Cry
– Piangere
Avete
mai provato una connessione davvero profonda con la persona che
più stimate al
mondo?
Avete
mai provato quel feeling incancellabile che si crea tra artista e fan?
Chiara
sì, ed era orgogliosa di poterlo ripetere a se stessa, nelle
pagine bianche del
suo diario segreto che sporcava d'inchiostro ogni sera.
Lei
era la classica ragazza che gli altri
definivano "timida", ed era strana la reazione che si verificava in
loro, appena pronunciavano quella parola: stranamente, sorridevano,
come se
fosse la cosa più normale di questo mondo, o come se fosse
soltanto un difetto
che la crescita avrebbe spazzato via.
No,
gli altri non capivano che la definizione timida
fosse troppo riduttiva per lei. Chiara
non riusciva a parlare con i suoi coetanei e, nonostante tutto, poteva
anche
dire che ciò non le pesava affatto. Quanto potevano essere
stupidi dei ragazzi
che andavano alla ricerca di nuove amicizie, soltanto per coltivare il
bisogno
patetico ed egoistico di non essere più soli?
Sfogarsi
sul suo diario era più facile, perché non
poteva, o meglio, non voleva essere ascoltata da nessuno.
Era
fermamente convinta che alla gente non
interessassero i suoi sentimenti e le sue idee, o, se gli altri
dicevano di
essere interessati, facevano solo finta.
Guardò
il suo diario, ricominciando a scriverci
sopra.
Voleva
parlare di una canzone in particolare,
quella sera, una canzone che l'aveva colpita molto.
Non
c'era neanche bisogno che specificasse
l'artista, ormai tutto il suo mondo ruotava solo attorno ad una ragazza
con i
capelli lisci e le cravatte.
C'era
bisogno, invece, che parlasse della canzone in questione. Per Chiara,
era il
pezzo più sottovalutato, più bello e
più profondo che Avril avesse mai scritto:
Tomorrow.
Tomorrow,
come sapeva bene, era il settimo singolo di Let Go, con il quale, la
ragazzina
sconosciuta che era un tempo, aveva cercato di fare i suoi primi passi
nel
mondo della musica.
Certo,
Chiara
apprezzava anche Mobile e My World, quelli che rispecchiavano la
cantante in
ogni strofa, in ogni rima.
Ma,
tra
le tre, lei non aveva alcun dubbio su quale canzone dovesse ricadere la
sua
preferenza.
Era
convinta che, se Mobile e My World cercavano di catalizzare
l'attenzione su di
loro per essere cantate a squarciagola, Tomorrow non faceva
altrettanto.
Era
come
se Tomorrow le chiedesse di apprezzare Avril non come cantante, ma come
persona. Come persona che, dopo una caduta, sapeva rialzarsi ed andare
avanti.
Chiara
sapeva che questa era una frase che si diceva spesso in giro, ma decise
di
scriverla lo stesso sul suo diario. Infatti, si chiedeva: la facilità con cui questa frase viene
pronunciata corrisponde davvero
alla sua facilità nell'avvenire quotidianamente?
E,
automaticamente, si rispondeva di no.
Era
riuscita a trovare anche un riscontro anche nelle parole della sua
cantante.
And I wanna
believe you,
when you tell
me that it'll
be ok,
Ya, I try to
believe you,
but I don't
E voglio crederti,
quando mi dici che
sarà ok.
Provo a crederti,
ma non ci riesco.
Chiara
era fermamente convinta che, là fuori, dove le persone erano
essenzialmente
egoiste, c'era anche gente che non si rialzava dopo una caduta.
Lei
non
parlava di gente pigra, che non voleva rimboccarsi le maniche
semplicemente
perché aveva paura di affrontarne le conseguenze, ma
perché… non sapeva come
fare.
Non
era
la volontà che mancava. Era la possibilità.
E
anche
questo, veniva detto nella canzone.
Give me a
little time,
Leave me alone
a little while,
Maybe it's not
too late,
not today,
today, today, today, today...
