Piangi, canta, balla, scrivi,
urla!
(E’ il
continuo di “I sogni non esistono”. La canzone usata è “Make Some Noise” di
Hanna Montana)
La campanella della sesta ora finalmente
suona, spezzando l’aria stanca e sonnolenta delle aule del liceo. Io (come d’altronde
tutti gli altri) mi alzo e raccatto i libri sparsi sul banco di Letteratura.
Esco tranquillamente dall’aula salutando dei compagni di corso e percorro a
grandi passi il corridoio, pieno di adolescenti che
fanno la fila per uscire da scuola.
Apro l’armadietto con la giusta combinazione e
ripongo nella borsa tutti i libri. Prendo il capotto nero e la sciarpa rosa e me li metto. Mi carico la
borsa in spalla e prendo poi l’ombrello piccolo che mi sono
portata dietro questa mattina.
Chiudo l’armadietto e mi volto, sobbalzando
non appena sento due labbra sulle mie.
-Ciao, amore.-
-Ryan…- saluto io, portando una mano al cuore,
-Mi hai fatto venire un infarto!- lo rimprovero mentre
lui mi prende per mano e mi conduce verso l’uscita della scuola.
-Beh… chi altro doveva baciarti, scusa?- mi
guarda scioccato.
-Niente, lascia stare.- gli
dico ridendo. Apriamo i nostri ombrelli e usciamo da scuola.
-Ci vediamo oggi?- mi
domanda Ryan.
-Non credo. Mamma non è ancora tornata e
quindi vorrei approfittare della casa libera per studiare tranquilla.- guardo
la pioggia, -Poi con questo tempo non mi sembra il caso di uscire.-
-Vuoi un passaggio?-
mi domanda
Sharpay comparendo al fianco del fratello.
Scuoto la testa, osservando la limousine nera
degli Evans, -No, Pay. Faccio una passeggiata.-
-Sotto la pioggia?- domanda scettica Sharpay.
Sospiro senza nascondere un sorriso, -Sì.-
rispondo. Saluto e me ne vado.
Mentre cammino sul
marciapiede, con l’ombrello a coprirmi il corpo, osservo la pioggia cadere
sull’asfalto, confondendosi con il grigio del marciapiede e del cielo. Poi mi
viene un’idea pazza.
Una cosa che mi ha
detto ieri Taylor, quando mi hanno fatto una sorpresa venendo a casa mia. Mi ha preso da parte
un attimo, chiedendomi cosa fosse successo. Io le ho spiegato
vagamente quello che era successo, sul fatto che mi sento delusa, triste,
depressa. Del fatto che non riesco a parlare con i miei
genitori come prima, del fatto che non riesco a confidarmi più con nessuno.
Che non credo più ai sogni. Che non
sono più quella di prima. E poi lei mi ha
abbracciata, poi mi ha guardata negli occhi e ha sorriso.
“Non
devi mollare. So cosa vuol dire non poter fare ciò che più si vuole per colpa
dei genitori, lo so bene. So cosa significa fare delle rinunce. Ma tu sei forte. E se c’è una cosa che
non potranno mai toglierci sono i sogni. Il potere di sognare
che un giorno tutto andrà meglio, la speranza che ti fa andare avanti.
Non mollare, mantieni questa speranza viva. Sfogati. Scrivi, prendi a pugni il
cuscino, piangi, canta, balla, scrivi, urla! Fai tutto
ciò che può aiutarti e queste cose non costano nulla. Trova il modo di evadere
da questa realtà di merda, se non puoi cambiarla.”
Chiudo l’ombrello, la
pioggia mi bagna
subito. Alzo il viso al cielo, prendo un grosso respiro.
-AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!-
urlo al silenzio della strada.
Riporto il viso dritto. Sto meglio. Aveva
ragione. Proseguo il mio cammino sotto la pioggia, senza badare al fatto che
potrei beccarmi un malanno. Ora come ora non mi importa
niente. Voglio solo seguire il consiglio di Taylor.
Apro la porta e la chiudo dietro di me a
chiave, mentre i tuoni fuori cominciano a fare rumore. Mi tolgo tutto e mi
faccio una doccia veloce, per poi vestirmi con una minigonna nera molto comoda,
una canottiera a spalline piccola azzurra e mi raccolgo
i capelli bagnati in uno chignon, con qualche boccolo che sfugge.
Mi infilo i calzini e
vado in giro per casa scalza, pensando per un momento a quanto sia bello il
silenzio. Mi preparo da mangiare e poi tiro fuori il libro di Storia. Domani
interroga. Faccio per aprire il libro, quando il televisore annuncia un video.
