Pagine bianche, ricordi sfumati, sigarette mai spente, l’odore della passione. Il tuo maledetto odore nelle mie membra, sotto le mie coperte, dove facevamo l’amore. Non so se sia giusto chiamarlo amore o semplicemente sesso. So soltanto che all’inizio era puro sesso ma poi diventava amore e i nostri corpi si fondevano, eravamo un’unica massa di cellule vive attratte le une dalle altre. L’amore quello vero, quello che non ti basta mai e ne vorresti ancora. Il tuo fiato sul mio collo, la tua lingua su di me, con quel fare accattivante, sexy, ma dolce. Desiderio. Si, ci desideravamo. Ti desideravo di più ogni volta che ci salutavamo. Le tue mani intorno ai mie fianchi, mani furbe, si, ma grandi e possenti. Ogni volta che ti vedevo ti desideravo subito, lì, in quell’istante, dentro di me. Desideravo le tue labbra calde e carnose contro le mie, quelle labbra che parlavano con il mio corpo nudo. Ora, solo un ricordo lontano. Tu, bello da morire, io, bella ma insicura. Un poco grassoccia se vogliamo, ragazza confusa dai mille difetti.  Pensieri affini, senza confini. Parlavamo di tutto, di ogni cosa. Ma come tu mi facevi sentire, non riusciva nessuno. Eravamo una cosa sola, senza ma, né perché. Non ci siamo mai posti limiti o problemi. Vivere giorno per giorno, questa era la filosofia giusta. Relazione semplice ma complicata, una di quelle storie che finché non ci sei dentro non capisci. E adesso io, innamorata di un ricordo, che ogni volta torna in mente, più vivido che mai. Accidenti, sono condannata ad amare te.