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Autore: KUDO    17/05/2008    4 recensioni
-Se rifiuta, minaccialo. Sa di noi, è una mina vagante, però possiamo ancora sfruttarlo a nostro vantaggio.-
Sorrido. Che belle notizie! Credo che mi divertirò, stavolta.
Sfila il guanto dalla mia mano con i denti, adoperando una certa violenza, morsicandomi l'indice poi fruga nella divisa, iniziando dalle tasche sul petto per poi scendere ad avvolgermi i fianchi ed estrarre la pistola dalla fondina. Eccitante.
-Ti piace giocare a perquisirmi?- Domando sorridendo.
Non saprei se per convincermi che non ho paura, del fatto che cono un uomo o se è il pensare di non riuscire a smettere di essere un pervertito neanche in queste situazioni.
-Non mi piace la violenza. Quindi, per evitare brutte sorprese, prendo le giuste precauzioni.-
EnvyXRoy
E' vietato inserire il doppio tag br nelle introduzioni.
Rosicrucian e Nami, assistenti amministratrici.
Genere: Dark, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Envy, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOIR



ENVY

Con un balzo sono sul tetto dell'Head Quarter. Maledetto Marcoh... Quel piccolo bastardo di un umano è riuscito a scappare, non so come, ma l'ha fatto, e adesso a me tocca il lavoro. L'ho cercato per giorni, ma non sono più riuscito a trovarlo.

Il Padre mi ha allora ordinato di Andare da Wrath. Certo, come no! io mi dovrei mettere agli ordini di Wrath? Se lo può scordare.

Salto dentro, passando per la finestra.

-Wrath!- Chiamo, con le mani suoi fianchi, come al solito. Si volta, il vecchio, e mi guarda.

-Era ora, Envy. Ho un regalo per te.-

-Ma che gentile!- Rispondo, sarcastico.

-Ti puoi prendere il Colonnello di Fuoco. Portalo al covo e sorveglialo bene. Cerca di far di meglio di quanto hai fatto con Marcoh.-

Ingoio la provocazione. C'è altro che mi incuriosisce.

-Lui verrà con me da solo o devo costringerlo? Non ho voglia di litigare.-

Tra l'altro, Mustang deve ancora pagare per ciò che ha fatto a Lust. Se proprio devo rapirlo, ne approfitterò; la sola cosa che mi spiace è di non poterlo uccidere, a causa dei piani che sta facendo il Padre, i quali lo includono da vivo.

-Se rifiuta, minaccialo. Sa di noi, è una mina vagante, però possiamo ancora sfruttarlo a nostro vantaggio.-

Sorrido. Che belle notizie! Credo che mi divertirò, stavolta.

Un secondo dopo, ho l'aspetto energico un bel militare in divisa, biondo con gli occhi chiari. Come sempre, ho gusto nello scegliere: è un bell'uomo. Esisteva realmente: era uno dei militari di stanza a Ishibar, durante la guerra. Aveva i capelli castani, ma non gli donavano molto, sono meglio biondi.

-Intendi fargli continuare il lavoro di Marcoh, vero? Divertente...- Rido.

-Muoviti, sgorbio.-

-Non ti azzardare a chiamarmi di nuovo così, bamboccio.-

Esco dal suo ufficio, con un sorriso allegro sul viso. Amo queste cose. Piuttosto che uno stupido pestaggio preferisco i piani e le minacce, perchè dimostrano chiaramente la mia intelligenza, molto più che le scazzottate. Anche quelle, però, a volte sono divertenti.

L'ufficio di Mustang è al primo piano, in fondo a sinistra. Busso alla porta.

-Avanti, prego.- Entro, sempre sorridendo.

-Salve, Colonnello di Fuoco.-

-Buongiorno. Cosa desidera?-

Sono costretto ad ammetterlo, questo è un uomo molto interessante. Per essere un umano è intelligente, scaltro, affascinante nel modo di muoversi. Certo, mai quanto me, però è a un buon livello.

Mi ritrasformo, riprendendo il solito aspetto di ragazzo.

Sgrana gli occhi, afferra il pomello del cassetto. Ahi, no... Non voglio lotta.

-Fermo, Mustang. Non ho voglia di combattere.-

-Tu sei un homunculus, vero? Sei quello che Acciaio chiama Envy... Cosa vuoi da me?-

Mi accomodo meglio, sedendomi sul bracciolo della poltrona che c'è davanti allascrivania.

