Una figura un
po’
trasandata si trascina a fatica per le vie illuminate e festanti.
Si direbbe un
ragazzo vicino ai 25 anni d’età. Ma nessun ragazzo
di quell’età può avere un
aria così infelice e sciupata, tanto meno la vigilia di
Natale.
Tutto intorno a lui
la gente si muove freneticamente correndo e scivolando sui lastroni di
ghiaccio
che ormai da giorni ricoprono le strade.
Chi per scaldarsi,
chi alla ricerca di un regalo dell’ultimo minuto, chi per non
tardare
all’appuntamento con la fidanzata, la gente si affretta in
tutte le direzioni,
canticchiando o fischiettando di tanto in tanto qualche allegro
motivetto.
Ma nemmeno lo
nota.
Certo, le cose non
sono sempre andate così.
Ha iniziato ad
odiarlo esattamente tre anni fa, in quella fottutissima vigilia
iniziata nel
migliore dei modi e trasformatasi irrimediabilmente in un terribile
incubo.
Aveva tagliato
molte spese nei mesi precedenti per poterselo permettere, ma non era
minimamente pentito, era assolutamente certo di amare quella donna e di
voler
passare il resto della sua vita con lei, anche se erano ancora molto
giovani.
Aveva programmato
tutto, l’avrebbe portata al cinema a vedere un horror a tema
natalizio, poi
sarebbero andati da lei e avrebbero passato una notte indimenticabile
insieme e , al mattino, quale regalo migliore
poteva offrirle se non un anello di
fidanzamento?
Ma non tutto era andato come aveva previsto, la sera durante
l'intervallo del film la sua bella aveva detto di dovergli parlare, ma
poi non ci era riuscita ed era corsa in bagno scoppiando in lacrime.
Al ritorno aveva giustificato il proprio comportamento dicendo di
essere commossa dalle tante premure e dal tanto amore che sempre le
regalava. Il ragazzo, pur leggermente dubbioso, le aveva creduto e il
tutto si era concluso con un caldo abbraccio e un tenero bacio.
Il mattino successivo, proprio quando stava per farle la fatidica
domanda, lei aveva rovinato tutto con una sola frase.
Flashback
"Buon
giorno amore! E buon Natale!"
"Ehm si ciao Duncan... buon Natale anche a te. Senti,
ascoltami un momento. Lo so che forse non è il
momento migliore per dirtelo ma ho pensato molto ad una cosa.
Non voglio più che Trent e Court
soffrano a causa nostra."
"Si ma noi non possiamo fare nient.. oddio che intendi dire? NO! Non
puoi star facendo quel che penso!"
"Si Duncan, loro ci amano e stanno soffrendo per noi.
Stanotte è stata la migliore della mia vita, ma anche la
nostra ultima notte insieme. Dobbiamo tornare da loro; in questo modo
Trent e Court saranno finalmente di nuovo felici e
noi..."
"E NOI CHE? RINUNCIAMO ALLA NOSTRA FELICITA' PER
QUEI DUE? GWEN IO AMO SOLO TE! NON
TORNERO' MAI CON QUELLA PAZZA PERFETTINA ISTERICA! "
"E invece lo farai. Se non per lei, almeno per me."
"Ma...."
"No Duncan, niente ma. Anche loro meritano di essere felici.
Noi ci adatteremo e cercheremo di dimenticarci a vicenda."
"Ma..."
"Basta Duncan, mi dispiace davvero tanto. Ma sai anche tu che
è la cosa migliore che potessimo fare per essere
in pace con il mondo e per non farci mangiare dai sensi di colpa."
Dopodichè
lo aveva accompagnato all'uscita e con un sorriso triste gli aveva
lasciato un leggero bacio a fior di labbra.
Per qualche mese aveva fatto quel che Gwen gli aveva chiesto
e si era rivelato un ottimo compagno anche per Courtney, ma poi,
com'era prevedibile, non era riuscito a continuare una storia con una
donna che sapeva di non amare e, forse come un codardo, l'aveva
lasciata via sms scappando dalla città e senza
più farsi vedere.
Da quel giorno si
è trovato un piccolo appartamento a Ottawa e, avendo mollato
il lavoro che aveva a Toronto si guadagna i pochi soldi per
l'affitto rubando e spacciando coca.
E' sempre stato un ragazzo un po' ribelle, fin da adolescente, ma in
questi tre anni tutto in lui è degenerato.
Un tempo per esempio, era molto più disponibile e generoso,
e quando vedeva qualcuno in difficoltà era sempre disposto
ad aiutare. Ora invece ride addirittura delle disgrazie altrui.
Inoltre prende a calci i gatti, annega gli uccellini al parco,
distrugge le altalene dei bambini, imbratta tutti i muri di
insulti.
Gwen non gli ha
spezzato l'anima.
Gliel'ha resa di ghiaccio.
Ora è una persona completamente insensibile, nemmeno
più in grado di amare.
O almeno così crede di essere.
Giunto davanti al
proprio palazzo si blocca di colpo,notando qualcosa di diverso.
Una persona diversa.
Sulla sedia dove di solito si mette a spettegolare la portninaia
c'è una ragazza della sua età.
Non una ragazza qualsiasi, una delle tante ragazze spensierateche in
quei giorni affollavano i centri commerciali per comprare decine di
regali ad amici e parenti.
No. E' una ragazza infelice come lui.
O almeno questo dice il suo sguardo.
Oh quanto gli era mancato quello sguardo, quelle magnifiche pozze scure
in cui tante volte si era specchiato, è mai possibile che
ora lei sia davvero qui davanti a casa sua?
