Anime & Manga > Kill la Kill
Ricorda la storia  |      
Autore: Deich_    23/12/2013    2 recensioni
Un sospiro.
Un altro sospiro.
Silenzio. Totale silenzio.
Un dolce cullare notturno interrotto unicamente dallo scricchiolare delle mie ossa consumate e dall'incessante volo dei fiocchi ghiacciati giù dal cielo.
" Non vorrai restare ancora a lungo in quella posizione vergognosa, Sanageyama."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ira Gamagoori, Uzu Sanageyama
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nevica.
Credo.

Ultimamente non mi è concesso il lusso di avere qualche certezza su ciò che accade attorno. Però sarei pronto a scommettere il fodero della spada che qualche fiocco di neve gelida sta scivolando, lento e placido, lungo le guance di un cielo probabilmente nero.
Si alza il vento, ruggisce, s'increspa con i rumori delicati di una notte sprofondata nel sonno, generando un turbinio di sensazioni troppo ampie e psichedeliche da cogliere.
Tuttavia ho tutto il tempo del mondo, non c'è alcuna fretta, potrei rimanere ad ascoltare i sussurri del vento anche fino al sorgere dell'alba. Alzarsi da terra sembra decisamente un'impresa titanica: i muscoli sono tesi come corde d'archi, stridono disperati al semplice tentativo di sollevare il palmo verso l'alto per catturare a tentoni un fiocco di neve. Non riesco a prenderne nemmeno uno.

Da quando ho perso la vista, il mio mondo si è trasfigurato in un buio ricettacolo di sensi spinti all'estremo e sensazioni spezzate, colori inesistenti e ombre perenni.
Qualche volta, qualche notte, riverso a terra stremato come ora da allenamenti più densi del sangue caldo, mi concedo il lusso di cercare con gli occhi la luce e le forme vivide. Mi concedo il lusso di tracciare nella mente l'immagine approssimativa di un tramonto, le sue isteriche pennellate rosee, il solido stoicismo di una montagna innevata o il semplice sorriso di una persona qualunque.
Ed è forse in questo che potrebbe concentrarsi la mia disperazione, la mia situazione drammatica, il mio essere così patetico da accontentarmi di ricordare il sorriso di una persona qualunque, un bidello, un mendicante o una donna seminuda sul tristo cartellone pubblicitario.
Qualche volta, qualche notte, mi concedo il lusso di piangere.
Le sento scorrere, ardenti come tizzoni, le lacrime incerte che sfuggono alle cuciture sulle palpebre e mi scivolano lungo la mascella contratta dalla vergogna. Un vero uomo non piange. Un vero uomo sa asciugarsi le proprie lacrime da solo.
Eppure qui non ci sono veri uomini. Ci sono soltanto io. Sconfitto e livido.

Vorrei urlare. Vorrei spegnere questo buio. Vorrei ricordare altri colori, oltre a quello della polvere. Vorrei scappare, correre fino a finire il respiro, o fino a terminare il suolo sotto i piedi. Vorrei alzarmi, eppure resto inchiodato a terra, la neve gelida che si mescola alle lacrime, un sorriso ironico che mi si stampa in viso, sfidando ostinatamente il cielo nero.
Resterò qui, immobile a lasciarmi ricoprire dai fiocchi candidi, fino a farmi cancellare come una sbavatura da un foglio bianco, senza che nessuno ne scopra mai il vero motivo, senza che nessuno riesca a scorgere che oltre la ferrea armatura del samurai d'acciaio ci sono soltanto lance spezzate.
Un sospiro.
Un altro sospiro.
Silenzio. Totale silenzio.
Un dolce cullare notturno interrotto unicamente dallo scricchiolare delle mie ossa consumate e dall'incessante volo dei fiocchi ghiacciati giù dal cielo.



" Non vorrai restare ancora a lungo in quella posizione vergognosa, Sanageyama."
La voce del capo del club di moralità tuona con tanta potenza da farmi sussultare. Anche senza imprimere particolare enfasi nelle parole, Gamagoori sfoggia senza difficoltà la sua voce potente, più potente di un colpo di cannone.
E tanti cari saluti al silenzio dei fiocchi innevati.
Avverto chiaramente il rumore tutt'altro che elegante di passi titanici sfondare l'equilibrio di delicata quiete che avevo raggiunto con il paesaggio circostante, fare a pezzi ogni silenzioso patto di non aggressione tra me ed ogni stelo d'erba ricoperto dalla neve perlacea.

" Cosa diavolo sei venuto a fare qui, Gamagoori? Non hai qualche povero studente da terrorizzare con le tue tecniche da pervertito?"
La mia voce, contrariamente all'intenzione di risultare sprezzante, fuoriesce decisamente più stridula di quel che sperassi. Non mi sforzo nemmeno di voltare la testa verso il punto da cui proviene il suo respiro, non mi interessa, preferisco fingere di rimirare le stelle. O di immaginarmele.
Nessuna risposta.

" Hai sentito quello che ho detto? Lasciami ai miei allenamenti, lasciami guardare la luna e le stelle questa notte, và, vai a ululare dietro qualcun altr--" La sensazione di essere strappato al terreno gelido è tanto improvvisa quanto traumatica.
Con gli occhi chiusi non riesco a vedere la terra allontanarsi o le sue mani grandi come palazzi, mentre lo sforzo impercettibile dei suoi muscoli è l'unico segnale stradale nel mio oblio di sensazioni sballate.
" Alzati, scimmia."