-Tu vieni con me, Mustang. Abbiamo un lavoro che devi fare.-

-Cosa ti fa credere che io ti seguirò, homunculus?-

Apre di scatto il cassetto, si infila un guanto con una mossa rapida.

E' così che ha ucciso Lust, il bastardo. Ma con me non ha chances. Con un ghigno, mi rivesto dell'aspetto dell'alchimista d'Acciao, Elric. Lui si blocca, guardandomi.

-Colonnello, lo sa che se tenta di farmi del male io cancellerò dalla faccia della terra tutti i suoi cani?-

Mi alzo, avvicinandomi. Appoggiato su un gomito, mi piazzo a un centimetro dal suo naso.

-Allora, vuole ancora provarci, Colonnello?-

Non so se lo inquiet di più l'asppetto o il tono. Non mi ero mai trasformato in questo tappo prima d'ora. La sua voce è sgradevole, per me che la modulo.

-Vuole ancora opporsi?- Chiedo, con un sorriso smagliante.

ROY

Sento la voce del falso Acciaio solleticarmi il naso. Appunto, del falso.

E allora perchè non riesco a schioccare le dita e a ridurlo a un cumulo di cenere come ho fatto con l'altro homunculus? Non mi spaventa certo la minaccia, so benissimo che ci uccideranno tutti comunque.

La verità è che non riesco ad alzare un dito contro uno che anche solo somiglia a quel sedicenne logorroico e violento alchimista di Stato. Evoca in me troppi ricordi, sulla guerra di Ishibar e sul giovane me stesso che ora non esiste più. Glielo faccio sapere. Omettendo la seconda parte, ovviamente.

-Tsz, pensi di spaventarmi? Non penso di valere così tante vite, a meno che non abbiate già intenzione di farli fuori tutti, i miei cani.- Dico, beffardo.

Si lascia cadere all'indietro, le mani appoggiate sulla mia scrivania in noce. Sbuffa.

Ha quasi un'espressione divertente, mi chiedo se è per via della forma che ha assunto. Poi inclina il capo da un lato e sorride con malizia.

Una posa senz'altro femminile e sensuale, non fosse per il soggetto, vorrei ridere, ma il momento non me lo permette.

-No, no, caro Colonnello, lei forse non ha capito... Non vorrà mica farli ammazzare prima del tempo, vero? Allora sì che sarebbe solo colpa sua se il tenente Hawkeye non potrà mai sposarsi, magari avere un figlio...-

Mentre parla si è ritrasfomato, prendendo stavolta le sembianze del tenente, mantenendo però il corpo del maggiore degli Elric. Semplicemente mostruoso.

-Smettila.-Sibilo, mi sto sentendo male.

-... anche se ne dubito, visto che le fa sempre da balia, non si è ancora accorto che le sbava dietro? La sa una cosa, Mustang? Lei mi piace, è uno sporco egoista, pensa solo ai suoi interessi e non si preoccupa di chi potrebbe calpestare. Io e lei siamo simili.-

-Smettila!-

La mia voce ora è alterata. Purtroppo solo un riflesso dovuto al tremore che sto provando. Come diavolo fa a sapere i miei punti deboli così bene? Non riesco a ragionare, so solo che sta materializzando paure che credevo di aver finalmente celato a me stesso. E ora si appresta a impersonificarsi in uno dei miei peggiori incubi.

-E che ne dice dell'ufficiale Havoc? E' ridotto così male da non poter nemmeno pisciare da solo e sa di chi è la colpa? Solo sua che non gli ha coperto le spalle come doveva! Rifiuta solo perchè in realtà dei suoi uomini non gliene frega un bel niente!-

-SMETTILA!-Urlo.

Risco a rigirare la scrivania, la stanze è ricoperta da documenti che avrei dovuto già firmare mesi fa. Non capisco più niente. Lo vedo riprendere il suo vero aspetto, o almeno quello che credo lo sia, mi fissa con strana serietà. Sicuramente fasulla, sta solo aspettando di sentire quello che dirò da qui a poco, per poter gustare appieno il suono delle mie parole.

-Va bene... Ti seguirò.- Il gusto è amaro per me e dolce per lui.

Mi provoca uno strano effetto udire questa frase, pensando che è stata pronunciata dalle mie stesse labbra. Rimetto, questa esperienza mi ha sconvolto. Bene, adesso sono davvero penoso.