Di nuovo loro. Gli Studio3. Voci su voci.
Il video finisce quasi troppo in fretta,
quando la speaker di oggi annuncia un bando di
concorso.
“La
canzone che esprima una vera emozione vincerà, dando a
chi l’ha scritta la possibilità di incidere un disco tutto suo. Potete mandare
il demo alla redazione!”
Senza farmelo ripetere due volte segno su un
tovagliolo l’indirizzo della redazione. Il cuore che batte
veloce. Forse non vincerò mai, ma è una buona occasione
per sfogarmi finalmente. Per raccontare a tutti quello che sto passando, senza
dover fare una conferenza stampa ad ogni persona che mi vede triste in questo
periodo.
Prendo carta e penna e corro verso il salone,
dove sta il pianoforte di Jane. Lei ne ha uno nuovo nel suo
appartamento con Erik, quindi me l’ha ceduto. Compongo la musica,
ascoltando la pioggia che cade. Poi le parole. Quelle più difficili. Per
distrarmi accendo lo stereo e comincio a ballare per casa senza pensarci,
cantando a squarcia gola quelle canzoni che mi
distraggono. Sì, Taylor ha ragione. Un modo per uscire da questo schifo di
mondo è sfogarmi. Questo è il mio sfogo, anche se non credo nei sogni. Ma sfogarsi mi fa sentire per un momento bene.
Poi la corrente va via, spegnendo le lampade
che tenevano fiocamente viva la casa e fermando la musica. Mi fermo anche io.
La pioggia è l’unica cosa che si sente, fino a quando finalmente le parole mi vengono in mente. Mi siedo
su un divano che da alla vetrata sul giardino e quindi
sulla strada. Comincio a scrivere, illuminando il foglio con la luce del
cellulare. Le parole escono da sola, le canticchio a bassa voce, adattandole
alla musica che ho composto prima. Una mia particolarità è che prima compongo
la musica e poi scrivo le parole.
La corrente si riattacca dopo una decina di
minuti. Dieci minuti in cui io ho scritto la canzone per il
concorso. Ora non resta che spedirla.
Due
settimane dopo…
Suonano alla porta. Mi sciolgo dell’abbraccio
di Ryan e lo lascio con gli altri a vedere il film, per dirigermi alla porta.
Infilo le ciabatte ed apro la porta, trovando davanti a me un ragazzo di circa
vent’anni che mi porge una busta gialla molto capiente.
-Signorina Montez?-
-Sì.- annuisco io prendendo la busta in mano.
-Questa è per lei allora. Una firma, prego.-
firmo la ricevuta e poi il ragazzo se ne va salutando cordialmente. Richiudo la
porta e rimango all’ingresso appoggiandomi alla porta di casa pensierosa e
rigirandomi tra le mani la busta gialla.
La apro dopo qualche secondo. Subito prendo
una lettera, in mezzo a tante carte. La faccio scorrere sotto i miei occhi
veloci, che man mano si riempiono di lacrime. I miei amici, non avendomi
sentita rientrare in salotto, mi raggiungono nell’ingresso.
-Ehi, perché piangi?- mi domanda mia sorella
Jane preoccupata, -E’ successo qualcosa?-
Io annuisco porgendo la lettera a Kelsi, che
la legge ad alta voce mentre io controllo il contenuto
della busta gialla.
-Gentile
signorina Montez,
abbiamo
ricevuto la sua canzone, nelle migliaia ricevute in queste due settimane. La
sua canzone ci ha lasciato un po’ dubbiosi, in alcuni punti
ci sembrava frivola, in altri troppo forte e troppo determinata. Ma poi siamo arrivati alla conclusione che è quella giusta,
la canzone che cercavamo. Anzi: la cantante che cercavamo!
“Make
Some Noise” è la miglior canzone che abbiamo selezionato e siamo sicuri che la
sua voce sia fantastica, quanto lo è la canzone.
Per
questo lei ha vinto il concorso, ricevendo l’opportunità di incidere un suo
disco.
In
allegato troverà diversi fogli con informazioni riguardanti tale progetto.
Congratulazioni!-
Kelsi finisce di leggere, abbassa la lettera e
insieme agli altri mi guarda stranita. Non sapevano
nemmeno che avessi inviato una canzone al concorso.