Dammi un pò di
tempo,
lasciami sola un
attimo.
Forse non è troppo
tardi
non domani, domani,
domani, domani, domani...
La
penna volava sul foglio, macchiando sempre di
più quelle righe ormai non più immacolate.
Per
lei, Tomorrow non chiedeva di essere cantata,
non chiedeva di essere ascoltata tre o quattro volte in un'ora. Era
silenziosa,
era introspettiva, un po' come il discorso che stava facendo a se
stessa.
Nonostante
fosse al settimo gradino della scala,
chiunque l'avrebbe ascoltata, l'avrebbe fatto con un'attenzione tale da
rimanere immobilizzato.
Ed
era questo ciò che aveva fatto la ragazza, la
prima volta che l'aveva sentita.
Era
rimasta completamente immobile, certa che
anche un minimo movimento di un solo muscolo avrebbe potuto guastare la
bellezza di quella canzone.
La
voce di Avril esordiva, fragile e delicata, tra
gli accordi iniziali delle chitarre che, oltre a farle iniziare il
brano, lo facevano
anche concludere.
Forse
non era la più ritmata, forse era anche un
po’ ripetitiva, ma a Chiara non importava: Tomorrow, ormai,
era diventata la
sua canzone preferita.
Ogni
volta che era triste, e questo succedeva il
novantanove per cento delle volte, ripensava a quella voce
così esile, e si
lasciava trasportare dalle lacrime.
Si
chiedeva se fosse normale, che una canzone
potesse farle quell’effetto, e, ogni volta, si rispondeva che
lo era, visto che
possedeva un valore così grande, sia nella musica che nel
testo.
Accostò
di poco il diario sulla scrivania, posando
la penna sul foglio su cui stava scrivendo.
Voleva
saperne di più, su tutto: sul mondo che
aveva scoperto da poco, su come l’avesse cantata durante i
concerti, cosa ne
pensassero i fans…
Prese
il piccolo computer portatile che custodiva
gelosamente nel suo cassetto del comodino, e lo accese.
Inserì
la password, impaziente, e aspettò il
caricamento del sistema operativo.
Durante
l’attesa, continuava a canticchiare quella
canzone. Le sembrava così… perfetta e giusta per
lei.
Connesse
il computer alla prima rete internet
libera che trovò, aprì il browser internet e
digitò il nome di un forum su
Avril che aveva imparato qualche mese prima.
Ne
era diventata un’assidua frequentatrice, ormai.
Cliccò
sulla sezione “Let Go” e subito apparvero
davanti ai suoi occhi decine e decine di foto di quegli anni.
Selezionò
il campo “curiosità” e il suo monitor fu
subito inondato da nuove notizie, che incominciò a leggere
velocemente: la vita della cantante al liceo,
la sua
band, un particolare concerto in Irlanda del 2003…
Fermò
improvvisamente lo scorrimento verso il
basso.
“Perché
mettere la
notizia di un suo concerto? Voglio dire, non ci trovo nulla di
particolare…
perché l’hanno messo lì?”, pensò.
Era
una ragazza curiosa per natura, e le sembrava
quasi che il sito le stesse proponendo una nuova occasione di conoscere
più a
fondo la sua cantante preferita.
Raccolse
al volo quell’opportunità e, senza pensarci
troppo, cliccò sul piccolo link blu.
Sullo
schermo si aprì una nuova finestra, e la
ragazza aspettò pazientemente l’attesa del
caricamento di un video.
Mentre
aspettava, lesse la descrizione, con la
lista delle canzoni che Avril aveva cantato. Lo fece velocemente, non
trovando
ancora il motivo per cui quel concerto doveva essere stato diverso
dagli altri.
I
suoi occhi, però, furono attirati dall’ultimo
titolo. L’ultimo brano della lista era proprio Tomorrow, ma
la particolarità
stava nel fatto che, accanto ad esso, c’era scritto
“Cry”.
Non
ci voleva di certo un madrelingua inglese per
capire cosa quell’unica parola significasse.