Mi alzo, faccio un grande sforzo a mantenere una parvenza di decoro: avrò anche l'orgoglio ferito, ma la dignità vorrei ancora conservarla.

Sto per avviarmi verso la porta, ma vengo fermato.

-Eh, no, troppo facile, Colonnello.-

Sfila il guanto dalla mia mano con i denti, adoperando una certa violenza, morsicandomi l'indice poi fruga nella divisa, iniziando dalle tasche sul petto per poi scendere ad avvolgermi i fianchi ed estrarre la pistola dalla fondina. Eccitante.

-Ti piace giocare a perquisirmi?- Domando sorridendo. Non saprei se per convincermi che non ho paura, del fatto che cono un uomo o se è il pensare di non riuscire a smettere di essere un pervertito neanche in queste situazioni.

-Non mi piace la violenza. Quindi, per evitare brutte sorprese, prendo le giuste precauzioni.- Tasta la gamba sinistra.

-Strano, avrei giurato che tu fossi un sadico bastardo.- Ora la destra.

-io mi definisco più un subdolo bastardo.-

Risale, a un soffio di labbra sussurra maligno.

-Comunque se preferisce, la prossima volta mi trasformerò in una di quelle puttanelle d'alto borgo che le piacciono tanto, magari lo trova più eccitante.-

Gli sorrido, scoprendo i miei incisivi, piccoli ma appuntiti.

Lo guardo negli occhi, senza la minima paura. Qualcosa passa in quelle iridi tenebrose. Non è la paura, no... Quella la riconosco dall'odore. Ormai non c'è più, comunque.

Faccio un passo indietro. La stanza è un vero macello. La sistemerà Wrath, se proprio vuole. Io devo portare questo prezioso regalino al paparino.

-Andiamo, Mustang. Non fare scherzetti, non è giornata.-

-Ma davvero? E se ne tentassi uno?-

Rivestendomi dell'identità di militare, lo fulmino con un'occhiata.

-Fossi in te non cercherei di scoprirlo. Credi forse che abbia dimenticato che hai fatto fuori Lust? Appena non servirai più al Padre, il tuo sangue lo verserò io.-

-Se tu avessi sangue, lo verserei, bastardo.-

-Cammina, Colonnello.-

Lo spingo fuori. Adesso è mio.

Appena usciti, percorriamo un paio di corridoi, fino all'ingresso.

Un rumore forte di metallo contro metallo, dietro di noi, mi fa trasalire. Volto lievemente la testa. Una grande armatura rincorre un ragazzino piccolo e scemo, che urla come un cretino. Ci mancavano solo questi.

-Colonnello, dove diavolo sta andando?-

Il piccoletto si ferma accanto a noi, facendo la faccia da duro. Ridicolo, sembra uno di quei minuscoli cani ringhiosi.

-Non devo spiegazioni a te, Acciaio.- Risponde il prigioniero, con voce atona. Che pessimo attore. Io sono decisamente meglio.

-Ma... Mi ha fatto chiamare! Ha detto che aveva buone informazioni per me! Sono arrivato fin qui dal Nord, diavolo!-

-Vattene, Acciaio.-

-Ma manco per sogno! A che gioco sta giocando? Cos'è, si diverte?!-

-NON DISCUTERE CON UN TUO SUPERIORE! Vattene di qui, o ti faccio sbattere dentro, Ed.-

Il ragazzino si infuria ancora di più. Stiamo attirando troppa attenzione, non va bene... Per niente, no, non va.

Il microbo continua ad urlare. Di colpo, Mustang cambia tono. Abbassa la voce, riducendola a un sussurro.

-Se non te vai, dirò a tutti della vostra trasmutazione e farò rinchiudere Alphonse in un laboratorio, va bene?-

Oh, ma che bella sorpresa! Vedere quel ragazzino impallidire è una gioia.

Ci voltiamo ed usciamo, salendo in auto. Com'è ovvio, guido io.

Appena ci siamo allontanati scoppio a ridere.

-Vedi? Siamo uguali, io e te!- Dico, guardandolo dallo specchietto.

-No, tu sei un mostro, io no.-

-Mostro? Niente di diverso da te. Tu hai ucciso, sei mostro come me.-

Tace, come folgorato. Brucia, Ishibar, eh?

Per essere un umano, mi piace. Nei suoi occhi c'è qualcosa di invitante, sul serio. E' stronzo, scaltro e deciso. Mi piace.



  
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