-Perché non ce l’hai
detto?- mi chiede Troy, -Siamo tuoi amici…-
-Io…- mi porto i capelli
neri dietro con entrambe le mani, -Ragazzi… io ho dei problemi
ultimamente. L’avrete notato di certo: sono stanca, delusa, depressa. Non credo
più ai miei sogni, non credo che esistano. Credo
soltanto a questa realtà di merda in cui vivo!- lacrime amare mi cascano dagli
occhi, -L’unica cosa che mi fa sentire bene, oltre a voi e alla mia famiglia, è
la musica.- concludo abbassando lo sguardo a terra,
-Scusate… io… avrei dovuto dirvelo…-
Sento due bracci avvolgermi stretta. Ricambio l’abbraccio
di Chad, piangendo sempre di più. In pochi secondi tutti si avvicinano e mi
abbracciano. Un abbraccio di gruppo. Un abbraccio che è
l’unica cosa a cui posso aggrapparmi veramente. Loro sono tutto per me.
Una
settimana dopo…
È arrivato il giorno della emissione
via radio e televisione del mio singolo. Terrò un piccolo concerto per
televisione, cantando la mia canzone. Make Some Noise.
Succede tutto in un attimo. Le luci si accendono,
puntandomi i riflettori addosso. In studio non c’è nessuno, se non un vj che
dopo mi intervisterà. Ci sono solo io, con indosso un
vestito con le spalline piccole bianco, con la gonna a pieghe. La cintura nera
con la fibbia e sopra un giacchetto nero. I capelli raccolti
in una coda alta, con i boccoli che escono e ai piedi delle ballerine nere.
Sono vestita stupendamente, la musica parte. Afferro il microfono sull’asta. E comincio a fare casino.
It's easy to feel like
You're all alone
To feel like nobody knows
The great that you are
The good that's inside you
Is trying so hard to break through
È facilissimo sentirsi da soli, lontani da
tutti. Come se nessuno ti capisse. A questo ho sempre pensato quando piangevo e invece non mi rendevo conto di come
mi vedevano i miei amici e la mia famiglia. Me l’hanno sempre detto: ho grinta,
sono buona dentro e fuori. Le mie caratteristiche principali stanno cercando di
prevalere, per non farmi mai più ricadere nel baratro della tristezza. Spero che ce la facciano a prevalere.
Maybe it's your time to lift up and fly
You won't know if you never try
I will be there with you all of the way
You'll be fine
E forse è arrivato il momento, tesori
miei. Forse è arrivato il mio momento di aprire le ali e volare finalmente,
perché non saprò mai cosa si prova se non ci provo. So
che ce la farò, perché voi ci sarete sempre. E starò
bene, nonostante ora non stia così bene come vorrei.
Don't let anyone
Tell you that you're not strong enough
Don't give up
There's nothing wrong with just being yourself
That's more than enough
Some come on and raise your voice
Speak up loud and make some noise
And sing
Hey, hey
Make some noise
Hey, hey, yeah
No, non glielo permetterò mai. Non permetterò
più a nessuno di dirmi che non sono forte abbastanza,
che non ce la posso fare, che i miei sogni non si realizzeranno mai. Non mi
arrenderò mai più, grazie a voi. Perché ora l’ho
capito.
Mi stavo nascondendo, dovevo
essere soltanto me stessa. Non c’è nulla di male ad essere sé
stessi. E adesso lo griderò al mondo, tirerò fuori la
mia voce. Farò casino!
Canterò: Fate un po’ di casino! Sì, fate
casino con me!
You want to be known
You want to be heard
And know you are beautiful
You have so much to give
Some change you wanna live
So shout it out and let it show
Volevo essere
ascoltata, volevo
essere conosciuta. Ryan mi dice sempre che sono bellissima
quando dimostro chi sono davvero, quando tiro fuori la vera Gabriella. E mi dice sempre che ho un sacco di cose da dare, tante
opportunità da vivere. E poi quando Taylor mi ha
consigliato… sì, finalmente ho capito. Finalmente ho capito che dovere viverle
queste opportunità.
You have a diamond inside of your heart
A light that shines bright as the stars
Don't be afraid to be all that you are
You'll be fine
Nella canzone che ho scritto dico a me stessa
che non dovrei essere così negativa verso quello che voglio
diventare. Che starò bene se finalmente mi lascerò andare ai
miei sogni. E allora iniziamo a realizzarne
uno. Uno soltanto mi basta e avanza in questo momento.
Don't let anyone
Tell you that you're not strong enough
Don't give up
There's nothing wrong with just being yourself
That's more than enough
Some come on and raise your voice
Speak up loud and make some noise
And sing
Hey, hey
Make some noise
Hey, hey, yeah
Voglio che la gente a casa faccia casino con
me, che si renda conto che non deve prendere il mio esempio. Che
deve credere nei propri sogni. Che deve mettercela
tutta per realizzarli. Che devono tirare fuori la voce
e gridare, urlare, sbraitare. Devono fare un po’ di casino. Anzi. Tanto
casino!