- C-come diavolo ti permetti, Gamagoori?! Rimettimi dove mi hai trovato, non è divertente, sono in grado di tornare a casa da solo. Mi piacerebbe dire. Davvero. Sono quasi certo di aver fatto il gesto di mimica labiale, eppure della voce non c'è nemmeno l'ombra. Come un pupazzo di pezza, ogni singolo arto si lascia ciondolare stremato lungo la massa indistinta di muscoli del gigante dai capelli inspiegabilmente dorati, mentre la vergogna tarda ad arrivare.
" Questa sera non ci sono stelle, Sanageyama. Il cielo è coperto Siamo soltanto noi."
Come una fiaccola soffocata da una campana di vetro, ogni mia patetica, inutile opposizione si placa. Le labbra strette con talmente tanta foga da rischiare di strapparle come un foglio di carta.
Non c'è bisogno di dire nulla.

Sconfitto e ammutolito, gli permetto di trasportarmi a chissà quale altezza da terra, i suoi enormi passi da colosso che bruciano ettari ed ettari di pianura arida, il suo ritmico ciondolare che mi spinge a cadere in un irresistibile torpore, cullato da un inspiegabile calore.
Ho le guance fradice.
In una manciata di secondi di troppo la consapevolezza di aver bagnato la sua divisa certamente candida con le lacrime fangose di poco prima mi coglie alla sprovvista, lasciandomi conteso tra il bisogno di scansarlo lontano e masticare bestemmie. Opto per la seconda, non avendo la minima idea di dove questo energumeno possa avermi portato, potremmo essere nel vialetto di casa come a New Mexico.
Gamagoori non sembra averci fatto caso.
Grazie al cielo.

E' tutto un quadro scuro e tinto da ombre impazzite, tarantolate.
Ogni parte del mio corpo, reagisce in maniera eccessiva al minimo stimolo, un oblio di sensazioni violente come cascate, ogni centimetro di pelle che sfugge al mio disperato tentativo di controllo.
Ed il resto è solo nero.
Una fitta di dolore acuto. I piedi a penzoloni nel nulla. La schiena nuda coperta dalle sue mani grandi. Il delirio. ogni recettore sensoriale va a farsi fottere poco prima di esplodere.
Dolore, sollievo, piacere, vergogna, dolore, calore.
Impazzisco, con calma. Mi sento esattamente come un naufrago ingabbiato in un mare nero come il petrolio, sballottato dai flutti ed incapace di restare dove esiste ancora l'ossigeno.

E' in questo attimo di totale follia che lo Scudo Umano scosta una delle sue mani enormi per posarla sul mio capo tristemente lasciato a penzoloni, accostandolo con una delicatezza insospettabile al suo grosso collo taurino. Riesco a sentire chiaramente il suo battito cardiaco.
La melodia del suo cuore pulsante è pura quanto il colore bianco. Tremo appena, paralizzato dalla necessità di restare in ascolto, di permettere a questo battito di colorare il mio buio eterno. E' calore allo stato puro, il ruggito di un leone, la corsa di un purosangue sulle praterie incontaminate, il mondo esterno viene totalmente cancellato dalle mie priorità con un poderoso colpo di spugna.
Tuttavia è in questo culminare di sensazioni contrastanti che mi accorgo di un piccolo particolare, finora dimenticato sul fondo del palcoscenico.
Non sento più il minimo fiocco di neve tamburellarmi la pelle, non uno scivolare lungo le gambe congelate, non uno sulle tempie, nemmeno uno sulle spalle spezzate. Eppure sono sicuro che stia nevicando, riesco chiaramente ad avvertire il rumore del cielo che piange.
Ascoltare il rumore della neve che danza è qualcosa di impossibile da spiegare a chi non sia capace di chiudere gli occhi, qualcosa che verrebbe giudicato assurdo.
Poi, d'un tratto, capisco. E' tutto così chiaro e cristallino da lasciarmi sconcertato.


" Grazie." La voce si trasforma in un sussurro che cammina in punta di piedi nell'aria gelida, mentre un sulle labbra mi si stempera un sorriso sghembo, color tramonto.
Non posso vederlo, purtroppo.
Non posso vedere i suoi zigomi duri come l'acciaio, non posso vedere la sua rigida espressione scocciata, non posso vederlo avanzare nella neve come una fortezza su due ruote.
Ma posso facilmente dipingerlo nella mia mente come il più cristallino dei quadri, l'irriducibile Scudo Umano che cammina ricurvo su se stesso, i passi pesanti e le spalle coperte di neve per proteggere questo stupido guerriero di carta stagnola.
Tipico di Gamagoori.

" E' solo il mio dovere, Sanageyama!" Mi aspetto di sentirgli ruggire, con la voce impastata di orgoglio.
Invece c'è un principio di ironia nella risposta del capo del club di moralità. A labbra serrate, spinge nuovamente il mio viso nell'incavo del suo collo ferreo, incastrandoci perfettamente come due pezzi di un puzzle sbiadito.
I due giganti di carta del liceo Honnouji, lo scudo e la spada, così diversi, soli sotto un cielo senza stelle. Forse è esattamente così che sarebbe dovuta andare la nostra tragicomica storia.
Sorrido nuovamente, questa volta senza permettergli di vedermi, come io non posso vedere lui.


" Hai ragione, Gamagoori. Ci siamo soltanto noi."

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kill la Kill / Vai alla pagina dell'autore: Deich_