Piangere.
Cos’era
successo in quel video?
Avril
aveva pianto?
E
il motivo?
Come
se avesse percepito tutta l’ansia che Chiara
stava provando in quel momento, il caricamento finì, e la
ragazza andò subito
ai minuti conclusivi del video.
Avril
stava cantando “Losing Grip”, con tutta la
grinta e la forza che la caratterizzavano in quegli anni.
Chiara
non notò neanche i colori non definiti o i
rumori di sottofondo, voleva soltanto stare a guardare cosa fosse
successo.
Il
clima nel video cambiò improvvisamente.
Di
regola, avrebbe dovuto vedere l’esibizione con
Tomorrow, invece non fu così.
Vide
Avril iniziare a parlare velocemente in
inglese, con l’alternarsi di immagini del discorso che stava
facendo e delle
immagini del concerto.
Aveva
la testa bassa, come se fosse… triste.
Non
capì molto di quello che stava dicendo, e così
scelse di non fermare il video e di andare avanti.
Le
scene si concentrarono improvvisamente sul
concerto in Irlanda.
La
gente gridava in modo assordante, forse troppo
presa dalla foga di vederla, da non accorgersi della sua espressione
addolorata.
Sul
palco qualcuno le diede una chitarra, mentre
lei si avvicinava al microfono e incominciava a parlare.
Questa
volta, per sua sfortuna, Chiara capì più o
meno tutto di cosa Avril stesse dicendo, o meglio, cercava di dire.
“I just
wanna to say that this show tonight goes out
to my grandpa, who passed
away today…”
Chiara
ingoiò il groppo che aveva in gola.
“No… n-non
può essere…”
E
invece, era andata proprio così.
Avril
incominciò a cantare Tomorrow con la voce
rotta dal pianto, perché suo nonno se n’era andato
qualche ora prima che
iniziasse lo show.
Sembrava
soltanto uno stupido scherzo del destino:
nonostante la notizia, la cantante aveva deciso di non mandare tutto a
monte e
di finire il concerto e, guarda il caso, stava cantando proprio la
canzone più
difficile che in quel disco potesse esserci.
Quella
che ti diceva non importa cosa possa
succedere oggi, domani andrà sempre meglio.
Cosa
c’è di più doloroso di immaginare una
situazione migliore, quando ciò che vuoi fare è
soltanto annegare nelle tue
lacrime?
Per
tutti quei dannatissimi quattro minuti, Chiara
voleva coprire la voce spezzata dal pianto di Avril con la sua, voleva
farle
coraggio, anche attraverso uno stupido schermo, e voleva ritornare
indietro nel
tempo per abbracciarla, proprio come stava facendo la sua band.
“N-non
piangere, Avril… perché… se sei triste
tu…
lo sono anch’io.” Era tutto quello che riusciva a
pensare. Chiuse di scatto il
computer, il diario, provando un enorme senso di frustrazione verso
tutto ciò che
i suoi occhi potessero vedere.
Quella
notte, Chiara strinse il suo cuscino.
Quella
notte, Chiara si sfogò, lacrima dopo
lacrima, pensando a tutto quel dolore - troppo, si disse, per essere
racchiuso
in un video che tutti potevano vedere -.
Quella
notte, Chiara ringraziò la sua buona
stella, per averle fatto scoprire, tanti mesi addietro, quella ragazza
con i
capelli lisci e le cravatte.
**
Ennesima
Song-fic depressa della sottoscritta…T.T
Queste
sono
state, più
o meno, tutte le sensazioni che provo ogni volta, sia
ascoltando Tomorrow, sia rivedendo il video del concerto in Irlanda del
2003.
Credo
siano
sensazioni un po’ comuni a tutti.
Bene,
se volete
prendermi a calci per la depressione, sapete dove trovarmi.
Cruel
Heart.
P.S.
Un grazie
speciale a Nunueroby che,
in parte, mi ha
convinta a pubblicare quest’oscenità.
Grazie.