You can't just sit back and watch the world change
What matters is what you've got to say
There's no one else who can stand in your place
So come on it's never too late
Maybe it's your time to lift up and fly
You won't know if you never try
Sono rimasta seduta tutto
il tempo, sul divano di casa mia. Guardavo fuori dalla
finestra il mondo che mi circondava. Lo guardavo cambiare, mentre in realtà
stavo cambiando io. Ma non è
ancora troppo tardi. Adesso è il mio momento. Adesso posso aprire le ali e
volare. Non lo saprò mai se non ci provo. A questo punto meglio provarci,
giusto? Rischiare! È quello che non faccio mai, è quello che ho
intenzione di fare oggi.
Don't let anyone
Tell you that you're not strong enough
Don't give up
There's nothing wrong with just being yourself
That's more than enough
Some come on and raise your voice
Speak up loud and make some noise
And sing
Hey, hey
Make some noise
Hey, hey, yeah
Hey, hey
(Make some noise)
Di nuovo il ritornello. Credendoci di più.
Credendoci più forte. Credendo di più in me stessa. Credendo
nelle mie potenzialità e nelle mie passioni. Nei miei sogni finalmente.
Hey, hey. Un richiamo unico.
Sono sicura che molte persone vivono nella mia stessa condizione. Ed è ora che anche loro finalmente capiscano quello che ho
capito io. Capiscano che non devono mai rinunciare a niente.
Speak up loud and make some noise
And sing hey, yeah
Hey, yeah
Hey, yeah
Make some noise
Hey, yeah
Hey, yeah
Hey, yeah
Make some noise
Hey, yeah
Hey, yeah
Hey, yeah
Make some noise
Hey, yeah
Hey, yeah
Hey, yeah
Make some noise
La canzone finisce, così la mia voce. Sorrido
alla telecamera, mentre sento il cuore battere forte. Non ci posso credere.
L’ho fatto sul serio? Ho davvero cantato
davanti a milioni di persone in diretta TV?
Qualche minuto dopo, durante cui il programma
ha lanciato la pubblicità, sono seduta su un pouf rosa dello studio. Il vj
siede su quello di fronte al mio, di un blu elettrico. La diretta riparte e lui
mi sorride.
-Ecco qui Gabriella Montez. La stella che ha
vinto il nostro concorso.- dice appoggiando la scaletta a terra, -Dove hai
trovato l’idea per Make Some Noise?-
-E’ una lunga storia.- comincio sorridendo
apertamente, -E’ partita da un’idea datomi da un’amica, sul fatto che dovevo
reagire ad un momento non molto facile della mia vita. Make Some Noise è una canzone che
racchiude energia e passione, ma anche molta dolcezza dal mio punto di vista,
che è puramente soggettivo lo ammetto.- ridiamo insieme e anche i cameraman
ridono per la mia spontaneità.
-Quindi avevi voglia di fare un po’ di casino,
come dice il titolo della canzone.-
-Esatto. Volevo fare casino, dimostrando che
se ci si crede davvero i sogni si realizzano. Frase scontata, lo so.- scherzo
alzando gli occhi al cielo.
-Niente affatto. Anzi, è bello
sapere che qualcuno finalmente si preoccupa di sfogarsi e di conseguenza di far
sfogare la gente.- mi rassicura Luke, così si chiama il vj biondo che mi sta
intervistando, -Ma toglimi una curiosità, Gabriella. In
quanto tempo hai composto la canzone?-
-Una notte.- rispondo pronta. Il vj sbarra gli occhi sorpreso, -Giuro.- aggiungo ridendo.
-Pazzesco. Abbiamo la nuova stella della
musica. E adesso vediamo un video che ti piaccia.-
Io sorrido, -Mi piacerebbe
vedere Voci su voci degli Studio3. E’
il video che mi ha dato la carica giusta per scrivere questa canzone.- rispondo
con gli occhi pieni di speranza.
-Certo. Godiamoci il video preferito di
Gabriella Montez.- il video parte.
E finalmente lo posso
gridare al mondo intero:
MAKE
SOME NOISE!
***********
Ok, il finale lascia un po’ a desiderare. Ma è
l’unica cosa che sia riuscita a produrre tra le pause
dello studio terrificante a cui mi sto ponendo. Spero, comunque,
che vi sia piaciuta.
Ringrazio ancora una volta le Disneyane! Ma questa volta non mi sento in dovere di ringraziare altri,
se non voi che leggete e commentare le mie ficcy. Altre persone non meritano la dedica di questa shot, mi dispiace. Questa shot
è solo per voi e per le mie Disneyane!
Bacione
By Titty90 ^^