note dell'autrice: ciao a tutti eccomi ritornata con un'altra fiction, spero che sia di vostro gradimento. L'ho scritta oggi mentre stavo guardando e ascoltando la pioggia^^. la truttura è un po' strana però spero che vi piaccia. un bacione e buona lettura.
LA MIA VITA:
SOLO FLESH RIPETUTI.
Pioggia.
Gocce di pioggia
scivolano su quel vetro sporco, che mi separa dal mondo, quel mondo che non
rivedrò mai più.
Fuoco.
Lingue di fuoco
ardono nel camino, unica fonte di luce e calore della stanza, bruciando i miei
ricordi.
Buio.
Tentacoli di
oscurità mi avvolgono, cambiandomi dentro, uccidendomi.
Terra.
Distese di terra
morta che non produce più frutti, è il mio cuore, la mia anima.
Vento.
Urli disperati
tra le mura, gelide folate che mi graffiano la pelle.
Lacrime.
Quelle piccole
scie salate che percorrono le mie guance. Le sento ancora scivolare benché i
miei occhi ne sono ormai privi.
Anima.
Spirito morto
svuotato da tutto ciò che lo animava, prosciugato, senza più motivi di vivere.
Voci.
Parole
sussurrate oltre quella porta che non si apre mai. Quella porta chiusa sulle
mie speranze e sui miei sogni.
Ali.
Ali tarpate,
spezzate da quelle persone che mi hanno rinchiuso in questa gabbia.
Occhi.
Occhi vacui,
spenti, privi di ogni emozione e di vita.
Mani.
Mani aperte che
si tendono a quel nulla che si erge davanti a me. Dita fredde indurite da quel
lungo lasso di tempo in cui le ho tenute ferme in quella posizione.
Lui.
Quel ragazzo che
vive nei miei ricordi. È realtà o solamente un sogno? Lo vedo sdraiato al mio
fianco, su quel prato che scorgo oltre quella grata.
Sorrise.
Sorrisi dolci
che non rivedrò più.
Abbraccio.
Quel gesto
d’affetto che mai anima alcuna mi ha regalato. Cosa si prova quando lo ricevi?
Silenzio.
Nemmeno un
sussurro intorno a me, solo il mio respiro che sembra assordante.
Cuore.
Quel cuore che
mi batte nel petto, così regolare che assomigli a quell’orologio che scandisce
quel lento e inesorabile ticchettio. Quel cuore che conteneva le emozioni, che
ormai, il pensier mio, non ne ha più memoria alcuna. Li ho provati veramente?
Sole.
Quella palla
luminosa che solca i cieli, che i miei occhi non ne godranno di tale visione.
La mia pelle non sentirà più il suo tepore che ti riscalda pian piano fino nel
profondo.
Tempo.
Il tempo che
sembra non passare mai, che secondo dopo secondo mi fa morire lentamente come
il suo scorrere.
Sonno.
Quel sonno che
assale le mie membra a quest’ora. Mi fa chiudere gli occhi e mi avvolge in quel
tepore, che mi fa addormentare.
Sogni.
Sogni confusi,
tenebrosi, che rendono il mio riposo agitato.
Male.
Quel male che mi
colpisce all’improvviso lo stomaco e mi toglie il respiro. Mi riporta alla
realtà.
Uomo.
Quell’uomo
maledetto che mi ha confinato in questo posto. “Maledetto liberami!” È
ciò che vorrei urlargli ma le parole non mi escono dalle labbra.
Catene.
Quelle catene
che mi avvolgono i polsi, graffiandoli e stritolandoli.
Revolver.
Quel revolver
che mi ha sempre accompagnato nelle mie missioni.
Uccidere.
Questo è il mio
compito, il mio destino.
Sangue.
Quel sangue che
sgorga da quella ferita mortale che ho inflitto alla mia vittima. Rosso.
Quell’unica macchia di colore che mi è concesso di vedere.
Arma.
Questo è ciò che
sono, un arma letale, una macchina da guerra, un cyborg programmato per uccidere.
Prigione.
Di nuovo in
quella prigione, buia e fredda.
Rumori.
Quel rumore che
viene da fuori. Quel rumore che indica
l’arrivo di qualcuno.
Chiave.
Quella chiave
che viene girata nel chiavistello.
Lui.
Quel ragazzo che
tanto i miei occhi desideravano vedere.
Morte.
Quella morte che
leggevo nei suoi occhi mentre mi fissava.
Brivido.
Quel brivido
gelido che mi compì in mezzo petto, raggiungendo il mio cuore.
Pugnale.
Quel pugnale che
mi strappò la vita, per mano di lui. Quella persona che tanto avevo amato.
Pioggia.
Quella pioggia
che mi accompagnò in quel baratro, con il suo ticchettio che mi rimbombava
nelle orecchie.
Vento.
Quel freddo
vento che mi squarciò, dilaniandomi, straziandomi.
Terra.
Quella terra che
mi accoglie tra le sue spire riscaldandomi da quel gelo.
Lacrime.
Quelle lacrime
di felicità per quella morte tanto sospirata, che proprio lui mi aveva
concesso.
Buio.
Quel buio che mi
avvolge immobilizzandomi per l’eternità.
Lui.
Quel volto che
rimane nella mia mente. Lui che ho amato. Lui che mi ha salvato da quell’oblio.
Quel lui era
Boris.
Dal diario di
Yuri.
Le sue ultime
parole.
Parole scritte col suo sangue.