fronte. Klaus sorrise per la prima volta da quando era entrato nella stanza: aveva una figlia, una nuova famiglia. Poteva ricominciare da capo una nuova vita, lasciandosi alle spalle il terribile passato che lo aveva perseguitato per più di mille anni.
Charlotte Mikaelson era il suo nuovo inizio.