Non osa parlare, ha paura di rovinare tutto, di svegliarsi da questo sogno.
"Duncan..." Dice
però la ragazza. Lui strabuzza gli occhi, non può
credere di avere davvero davanti la donna che tempo fa gli ha rubato il
cuore.
"Gwen?? Sei proprio tu?"
"Si, sono io."
"Che cosa ci fai qui? Sei venuta a trovarmi col caro amato tuo ragazzo?
Ah no, vedo che sei sola. Allora sarai venuta a rinfacciarmi di aver
fatto soffrire "la povera Court", non è così?"
Una lacrima attraversa il bel viso di Gwen, ma continua a sostenere lo
sguardo del ragazzo.
"No Duncan, ascoltami."
"Beh sbrigati che ho da fare."
"No, ascoltami, ti prego! Sono stata una stupida, per non dire una
cogliona, a pensare di poterti dimenticare e di potermi innamorare di
Trent, e ancor più stupida a pensare che tu potessi fare lo
stesso con Courtney sapendo quanto ti trattava male e comandava a
bacchetta."
"Non ho tempo per sentire quanto sei stata cogliona tre anni fa, lo so
anche da solo. Quindi, se vuoi scusarmi io me ne vado a casa."
"Se non vuoi ascoltarmi io vengo su con te."
"Eh? E al tuo ragazzo che hai intenzione di dire? Senti se vuoi ti pago
un taxi che ti porti alla stazione così te ne torni a casa a
passare il Natale con lui e con la tua famiglia."
"Lui non fa parte della mia famiglia. Non ne ha mai fatto parte
davvero, esattamente come Court non ha mai fatto parte della tua."
"Belle parole, davvero! Ma non credere che ti servano a qualcosa! Come
puoi pensare che bastino dopo tre anni che nemmeno ti fai sentire?"
"Eri sparito. Finchè sei rimasto con Court uscivamo spesso
in quattro e ci vedevamo regolarmente; poi, di colpo, sei scappato e
nessuno di noi ha più avuto tue notizie."
"Ma non ne potevo più di vivere con quella pazza, di vederti
quasi ogni giorno senza mai poterti nemmeno abbracciare, era troppo per
me."
Adesso hanno entrambi il volto rigato da lacrime silenzione.
"Lo so, hai ragione,
infatti non te ne faccio una colpa. Sei stato comunque più
coraggioso di me. Io sono rimasta vicino a Trent e a Cuort, dando al
primo l'amore che avrei dovuto dare a te e alla seconda affetto e
consolazioni che, dopo il trattamento che ti ha riservato, nemmeno
meritava. Col passare del tempo, però, persino loro si sono
resi conto di quanto io stessi male in quella situazione e si sono
messi in gran segreto sulle tue tracce.
Stamattina Trent mi ha detto di aprire in anticipo il suo regalo di
Natale. La cosa mi ha sorpreso non poco, ma dopo averlo aperto ho
capito tutto: era una piccola scatola contenente il tuo attuale
indirizzo.
A quel punto gli ho gettato le braccia al collo per ringraziarlo e sono
corsa alla stazione per raggiungerti il prima possibile."
Sentendo il breve
racconto della ragazza Duncan è ammutolito così
dopo un attimo Gwen parla di nuovo.
"Duncan, lo so, quel che ho fatto è imperdonabile, ho messo da parte il nostro amore per cercare di costruire una finta felicità attorno a loro, senza capire che così avrei solo peggiorato le cose e saremmo stati male in quattro ma..."
Non ha tempo di finire
la frase che il ragazzo le tappa la bocca con un bacio.
Quando di stacca il ragazzo le sorride, forse è il primo
vero sorriso che riesce a mostrare da quando la ragazza lo ha lasciato.
"Gwen... Non so come,
ma sei riuscita ha sciogliere il ghiaccio che intrappolava la mia
anima, ora sono di nuovo in grado di amare."
"Quindi... mi hai perdonata? Davvero?" Gwen è incredula.
"Sì amore, sei perdonata, a patto che tu non faccia mai
più una cosa del genere."
"Te lo prometto." Detto questo si avvicina al suo viso per dargli un
altro bacio, ma si allontana poi di colpo.
"Duncan... ehm...
è ancora valida la domanda che volevi farmi tre anni fa
prima che io facessi la più grande cazzata della mia vita?"
"Cos... come lo sai?"
"Beh, nella fretta di uscire hai lasciato l'anello sul mio divano. Non
hai idea di quanto abbia pianto quando l'ho visto. Ma non l'ho mai
buttato, ne tantomeno perso. Lo porto sempre con me in borsa, ancora
chiuso nel cofanetto dov'era quel giorno."
"Oh... beh se
è così... ce l'hai anche in questo momento?"
"Certo, ma perchè?"
"Tira fuori il cofanetto."
"Ehm... ok."
Gwen, piuttosto perplessa, passa il cofanetto a Duncan, che si inginocchia davanti a lei aprendolo.
"Gwendolyn Emily
Smith, mi vuoi sposare?"
"Oddio... SI! Lo volevo tre anni fa, ma non avevo la testa a posto, ma
ora sono assolutamente sicura di voler passare tutta la mia vita con
te."
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Ciao!
Spero che questo
tentativo di storia
natalizia mi sia riuscito abbastanza decentemente.
Spero che qualcuno
abbia voglia di leggerla e di
lasciarmi qualche commento tramite recensione.
PS Ho cambiato e
(spero) migliorato un po' la presentazione, se a qualcuno interessasse.
PPS Se vi va
andate a dare un' occhiatina anche alle altre tre mie One Shot.